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La Giornata Parlamentare. Legge di Bilancio e decreto fiscale in Cdm. Banca d’Italia: evitare misure spot

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Il Governo accelera sulla manovra, che dovrebbe arrivare sul tavolo del prosimo Cdm insieme al Documento programmatico di bilancio. La Banca d'Italia intanto lancia un monito al Governo: “Gli interventi di copertura dovranno essere certi”.

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Il Governo accelera sulla manovra. Giorgetti parla in Parlamento del Dpfp

Il Governo punta a chiudere la manovra con qualche giorno d’anticipo rispetto alla scadenza: il disegno di legge di bilancio dovrebbe arrivare sul tavolo del prossimo Cdm insieme al Documento programmatico di bilancio (Dpb) da inviare a Bruxelles; potrebbe accadere la stessa cosa per il decreto fiscale che spesso accompagna la manovra. Una riunione è al momento prevista per il 13. In vista del rush finale la maggioranza fa il punto e si riunisce a Palazzo Chigi per circa due ore e mezza con la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per fare il punto e sciogliere gli ultimi nodi. C’è da definire se il taglio di due punti della seconda aliquota Irpef, dal 35% al 33% per dare ossigeno al ceto medio, si limiterà allo scaglione 28mila-50mila euro, come ha lasciato intuire anche la premier, o se alla fine si estenderà fino a 60mila come chiede Forza Italia. C’è poi da capire come ridimensionare la nuova rottamazione fortemente voluta dalla Lega: su 8 o 9 anni, con un versamento minimo di 50 euro per accelerare la sanatoria sulle piccole cifre. 

L’entità delle due misure, secondo fonti di maggioranza, dipenderebbe comunque dal contributo che arriverà dalle banche. Il Governo è intenzionato a chiedere una mano “come l’anno scorso”, ha già detto la presidente del consiglio, ribadendo che non c’è alcun intento “punitivo”. Su un punto tutti sono d’accordo, anche questa manovra dovrà favorire famiglie e natalità: quindi si lavora sulle detrazioni fiscali col quoziente familiare e a confermare il congedo parentale facoltativo all’80%. Per la sanità sono invece in arrivo “diversi miliardi in più”, assicura il vicepremier Matteo Salvini. Il Ministro Giorgetti davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato rivendica i risultati raggiunti: nel Dpfp “alcuni dati sono migliori” del previsto e il deficit “scenderà stabilmente sotto il livello del 3% dal 2026, forse anche dal 2025, vedremo”, rispetto ai livelli del 2022 (8,6%), spiega, “in 4 anni avremo ridotto il deficit di oltre 5 punti e mezzo”. I conti in ordine danno benefici a tutti e la manovra continuerà il “percorso di consolidamento”, assicura, ricordando di avere l’onere politico di “dire molti no”. 

La Banca d’Italia intanto lancia un monito al Governo: “Gli interventi di copertura dovranno essere certi”, avverte il capo del Dipartimento Economia e Statistica Andrea Brandolini, che invita anche a contenere le misure spot, che hanno “effetti transitori” sulla domanda, aumentano il debito e risultano “spesso difficili da rimuovere”. Altro suggerimento da via Nazionale: aumentare “le risorse a favore di investimenti, ricerca e istruzione” e razionalizzare “le spese fiscali”. Il quadro programmatico del Dpfp ottiene intanto la validazione dell’Ufficio parlamentare di bilancio, anche se le stime restano esposte a “molteplici rischi” orientati “al ribasso”. Per l’Ubp, che avrebbe gradito più informazioni, la traiettoria di riduzione del debito dal 2027, “si basa su ipotesi ambiziose”, come la realizzazione del programma di dismissioni

E se la prudenza delle stime è “apprezzabile”, l’utilizzo “pressoché integrale” dello spazio di bilancio disponibile “espone al rischio di non avere a disposizione ulteriori risorse” per esigenze impreviste. Sotto il faro delle istituzioni di controllo finiscono anche le spese sulla difesa: il quadro del Dpfp “sembra non includere, se non in parte, maggiori oneri”, e quindi, osserva la Banca d’Italia, servirà una correzione per evitare che la spesa netta assuma una dinamica “più sostenuta”. Inoltre, viste le nuove regole europee, un “aumento permanente” della spesa per la difesa, aggiunge l’Upb, dovrà essere compensato da tagli di spesa in altri settori o “aumenti discrezionali delle entrate”. 

