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La Giornata Parlamentare. Mattarella: “Non accontentiamoci di una democrazia a bassa intensità”

Mattarella parla all’assemblea dell’Anci su astensionismo, natalità e fondi

Sergio Mattarella, al Quirinale dal 2015, incontra i sindaci riuniti in Assemblea per l’undicesima volta, non avendo mai mancato un appuntamento. Le fasce tricolori lo accolgono con grandi applausi, ringraziamenti e strette di mano. Il Capo dello Stato chiude la prima giornata di lavori e inizia il suo discorso da quello che da sempre considera un grande problema per la nostra democrazia, l’astensionismo. Definisce “preoccupante” la flessione dell’esercizio del voto e ribadisce che “non possiamo accontentarci di una democrazia a bassa intensità”. L’inquilino del Colle, però, proprio di fronte ai sindaci, mette in guardia da possibili scorciatoie legate alle regole del gioco. “Questa carenza non potrebbe in alcun modo essere colmata da meccanismi tecnici, che potrebbero anche aggravarla: la rappresentatività è un’altra cosa e va perseguita e coltivata con grande determinazione”, è il messaggio che risuona mentre in Senato il disegno di legge Malan, incardinato in commissione Affari costituzionali, punta a rivedere proprio il meccanismo elettorale dei sindaci abolendo il ballottaggio per chi supera il 40% dei voti e introducendo un premio di maggioranza del 60% dei seggi, e mentre s’inizia a parlare di riforma della legge elettorale per le politiche. “La riduzione dell’affluenza alle urne è una sfida per chi crede nel valore della partecipazione democratica dei cittadini”, insiste. 

Anche su casa e natalità il Capo dello Stato fa un appello affinché ci sia un lavoro corale: “Le politiche per la casa, nella duplice segnalazione di un’emergenza per le tensioni abitative che si manifestano e, insieme, di un bisogno fondamentale cui corrispondere per sostenere l’avvio di serie iniziative di sostegno alla natalità, richiedono uno sforzo di programmazione, che interpella, insieme, Comuni, Regioni e Stato”, scandisce incoraggiando politiche che possano aiutare le nuove famiglie, i giovani studenti, i lavoratori che arrivano, “in caso diverso marginalizzati e sospinti nel degrado. Integrare chi lavora è un moltiplicatore di sicurezza e di qualità della vita urbana”, assicura. Accorciare le distanze e includere sono i due concetti che per l’inquilino del Colle si impongono oggi come priorità: valgono per gli anziani che rischiano di restare esclusi dai servizi a causa dei progressi dell’AI, per le periferie, le aree interne o i piccoli borghi. Lo Stato deve essere presente ovunque: “Siamo davanti a forme inedite di disagio e a nuove povertà, e anche a domande più esigenti, che non possiamo trascurare o mettere tra parentesi”. 

Mattarella definisce i Comuni, specialmente i più piccoli, “l’anticorpo dell’abbandono” e spinge perché vengano “messi nelle condizioni di essere un motore di vitalità e di ripartenza”. Per il Capo dello Stato è l’esistenza di servizi sanitari, finanziari, di istruzione, di trasporto pubblico che consente di assicurare la permanenza degli abitanti, ecco perché “L’esistenza di questi servizi si pone prima del numero degli abitanti perché ne costituisce una garanzia e, laddove viene meno, una causa del suo declino”. Per assicurare questi servizi ai sindaci servono le risorse necessarie. E se Giorgia Meloni, nel messaggio inviato all’assemblea Anci, assicura che “la legge di bilancio per il 2026 per la prima volta dopo molti anni non prevede nuovi tagli per il comparto degli Enti Locali”, Mattarella chiede ancora una volta dialogo: “Mi auguro che il confronto con il Governo sulle risorse a disposizione dei Comuni, sui fondi da destinare a interventi prioritari, sul peso che tuttora esercitano nei bilanci i tagli degli anni precedenti alla spesa corrente, prosegua con spirito costruttivo e di corresponsabilità”.

Il centrodestra attacca Schlein: nessun taglio a Comuni in legge di bilancio

“Che nella legge di Bilancio approvata dal Cdm non ci siano nuovi tagli per i Comuni lo afferma anche il presidente dell’Anci Gaetano Manfredi. Soltanto la segretaria del Pd Elly Schlein sembra non essersene accorta: forse dovremmo riscriverglielo in tedesco, così da facilitarle la comprensione”. Lo affermano in una nota i responsabili enti locali del centrodestra Pierluigi Biondi (FdI), Maurizio Gasparri (Fi), Stefano Locatelli (Lega), Mariastella Gelmini (Noi Moderati) e Antonio De Poli (UDC), a margine dell’assemblea nazionale Anci che si è aperta ieri a Bologna. “Quando parla di “tagli per dieci miliardi negli anni precedenti”, dimentica che si tratta di scelte operate dai Governi di cui il Pd è stato parte integrante. Per il 2026, infatti, nessun nuovo sacrificio è richiesto agli Enti locali. Le parole della premier Giorgia Meloni, dunque, sono ineccepibili e inattaccabili. La legge di Bilancio introduce, piuttosto, risorse aggiuntive e misure di sostegno concrete: incremento fino a 250 milioni di euro del fondo per i minori affidati a seguito di sentenze dell’autorità giudiziaria”. 

