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La giornata parlamentare: Meloni attacca sulle privatizzazioni e prende tempo per le europee

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Come? Possiamo cedere alcune quote di società pubbliche senza compromettere il controllo pubblico, e possiamo su alcune società interamente di proprietà dello Stato cedere quote di minoranza a dei privati”,

Meloni attacca sulle privatizzazioni e prende tempo per le europee

Giorgia Meloni dal salotto televisivo di Quarta Repubblica di Nicola Porro mostra di avere più di una certezza. La prima riguarda il piano di privatizzazioni messo in cantiere dal Governo. “Nel documento economico di bilancio prevediamo 20 miliardi in 3 anni, che sono un lavoro che si può fare con serietà. Come? Possiamo cedere alcune quote di società pubbliche senza compromettere il controllo pubblico, e possiamo su alcune società interamente di proprietà dello Stato cedere quote di minoranza a dei privati”, il tutto senza fare “regali miliardari a qualche imprenditore fortunato e amico”. Sul tema, in particolare, la premier mette nel mirino il quotidiano Repubblica rivelando che “mi ha fatto un po’ sorridere l’accusa che ho letto in prima pagina che diceva L’Italia è in vendita. Ora, francamente, bello tutto, ma che quest’accusa mi arrivi dal giornale di proprietà di quelli che hanno preso la Fiat e l’hanno ceduta ai francesi, hanno trasferito all’estero sede legale e sede fiscale. Ora non so se il titolo fosse un’autobiografia ma francamente le lezioni di tutela dell’italianità da questi pulpiti, anche no”. 

Sulle europee la premier è chiara: “Per me, che al prossimo giugno avrò governato per un anno e mezzo, potrebbe essere importante verificare se ho ancora il consenso dei cittadini” afferma, ribadendo però di non aver ancora preso una decisione sulla sua candidatura tanto che in termini di percentuale non si sbilancia: “50%. Devo capire se un’eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro. Se vedo che si può fare senza che questo tolga tempo al mio lavoro, ci rifletto, altrimenti no”. “Un’altra valutazione che va fatta”, aggiunge però, è quella legata al fatto che una sua candidatura “potrebbe trasformare l’elezione anche in un test tra leader”. In ballo c’è infatti il duello a distanza con la segretaria dem Elly Schlein, che si concretizzerà per ora in un confronto in tv e forse anche nelle urne. Anche perché, riconosce, nonostante “Pd e M5S nella dinamica italiana sono due facce della stessa sinistra”, poi “se parliamo della dinamica europea, storicamente il confronto è tra conservatori e socialisti, quindi diciamo che l’interlocutore naturale è il Pd, anche perché la posizione del M5S in Europa è più marginale e non è chiarissima”. Il colpo al partito di Giuseppe Conte fa il paio con quello sferrato quando si torna a parlare di Superbonus che secondo la leader di FdI si è configurato come “la più grande truffa ai danni dello Stato italiano della storia”. 

Restando in tema economico, Meloni sul piano interno difende la tassa sugli extraprofitti delle banche (“da quando l’abbiamo varata i tassi che vengono riconosciuti sui depositi sono aumentati del 50% per le imprese e del 25% per le famiglie, e il credito è aumentato”) mentre parlando del Patto di stabilità riconosce che quello siglato a Bruxelles “non è il mio compromesso ideale ma era il migliore possibile perché l’alternativa era tornare ai vecchi parametri, decisamente peggiori”. Infine, la presidente del Consiglio è netta nell’affermare che in Italia “il tempo dell’amichettismo è finito. Adesso le carte le do io, nel senso che le danno gli italiani. È finito il tempo in cui, per arrivare da qualche parte, dovevi avere la tessera di partito. Questo è il tempo del merito, per questo fanno il casino al Teatro di Roma” dove, conclude, è stato nominato un nuovo direttore (Luca De Fusco) “con un curriculum di ferro sul piano culturale e della competenza. Qual è lo scandalo? Che non ha la tessera del Pd”. 

L’Ue è pronta per la missione difensiva nel Mar Rosso: l’Italia sarà in prima fila

In meno di un mese arriverà il via libera ufficiale ma quello politico e sostanziale è stato acquisito: l’Ue è pronta per la missione Aspides, l’operazione militare che porterà le navi europee a difendere i mercantili dagli attacchi degli Houthi. La luce verde è arrivata nel corso di un Consiglio Affari Esteri che ha certificato il ruolo di primo piano dell’Italia, ma anche di Francia e Germania, nell’organizzazione della missione. Si tratta “prevalentemente di politica di difesa. Da lì transita il 15% del commercio mondiale, impedire il passaggio dei prodotti significa un aumento dei prezzi spropositato, non possiamo accettare la minaccia degli Houthi nel Mar Rosso. L’Italia c’è, si assume le responsabilità”, ha sottolineato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. A Bruxelles il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto: “Non facciamo la guerra a nessuno, ma la difesa delle navi mercantili è un dovere”. 