Il centrodestra chiude la trattativa sulle regionali: Veneto alla Lega

Dopo mesi di tensione la maggioranza ha trovato l’accordo sui candidati alle regionali di Veneto, Campania e Puglia. Matteo Salvini riesce a mantenere la guida del Veneto, candidando per il dopo-Zaia il suo vice Alberto Stefani. Ma FdI incassa il diritto di rivendicare la Lombardia nel 2028 se il partito della Meloni sarà ancora il primo della coalizione; a decidere questo derby saranno le politiche del 2027. La parola fine per quella che è stata una vera e propria telenovela per tutta l’estate l’ha messa una nota congiunta che ha ufficializzato il terzetto per il mini election-day di fine novembre. In sostanza il civico Luigi Lobuono sarà candidato in Puglia, il viceministro agli Esteri di Fdi Edmondo Cirielliin Campania e il leghista Alberto Stefani in Veneto. 

La nota è arrivata dopo riunioni incrociate, telefonate e incontri per calibrare pesi e contrappesi di una scelta, non del tutto indolore per le parti, ma che punta a mantenere il più possibile tranquilla la navigazione del Governo, che la premier vuole portare a fine legislatura. Prima si sono visti i luogotenenti dei partiti di maggioranza per sistemare il pasticcio campano, dopo che tra Fi e Fdi erano volati gli stracci. Gli azzurri hanno fatto resistenze sul nome di Cirielli, che ha pubblicamente reso omaggio a Silvio Berlusconi (richiesta che era arrivata dal coordinatore regionale di Fi Fulvio Martusciello) mentre contestualmente Maurizio Gasparri dava la sua benedizione alla corsa del viceministro, con buona pace se poi, in caso di sconfitta, non si dimetterà per rimanere in consiglio regionale. Il suo era il nome più forte, insistono i meloniani, che sperano con lui almeno di “non perdere male” la sfida con Roberto Fico, come invece si teme in Puglia dove per il centrosinistra corre “mister preferenze” Antonio Decaro. L’ultimo scoglio da superare restava, in sostanza, quello del dopo-Zaia. 

Il giovane vice di Salvini era da mesi l’unico nome sul tavolo. Salvini aveva detto che sperava di chiudere con “dieci minuti al telefono”, invece è servito un confronto tra tutti i leader, a margine del lungo vertice di maggioranza sulla manovra a Palazzo Chigi, e pure, raccontano, un ulteriore faccia a faccia con la premier, che già aveva incontrato a casa sua venerdì scorso con Giancarlo Giorgetti. I due avrebbero limato anche il pacchetto di compensazioni sul territorio da affiancare alla dichiarazione sulla Lombardia. Il nuovo presidente del Veneto sarà quindi leghista ma FdI avrà un peso diverso dall’attuale nel governo della Regione: oltre alla vicepresidenza, ai meloniani dovrebbero andare sei assessorati (o 5 con il presidente del Consiglio regionale) e alcune delle deleghe come bilancio e sanità. 

Conte non va da Giani. Il campo largo va in ordine sparso in Toscana

Eugenio Giani avrebbe voluto un evento di chiusura unico, con tutti i leader del campo largo. E, invece, ci saranno tanti eventi quanti sono i partiti che lo sostengono: già alle spalle l’iniziativa con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, il governatore ricandidato per il centrosinistra sarà prima al teatro Cartiere Carrara di Firenze con la segretaria del Pd Elly Schlein e Stefano Bonaccini, poi con Matteo Renzi e la sua Casa riformista in piazza Strozzi, infine è atteso anche a Pisa con Più Europa. E il M5s? Giuseppe Conte arriverà nel capoluogo toscano domani ed ha in programma un incontro pubblico in cui non è proprio prevista la presenza del governatore. 