Previsto, sottolineano i parlamentari, anche “il consolidamento del fondo da 60 milioni per i centri estivi; ampliamento a 112 milioni del fondo perequativo verticale; nuove norme di flessibilità sul fondo crediti di dubbia esigibilità. Arrivano risorse fresche che alimenteranno direttamente la spesa corrente degli Enti locali, sostenendo i servizi ai cittadini. In questa manovra ci sono norme di flessibilità finanziaria e di rafforzamento dei fondi (Fcde, fondo minori, ecc.), esattamente come dichiarato dalla premier Meloni, che migliorano la situazione rispetto allo scorso anno sul versante della spesa corrente. Un fatto, ribadiamo, riconosciuto dallo stesso presidente dell’Anci. La Schlein ignora o finge di ignorare questi dati, confermandosi una marziana rispetto alle reali esigenze dei territori. Non a caso la stragrande maggioranza dei sindaci del suo partito, consapevoli di tale inadeguatezza, non l’hanno sostenuta neppure al Congresso”, concludono.

È bagarre in Aula alla Camera tra Valditara e le opposizioni

Bagarre alla Camera sul ddl sul consenso informato e sull’educazione sessuale a scuola. Le proteste del centrosinistra sono esplose durante l’intervento in Aula del ministro Giuseppe Valditara che ha puntato il dito contro chi ha “sfruttato un tema delicato come i femminicidi” per attaccare il ddl. “Sono indignato che abbiate detto che questa legge impedisca la lotta contro i femminicidi”, “vergognatevi”. La reazione delle minoranze è stata altrettanto accesa: urla e proteste contro il titolare dell’Istruzione per stigmatizzarne un atteggiamento definito “irrispettoso”. “Si è creata una frattura profonda tra governo e Parlamento che non ci permette di andare avanti su questo provvedimento”, ha annunciato per il Pd la deputata Simona Bonafè. Dello stesso avviso M5S e anche Avs che, con Marco Grimaldi, ha chiosato: “Ne riparleremo quando arriveranno le scuse”. Così, dopo ore di braccio di ferro e mancate scuse, lo scontro parlamentare è sfociato in ostruzionismo da parte delle opposizioni, che, non avendo ottenuto né la sospensione dell’esame, né il suo ritorno in Commissione, hanno iniziato ad intervenire in massa. 

La riunione dei capigruppo, accordata in serata, ha stabilito che oggi si andrà avanti con il consenso informato ma il via libera potrebbe non arrivare in giornata. “Faremo in modo che” il ddl sul consenso informato “vada a slittare nelle settimane successive”, promettono dal M5S e c’è chi prospetta un rinvio addirittura a dicembre, visti in decreti in calendario. “È falso che impediamo l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole”, aveva detto Valditara, rimarcando che nel disegno di legge si fa esplicito riferimento a “quanto previsto dalle indicazioni nazionali, cioè dai programmi scolastici. Se vogliamo discutere di programmi didattici e attività nelle scuole discutiamone. Se invece parliamo di femminicidi” occorre guardare i dati e non sembra che portino a “una correlazione proficua tra l’educazione sessuale nelle scuole e il numero delle violenze sessuali e dei femminicidi”, è intervenuta la collega di Governo Eugenia Roccella. “Con questo provvedimento ci sarà un affievolimento degli strumenti che possono essere utili a contrastare violenza di genere”, è invece la contestazione del segretario di Più Europa Riccardo Magi

Gino Cecchettin ha spiegato che l’educazione affettiva e sessuale è fondamentale per prevenire i femminicidi”, ha detto anche Maria Elena Boschi di Iv. La dem Irene Manzi ha, invece, rimarcato come il divieto di educazione sessuale per le materne e le elementari nel provvedimento in esame ci sia eccome. Diversa la sorte delle medie che, in un emendamento correttivo presentato dalla Lega, sono state equiparate alle superiori: in entrambi i casi i progetti e le attività di questo genere saranno possibili, ma sarà richiesto il consenso informato dei genitori. Dopo la bagarre, il capogruppo di FI Paolo Barelli avrebbe invitato Valditara a dare un “contributo per svelenire il clima, riportando la discussione ai toni giusti”. “Teniamo da parte il tema dei femminicidi e delle violenze di genere che ci vede alleati”, ha affermato, quindi, il Ministro in un secondo intervento d’Aula. 

Intanto la maggioranza pronta a fare quadrato attorno al Ministro. “L’opposizione s’indigna per la replica del Ministro. Peccato che non si sia fatta scrupolo nel praticare un ostruzionismo irrispettoso” e “ha ripetutamente insultato la maggioranza”, l’accusa del leghista Rossano Sasso. Il Ministro “ha evidentemente toccato un nervo scoperto dell’opposizione. Le sue parole sono una legittima risposta di fronte a critiche strumentali che, da tempo, vengono rivolte al ddl”, gli ha fatto eco Alessandro Amorese di FdI. Caso Valditara a parte, anche nella maggioranza non mancano le perplessità sul disegno di legge. In particolare, le maggiori critiche arrivano da FI. 

