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La Giornata Parlamentare. Militari italiani a Gaza, Processo di Aqaba e Memorandum Italia-Libia

L’Italia c’è per la ricostruzione e per l’invio di militari a Gaza 

Se l’Onu lo richiederà, l’Italia sarà pronta a partecipare con i suoi militari a una forza di stabilizzazione a Gaza. Questo scenario, però, ancora non è vicino. E servirà a mettere in sicurezza la Striscia segnando la fine della prima fase emergenziale e l’inizio della vera e propria ricostruzione. Sono i due tempi di una sorta di tabella di marcia emersa nella riunione della task force insediata a Palazzo Chigi, con vari ministri, il nuovo inviato speciale della Farnesina per Gaza Bruno Archi, Protezione civile e Servizi, che ha definito le linee di intervento (sanità, istruzione, agricoltura, sicurezza e intelligence) da inserire in un “piano organico”. Dovrebbe essere quel “paper” annunciato da Giorgia Meloni al vertice di pace di Sharm el-Sheikh, e l’orizzonte per la sua presentazione potrebbe diventare la conferenza sulla ricostruzione che l’Egitto ospiterà a novembre. Le prossime settimane sono considerate cruciali. Il 7 novembre a Roma è atteso Abu Mazen, che dovrebbe essere ricevuto a Palazzo Chigi e al Quirinale. 

“Abbiamo sempre tenuto vivo il dialogo con Israele e Anp” e “il ruolo attivo dell’Italia per la pace è stato riconosciuto, a partire dagli Usa”, ha rimarcato il Ministro Antonio Tajani parlando alla Camera. Per il vicepremier “i fatti abbreviano i tempi” per il riconoscimento dello Stato di Palestina, ma “finché c’è Hamas è difficile poterlo fare”. Il ministro degli Esteri (che lunedì sarà in Slovenia al Med9) ha poi stigmatizzato i disordini di Udine, parlando di “violenti estremisti pro-Pal” e garantendo che “il governo si impegna a fermare le manifestazioni di antisemitismo”. E il suo appello “all’unità politica” sulla partecipazione alla forza di interposizione a Gaza è stato accolto dalle opposizioni. Il Pd è pronto a sostenere la missione, pur criticando un esecutivo che “parla di ricostruzione ma era invisibile durante la distruzione”. 

Per Giuseppe Conte “adesso l’Italia potrebbe svolgere un ruolo a Gaza: abbiamo dei professionisti apprezzati sempre in tutto il mondo con una capacità di dialogo e la capacità straordinaria di realizzare un processo di pacificazione con le popolazioni locali”. Intanto l’emergenza si affronta con gli aiuti umanitari, e il governo prepara il più grande invio, “100 tonnellate in totale, raccolte grazie al contributo delle principali realtà del Sistema Italia”. “Lavoriamo per far arrivare generi alimentari insieme alle associazioni agricole che ne hanno raccolti in quantità molto significativa e contribuiremo ancora di più”, ha spiegato il ministro Francesco Lollobrigida, dopo la prima riunione della task force Italy for Gaza, presieduta da Tajani perché la Meloni era impegnata al Processo di Aqaba sul terrorismo in Africa. L’obiettivo è individuare “gli interventi più urgenti e realizzabili nel breve termine” ma con la consapevolezza che i lavori sul terreno potranno cominciare solo se il cessate il fuoco sarà stabile. 

La Meloni ha presieduto con il re di Giordania la riunione del Processo di Aqaba

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha co-presieduto, insieme al re di Giordania Abdullah II, la riunione del Processo di Aqaba sul contrasto al terrorismo e all’estremismo violento in Africa occidentale. Alla riunione hanno partecipato oltre trenta delegazioni. Tra i leader presenti i presidenti di CiadNigeria e Sierra Leone, il presidente del Consiglio del Togo, il presidente del Consiglio nazionale (camera alta del Parlamento) dell’Algeria, nonché’ diverse delegazioni a livello ministeriale, oltre a inviati speciali per la regione, ed esperti internazionali della materia. La riunione ha permesso un confronto sulle strategie per combattere i fenomeni del terrorismo e dell’estremismo violento, analizzando, in particolare, l’azione per eliminare il finanziamento del terrorismo contrastando il nesso con la criminalità organizzata transnazionale, i traffici di droghe, armi ed esseri umani. 

