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Arriva l’intesa dopo il vertice di maggioranza sulla manovra, ma serve 1 miliardo
Due ore di vertice a Palazzo Chigi portano “alcune conferme” sulle modifiche da portare alla legge di bilancio. Si è ristretto il cerchio sui possibili interventi, ciascuno gruppo di maggioranza ha dovuto cedere su qualche misura bandiera. Si è trovato un accordo sugli affitti brevi, sull’ampliamento dell’esenzione sulla prima casa, sull’articolo 18 riferito ai dividendi, è stata chiarita la possibilità di compensazione anche per i contributi previdenziali delle imprese e si è discusso delle misure a favore delle Forze dell’ordine, ma non è sciolto il nodo delle coperture. Per le modifiche che trovano il consenso di tutti i gruppi della maggioranza, serve “un pochino più di un miliardo”, spiega il capogruppo di FdI Lucio Malan, una cifra riferita informalmente anche da altri partecipanti al vertice, ma che non trova conferme ufficiali nel Governo. Se da un lato c’è l’aumento di un ulteriore mezzo punto di Irap su banche e assicurazioni (oltre ai 2 punti già previsti dal disegno di legge), su cui insiste la Lega ma è previsto anche da altri emendamenti di maggioranza, il Governo non vuole procedere senza, quantomeno, comunicarlo ai diretti interessati; “Parleremo con tutti” precisa Ciriani.
Alla riunione, che si “svolta in un clima di grande condivisione”, partecipano la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, quello per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo e i capogruppo di maggioranza del Senato. “Sono stati fatti passi avanti”, per il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, con “alcune conferme, ma ci sono ancora alcuni aspetti che devono essere valutati con attenzione e approfonditi”. “Ci saranno sicuramente modifiche nella direzione che sono state indicate da tutti i gruppi. Sulle coperture sono state fatte varie ipotesi, sarà il Mef a valutare”, aggiunge il capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri. Intanto, prende forma l’accordo sugli affitti brevi: non scatterà l’aumento dal 21% al 26% della cedolare secca per chi affitta ai turisti un solo immobile, sul secondo l’aliquota sarà al 26% ma da tre unità in poi scatterà il reddito d’impresa. L’aumento di gettito previsto per la norma inserita attualmente in manovra era di circa 100 milioni ma in questo caso, secondo quanto viene riferito al termine del vertice dalla maggioranza, non servirà rintracciare risorse altrove perché viene c’è una “auto-copertura”.
Il resto del percorso si farà in Senato, dove ieri mattina è arrivata la tagliola delle inammissibilità: 105 le proposte che non hanno passato il vaglio della presidenza della Commissione Bilancio. Non un giudizio tombale, comunque: gli emendamenti “bocciati” per estraneità di materia (18 di maggioranza e opposizione) potranno essere sostituiti, quelli senza copertura saranno riformulati in modo da prevedere fondi cui attingere. Tra questi emendamenti vi è quello che prevede 15 miliardi in tre anni per il fondo per la riduzione della pressione fiscale cedendo quote del Mes, una vecchia battaglia del leghista Claudio Borghi, che non cede e dice che sarà riformulata. Passa invece quella di FdI che sancisce che “le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia appartengono allo Stato, in nome del Popolo Italiano”, e tre dei quattro emendamenti sulla sanatoria, sempre di FdI. Le Camere organizzano i calendari d’Aula per l’esame del disegno di legge, previsto a Montecitorio il 19 dicembre. Una stima ottimistica, visto che il lavoro in Commissione al Senato richiederà tempo, tanto che le opposizioni contestano il ritardo sulla tabella di marcia.
È scontro su legge elettorale e premierato. Schlein sfida Meloni ad Atreju
Nuova legge elettorale e premierato. Dopo le regionali, il governo mette in fila le priorità e punta dritto a riformare il Rosatellum all’insegna della “stabilità”. Ma gli ostacoli non mancano, sia tra le opposizioni che hanno eretto un muro, sia nella stessa maggioranza dove i partiti sono pronti a piantare ognuno i suoi paletti. Intanto la segretaria dem Elly Schlein lancia il guanto di sfida a Giorgia Meloni: invitata ad Atreju, la storica manifestazione di FdI, accetta ma a una condizione: un confronto diretto con la premier e leader di partito Giorgia Meloni. “Le porterò questa proposta e deciderà lei” fa sapere Giovanni Donzelli, “L’unica cosa che ci interessa è non mancare di rispetto agli altri leader dei partiti di opposizione che hanno dato disponibilità senza porre alcuna condizione”. Sulla riforma del Rosatellum rilancia il sottosegretario all’attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari prospettando “una legge elettorale già adatta alla riforma del premierato”.
