Key4biz

La Giornata Parlamentare. PNRR, Parlamento UE chiede proroga di 18 mesi. Scintille in maggioranza sul terzo mandato

PARLAMENTO EUROPEO UE EU SEDE DI STRASBURGO EUROPARLAMENTO

Ancora scintille nella maggioranza sul terzo mandato

Resta alta la tensione nel centrodestra sul terzo mandato in attesa di un vertice tra leader. Da una parte, la Lega non sembra mollare la presa e sarebbe pronta a ripresentare per la quinta volta in Parlamento una proposta per superare il limite dei due mandati, dall’altra, Forza Italia continua a ribadire la sua contrarietà. Dopo l’apertura di Fratelli d’Italia, interviene il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani: “La Lega insiste”, riconosce il ministro, che poi lancia l’alert: “Quando ci sarà una proposta la valuteremo, ma attenzione perché i tempi sono stretti, se c’è un’iniziativa va presentata in tempi molto rapidi. Se si vuole fare qualcosa, il tempo rischia di essere poco”. Nelle fila di FI le parole dell’esponente di FdI suonano come un avvertimento diretto a via Bellerio: “La pietra tombale sulle speranze della Lega”, ragiona qualche deputato azzurro in Transatlantico. 

E il vicepremier Antonio Tajani tiene alto il muro: “Noi siamo contro perché ci sono incrostazioni di potere che rischiano di essere dannose per la democrazia”. Il vicepremier insiste sulla politicità della contesa aperta nel centrodestra: “Non siamo al mercato e non cambio posizione sul terzo mandato se mi danno il sindaco di Verona o il sindaco di Milano. Quello che ci spetta ce lo prendiamo con i voti. Le trattative sono sempre politiche, non per la spartizione di potere”. Nel braccio di ferro, Tajani ribadisce: “Se io devo accettare una cosa che non è nel programma è ovvio che poi gli alleati devono accettare una cosa che non è nel programma che noi proponiamo, per esempio. Ma non è una questione di baratto, non sono uno che si vende per un piatto di lenticchie”. Insomma, FI rigetta l’ipotesi che nella trattativa possano rientrare concessioni sulla scelta dei candidati, alle amministrative così come alle Regionali. 

Semmai, fa notare un azzurro di peso, “la questione è di metodo: se si discute sul terzo mandato, allora possiamo discutere anche delle nostre proposte che sono fuori dal programma come lo Ius Scholae”. Quella sulla cittadinanza è una proposta che viene citata spesso nei corridoi della Camera come contrappeso azzurro al terzo mandato, almeno insieme alle misure sostenute da Forza Italia sul taglio dell’Irpef. Dall’altro lato, la Lega non sembra aver abbandonato l’ipotesi di mettere sui binari parlamentari la norma sul terzo mandato; in particolare, lo strumento individuato sarebbe un emendamento al ddl sull’adeguamento del numero di consiglieri e assessori regionali all’esame della Commissione Affari costituzionali del Senato, dove la scadenza per la presentazione delle proposte di modifica è fissata alle 14.00 del 24 giugno. 

La riforma per la separazione delle carriere arriva in Aula al Senato. Polemiche

La riforma per la separazione delle carriere dei magistrati e per l’istituzione dell’Alta Corte disciplinare approda nell’Aula di Palazzo Madama tra mille polemiche, senza che si sia concluso l’iter in Commissione Affari Costituzionali e con l’opposizione che parla di “inaccettabile forzatura” e mentre la maggioranza difende il provvedimento parlando di “norma epocale”. In una seduta d’Aula durata ininterrottamente 8 ore si presentano e poi si respingono le 3 pregiudiziali di costituzionalità di Pd, Avs e M5S e si dà il via alla discussione generale la cui durata complessiva si calcola in oltre 10 ore. L’idea è quella di chiuderla per martedì o mercoledì della settimana prossima, visto che oggi i senatori sono impegnati con il Giubileo dei parlamentari e che martedì ci sono le comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio Ue. Poi, si devono fare i conti con i 1.363 emendamenti ripresentati per l’Aula, anche se il centrodestra minimizza dando per scontato il ricorso al canguro

