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La Giornata Parlamentare. Governo pronto a nuova legge sulla sicurezza

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Meloni torna sul Mes: legato a Patto di stabilità e Pnrr. Rallenta il decreto migranti, si va verso la fiducia. Stretta del Governo sulla sicurezza tramite un disegno di legge.

La Giornata Parlamentare è curata da Nomos, il Centro studi parlamentari, e traccia i temi principali del giorno. Ogni mattina per i lettori di Key4biz. Per leggere tutti gli articoli della rubrica clicca qui.

Meloni torna sul Mes: legato a Patto di stabilità e Pnrr

“Per me non è cambiato niente” assicura Giorgia Meloni al termine della giornata in cui il disegno di legge di ratifica della riforma del regolamento del Mes è tornato in calendario in Aula alla Camera, dopo la sospensiva del 7 luglio. Ma è il quarto punto all’ordine del giorno di mercoledì prossimo con alte probabilità di essere nuovamente posticipato. Il tempo è un fattore decisivo in questa partita, perché le pressioni dell’Eurogruppo sono pareggiate dalle resistenze di Palazzo Chigi, che punta prima ad assicurarsi un accordo favorevole sul Patto di stabilità. “Attualmente non mi pare che stia slittando, è all’ordine del giorno, vedremo. Se la settimana prossima è calendarizzato, la settimana prossima si discuterà”, ha tagliato corto la premier, dopo tre quarti d’ora di visita privata alla mostra su Tolkien. Ad ogni modo la trattativa con Bruxelles si annuncia insidiosa: sul tavolo s’incrociano più dossier cruciali, dal Patto di stabilità al Pnrr, passando per i balneari

Nella “logica a pacchetto” predicata in questi mesi da Meloni, finora non si registrano chiare svolte. Per questo il Mes in ambienti di Governo si considera congelato, al di là dell’appuntamento in Aula del 22 (mentre premier e mezzo esecutivo saranno a Berlino per il vertice Italia-Germania). Ma non è escluso che a dicembre, anche secondo l’andamento dei negoziati sul Patto, prendano corpo ragionamenti diversi. Per ora è caduta nel vuoto la mediazione proposta dal Pd: la ratifica con “clausola alla tedesca”, che vincola l’eventuale attivazione del Meccanismo a un voto a maggioranza qualificata in Parlamento. Comunque, nella maggioranza non mancano gli intransigenti, come Claudio Borghi, secondo cui “l’unico modo per ottenere la garanzia di non usare” il Mes “è recedere dal vecchio trattato.

Il decreto migranti va a rilento per l’ostruzionismo. Si va verso la fiducia

Prosegue a rilento l’esame del decreto migranti in Commissione Affari costituzionali della Camera. Lo scontro tra maggioranza e opposizione sul protocollo Italia-Albania non accenna a stemperarsi e i deputati vanno avanti con l’ostruzionismo su ogni emendamento: in due giorni ne è stata esaminata e bocciata solo una manciata sugli oltre 200 presentati, tanto che è stato deciso il rinvio di due giorni dell’approdo in Aula, dal 22 al 24 novembre, ed è stata già annunciata la fiducia. I gruppi di minoranza insistono nel chiedere che venga trasferita al Parlamento l’intesa, raggiunta tra la premier Giorgia Meloni e il primo Ministro d’Albania Edi Rama, per la costruzione di due centri gestiti dall’Italia nello stato extra-Ue che aspira a entrare nell’Ue, e che venga varato un ddl di ratifica. 

Il presidente della Camera Lorenzo Fontana, dopo diverse insistenze e una lettera delle opposizioni, ha annunciato che chiederà dettagli al Governo. “La nostra lettera è servita a ottenere i dettagli di un accordo che, secondo noi, richiede la ratifica da parte del Parlamento. Il testo verrà trasmesso per conoscenza alle Camere”, ha spiegato la capogruppo Pd Chiara Braga al termine della riunione. Intanto il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni per il Governo e il relatore Francesco Michelotti (FdI) hanno detto “no” a tutte le richieste di modifica depositate in Commissione dalle opposizioni. Nel frattempo, è arrivata la notizia dello stop della Corte Suprema britannica all’invio di persone in centri di asilo in Ruanda voluto dal primo ministro Rishi Sunak mentre la Commissaria Ue agli Affari Interni Ylva Johansson ha fatto sapere che il protocollo siglato con gli albanesi “non viola il diritto Ue”. 

