Key4biz

La Giornata Parlamentare. Duello FdI-Lega su Terzo mandato, il Milleproroghe alla Camera

Tensione tra FdI e Lega sul terzo mandato ai governatori

Quando durante la conferenza stampa di fine anno le fu chiesto quale fosse la sua opinione sull’ipotesi di un terzo mandato per i presidenti di Regione, Giorgia Meloni disse di vedere dei “pro e dei contro”, ma ora che il partito di Matteo Salvini ha presentato un emendamento al decreto elezioni per consentire, tra l’altro, a Luca Zaia di ripresentarsi in Veneto, la presidente del Consiglio viene descritta come “irritata” dall’alleato. Per ragioni di merito, ma non solo, ad alimentare la tensione è la strategia di costante logoramento, su più fronti, messa in atto dal leader leghista. Ed è per questo che tra Palazzo Chigi e FdI si è deciso che sul terzo mandato bisogna essere pronti a tutto, persino ad arrivare allo scontro quando e se ci sarà il voto in commissione Affari costituzionali del Senato, probabilmente la settimana prossima. Non è l’auspicio della premier ma l’ipotesi non viene scartata sebbene il vero obiettivo sia quello di convincere la Lega a ritirare la proposta di modifica. Il vicesegretario leghista Andrea Crippa insiste: “Per dare una buona amministrazione ai territori dobbiamo consentire a chi è capace di potersi candidare: se noi impediamo a persone capaci di candidarsi potrebbe essere un problema”. Il capogruppo di Fdi alla Camera, Tommaso Foti, invece, parla di rispetto delle procedure legislative ricordando che si sta esaminando un decreto. 

C’è un altro argomento che tra i meloniani viene messo agli atti: tra gli emendamenti condivisi sul premierato ce n’è anche uno che prevede il limite dei due mandati per il presidente del Consiglio: come si può pensare che quello che vale per il capo del Governo non valga per un presidente di Regione? Ad ogni modo in molti dentro FdI ritenevano che l’emendamento sul terzo mandato potesse essere reso inammissibile ma l’ipotesi non si è concretizzata. Quindi l’invito del partito della Meloni è quello che venga ritirato; se non lo sarà si arriverà al voto con il rischio non soltanto che si spacchi la maggioranza ma anche che la proposta di modifica venga bocciata, mettendo una pietra tombale sul terzo mandato. Lo scenario vede, per il momento, la contrarietà di FdI e Fi; sul fronte delle opposizioni il Pd non ha ancora una linea comune, il M5S è contrario. I margini per una bocciatura quindi ci sarebbero anche se va messo in conto anche il rischio che le opposizioni ne approfittino per fare uno sgambetto alla maggioranza. Il nodo del terzo mandato s’intreccia con l’iter del premierato, tanto caro alla presidente del Consiglio, e a quello dell’Autonomia, cara alla Lega, che proprio ieri è stato incardinato alla Camera. 

Il Milleproroghe arriva in aula alla Camera

Il via libera al taglio dell’Irpef agricola, la possibilità per i medici di rimanere in corsia fino a 72 anni, lo scudo penale per tutto il 2024 per il personale sanitario e quello erariale per gli amministratori pubblici, la riapertura fino al 15 marzo dei tempi per pagare la rottamazione quater: sono alcune delle norme più rilevanti contenute all’interno del decreto Milleproroghe, approvato ieri dalle Commissioni congiunte Bilancio e Affari Costituzionali della Camera, con il via libera al mandato ai relatori. Oggi alle 9.00 parte l’esame nell’Aula di Montecitorio, con il Governo intenzionato a porre la questione di fiducia. “Siamo soddisfatti perché è stato un lavoro molto impegnativo e molto grande”, commenta il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani a nome di tutto il Governo. 