Durante l’incontro la presidente del Consiglio si è confrontata con gli interlocutori sul nuovo paradigma nelle relazioni con l’Africa attraverso il Piano Mattei con l’obiettivo di affrontare le cause profonde dell’instabilità e del terrorismo attraverso investimenti sul capitale umano e su uno sviluppo sostenibile. La presidente Meloni si è anche confrontata sulle strategie di contrasto al nesso terrorismo-crimine, portando l’esperienza italiana non solo nel contrasto al terrorismo, ma anche alle mafie e ai trafficanti di esseri umani e di stupefacenti. A margine dell’evento, la presidente Meloni ha avuto incontri bilaterali con re Abdullah II di Giordania, il presidente Tinubu della Nigeria, il presidente De’by Itno del Ciad, il presidente Bio della Sierra Leone e il preidente Gnassinbé del Togo.

Il Governo conferma il Memorandum Italia-Libia

Con il voto di ieri della Camera, governo e maggioranza hanno confermato che non intendono rinunciare al Memorandum Italia-Libia su cui si fonda “la strategia nazionale di contrasto ai trafficanti di immigrati e di prevenzione delle partenze dalla Libia”. L’intesa si rinnoverà automaticamente il 2 novembre 2025 e sarà quindi vigente per altri tre anni a partire dal 2 febbraio del 2026. Respinte le mozioni delle opposizioni che non sono riuscite a presentare un testo unico: quella Pd-Avs-Iv e +Europa chiedeva di sospendere “immediatamente ogni forma di cooperazione che comporti il ritorno forzato di persone verso il territorio libico, in violazione del principio di non refoulement” (il principio di non respingimento) e quella M5S invece sollecitava una revisione e lo stop al rinnovo automatico. Dopo che in questi anni diverse associazioni e organizzazioni internazionali, tra cui le nazioni Unite e la Corte penale internazionale, hanno messo sotto accusa la guardia costiera libica. 

Dagli anni 2000, tutti gli esecutivi di tutti i hanno potenziato gli sforzi per ridurre i flussi migratori attraverso accordi con i paesi terzi. Ma è stato il governo Gentiloni (ministro dell’Interno Minniti), il 2 febbraio 2017, a volere il primo Memorandum di intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all’immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra lo Stato della Libia e la Repubblica italiana. Il Governo Meloni, nonostante le polemiche e le numerose inchieste e prese di posizione contro la Libia, ha quindi deciso di agire in continuità e di approvare la mozione di maggioranza. 

Salvini apre la campagna di Stefani in Veneto, Zaia capolista

Ripartire dai “valori” fondanti, accantonare un certo tipo di messaggio eccessivamente “ideologico”, tornare a “valorizzare il territorio”. Non si placano, nella Lega, i malumori per il flop in Toscana e per quello che ne è considerato il responsabile, Roberto Vannacci. Una nuova grana per Matteo Salvini, che si somma alle tensioni dei lombardi per l’intesa sul Veneto che, di fatto, apre le porte a FdI in quella che era una roccaforte leghista. In attesa di un confronto che si preannuncia acceso nel prossimo consiglio federale, convocato dopo tanto tempo a via Bellerio a Milano e in presenza, il leader mette il cappello sulla candidatura di Alberto Stefani per il dopo Luca Zaia, che annuncia la sua candidatura in tutte le province del Veneto, con un evento che doveva essere di coalizione ma di fatto è monocolore. E proprio il futuro dell’ormai ex governator è l’annuncio più atteso di una manifestazione che chi parte da Roma in direzione Padova saluta con entusiasmo, “finalmente un momento nostro, da Lega”. 

Al Teatro Geox è pienone, perché il partito vuole fare pesare la sua presenza sul territorio. E pazienza se gli alleati non si sono presentanti è il live motive. “E’ una delle più grandi gioie” avere il candidato leghista, esordisce Matteo Salvini sul palco, non negando che la “battaglia” sia stata dura per spuntarla sul partito di Giorgia Meloni. Quindici anni di governo di Zaia “lasciano il segno” e “non sarà semplice” raccogliere il testimone, sottolinea il leader osservando che il giovane Stefani è nato quando lui già aveva preso la tessera della Lega. “Il governatore più giovane d’Italia”, lo chiama pur esibendo una certa scaramanzia. Salvini rivendica l’Autonomia, che sta per raggiungere “le prime pre intese nelle prossime settimane”, per assicurare che la sua Lega non si è affatto allontanata dai suoi valori fondanti. 