Il Governo è pronto a una nuova norma sulla sicurezza

Oggi in Cdm arriva la stretta del Governo sulla sicurezza tramite un disegno di legge che contiene un’ampia serie di misure che si propongono di punire più severamente chi detiene manuali per la fabbricazione di ordigni, chi aggredisce le forze dell’ordine, chi occupa case abusivamente, chi utilizza i minori nell’accattonaggio. Si tocca anche la disciplina sull’intelligence, con un’estensione delle garanzie funzionali; un altro ddl prevede la riforma della Polizia locale. La riunione del Cdm sarà preceduta in mattinata da un incontro convocato dalla premier Giorgia Meloni con i rappresentanti dei sindacati di polizia e del Cocer Interforze: al centro della discussione le risorse per il rinnovo del contratto del comparto Sicurezza e Difesa, scaduto ormai da due anni. Ieri sera, intanto, la Meloni ha fatto il punto sui provvedimenti a Palazzo Chigi insieme ai vicepremier Antonio Tajani e a Ministri, tra i quali Matteo Piantedosi e Carlo Nordio.

Il provvedimento sulla sicurezza va dal terrorismo alle occupazioni abusive, si propone di contrastare più efficacemente chi occupa una casa approfittando dell’assenza del proprietario o di chi lo detiene legittimamente: la pena stabilita è la reclusione da due a sette anni, la stessa vale per chi si “appropria di un immobile altrui, con artifizi o raggiri, ovvero cede ad altri l’immobile occupato”. Prevista anche la reintegrazione nel possesso dell’immobile “oggetto di occupazione arbitraria”. Viene poi introdotta un’aggravante per chi truffa gli anziani. Nel mirino anche l’accattonaggio, i reati commessi dalle donne in gravidanza e chi poi organizza, favorisce, induce o impiega i minori nell’accattonaggio. Giro di vite, inoltre, sui reati contro il personale in divisa: se la violenza o la minaccia ad un pubblico ufficiale è commessa nei confronti di un ufficiale o agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza, la pena è aumentata di un terzo. Nell’ipotesi di lesioni si applica la reclusione da 2 a 5 anni. In caso di lesioni gravi o gravissime, la pena è, rispettivamente, della reclusione da 4 a 10 e da 8 a 16. Il ddl contiene infine norme contro le rivolte nelle carceri, sanzioni maggiori per chi viola un posto di blocco, per il sostegno alle vittime di usura e consente alle forze di polizia di impiegare un’arma diversa da quella d’ordinanza. 

L’Ue è pronta a nuova lettera d’infrazione sui balneari

L’ultimo passaggio prima di una possibile maxi-multa da comminare all’Italia sul dossier Balneari è sul tavolo di Palazzo Berlaymont. È la lettera, con parere motivato, che la Commissione Ue è pronta a inviare al Governo che deve adeguarsi alla direttiva Bolkenstein. Oggi, giornata nella quale la Commissione aggiorna le procedure d’infrazione aperte, la lettera potrebbe essere pubblicata e quindi inviata, ma su quest’ultimo punto non c’è ancora una conferma ufficiale. La Commissione potrebbe decidere di rinviare la mossa: tra Roma e Bruxelles i canali di dialogo restano aperti, anche ad altissimo livello. La lettera, salvo ripensamenti dell’ultim’ora, una volta inviata aprirebbe un nuovo capitolo nel lungo tira e molla tra Ue e Italia sulle concessioni balneari. Una volta recepita la missiva, un governo di un Paese membro ha due mesi per replicare a quanto indicato dalla Commissione, assicurando un adeguamento normativo. Non è un caso che, martedì pomeriggio, il dossier sia stato tra i punti più caldi del vertice di maggioranza convocato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. La Premier ha chiaro che il tempo stringe e potrebbe provare, come è già accaduto la scorsa primavera, a fermare l’invio della missiva interloquendo con la Commissione Ue. 

La scorsa primavera la lettera dell’Ue già era pronta e faceva seguito alla sentenza con cui la Corte di Giustizia europea ribadiva che “le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente”. Era il 20 aprile e, pochissimi giorni prima, in un bilaterale tra la Meloni e il commissario Thierry Breton, il dossier Balneari era stato tra i temi toccati. La Commissione scelse di non muoversi, limitandosi, un mese dopo, a ribadire come “i continui ritardi nell’implementazione” delle procedure per le gare “restano fonte di preoccupazione”, anche perché, l’ultimo intervento legislativo a riguardo era il rinnovo automatico delle concessioni fino al 31 dicembre 2024 contenuto nel Milleproroghe. Roma, nel frattempo, aveva già stabilito un tavolo tecnico per la mappatura delle spiagge. Il 5 ottobre il lavoro si è concluso asserendo che “il 33% circa delle aree demaniali delle coste, un terzo del totale, è in concessione, mentre il 67% è libero”. Ed è su questa base che il Governo starebbe lavorando a una “norma intermedia” tra quanto previsto dalla Bolkenstein e la volontà di tutelare gli operatori. 