Tensione sulla riforma della giustizia. L’Anm dice no a confronto con Nordio

Tra critiche, polemiche e dichiarazioni, il quotidiano botta e risposta tra favorevoli e contrari alla riforma della giustizia resta teso. Il ministro Carlo Nordio evidenzia a ogni occasione la necessità, in vista del referendum, di un dibattito il più possibile tecnico, ma le stoccate, arrivano anche dal ministero. “Inopportuna” la presentazione da parte dell’Anm del Comitato per il No in una sala della Cassazione, ribadisce il Guardasigilli che stigmatizza “le manifestazioni pittoresche con la Costituzione agitata in piazza”. Nordio si dice comunque pronto al confronto con i promotori del No ma in serata arriva la dichiarazione del presidente dell’Anm Cesare Parodi che chiude a questa ipotesi: “Dopo attenta riflessione, condivisa con i colleghi dell’Anm, non ritengo opportuna una mia partecipazione a confronti con il ministro Nordio in quanto credo che costituirebbe una rappresentazione plastica, direttamente percepibile di una contrapposizione politica fra il Governo e la magistratura, che non trova riscontro nella realtà”, mette nero su bianco non nascondendo il “sacrificio personale perché credo molto nella rilevanza dei confronti e li ho sempre affrontati”. 

Intanto, il Comitato per il Sì, la Costituzione la mostra a Montecitorio, nella sala stampa della Camera, con il presidente della Fondazione Einaudi Giuseppe Benedetto, che nel presentare il comitato rivendica: “Nella riforma non c’è alcun colpo di Stato o forzatura. Stiamo solo applicando questa” e stringe tra le mani il volume della Carta, mentre il collega Andrea Cangini parla di “falsità al limite dell’eversione”. “Si arriva a falsificare un’intervista di Giovanni Falcone, facendogli dire cose che non ha detto”, attacca il presidente del Comitato per il Sì Giandomenico Caiazza, che fa riferimento alle parole pronunciate a La7 dal procuratore di Napoli Nicola Gratteri, secondo il quale, il magistrato ucciso dalla mafia a Capaci riteneva “inaccettabile” la separazione delle carriere. “Siamo di fronte a un allarme democratico perché non si vuole che i cittadini sappiano” che “si è toccato il fondo di uno scontro politico”. 

Dall’altro lato della barricata, Antonio Diella, presidente esecutivo del Comitato del No voluto dall’Anm, si dice pronto al confronto: “Siamo contenti che si sono costituiti i comitati per il Sì”, spiega, “vogliamo confrontarci con tutti quelli che ritengono che si possa e si debba discutere della riforma, non di altri argomenti che servono per distogliere l’attenzione” e “noi siamo pronti a spiegare a tutti perché questa riforma deve essere bocciata al referendum”. Tra i favorevoli alla legge c’è anche l’ex pm Antonio Di Pietro che nella conferenza stampa a Montecitorio assicura: con la riforma “cambierà il clima nei tribunali, sarà più sereno” e a chi lamenta il rischio di un “pm forte” risponde: “Se rispetta le regole un pm, anche forte, non mi dispiace. Poi se un pm vuole inginocchiarsi davanti alla politica non lo ferma nessuno, a parte un giudice terzo”.

Alla Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per esaminare il ddl in materia di consenso informato in ambito scolastico, la pdl in materia di assistenza sanitaria in favore dei cittadini iscritti nell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, residenti in Paesi extra-Ue e la pdl in materia di contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne. Discuterà sulla mozione volta a tutelare i giornalisti e la libertà di stampa e sui ddl di ratifica dell’Accordo tra Germania, Svizzera Italia concernente misure di solidarietà volte a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di gas e sull’Accordo Italia-Svizzera relativo all’imposizione dei lavoratori transfrontalieri.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il decreto-legge sull’ingresso regolare di lavoratori e cittadini stranieri. La Giustizia esaminerà la pdl in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso. La Difesa dibatterà sullo schema di DM relativo all’acquisizione di sistemi di difesa aerea a cortissima portata contro minacce Rocket, Artillery and Mortar per le unità di artiglieria controaerei dell’Esercito italiano e sullo schema di DM relativo allo «Sviluppo, produzione e supporto logistico decennale del siluro leggero italiano (SLI)» e sullo schema di DM relativo alla mobilità terrestre delle Forze speciali. Tutte le altre Commissioni, invece, traneranno a riunirsi la settimana prossima.

Al Senato

Nella giornata di oggi e fino al 25 novembre l’Assemblea del Senato non si riunirà per consentire l’esame della legge di bilancio 2026. Per quanto riguarda le Commissioni, la Ambiente esaminerà la risoluzione per rafforzare lo strumento del contratto di fiume. La Sanità e Lavoro svolgerà audizioni sul decreto-legge sicurezza sul lavoro e protezione civile. Tutte le altre Commissioni, invece, torneranno a riunirsi la settimana prossima.

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