La Meloni soddisfatta su garanzie e asset dopo il summit di Berlino sull’Ucraina
Quando Giorgia Meloni arriva a Berlino, il dossier che ha tra le mani parla di forti spinte nei negoziati. “Mi aspetto passi in avanti”, dice entrare negli uffici della cancelleria, decisamente soddisfatta anche perché nell’impalcatura del piano di pace ci sono le garanzie di sicurezza mutuate dall’articolo 5 della Nato, idea che rivendica di aver messo per prima sul tavolo. Sa anche che il tema più critico, quello dei territori, resta aperto, ma su questo ritiene che la decisione sia tutta degli ucraini. In parallelo, gli europei ne devono prendere un’altra, pure complessa, sull’uso degli asset russi congelati per un prestito a Kiev: Roma ha chiesto che a Bruxelles si valutino altre ipotesi di sostegno finanziario, e giovedì al Consiglio Ue porrà un paletto: qualsiasi soluzione non deve incidere sui vincoli del Patto di stabilità. Per la Meloni l’appuntamento in Germania serve a confermare la coesione tra europei, ucraini e americani. La premier, non appena arrivata, ha avuto un breve colloquio con Jared Kushner, uno degli inviati di Donald Trump. Il summit nel tardo pomeriggio (con annessa cena di lavoro) è stato preceduto da diverse riunioni preparatorie, tra negoziatori Usa, ucraini e i National security advisor di Germania, Francia, Regno Unito e Italia.
Fonti italiane spiegano che si sta definendo un quadro composto da un piano per la pace, accompagnato da credibili e robuste garanzie di sicurezza e da una prospettiva di medio-lungo termine per la ricostruzione e la rinascita economica dell’Ucraina. Il bilancio del vertice sarà il focus delle comunicazioni della Meloni di domani alla Camera e Senato. Un discorso in cui parlerà anche degli asset, il cuore del Consiglio Ue. Per Roma che si parli di garanzie o di prestiti, qualsiasi costo dovrà essere collocato fuori dal Patto di stabilità. È una posizione messa in chiaro nella bozza della risoluzione che la maggioranza voterà in Aula dopo le comunicazioni: si sollecita il governo a “chiedere alla Commissione Ue un’approfondita disamina degli aspetti giuridici e finanziari di tutte le opzioni di finanziamento sul tavolo, ribadendo che l’Italia, che con notevole impegno si è guadagnata la prospettiva di un’uscita dalla procedura di deficit eccessivo, presterà particolare attenzione al tema dell’impatto attuale e futuro sui saldi di finanza pubblica”.
Sui dettagli, la bozza rimanda ai partner europei per valutare insieme “le effettive esigenze di assistenza finanziaria dell’Ucraina per il 2026-2027, e individuare tra le possibili opzioni quella maggiormente solida da un punto di vista legale e finanziario”, con “regole chiare sulla spesa dei fondi”. Sulla bozza sono attese limature, ma nella Lega c’è soddisfazione, “sono state considerate le nostre posizioni”. Non ci sono riferimenti espliciti all’ulteriore invio di armi all’Ucraina, anche se la Meloni ha già assicurato che la proroga dell’autorizzazione arriverà entro la fine dell’anno. Il partito di Matteo Salvini vorrebbe che il testo del decreto avesse una sorta di flessibilità, in modo da non risultare anacronistico quando si troverà un accordo.
Pronto un pacchetto da 3,5 miliardi alla manovra. Ira delle opposizioni
Con un nuovo pacchetto di modifiche da 3,5 miliardi, il governo aggiunge un altro corposo tassello alla legge di bilancio varata due mesi fa. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si presenta di persona in Senato per annunciare l’emendamento, oltre a rassicurare sull’oro di Bankitalia e su tempi e modalità d’esame. Ma la mossa a sorpresa rischia di complicare l’iter in commissione. Dopo lo stallo che ha preso forma nel week end, si attende l’ufficio di presidenza per capire come procedere. Ma a sparigliare le carte è l’arrivo a sorpresa del titolare del Mef in commissione Bilancio. Prima si chiude nella stanza del presidente Nicola Calandrini, poi partecipa alla riunione. Uscendo spiega: “Ho voluto chiarire giustamente al Parlamento la vicenda dell’oro perché hanno letto soltanto sui vostri giornali come è andata” e “spiegare questo emendamento governativo”, inizialmente annunciato per il pomeriggio. Un emendamento, chiarisce, su Zes e Transizione 5.0, visto che “abbiamo avuto domande significative oltre le previsioni”, che “riteniamo di dover almeno ragionevolmente coprire”.