Poi tocca a Luca Zaia, che esordisce in dialetto prima di citare i tre carabinieri morti, ricordati con un minuto di silenzio. “È stata una bella avventura” e “io sono un militante e il militante è sempre pronto dall’alba al tramonto”, premette per ribadire il suo fastidio per il veto messo dagli alleati sia sull’ipotesi di una sua lista sia di quella di inserire il suo nome nel simbolo (che alla fine vede “Stefani presidente”). “Se sono un problema divento un problema reale, parlando con Alberto c’è solo una soluzione: mi candido capolista in tutte le province”, annuncia alla fine. 

L’Appendino minaccia le dimissioni. Conte chiude: mai ricevute

Chiara Appendino minaccia le dimissioni da vicepresidente del Movimento 5 Stelle in dissenso con la linea del leader Giuseppe Conte e anche per i risultati negativi fino ad ora ottenuti dal Movimento alle elezioni regionali. Indiscrezioni giornalistiche uscite durante l’ultima assemblea dei parlamentari pentastellati e mai smentite o rettificate formalmente dalla diretta interessata che in queste ore si trincera dietro il silenzio. Un silenzio che in alcuni ambienti pentastellati viene letto come un momento di riflessione al quale il leader sembra non dar peso più di tanto. “Il nostro processo costituente ha definito il M5S come una forza progressista indipendente e si va insieme solo se ci sono programmi chiari e concordati per iscritto con obiettivi strategici condivisi”, spiega Conte conversando con i giornalisti. 

Ma sulle possibilità di dimissioni della vicepresidente Chiara Appendino, è netto: “Non c’è stato nessun annuncio e io non ho ricevuto nulla e io sono il presidente che l’ha nominata. Oltretutto, in questo contesto non avrebbe alcuna logica, le cariche sono tutte in scadenza e scadono automaticamente anche tutti i vicepresidenti”. L’ex premier non aggiunge altro sull’argomento mentre si sofferma sulla manovra economica. “Gli italiani soffrono per gli stipendi da fame, ci sono 5 milioni e 700 mila poveri, e anche un record di bambini poveri rispetto agli ultimi 10 anni. Dunque, abbiamo bisogno di misure straordinarie come l’incremento dell’assegno unico per le famiglie con figli e un maxi-taglio delle tasse per le fasce di reddito medie e basse”, afferma rispondendo alle domande sul tema a margine di un convegno a Villa Nazareth, a Roma. 

Alla Camera

Dop che ieri sono state discusse e approvate le mozioni sul memorandum con Libia e politica agricola comune, nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera non si riunirà. I lavori dell’aula di Palazzo Montecitorio riprenderanno domani alle 9.30 con la discussione delle interpellanze urgenti.

Per quanto riguarda le Commissioni, oggi si riunirà solamente la Cultura per esaminare il decreto-legge, già approvato dal Senato, per la riforma dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione e per il regolare avvio dell’anno scolastico 2025/2026. Tutte le altre Commissioni riprenderanno i propri la vori a partire dalla settimana prossima.

Al Senato

Dopo che ieri ha approvato, in prima lettura, il decreto-legge per la riforma dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione, nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per lo svolgimento delle interrogazioni. Alle 15.00 terrà, infine, le interrogazioni a risposta immediata.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali si confronterà sul ddl costituzionale per la separazione delle carriere nella magistratura e sul ddl per l’elezione del sindaco nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti. La Giustizia svolgerà delle audizioni sui ddl in materia di consulenti tecnici d’ufficio, esaminerà il ddl sulle disposizioni sanzionatorie a tutela dei prodotti alimentari italiani, il ddl sulla comunicazione delle variazioni di reddito rilevanti ai fini dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, il ddl sulle indagini informatiche, il ddl in materia di furto d’auto, il ddl sul procedimento sommario per la realizzazione del credito, il ddl per l’introduzione della figura dello psicologo forense e altre risorse per il contrasto alla violenza contro le donne, il ddl sulla tutela anticipatoria della crisi da sovraindebitamento, il ddl in materia di oralità del rito civile ordinario di cognizione, il ddl sul procedimento sommario per la realizzazione del credito e il ddl in materia di successioni. Con la Sanità e Lavoro, proseguirà le audizioni sui ddl relativi alla morte medicalmente assistita

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