La Giornata Parlamentare è curata da Nomos, il Centro studi parlamentari, e traccia i temi principali del giorno. Ogni mattina per i lettori di Key4biz. Per leggere tutti gli articoli della rubrica clicca qui.
D’Alema a Pechino, fuoco incrociato della politica italiana
La presenza di Massimo D’Alema in piazza Tienanmen, durante la parata militare voluta da Xi Jinping per celebrare l’80° anniversario della vittoria cinese nella Seconda guerra mondiale, ha scatenato un fuoco incrociato politico in Italia. L’ex premier, immortalato in un video in cui elogia la “lotta eroica del popolo cinese contro nazismo e fascismo” e auspica un “messaggio di pace e cooperazione”, è stato accusato di essersi prestato a una narrazione che, sul palco accanto a Putin e Kim Jong Un, che dà legittimazione a Xi, Putin e Kim, proprio mentre l’Italia e i partner occidentali ribadiscono il sostegno all’Ucraina. A marzo lo stesso D’Alema aveva ricordato di essere stato sollecitato da Zelensky a esplorare possibili vie diplomatiche con Lula e Xi, nel tentativo di aprire spazi di dialogo
Il primo a colpire è stato Carlo Calenda, che ha parlato di un gesto “grave e incomprensibile”, accusando D’Alema di rendere omaggio ai leader del fronte anti-occidentale proprio mentre in Ucraina si combatte e si muore “per difendere la nostra libertà”. Subito dopo è arrivata la bordata del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, che ha definito la presenza dell’ex presidente del Consiglio “inaccettabile”, denunciando il rischio di compromettere l’unità dell’Occidente che il governo Meloni sta tentando di preservare. A rincarare la dose è stato l’azzurro Maurizio Gasparri, che con toni sarcastici ha evocato i trascorsi giovanili di D’Alema, ironizzando sul ritorno dei “fantasmi del passato” e mettendo in dubbio la sua credibilità sul piano internazionale. Il fronte critico si è allargato ulteriormente con esponenti della Lega come Marco Dreosto, che ha accusato il Pd di incoerenza: il partito che per anni ha impartito lezioni morali al centrodestra ora si ritroverebbe rappresentato da uno dei suoi leader storici in un palcoscenico dominato da potenze considerate ostili.
A spezzare il coro di critiche sono stati solo pochi alleati a sinistra: Maurizio Acerbo (Rifondazione Comunista) ha difeso la scelta di non allinearsi alla “nuova guerra fredda” americana, mentre Stefano Fassina ha rivendicato la “consapevolezza storica” e il coraggio di D’Alema di parlare fuori dal coro. Ma la valanga di reazioni negative ha fatto sì che la sua presenza a Pechino diventasse un caso politico nazionale, capace di dividere non solo il dibattito pubblico, ma anche lo stesso campo progressista.
Raid israeliani sfiorano i Caschi blu, Governo e opposizioni contro Tel Aviv
Un raid israeliano in Libano ha colpito a pochi metri da una pattuglia di Unifil, la missione di pace a guida Onu con comando italiano, scatenando la protesta delle Nazioni Unite e del governo italiano. Nessun ferito, ma l’episodio è stato definito «una delle violazioni più gravi dal cessate il fuoco dello scorso novembre». Per l’Onu, si tratta di una chiara violazione del diritto internazionale e della risoluzione 1701, che regola la presenza dei Caschi blu.
Martedì quattro droni israeliani hanno sorvolato la zona di confine e sganciato ordigni tra i 20 e i 100 metri dai militari, costretti a ritirarsi. Israele ha ammesso il lancio di “granate stordenti”, negando di aver voluto colpire l’Unifil, ma fonti della missione parlano di un chiaro “avvertimento” a non interferire nelle operazioni lungo la frontiera.
Durissime le reazioni a Roma: il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato di «atto grave» contro chi lavora per la stabilità del Libano, mentre il ministro della Difesa Guido Crosetto ha accusato l’Idf di aver compiuto una scelta deliberata, «tanto precisa quanto inaccettabile», promettendo una protesta formale a Tel Aviv. Proteste analoghe sono arrivate da Francia e Spagna, entrambi Paesi con contingenti Unifil.
L’episodio ha acceso lo scontro politico interno. Il Pd, con Stefano Graziano, ha chiesto di chiamare Israele a rispondere delle proprie azioni: «Il silenzio o l’ambiguità sarebbero complicità». Per Enrico Borghi di Italia Viva l’attacco dimostra la «spirale di insensatezza» dell’esercito israeliano, mentre Osvaldo Napoli per Azione, lo ha definito un fatto «vergognoso» e non accidentale, ricordando che sarebbe il secondo episodio in pochi mesi.