L’emendamento, secondo quanto riferito ai senatori, vale 3,5 miliardi (che dovrebbero essere spalmati solo sul 2026) e conterrebbe misure su Zes, iperammortamento, industria 5.0, caro materiali, oltre allo spostamento del finanziamento del ponte sullo Stretto in un’altra annualità e a risorse aggiuntive, fa sapere uno dei relatori, il leghista Claudio Borghi, per il piano Casa. Considerate anche le riformulazioni arrivate nei giorni scorsi, che valgono circa 1 miliardo, il valore della manovra sembra destinato ad aumentare. Il nuovo emendamento del governo rischia però di complicare il calendario. La modifica è “importante” e “inevitabilmente in qualche modo un po’ di tempo in più lo prenderà”, riconosce lo stesso Giorgetti. Le opposizioni infatti lo reclamano. “Giorgetti ammette ciò che denunciavamo da settimane: la manovra non sta in piedi e va riscritta”, dice il capogruppo del Pd Francesco Boccia. “La Manovra di fatto non c’è, perché è in parte da riscrivere e il Parlamento ha votato zero”, aggiunge il M5S. “Una cosa mai vista. Abbiamo preteso tutto il tempo per valutare bene”, dice la capogruppo di Iv Raffaella Paita. “Il Senato è ostaggio delle divisioni della maggioranza”, attacca anche Avs, che promette battaglia sulla previdenza.
In commissione Giorgetti rassicura anche sull’emendamento sull’oro di Bankitalia. La formulazione definitiva, letta dal ministro, cita i Trattati e stabilisce che “le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia, come iscritte nel proprio bilancio, appartengono al Popolo Italiano”. Con questa versione “riteniamo che la questione si possa considerare chiusa: sulla Bce siamo a posto”, assicura il titolare del Mef, nel giorno in cui l’Eurotower prende di mira le misure in manovra sulle banche. Da Francoforte, tuttavia, trapela che il testo sarebbe lo stesso commentato l’8 dicembre e il parere legale della Bce resterebbe dunque quello e non ne sarebbe previsto uno nuovo. In attesa che si sblocchi lo stallo, le votazioni potrebbero iniziare oggi, dopo gli incontri bilaterali di ieri, ma tutto è ancora molto in divenire. Quello che è certo è che il tempo stringe. (Segui la legge di bilancio 2026 con Nomos)
I giudici liberano l’imam di Torino, forti critiche da Meloni e la maggioranza
L’imam di Torino torna in libertà e, almeno per il momento, non potrà essere costretto a lasciare l’Italia. Nel giro di poche ore due provvedimenti della magistratura, da Nord a Sud, decretano lo stop al trattenimento di Mohamed Shahin nel Cpr di Caltanissetta e alla sua espulsione così come era stata decisa dal Ministero dell’interno guidato da Matteo Piantedosi. E il centrodestra insorge. Il fuoco di fila delle critiche parte dalla premier Giorgia Meloni: “Parliamo di una persona che ha definito l’attacco del 7 ottobre un atto di resistenza, negandone la violenza. Che dalle mie parti significa giustificare, se non istigare, il terrorismo. Qualcuno mi può spiegare come facciamo a difendere la sicurezza degli italiani se ogni iniziativa che va in questo senso viene sistematicamente annullata da alcuni giudici?”. Matteo Salvini ha parlato di “ennesima invasione di campo di certa magistratura ideologizzata e politicizzata”, Maurizio Gasparri (Fdi) di “toghe irresponsabili”, Mariastella Gelmini (Noi Moderati) di “decisione incomprensibile”, Carlo Fidanza (Fdi) di “sentenze vergognose”.
La Corte d’appello del Piemonte ha ricordato che le frasi dell’imam, pronunciate lo scorso ottobre durante un corteo Pro Pal e interpretate come un sostegno ad Hamas, erano state segnalate dalla Digos alla procura di Torino, che però aveva archiviato quasi subito la pratica perché erano “espressione di pensiero che non integrava estremi di reato”. Non solo: nell’ordinanza ha messo nero su bianco che quelle parole, al di là delle considerazioni di carattere etico e morale, “in uno Stato di diritto” di per sé non possono bastare “per formulare un giudizio di pericolosità”. Nel frattempo, Piantedosi diventa il bersaglio di Nicola Fratoianni (Avs): “Non passa settimana senza non becchi un sonoro ceffone da qualche tribunale del nostro Paese. Oggi succede con la vicenda dell’imam di Torino, rinchiuso illegalmente in un Cpr. È quello che accade a chi non tiene conto delle leggi, che ad esempio libera i torturatori e i trafficanti libici”. Per la “liberazione” dell’imam si era pronunciato anche il vescovo di Pinerolo.