Poco prima, sul tavolo del Consiglio Affari Esteri era finito il documento con cui Italia, Germania e Francia hanno delineato i contorni generali della missione, rimarcandone l’assoluta necessità. La risposta dell’Europa è stata positiva: “Abbiamo concordato l’avvio della missione Ue nel Mar Rosso, ora dobbiamo lavorare per l’unanimità sul quando”, ha spiegato l’alto rappresentante Josep Borrellassicurando di voler completare l’iter per l’avvio dell’operazione il prima possibile. Il 19 febbraio è atteso il via libera ufficiale dei 27 ministri degli Esteri. Il dossier della missione Ue finirà presto anche in Parlamento: M5S e Pd, pur senza preannunciare un’opposizione all’iniziativa, hanno chiesto un’informativa del Governo; Tajani ha assicurato che il Parlamento sarà informato, sebbene “non sia obbligatorio”, avendo dato le Camere il via libera già alla missione nello stretto di Hormuz. L’Italia invierà certamente una fregatamentre il comando generale potrebbe essere italiano o francese. 

La Consulta giudica legittime le norme sui licenziamenti collettivi del Jobs Act

Il Jobs Act, la riforma del lavoro che ha allentato i vincoli ai licenziamenti con l’obiettivo di incrementare l’occupazione giovanile ridefinendo i diritti dei neoassunti, ha superato nuovamente il giudizio della Corte Costituzionale che, con la sentenza numero 7 del 2024, ha ritenuto non fondati i sospetti d’incostituzionalità su alcuni punti centrali della normativa introdotta nel 2015 dal governo guidato da Matteo Renzi, come quello delle tutele crescenti in base all’anzianità di servizio e la differenza tra lavoratori “vecchi”, con diritto a essere reintegrati in caso di licenziamento ingiustificato, e “giovani” ai quali, a grandi linee, spetta solo un “indennizzo” di alcune mensilità, da un minimo di 4 a un massimo di 25. Per il capogruppo di IV alla Camera Davide Faraone “Il Jobs act a detta della Cgil e di certa sinistra doveva produrre danni al Paese ed essere illegittimo, invece, ha dato una spinta eccezionale all’occupazione e oggi la Corte lo ha dichiarato legittimo. Gli oppositori del Jobs act, di industria 4.0 e di tutte le misure del Governo riformista guidato da Renzi in materia di lavoro e imprese, non ne hanno azzeccata una. Alla fine, hanno solo rallentato il Paese e ci hanno regalato la Meloni”.

La Consulta, adesso, considerando anche i lavori parlamentari e la finalità complessiva perseguita dal Jobs Act, ha ritenuto che il riferimento contenuto nella legge di delega ai “licenziamenti economici” riguardasse sia quelli individuali per giustificato motivo oggettivo sia quelli collettivi. Ha quindi escluso che, sotto questo profilo, ci sia stata la violazione dei criteri direttivi della legge di delega. Inoltre, la Corte ha ritenuto non fondata anche l’ipotesi di violazione del principio di eguaglianza tra lavoratori, questo perché il riferimento temporale alla data di assunzione consente di differenziare le situazioni: la nuova disciplina dei licenziamenti è orientata a incentivare l’occupazione e a superare il precariato ed è pertanto prevista solo per i “giovani” lavoratori. Inoltre, la Consulta ha giudicato non inadeguata la tutela indennitaria. La Corte si è poi rivolta al legislatore, segnalando che, se in futuro intenderà mettere mano al Jobs Act, “la materia, frutto di interventi normativi stratificati, non può che essere rivista in termini complessivi, che investano sia i criteri distintivi tra i regimi applicabili ai diversi datori di lavoro, sia la funzione dissuasiva dei rimedi previsti per le disparate fattispecie”. 

Alla Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 11.00 per la discussione delle interrogazioni. Dalle 14.00 esaminerà la ratifica ed esecuzione del Protocollo tra Italia e Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria, la pdl per l’istituzione del premio di Maestro dell’arte della cucina italiana, la Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nell’anno 2023, sul Programma di lavoro della Commissione per il 2023 e sul Programma di diciotto mesi del Consiglio dell’Ue, e la mozione sulla revoca della nomina a Sottosegretario di Stato di Vittorio Sgarbi

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali, con la Bilancio, esaminerà gli oltre 1000 emendamenti al decreto proroga termini. La Giustizia svolgerà delle audizioni sullo schema di decreto legislativo sulla giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari, esaminerà lo schema di decreto legislativo sulla riforma ordinamentale della Magistratura e lo schema di decreto legislativo sul riordino della disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili. La Esteri ascolterà i rappresentanti di Amnesty International sulla violenza contro le donne in Iran. La Finanze si confronterà sul decreto sulle agevolazioni fiscali. La Cultura, assieme alla Trasporti, svolgerà diverse audizioni sullo schema di decreto legislativo di modifica del testo unico dei servizi di media audiovisivi. 