Accordo Ue-Mercosur, proteste dal mondo agricolo e l’attesa del Governo
L’intesa commerciale tra Unione europea e Mercosur, annunciata da Bruxelles come strumento per diversificare i partner del Vecchio Continente, trova la ferma opposizione del mondo agricolo italiano, che giudica le garanzie troppo vaghe e chiede controlli sul 100% dei prodotti importati. Il timore riguarda soprattutto l’uso in Sudamerica di antibiotici negli allevamenti e di pesticidi vietati in Ue, considerato un rischio per la competitività delle filiere e per la sicurezza dei consumatori.
Nonostante l’inserimento di clausole di salvaguardia e di misure aggiuntive nel testo, le associazioni agricole restano scettiche, ricordando le proteste già esplose lo scorso anno contro l’accordo. In questo clima, il Governo italiano ha diffuso una nota in cui accoglie con favore le modifiche chieste a tutela degli agricoltori, ma si è riservato di esprimere una posizione definitiva solo dopo aver valutato l’efficacia delle nuove garanzie.
Salvini rilancia sul Ponte sullo Stretto e sulla Legge di Bilancio
Il caso del Ponte sullo Stretto si è acceso dopo le parole del rappresentante Usa Matthew Whitaker, che al Bled Strategic Forum aveva bocciato l’ipotesi di utilizzare fondi Nato per la maxi opera da 13,5 miliardi di euro, ammonendo contro «soluzioni creative» nell’impiego delle risorse per la difesa. La risposta del Mit è arrivata con fermezza: «Il progetto è interamente finanziato con risorse statali e non vi è alcuna necessità di ricorrere a fondi Nato. L’opera non è in discussione».I timori americani restano legati a precedenti dichiarazioni di Matteo Salvini, che aveva presentato il ponte anche come infrastruttura strategica per la sicurezza, capace di agevolare lo spostamento delle forze armate. Un messaggio che, unito all’impegno dell’Italia a portare la spesa per la difesa al 5% del Pil come richiesto da Trump, ha sollevato più di un dubbio a Washington.
Parallelamente, la Lega ha tenuto a Roma una riunione con ministri, sottosegretari e capigruppo per definire le priorità della prossima Legge di Bilancio: dalla pace fiscale definitiva con la rottamazione delle cartelle, all’estensione della flat tax al 15%, fino a nuovi investimenti per la sicurezza nazionale, l’autonomia e il federalismo fiscale. Salvini e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti hanno guidato il vertice, destinato a incidere sia sulle scelte economiche sia sulla strategia politica della maggioranza.
Valle d’Aosta, voto tra incognite e ricorsi
Le elezioni regionali in Valle d’Aosta si annunciano tra le più incerte degli ultimi anni, con variabili che spaziano dal calo dell’affluenza al ricorso presentato da Avs-Rete civica contro la nuova legge elettorale, che potrebbe addirittura mettere in discussione l’intero voto. Al centro della contesa c’è l’Union Valdôtaine, storico movimento autonomista, rafforzato dalla recente riunificazione interna ma lontano dall’obiettivo, solo sussurrato, di un governo “tutto autonomista”: servono almeno 18 consiglieri, meglio 20 per una legislatura stabile.
Il Partito Democratico punta a mantenere la regione come roccaforte progressista del Nord, ma dovrà guardarsi dalla concorrenza di altre liste di sinistra, come Avs, che rischiano di sottrargli voti. I dem confidano di restare determinanti nella costruzione di una nuova maggioranza con gli autonomisti. Sul fronte opposto, il centrodestra si presenta compatto: la Lega, ridimensionata rispetto a cinque anni fa, cede il ruolo di traino a Fratelli d’Italia, che affronta il primo vero test alle regionali e ambisce a guidare la coalizione. Forza Italia mira a rafforzarsi, mentre i nuovi autonomisti di centro potrebbero trasformarsi nell’ago della bilancia.
A rendere il quadro ancora più complesso, il voto del 28 settembre riguarderà anche 65 comuni, compresa Aosta, per il rinnovo dei sindaci e dei consigli comunali, accentuando l’incertezza e il peso politico di una tornata elettorale che si preannuncia decisiva per i futuri equilibri regionali.
Alla Camera
Nella giornata di oggi e per tutto l’arco di questa settimana l’Assemblea della Camera non si riunirà. I lavori dell’Aula di Palazzo Montecitorio riprenderanno martedì 9 settembre con la ratifica di diversi trattati internazionali. Per quanto riguarda le Commissioni, si riunirà solamente la Cultura che proseguirà il ciclo di audizioni sul ddl in materia di consenso informato in ambito scolastico.
Al Senato
Nella giornata di oggi e per tutto il resto della settimana l’Assemblea del Senato non si riunirà. L’aula di Palazzo Madama tornerà a riunirsi mercoledì 10 settembre per esaminare il decreto-legge per il commissariamento dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e per il finanziamento dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, il ddl per il riconoscimento e la promozione delle zone montane, diverse ratifiche di trattati internazionali, il ddl per la partecipazione italiana a Banche e a Fondi multilaterali di sviluppo e il ddl di modifica dell’intesa tra il Governo della Repubblica italiana e la Tavola valdese. Per quanto riguarda le Commissioni, i lavori riprenderanno la settimana prossima.