Alla Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 11.00 per lo svolgimento di una interpellanza e diverse interrogazioni. Dalle 14.00 esaminerà il decreto-legge per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e in materia di protezione civile.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Difesa dibatterà sullo schema di DM per l’approvazione del programma pluriennale Potenziamento della mobilità tattica per lo strumento militare terrestre su terreni a basso indice di scorrimento, sullo schema di DM per l’approvazione del programma pluriennale Prosecuzione del programma U212NFS e sullo schema di DM per l’approvazione del programma pluriennale Prosecuzione del Site activation dell’unità navale LHD Trieste per l’adeguamento agli standard JSF per la conduzione di operazioni imbarcate con velivoli F-35B.
La Cultura con la Lavoro svolgerà audizioni nell’ambito della pdl sull’istituzione della Giornata nazionale per il contrasto dell’inattività giovanile, al fine di promuovere l’inclusione sociale, formativa e lavorativa dei giovani che non frequentano la scuola né svolgono attività lavorative, di tirocinio o di apprendistato. La Ambiente con la Attività Produttive discuterà e svolgerà audizioni sulle nomine del collegio dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA). Proseguirà il ciclo di audizioni nell’ambito delle pdl per l’aggiornamento, il riordino e il coordinamento della disciplina legislativa in materia edilizia. La Attività Produttive dibatterà sul ddl Pmi. La Agricoltura inizierà il ciclo di audizioni sul ddl Coltivaitalia.
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 16.30 per ascoltare le comunicazioni del Presidente Ignazio Larussa e dibattere, qualora l’esame sia terminato in Commissione, sul ddl Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2026 e bilancio pluriennale per il triennio 2026-2028.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia dibatterà e svolgerà audizioni sul ddl in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso ed esaminerà il ddl per la riforma della disciplina degli ordinamenti professionali.
La Esteri e Difesa dibatterà sullo schema di DM per l’approvazione del programma pluriennale Prosecuzione del programma sistema anti-droni per unità navali della Marina militare, sullo schema di DM per l’approvazione del programma supporto tecnico logistico e Mid Life Upgrade delle unità navali di tipo fregate FREMM e sullo schema di DM per l’aggiornamento e mantenimento delle capacità operative (MCO) – Mid Life Modernization (MLM) della componente Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto (SAPR) MQ-9A dell’Aeronautica. A seguire, esaminerà il DM per l’approvazione del programma Mid Life Upgrade sottomarini U212, il DM per l’approvazione del programma Potenziamento della mobilità tattica per lo strumento militare terrestre su terreni a basso indice di scorrimento, il DM per l’approvazione del programma Prosecuzione del programma U212NFS e il DM per l’approvazione del programma pluriennale Prosecuzione del Site activation dell’unità navale LHD Trieste per l’adeguamento agli standard JSF per la conduzione di operazioni imbarcate con velivoli F-35B. Si confronterà sull’atto Ue “Preservare la pace – Tabella di marcia sulla prontezza alla difesa per il 2030” e, infine, discuterà sulla Relazione per la nuova strategia industriale europea per il settore della difesa e il programma per l’industria europea della difesa.
La Politiche dell’Ue dibatterà sulla proposta di direttiva del Consiglio Europeo sulle accise sul tabacco e sui prodotti correlati. La Bilancio proseguirà l’esame della Legge di Bilancio 2026 e dibatterà sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale. La Cultura svolgerà audizioni e dibatterà sull’affare assegnato relativo al valore storico e artistico del Diamante Fiorentino.
La Ambiente svolgerà audizioni ed esaminerà le nomine del collegio ARERA e dibatterà sullo schema di DPR sugli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica. Si confronterà sullo schema di Dlgs sulla promozione dell’energia da fonti rinnovabili e sullo schema di Dlgs relativo alle batterie e ai rifiuti di batterie. Infine, esaminerà il decreto-legge Transizione 5.0 e aree idonee e il ddl di valorizzazione della risorsa mare.
La Attività Produttive si confronterà sul decreto-legge per la continuità operativa degli stabilimenti ex ILVA e sullo schema di Dlgs sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde mediante il miglioramento della tutela dalle pratiche sleali e dell’informazione. La Sanità e Lavoro discuterà sulla proposta di Regolamento Ue sul meccanismo unionale di protezione civile.