La Ambiente, con la Attività Produttive, esaminerà il decreto per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi dal 1° maggio 2023. La Lavoro riprenderà il confronto sulla pdl per la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche. La Affari Sociali, con l’Agricoltura, svolgerà delle audizioni sull’Atto Ue relativo alle piante ottenute mediante alcune nuove tecniche genomiche nonché sugli alimenti e i mangimi da esse derivati, dibatterà sulla risoluzione sulle problematiche connesse alla cosiddetta transizione reumatologica e sulla pdl in materia di politiche sociali e di Enti del Terzo settore. L’Agricoltura esaminerà la proposta di legge per la promozione e la valorizzazione dei prodotti e delle attività dei produttori di birra artigianale.

Al Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 16.30 per l’esame del ddl costituzionale sull’autonomia regionale e il riparto di competenze legislative. A seguire dibatterà sul ddl costituzionale per l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato e il decreto per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il ddl costituzionale per l’introduzione dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri e dibatterà sul ddl per la modifica al Titolo V della Costituzione, sul ddl relativo alle elargizioni e benefici in favore delle vittime dell’incuria nella gestione dei beni strumentali all’erogazione di servizi pubblici e d’interesse economico generale e sul ddl per la riapertura del termine per il riacquisto della cittadinanza italiana. 

La Giustizia esaminerà il ddl di modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al Codice dell’ordinamento militare, lo schema di decreto legislativo per l’efficienza del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari, il Dlgs sul riordino della disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili e il Dlgs per la riforma ordinamentale della magistratura. A seguire si confronterà sulla proposta di istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto”, sul ddl in materia di sequestro di strumenti elettronici, sul ddl per l’elezione componenti del Csm e sul ddl in materia di cognome. 

La Esteri e Difesa ascolterà il Direttore dell’Ufficio di Roma dello European Council on Foreign Relations (EFCR) sulla centralità del Mediterraneo nelle priorità politiche, economiche, sociali e di sicurezza dell’Italia nel quadro dell’appartenenza all’Unione europea e alla NATO. Dibatterà sul ddl per il controllo import export dei materiali di armamento, sulla ratifica dell’accordo tra Italia e Serbia e tra Italia e Giappone sulla coproduzione cinematografica. La Politiche dell’Ue dibatterà sulla legge di delegazione europea e sull’Atto Ue sui servizi di sicurezza gestiti. La Finanze concluderà le audizioni sulla risoluzione per la revisione generale dell’imposta di soggiorno. 

La Cultura svolgerà delle audizioni e si confronterà sul ddl per l’accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia e alcune sul ddl per la valutazione del comportamento degli studenti. Dibatterà sul ddl per la sicurezza del personale scolastico, sul ddl per la revisione della disciplina sulla valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti e sul ddl per la promozione e valorizzazione dei Cammini d’Italia. La Ambiente e Lavori Pubblici svolgerà delle audizioni sullo schema di decreto legislativo correttivo sulle comunicazioni elettroniche, esaminerà lo schema di decreto legislativo sugli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi e lo schema di decreto legislativo sui servizi di media audiovisivi, il ddl sull’ordinamento amministrativo della navigazione e del lavoro marittimo e il ddl sull’edilizia residenziale pubblica. Si confronterà sulla proposta di nomina dell’architetto Roberto Rossetto a presidente dell’Autorità per la Laguna di Venezia. 

L’Industria dibatterà sul decreto per l’amministrazione straordinaria delle imprese di carattere strategico, sul ddl per il contrasto al bracconaggio ittico e sul ddl per favorire l’imprenditoria giovanile nel settore agricolo. La Affari Sociali ascolterà i rappresentanti di ANIA e UNIPOL sulle forme integrative di previdenza e di assistenza sanitaria nel quadro dell’efficacia complessiva dei sistemi di welfare e di tutela della salute, proseguirà le audizioni sulla ristrutturazione edilizia e l’ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico, esaminerà il ddl per la tutela persone affette da epilessia, il ddl per la tutela persone affette da patologie oculari cronico-degenerative e il ddl per l’inserimento lavorativo delle persone con disturbi dello spettro autistico.