Cgil e Uil hanno ridotto lo sciopero e valuteranno se impugnare la precettazione

Dietrofront di Cgil e Uil sullo sciopero dei trasporti del 17 novembre: sarà di 4 ore, dalle 9.00 alle 13.00. L’annuncio arriva in conferenza stampa da Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, che vedono nella precettazione da parte del ministro ai Trasporti Matteo Salvini una “deriva pericolosa”, accusando il governo di un “attacco senza precedenti” al diritto di sciopero e alla democrazia. E avvertono: “Valuteremo se impugnare il testo”. L’esecutivo rimane sulle sue posizioni: “è stata una scelta condivisa, sulla base di un’indicazione che arrivava da un’autorità indipendente e non di una scelta politica”, assicura la premier Giorgia Meloni. “Non è messo in discussione il diritto di sciopero, hanno vinto il buonsenso, i lavoratori e i cittadini”, le fa eco Matteo Salvini. La decisione dei due sindacati arriva al termine di una settimana di scontri e tensioni con Governo. Non si tratta però di un ripensamento né tanto meno di un ramoscello d’ulivo verso il Mit: la scelta del Ministro resta sbagliata, così come l’indicazione del Garante degli scioperi, ma il prezzo per i lavoratori sarebbe stato troppo alto. Disobbedire alla delibera della Commissione” spiegano Landini e Bombardieri “avrebbe comportato sanzioni solo per le organizzazioni sindacali, mentre con la precettazione “a rischio ci sono anche i lavoratori che, se decidessero di scioperare 8 ore, subirebbero sanzioni economiche e penali”. 

Alla Camera

Dopo che ieri ha approvato il decreto sulle misure urgenti in materia di energia e per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per esaminare il disegno di legge relativo al divieto di produzione e d’immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione dicarne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. 

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali esaminerà il decreto in materia di immigrazione e protezione internazionale e per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell’interno. Alle 14.00 la Esteri ascolterà la Sottosegretaria per gli affari esteri e la cooperazione internazionale Maria Tripodi sulla strategia complessiva dell’Italia nell’area indo-pacifica. Con la Politiche dell’Ue, ascolterà il Presidente della Commissione Affari europei dell’Assemblea della Repubblica della Macedonia del Nord sulle risoluzioni relative all’allargamento dell’UE ai Balcani occidentali. La Difesa esaminerà il disegno di legge governativo sulle associazioni professionali a carattere sindacale tra militari.

La Cultura dibatterà sulla pdl relativa alle manifestazioni di rievocazione storica, sulla pdl per la promozione e la valorizzazione dell’arte nelle opere e negli edifici pubblici, la pdl per la promozione della pratica sportiva nelle scuole e istituzione dei Nuovi giochi della gioventù e proseguirà le audizioni sulla pdl per l’istituzione della Giornata nazionale della scrittura a mano. La Trasporti svolgerà delle audizioni sulle pdl per la sicurezza stradale e di delega per la revisione del Codice della strada e proseguirà il ciclo di audizioni sulle risoluzioni sul trasporto pubblico locale. La Attività Produttive esaminerà la pdl in materia di turismo accessibile e di partecipazione delle persone disabili alle attività culturali, turistiche e ricreative. La Lavoro svolgerà delle audizioni sul rapporto tra Intelligenza Artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l’intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro. La Affari Sociali dibatterà sugli atti Ue sui medicinali per uso umano.

Al Senato

Dopo che ieri ha approvato, in prima lettura, la legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 12.00 per esaminare il decreto proroga di termini normativi e versamenti fiscali.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il ddl sull’autonomia differenziata. La Giustizia svolgerà delle audizioni sulla geografia giudiziaria. La Esteri e Difesa dibatterà sulla risoluzione sul conflitto tra Hamas e lo Stato d’Israele. La Bilancio esaminerà la legge di bilancio 2024 e sul bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 il cui termini per la presentazione degli emendamenti è stato fissato martedì 21 novembre 2023 alle 18.00. A seguire dibatterà sul decreto fiscale. La Industria e Agricoltura esaminerà gli Atti Ue sulla produzione e commercializzazione di materiale riproduttivo vegetale nell’Ue e sulla produzione e commercializzazione di materiale forestale di moltiplicazione.