Il modello, spiega, è “il sistema che vige per sindaci o Regioni”. In soldoni, un proporzionale con premio di maggioranza e indicazione del presidente del Consiglio. Ma per procedere servirà convincere anzitutto gli alleati: Matteo Salvini (che continua a dichiararsi per nulla interessato alla materia e potrebbe aver da ridire sul superamento dei collegi uninominali) e Antonio Tajani (che non vede di buon occhio il nome del candidato premier sulla scheda). L’ipotesi che circola è un premio di maggioranza al 55% per chi supera il 40% dei voti. Con l’attuale legge elettorale “c’è il rischio di un pareggio quanto meno al Senato” con una “situazione di stallo” e il rischio di governi tecnici, avverte il presidente Ignazio La Russa (FdI), augurandosi una riforma “bipartisan”. Ma i tempi entro cui confrontarsi e portare a dama la nuova legge non sono infiniti.
Altro terreno di scontro è il premierato: Fazzolari, nonostante la complessità della riforma, si dice certo che “l’iter parlamentare sarà completato”, poi “probabilmente nella prossima legislatura verrà sottoposto” a referendum. “Gli effetti delle regionali arrivano in Parlamento” attacca il Pd per voce della capogruppo alla Camera Chiara Braga, “FdI rivendica la leadership e torna a riproporre il premierato. L’opposizione sarà dura”. Il riferimento è alla proposta di programmazione a lungo termine fatta pervenire dal Governo ai partiti rappresentati a Montecitorio: un documento che prevede l’arrivo della riforma sul premierato in Aula a gennaio. Accuse infondate secondo i meloniani che fanno presente come il premierato fosse già “nella programmazione trimestrale proposta dal Governo a settembre. Non c’è niente di nuovo”. Andrà in Aula a gennaio? “Non credo proprio”, taglia corto il capogruppo Galeazzo Bignami.
Zaia rivendica le sue 200 mila preferenze e apre partita con Salvini
La sfida Lega-FdI in Veneto si è chiuso aprendo diverse partite nazionali: quella tra Matteo Salvini e Luca Zaia nella Lega, quello tra Lega e Fdi per le prossime regionali. All’indomani dei festeggiamenti, il presidente uscente del Veneto torna a rivendicare le oltre 200 mila preferenze e apre all’idea di una candidatura a sindaco del capoluogo, che gli ha portato in dote poco più di settemila voti: “I veneziani hanno voluto darmi un segnale che mi vogliono come sindaco”. Zaia, che è stato ricevuto al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella, continua tuttavia a guardare anche alla Lega, cui ha promesso che dedicherà più tempo in futuro per difendere la sua idea di un partito federale sul modello tedesco di Csu e Cdu. E forse anche per questo il segretario in carica Matteo Salvini ha precisato un punto: “La vittoria in Veneto è una vittoria del centrodestra. La scelta di appoggiare un candidato della Lega non era scontata. È stata una scelta generosa da parte degli alleati, innanzitutto di Giorgia Meloni, che ha l’onore e l’onere di tenere insieme la squadra”. Come a dire, bene l’exploit di Zaia ma intorno c’era una squadra. E d’altronde, anche guardando alla Lega, “quando perdi, perdi insieme. Quando vinci, vinci insieme”.
Lato Zaia, si tende a minimizzare e si ricorda che anche il governatore uscente ha speso parole di elogio per la premier. Da parte del segretario, ce n’è anche per gli alleati di governo in vista delle prossime regionali: “Nella mia Lombardia se FdI avrà un candidato all’altezza sarò ben felice di accogliere la loro proposta. Così come noi in Sicilia qualche suggerimento da dare lo avremo”. Insomma, la Lega potrebbe mettersi di traverso nell’isola se FdI punterà direttamente al Pirellone, dove tra Attilio Fontana e gli alleati tira già aria di campagna elettorale. “La Lega ha le persone migliori per sostituirmi”, è la convinzione del governatore, secondo cui nella scelta del suo successore “non si deve fare riferimento ai numeri dei voti che i partiti prendono singolarmente”. “Non è il momento per uscite personali o rivendicazioni di parte”, ribatte Carlo Maccari, coordinatore in Lombardia di FdI.