“Entro fine mese” è comunque la dead line che la maggioranza si dà per la seconda lettura. E alla terza, cioè al ritorno alla Camera, dice il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, “si potrebbe arrivare a fine anno. Ai primi mesi del 2026 in quarta lettura e al referendum confermativo in primavera”. Referendum sul quale il centrosinistra ironizza facendo riferimento ai recenti inviti ad andare al mare rivolti dal centrodestra per quelli di Cgil e cittadinanza. PdM5S e Avs criticano prima di tutto “la forzatura” sui tempi: l’iter in Commissione infatti “non si è concluso e il testo è arrivato in Aula nella data fissata dalla Capigruppo”. Ma il presidente della Commissione Affari Costituzionali Alberto Balboni (FdI) respinge l’accusa ricordando come lo spazio per il confronto ci sia stato visto che dal 29 gennaio, data di incardinamento del ddl, si sono tenute “32 sedute di Commissione, 6 di Ufficio di Presidenza, 29 audizioni e la discussione generale è andata avanti per 6 sedute con 27 interventi”. 

Il Guardasigilli Carlo Nordio parla con alcuni senatori di FdI che lo avvicinano e la senatrice di IV Dafne Musolino protesta. Da lì si accende uno scontro che poi rientra con l’intervento della presidente di turno Anna Rossomando. Dopo il voto sulle pregiudiziali, la maggioranza lascia alla spicciolata l’emiciclo finché gli scranni si svuotano. E stessa cosa avviene ai banchi del Governo dove alla fine resta solo il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto. Tutti e 36 i senatori del Pd s’iscrivono a parlare. La seduta si è poi chiusa, la discussione riprenderà la prossima settimana.

Tajani rassicura i cittadini in Israele e Iran e ribadisce la posizione italiana

La priorità in queste ore, per il Governo, è la sicurezza dei cittadini italiani che si trovano in Israele e in Iran. “Siamo in costante contatto tutti”, ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, “La situazione è quella che è, andiamo avanti preoccupandoci di garantire il più possibile la sicurezza dei nostri connazionali”. Non ci saranno evacuazioni perché gli spazi aerei sono chiusi, ma la Farnesina sta “agevolando l’uscita dall’Iran e da Israele dei connazionali che vogliono uscire da questi Paesi, quindi vediamo. In questo momento è la priorità numero uno”. Sui social, il vicepremier informa che l’Italia sta organizzando voli commerciali da Amman per permettere ai connazionali di rientrare in Italia da Israele. Gli italiani dall’Iran cercano di rientrare in bus attraverso l’Azerbaigian. 

Quanto al rischio sempre più concreto di un intervento armato degli Stati Uniti, Tajani non si esprime: “Chiamate Washington e chiedete”, dice parlando con i cronisti alla Camera, aggiungendo che “si possono commentare solo le decisioni, non le indiscrezioni di stampa o le anticipazioni. Tocca agli Stati Uniti decidere cosa fare”. Il Ministro nega qualsiasi spaccatura del fronte europeo: nel documento del G7 canadese, ricorda, “è stata ribadita l’unità”. Compattezza è stata confermata anche nella riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue, “anche sul no all’arma atomica nelle mani dell’Iran e questo mi pare è l’elemento chiave”. Al termine del vertice “complesso” di Kananaskis, Giorgia Meloni è rientrata in Italia dopo aver giudicato l’Iran come “la principale fonte di instabilità della regione”. Tutti, riferisce, sono d’accordo che l’Iran non possa avere la bomba atomica. I Paesi del G7, garantisce, “di fronte a una minaccia che è reale concordano sul fatto che Israele abbia il diritto di difendersi, ma l’obiettivo al quale tutti lavoriamo è arrivare a negoziazioni che consentano davvero di impedire che l’Iran diventi una potenza nucleare”, anche perché l’arma atomica “sarebbe una minaccia anche per tutti noi”. 

L’esecutivo si rivedrà domani per il Consiglio dei Ministri. Prima, in mattinata la premier sarà impegnata a co-presiedere, con Ursula von der Leyen, a Roma un vertice sul Piano Mattei. Le due leader accoglieranno i rappresentanti di Angola, Zambia, Congo e Tanzania, con i vertici delle istituzioni finanziarie multilaterali, dal Fondo Monetario Internazionale alla Banca Mondiale, la Banca Africana di Sviluppo e l’Africa Finance Corporation. Il passaggio deve consolidare la sinergia tra il Piano Mattei per l’Africa promosso dall’Italia e il Global Gateway avviato dall’Ue e approfondire la rotta operativa per l’avanzamento delle iniziative comuni.