Il via libera in Commissione è arrivato dopo una serie di sedute passate in attesa dell’arrivo dell’emendamento sull’Irpef agricola, che prova a venire incontro a una parte delle richieste formulate dagli agricoltori che protestano da settimane contro una serie di norme Ue. Ai tempi dilatati si è aggiunta anche la tensione nella seduta di lunedì terminata in notturna con la proroga di 6 mesi del pagamento delle multe ai no vax. L’emendamento del Governo a sostegno degli agricoltori “è stato proposto su mio preciso indirizzo”, rivendica la premier Giorgia Meloni, “esenta dall’Irpef i redditi agricoli e dominicali fino a 10 mila euro e prevede uno sconto del 50% su quelli tra 10 mila e 15 mila euro”. Non abbastanza per il Pd che aveva proposto un testo, poi bocciato, per l’esenzione totale. Una volta approvato dalla Camera il provvedimento andrà al Senato per sua approvazione definitiva.

Oggi i trattori manifesteranno a Roma anche se la protesta si è attutita

La proroga dell’esenzione Irpef alle aziende agricole sembra aver attutito i toni della protesta dei trattori. Le mosse del Governo sono riuscite a convincere almeno Riscatto agricolo, che non dovrebbe prendere parte alle manifestazioni in programma oggi a Roma che prevede tre manifestazioni in tre zone differenti della città. Gli occhi saranno puntati sul Circo Massimo, dove dovrebbe arrivare Cra-Agricoltori traditi. Intanto resta acceso il dibattito nel mondo politico. “L’esenzione dell’Irpef agricola per i redditi agrari e dominicali fino a 10.000 euro e la riduzione del 50% dell’importo per i redditi tra i 10.000 e i 15.000 euro saranno garantite per due anni. Un’esenzione più giusta che esclude i più ricchi in favore di chi, invece, ne ha più bisogno”, scrive su Telegram il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, assicurando che “l’agricoltura è al centro della nostra azione. Il nostro impegno adesso sarà ancora più forte in Europa”. 

Ma proprio Bruxelles è il bersaglio delle polemiche di queste settimane, anche se il Pd non ci sta a prendersela sempre e solo con le istituzioni Ue. “Colpisce che per la destra l’Europa è sempre il nemico” attacca il capogruppo al Senato Francesco Boccia, “Quando non sanno affrontare una questione s’inventano un nemico. Sul tema ci sono anche le stime di Coldiretti: “Dell’esenzione totale dell’Irpef agricola beneficeranno 9 aziende agricole su 10, pari a 387mila, mentre altre 20mila vedranno l’imposta dimezzata”, fa sapere, spiegando che “sul resto della platea l’esenzione verrà calcolata in forma progressiva e riguarderà il totale delle 430 mila imprese agricole professionali e coltivatori diretti”. Inoltre, “l’emendamento approvato prevede l’introduzione di una franchigia di esenzione al 100% ai fini Irpef fino a 10mila euro della somma dei redditi dominicali e agrari relativi ai terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (Iap). Per la parte eccedente i 10mila euro, ma non superiore a 15.000 euro, l’esenzione è del 50%”.

Girandola di accuse tra Pd e M5S  

La tensione fra Giuseppe Conte ed Elly Schlein non accenna a diminuire. Ora lo scontro è su una questione apparentemente non di primo piano: la scelta di alcuni componenti della Commissione di vigilanza su Cassa depositi e prestiti. A far scattare lo scontro è stata l’elezione, sostenuta dalla Lega, di Gianmauro Dall’Olio del M5S. Dagli esponenti Pd è trapelato sconcerto: sono arrivati al voto con la convinzione che sarebbe stato eletto il dem Luciano D’Alfonso. Questo non è che l’ultimo episodio di tensione che ha segnato i rapporti tra M5S e Pd. Il clima è anche più teso dopo il via libera alla mozione del Pd sul Medio Oriente arrivata con l’astensione della maggioranza, frutto delle telefonate fra Schlein e la presidente del consiglio Giorgia Meloni. È vero che Pd e M5S si sono votati reciprocamente le mozioni, ma il passaggio parlamentare ha lasciato strascichi e ruggini. 