Dopo gli attacchi della Lega la legge sul consenso slitta a febbraio
La legge sul consenso in materia sessuale non vedrà la luce prima di febbraio 2026. A farlo sapere è stata Giulia Bongiorno, presidente leghista della Commissione Giustizia del Senato: “In Commissione la legge sarà pronta a gennaio. A febbraio potrebbe già esserci l’approvazione in Senato”, ha garantito al termine di una giornata tesissima che ha visto l’affondo contro la legge di Matteo Salvini e la difesa d’ufficio da parte dei Ministri Nordio e Roccella che giustificano gli approfondimenti. Giorgia Meloni, che aveva siglato il patto con Elly Schlein, resta in silenzio mentre l’opposizione l’attacca chiedendole se prima avesse almeno letto il testo della discordia. La premier, secondo fonti di maggioranza, sarebbe irritata ma intende andare avanti, come conferma il presidente del Senato Ignazio La Russa: “Meloni non fa nessun passo indietro, non è lei che ha formulato il testo ma ha detto ‘bisogna rafforzare la tutela delle donne, credo che sia Schlein che Meloni siano perfettamente d’accordo”, assicura. All’indomani dei risultati delle elezioni regionali è stata quindi la Lega a scagliarsi contro un provvedimento che tutti davano per approvato dopo il prima via libera della Camera.
A uscire allo scoperto è stato proprio Matteo Salvini che ha spiegato le perplessità che crescono in alcuni settori del centrodestra: è una legge che “lascia troppo spazio alla libera interpretazione del singolo” e con esso “a vendette personali, da parte di donne e uomini, che senza nessun abuso” potrebbero usare “una norma vaga” a proprio vantaggio “intasando i tribunali”. Concetto in sostanza sposato dal Ministro della Giustizia Nordio e dalla Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella. “Quando si modifica una norma della parte generale del Codice penale che riguarda, per esempio, il caso dell’elemento soggettivo del reato, come la consapevolezza del consenso o del dissenso” ha argomentato Nordio “tocchi i nervi vitali del Codice. Non puoi affidarti alla emotività di una elaborazione a-tecnica. Devi valutare virgola per virgola, proprio per evitare un domani delle interpretazioni eccentriche”. La ministra Roccella va al di là delle “interpretazioni eccentriche” e cerca di chiarire il nocciolo del problema: “Sulla legge sul consenso il rischio è il rovesciamento dell’onere della prova, questo è il dubbio”. Immediate le reazioni delle opposizioni che definiscono “inaccettabili e gravissime” queste spiegazioni mentre una parte di magistrati contesta nel merito le affermazioni della Roccella.
Alla Camera
Dopo che ieri ha approvato definitivamente il ddl semplificazioni, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per discutere della dichiarazione d’urgenza sulla Legge annuale sulle piccole e medie imprese e sulla pdl sul concordato anche con rinuncia ai motivi di appello. A seguire si confronterà sulla pdl in materia di assistenza sanitaria in favore dei cittadini iscritti nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, residenti in Paesi che non appartengono all’Unione europea e non aderiscono all’Associazione europea di libero scambio e sulla pdl in materia di contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne.
Esaminerà le mozioni volte alla tutela dei giornalisti e della libertà di stampa, il ddl di ratifica dell’Accordo tra Germania, Svizzera e Italia concernente misure di solidarietà volte a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di gas, sul ddl di ratifica dell’Accordo Italia-Svizzera relativo all’imposizione dei lavoratori transfrontalieri. Infine, dibatterà sulla pdl in materia di equiparazione del regime fiscale nell’applicazione dell’imposta municipale propria e dell’imposta di registro relativamente a immobili posseduti nel territorio nazionale da cittadini iscritti nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero e sulla pdl per il sostegno del diritto allo studio e per la prevenzione della dispersione scolastica.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il ddl per la disciplina dell’attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi il ddl in materia di sviluppo della carriera dirigenziale e della valutazione della performance del personale dirigenziale e non dirigenziale delle PA. La Giustizia, con la Finanze e congiuntamente con la Giustizia e la Finanze del Senato, ascolterà il Presidente della Consob Paolo Savona e i rappresentanti di Assogestioni nell’ambito dell’esame dello Schema di Dlgs in materia di società di capitali. Tutte le altre Commissioni torneranno a riunirsi la settimana prossima.
Al Senato
Nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato non si riunirà. I lavori dell’Aula di Palazzo Madama riprenderanno mercoledì della settimana prossima con l’esame del ddl di modifica dello Statuto della Regione siciliana in materia d’incompatibilità tra la carica di assessore regionale e l’ufficio di deputato regionale.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia dibatterà sul ddl in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso ed esaminerà e svolgerà audizioni sul ddl per la riforma della disciplina degli ordinamenti professionali. La Esteri e Difesa incontrerà il Presidente della Commissione affari esteri della Grande Assemblea Nazionale della Repubblica di Turchia Fuat Oktay. La Bilancio proseguirà l’esame della Legge di Bilancio 2026 e dibatterà sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale. Tutte le altre Commissioni torneranno a riunirsi la settimana prossima.


