Alla Camera Giorgetti parla con cautela sui dazi: impatto dello 0,5% su Pil
Il 15% di dazi sulle importazioni europee in Usa avrà un impatto minimo sull’economia italiana. Le stime le porta in Parlamento Giancarlo Giorgetti, che al question time della Camera tira nettamente il freno a mano su ogni possibile valutazione dell’accordo (verbale per ora) tra Ursula von der Leyen e Donald Trump. Il Ministro spiega che l’intesa “presenta elementi che avranno un impatto molto diverso tra settori produttivi in Italia e le discussioni collegate all’intesa sono ancora in corso, in particolare per quanto riguarda le possibili esenzioni; quindi, una valutazione complessiva non si può trarre a oggi”. Il responsabile dell’Economia si allinea alla premier e al resto del Governo limitandosi a dire che “l’intesa preannuncia la chiusura di una fase d’incertezza e scongiura la guerra commerciale”. Al momento le stime di via XX Settembre prevedono “un calo massimo cumulato di 0,5 punti percentuali sul Pil nel 2026, seguito da un graduale recupero”.
Senza conoscere i dettagli dell’accordo, dunque, è “a mio giudizio prematuro parlare ora d’iniziative di contrasto agli effetti dei dazi sulle imprese italiane”, aggiunge il Ministro, pur incalzato dalle opposizioni che ricordano l’impegno verbale preso da Giorgia Meloni pochi mesi di stanziare 25 miliardi per attutire il peso delle tariffe sul sistema produttivo del nostro Paese. In questi giorni convulsi i riflettori sono puntati spesso su Bruxelles: c’è chi critica l’operato di von der Leyen e chi, invece, la assolve sostenendo che non si poteva fare di più. A dare un’altra chiave di lettura è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che alla cerimonia del Ventaglio fa notare che dell’Ue “sfugge, talvolta, una preziosa azione in corso: il numero e la vastità degli accordi commerciali e di libero scambio con tante, ampie, parti dei vari continenti”.
Il Capo dello Stato cita il Canada con il Ceta, l’America Latina con il Mercosur, i negoziati con Giappone, India e altri player internazionali di peso per realizzare “una rete di collaborazioni economiche e commerciali che produce interessi comuni, prospettive condivise e, in tal modo, presidia la pace”. Per Mattarella, questo è “un modello, in cui rientra il fondamentale riavvicinamento con il Regno Unito, alternativo a quello della contrapposizione economica che rischia, al contrario, di produrre altre forme, più rudi e pericolose, di contrapposizione”. I mercati chiusi possono produrre danni, questo lo sa anche Giorgetti, che conferma comunque l’obiettivo dello 0,6 percento di Pil per il 2025.
Alla cerimonia del ventaglio Mattarella è durissimo su Israele
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, incontrando la stampa parlamentare per la tradizionale cerimonia del Ventaglio al Quirinale, torna a puntare il dito contro la “postura aggressiva della Russia in Ucraina” e la definisce “un macigno sulle prospettive del continente europeo e dei suoi giovani”, che ha “più che stravolto, cancellato l’equilibrio che garantisce la pace e dissuade da avventure di guerra”. L’inquilino del Colle quindi difende il multilateralismo e attacca i tentativi di “screditare e demolire” il ruolo dell’Onu, “facendo perno su lacune e scarsa efficacia della sua azione, condizioni che, in larga misura, derivano da limiti e privilegi prodotti da egoismi di potenza di singoli Stati, a partire dall’antistorico diritto di veto”. Il mondo sarebbe stato migliore senza l’Onu? Si chiede retoricamente Mattarella, che invita l’Europa a tornare a essere protagonista dello scacchiere internazionale. “Urgente”, torna a ribadire, è la necessità di costruire una politica estera e di difesa comune, “anche allo scopo di rendere effettiva e non illusoria la sovranità dei suoi Paesi membri”.
Il Capo dello Stato si dice preoccupato dal riaffiorare, “gravissimo”, di episodi di antisemitismo ma è molto duro anche nei confronti di Israele. La situazione a Gaza, dice chiaro, “diviene, di giorno in giorno, drammaticamente più grave e intollerabile” e accusa la strategia messa in campo dal Governo di Netanyahu mettendo uno dietro l’altro gli episodi drammatici avvenuti negli ultimi giorni. “L’incredibile bombardamento della Parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza è stato definito un errore. Da tanti secoli, da Seneca a Sant’Agostino, ci viene ricordato che errare humanum est, perseverare diabolicum. Si è parlato di errori anche nell’avere sparato su ambulanze e ucciso medici e infermieri che si recavano per dar soccorso a feriti sui luoghi più tragici dello scontro, nell’aver preso a bersaglio e ucciso bambini assetati in fila per avere acqua, per l’uccisione di tante persone affamate in fila per ottenere cibo, per la distruzione di ospedali uccidendo anche bambini ricoverati per denutrizione”.
“È difficile, in una catena simile, vedere una involontaria ripetizione di errori e non ravvisarvi l’ostinazione a uccidere indiscriminatamente”. Le parole di Mattarella arrivano nel giorno in cui Giorgia Meloni ha sentito Benjamin Netanyahu. Anche la premier ha insistito sulla necessità di porre “immediatamente” fine alle ostilità, a fronte di una situazione a Gaza che è “insostenibile ed ingiustificabile”. La premier ribadisce anche “l’urgenza indifferibile” di garantire un accesso umanitario “pieno e senza ostacoli alla popolazione civile”. Sintonia piena, quindi, tra la premier e il Capo dello Stato su Gaza.