Per la segretaria del Pd “è estremamente importante che finalmente la Camera abbia approvato una richiesta di cessate il fuoco umanitario immediato”. Il vicepresidente del M5S, Riccardo Ricciardi, ha però ridimensionato il risultato rivendicato dalla segretaria: “E’ grave che la maggioranza di Governo si sia astenuta sul cessate il fuoco perché, di fatto, continua a non esprimersi come ha fatto mesi fa all’Onu”. Il punto di vista M5S ribalta quello entusiasta del Pd e restituisce un sapore più di fallimento che di successo: bisogna aspettare la Meloni alla prova dei fatti ma intanto quel voto aiuta il Governo avendolo tolto dall’imbarazzo di dover fare davvero qualcosa per un cessate il fuoco, visto che la maggioranza non lo ha votato. Botte e risposte al vetriolo. “Accusano il colpo del successo ottenuto da Schlein con la telefonata a Meloni”, è stata la replica di alcuni parlamentari Pd, e poi l’affondo: “Noi dialoghiamo con la maggioranza per il cessate il fuoco in MO, il M5S lo fa per le poltrone”. Insomma, i rapporti sono molto tesi e rischiano di esserlo almeno sino alle europee.

Alla Camera

Dopo che ieri è stata approvata definitivamente la pdl per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2, nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.00 per l’esame del decreto proroga termini

Per quanto riguarda le Commissioni, la Finanze, con la Lavoro, ascolterà i rappresentanti di: Confapi, Coldiretti, Cia, Leroy Merlin Italia e Compagnia delle opere sulle pdl per la partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati dell’impresa. La Ambiente esaminerà il decreto per la realizzazione degli interventi infrastrutturali connessi con la presidenza italiana del G7. La Attività Produttive ascolterà i rappresentanti di Amazon Web Services e di Accenture Italia nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’intelligenza artificiale. La Lavoro ascolterà i rappresentanti dell’Ordine dei giornalisti, di Indeed Italia e di Quorum/YouTrend sul rapporto tra Intelligenza Artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che quella generativa può avere sul mercato del lavoro. La Affari Sociali proseguirà le audizioni sullo schema di decreto legislativo sulle politiche in favore delle persone anziane. 

Al Senato

Dopo che ieri ha approvato definitivamente la legge di delegazione europea, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per l’esame della ratifica del protocollo tra Italia e Albania per rafforzamento della collaborazione in materia migratoria, il ddl di delega al Governo in materia di bullismo e cyberbullismo e il ddl sul controllo dell’import e dell’export dei materiali di armamento. Come di consueto alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà i ddl sull’esercizio del diritto di voto in un Comune situato in una regione diversa da quella di residenza, il ddl costituzionale sul premierato e il decreto sulle consultazioni elettorali dell’anno 2024. La Giustizia esaminerà lo schema di decreto legislativo per l’efficienza del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari, lo schema di decreto legislativo sul riordino della disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili e lo schema di decreto legislativo per la riforma ordinamentale della Magistratura. A seguire dibatterà sulla pdl per la determinazione del valore dell’immobile espropriato, sul ddl per l’elezione componenti del Consiglio superiore della magistratura e sui ddl per il sequestro di strumenti elettronici. Successivamente svolgerà delle audizioni sui ddl relativi al cognome dei figli.

La Politiche dell’Ue dibatterà sull’Atto Ue sui servizi di sicurezza gestiti. La Finanze dibatterà sulla risoluzione per la revisione generale dell’imposta di soggiorno, e sul ddl, già approvato dalla Camera, sulle agevolazioni fiscali alle start-up. Infine, svolgerà delle audizioni sullo schema di decreto legislativo per il riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza. La Cultura esaminerà il ddl per l’accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia. La Affari Sociali proseguirà le audizioni sullo schema di decreto legislativo sulle politiche in favore delle persone anziane.

Exit mobile version