L’Eurocamera chiede una proroga di 18 mesi sui progetti PNRR

Prolungare oltre il 2026, di 18 mesi, la deadline per i progetti del PNRR in modo da garantire il completamento degli investimenti chiave: è quanto chiede una risoluzione non legislativa adottata a larga maggioranza dalla plenaria di Strasburgo, con 421 voti favorevoli, 180 contrari e 55 astensioni. Si tratta di un testo dal valore politico che, salvo clamorosi colpi di scena, non produrrà svolte concrete. La posizione della Commissione Ue è chiara: la scadenza ultima per i progetti del Pnrr è il 31 agosto del 2026; martedì, parlando alla Plenaria, il vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto lo ha rimarcato: la deadline non può essere cambiata se non con un emendamento al regolamento sul Recovery, che può essere approvato solo all’unanimità, etra i 27 sul punto non c’è alcun consenso. Il Parlamento Ue ha comunque ribadito con questo voto l’effetto stabilizzatore del dispositivo Recovery and Resilience Facility in un contesto di forte incertezza economica. 

Il testo chiede infatti di destinare gli investimenti a energia, difesa e infrastrutture transfrontaliere, come le ferrovie ad alta velocità, e di accelerare quelli riguardanti la protezione sociale. Nel testo il Parlamento esprime preoccupazione per i tempi ristretti per l’attuazione dei fondi rimanenti, fatto che mette a rischio il completamento delle riforme, dei grandi progetti e dell’innovazione. “La proroga del Pnrr sarebbe una boccata di ossigeno, diamo fiducia a chi ha lavorato con impegno”, hanno sottolineato i Dem Dario Nardella e Antonio Decaro. “Diamo seguito alle richieste degli amministratori locali”, ha commentato Stefano Bonaccini. Fitto, a Cracovia per il Cities Forum del 2025, interpellato sul voto al Pe ha rimandato alla sua relazione di martedì in Aula: “In quell’intervento c’è la posizione della Commissione”; ha spiegato. 

Eppure, dall’Italia, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha puntualizzato: “Se fosse indispensabile per causa di forza maggiore, chiederemo un prolungamento. Adesso lavoriamo per spendere tutto in modo più rapido”. Malgrado fosse una risoluzione non legislativa, il riferimento alla possibilità di finanziare investimenti nel settore della difesa ha provocato un forte dibattito politico e qualche distinguo nei Socialisti; per questa ragione hanno votato contro gli eurodeputati del M5S, contrari anche gli altri eletti italiani del gruppo della Sinistra (Avs). Il Pd ha dato il suo via libera al testo, ma si è opposto all’articolo che propone di valutare l’ipotesi di utilizzare le risorse del Next Generation Eu per scopi, tra gli altri, anche di difesa. 

Alla Camera

Nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera non si riunirà. L’aula di palazzo Montecitorio riprenderà i proprio la vori lunedì prossimo con il ddl, già approvato dal Senato, sull’intelligenza artificiale. Per quanto riguarda le Commissioni torneranno in seduta la prossima settimana. 

Al Senato

Dopo che ieri ha iniziato l’esame del ddl costituzionale sull’ordinamento giurisdizionale e la Corte disciplinare i lavori dell’Assemblea del Senato riprenderanno lunedì prossimo con la discussione sulle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno 2025.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Giustizia, dibatterà sul ddl sulle funzioni della Corte dei conti e responsabilità amministrativa. La Giustizia dibatterà sul ddl in materia di successioni, sul ddl relativo al procedimento sommario per la realizzazione del credito, sul ddl sull’Albo dei grafologi, sulla proposta d’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini, sul ddl successioni, sui ddl in materia di attribuzione del cognome ai figli, e sul ddl in materia di consulenti tecnici d’ufficio. Proseguirà il ciclo di audizioni e si confronterà sul ddl per il contrasto alla violenza sulle donne. La Politiche dell’Ue ascolterà il professor Geminello Preterossi sull’affare assegnato sul rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea. Tutte le altre Commissioni, invece, non terranno seduta.

Exit mobile version