“Assurdo che il centrosinistra non abbia la voglia o la forza di scendere in piazza a sostegno di Eugenio Giani”, l’accusa di Matteo Renzi che chiama a raccolta i fiorentini a piazza Strozzi. I motivi dell’evento dei 5s senza il candidato presidente risiedono semplicemente in “programmi differenti del rush finale”, spiegano fonti di Campo Marzio. Ma, considerati i mal di pancia nella base del Movimento toscano per la decisione di appoggiare Giani, diversi osservatori locali rintracciano le ragioni del palco separato in un certo imbarazzo che ancora ci sarebbe tra i pentastellati. Conte venerdì sarà a prima a Scandicci, poi in serata a Firenze, ma è possibile che nella stessa giornata incroci da qualche parte Giani. 

Il centrodestra si presenterà compatto a sostegno del candidato Alessandro Tomasi: un evento unico, venerdì pomeriggio, in piazza San Lorenzo con Giorgia MeloniMatteo SalviniAntonio TajaniMaurizio Lupi e Antonio De Poli. Ma le fibrillazioni non mancano nemmeno qui: dallo scontro Tomasi-Vannacci sul post sessista, fino ai mal di pancia nella base leghista per il ruolo dell’ex generale nella composizione delle liste. Nel partito ci sono tanti occhi puntati sul risultato della lista e sul cosiddetto effetto Vannacci (il vicesegretario è anche il coordinatore della campagna leghista sul territorio). 

Alla Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.00 per esaminare la Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione a procedere in giudizio relativo al caso Almasri nei confronti del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri di Alfredo Mantovano. Dalle 14.00 avvierà il confronto sul Documento programmatico di finanza pubblica 2025 (DPFP). 

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali dibatterà sul ddl per lo sviluppo della carriera dirigenziale e la valutazione della performance del personale dirigenziale e non dirigenziale delle Pa e terrà delle audizioni sulle pdl per il riordino delle funzioni e dell’ordinamento della Polizia locale. La Bilancio si confronterà sul Documento programmatico di finanza pubblica 2025 (Dpfp). La Cultura si confronterà sul ddl in materia di consenso informato in ambito scolastico e sulla pdl per la valorizzazione sussidiaria dei beni culturali e l’istituzione del circuito “Italia in scena”. La Ambiente, con la Attività Produttive, esaminerà il decreto-legge per assicurare la continuità delle funzioni dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA). Tutte le altre Commissioni torneranno a riunirsi la settimana prossima.

Al Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.00 per l’esame del Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) e come di consueto alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali si confronterà sul ddl costituzionale per la separazione delle carriere nella magistratura. La Giustizia svolgerà delle audizioni sul ddl sui consulenti tecnici d’ufficio. Esaminerà il ddl sulle disposizioni sanzionatorie a tutela dei prodotti alimentari italiani, lo schema di decreto del Presidente della Repubblica sulle modifiche al regolamento di riorganizzazione del Ministero della giustizia, il ddl sulla comunicazione delle variazioni di reddito rilevanti ai fini dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, il ddl sulle indagini informatiche, il ddl in materia di furto d’auto, il ddl sul procedimento sommario per la realizzazione del credito, il ddl per l’introduzione della figura dello psicologo forense e altre risorse per il contrasto alla violenza contro le donne, il ddl sulla tutela anticipatoria della crisi da sovraindebitamento, il ddl in materia di oralità del rito civile ordinario di cognizione, il ddl sul procedimento sommario per la realizzazione del credito e il ddl in materia di successioni. Con la Sanità e Lavoro, riprenderà il confronto sui ddl relativi alla morte medicalmente assistita

La Politiche dell’Ue esaminerà la relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2025 e l’Atto Ue sugli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell’Unione europea. La Bilancio si confronterà sullo schema di Dlgs sul Codice degli incentivi e sullo schema di decreto legislativo in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale, sul ddl per il rilancio dell’economia nei territori delle Regioni Marche e Umbria e sul Documento programmatico di finanza pubblica 2025 (Dpfp). La Industria proseguirà l’esame della legge annuale sulle PMI.

La Sanità e Lavoro esaminerà il ddl sulle terapie complementari, il ddl per l’istituzione della giornata nazionale di prevenzione del melanoma, i ddl in materia di tutela della salute mentale, i ddl sui disturbi del comportamento alimentare, lo schema di decreto legislativo per il riconoscimento delle qualifiche professionali degli infermieri responsabili dell’assistenza generale che hanno completato la formazione in Romania e il dlgs sui requisiti per gli stabilimenti e per la cura e la sistemazione degli animali e per quanto riguarda i metodi di soppressione degli animali.

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