Mattarella finisce nella lista nera di Mosca. Ira di Meloni
Gelo fra Mosca e Roma: il Cremlino ha accusato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di aver usato frasi di odio contro la Russia. Il Capo dello Stato non ha replicato direttamente, ma ha ribadito la posizione critica nei confronti delle politiche del governo di Vladimir Putin: l’aggressione dell’Ucraina “ha cancellato l’equilibrio che garantisce la pace” in Europa. La politica italiana si è schierata in maniera trasversale col Quirinale, anche se la Lega lo ha fatto in maniera più defilata. Netta, invece, la presidente del consiglio Giorgia Meloni: quella russa è una “inaccettabile provocazione”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, anche lui nella “lista nera” stilata da Mosca insieme al collega di governo Guido Crosetto, ha disposto la convocazione dell’ambasciatore della Federazione russa.
In serata, l’ambasciata russa in Italia ha parlato di “stupore” per la reazione italiana: “Sostanzialmente in quei contenuti, non c’è nulla di nuovo” visto che “i politici italiani menzionati si sono effettivamente distinti per una serie di affermazioni inappropriate e antidiplomatiche nei confronti della Russia”. Sono mesi che le parole di Mattarella rimbalzano a Mosca provocando attacchi; l’ultimo è arrivato dal sito del Ministero degli esteri russo, dove è stata pubblicata una lista di politici accusati di aver pronunciato frasi di odio contro la Russia. Fra loro, appunto, il Capo dello Stato italiano: il Governo guidato da Vladimir Putin gli rinfaccia soprattutto l’intervento all’Università di Marsiglia, il 5 febbraio, quando Mattarella fece un parallelo fra “il progetto del Terzo Reich in Europa” e “l’aggressione russa all’Ucraina”. Nella lista pubblicata in queste ore Mattarella compare a fianco di esponenti di una quindicina di Paesi, fra cui anche il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il presidente francese Emmanuel Macron. Oltre, appunto, a Tajani e a Crosetto.
Quella lista, ha scritto la premier Giorgia Meloni, “non è altro che l’ennesima operazione di propaganda, finalizzata a distogliere l’attenzione dalle gravi responsabilità di Mosca, ben note alla comunità internazionale e che la comunità internazionale ha condannato fin dall’inizio. Desidero, per questo, rivolgere la mia solidarietà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ai Ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto”. La pubblicazione della “lista nera” ha di fatto compattato le forze in Parlamento, schierate col capo dello Stato. Unico big assente nelle dichiarazioni, il segretario della lega Matteo Salvini; dal suo partito sono comunque arrivate diverse espressioni di solidarietà al Quirinale, come quella del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo. Unanimi le opposizioni.
Roma Capitale avrà più autonomia e poteri legislativi
Con il via libera del Cdm al disegno di legge costituzionale si è fatto un primo passo fondamentale per dare alla città di Roma Capitale poteri più adeguati, ovvero potestà legislativa e autonomia finanziaria. “Grazie a questa riforma, frutto di un lavoro condiviso con la Regione Lazio e il Campidoglio, potremo finalmente restituire a Roma il valore che merita e che la storia le riconosce”, le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il ddl modificherà l’articolo 114 della Costituzione, quello che definisce la struttura della Repubblica insieme a Stato, Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni.
La riforma prevede che la Capitale potrà legiferare su undici materie: trasporto pubblico locale; polizia amministrativa locale; governo del territorio; commercio; valorizzazione dei beni culturali e ambientali; promozione e organizzazione di attività culturali; turismo; artigianato; servizi e politiche sociali; edilizia residenziale pubblica; organizzazione amministrativa. Inoltre, si attribuiranno alla città le “condizioni peculiari di autonomia amministrativa e finanziaria nel rispetto dell’articolo 119”. Il plauso è bipartisan. E ovviamente arriva anche dal sindaco Roberto Gualtieri, che definisce il ddl una “svolta” precisando che il testo approvato è stato totalmente “condiviso” tra Campidoglio e palazzo Chigi durante tutto l’iter. Insomma, per Gualtieri l’importante è il “testo in sé del governo” ma anche il “coinvolgimento e l’interlocuzione serrata” tra lui e la premier Meloni.
Alla Camera
Dopo che ieri il Governo ha posto a questione di fiducia, nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 10.50 per l’approvazione del decreto-legge, già approvato dal Senato, per il sostegno ai comparti produttivi.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà la pdl per l’istituzione della festa nazionale di San Francesco d’Assisi. La Esteri ascolterà i rappresentanti di Oxfam sulla situazione umanitaria in Siria. La Cultura, con la Lavoro, dibatterà sulle pdl per la tutela della trasparenza, della parità di trattamento e della libertà di espressione nella gestione e diffusione di informazioni e contenuti di carattere sociale e politico sulle piattaforme digitali e sulle reti sociali telematiche. A seguire si confronterà sul ddl per la proroga del termine per l’esercizio delle deleghe in materia di spettacolo.
La Trasporti dibatterà sulla proposta di legge delega per l’organizzazione, la realizzazione, lo sviluppo e il potenziamento dei centri di elaborazione dati e sulla proposta di Legge quadro in materia di interporti. La Attività Produttive esaminerà l’Atto Ue sul patto per l’industria pulita: una tabella di marcia comune verso la competitività e la de carbonizzazione, e sulla pdl per l’istituzione e disciplina delle zone del commercio nei centri storici. La Lavorodibatterà, con la Affari Sociali, sulla pdl per la sicurezza e la prevenzione del rischio di caduta nell’esecuzione di interventi edilizi sulle coperture e sulle facciate vetrate continue degli edifici.
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi i alle 10.00 per proseguire il dibattito sul decreto-legge per il finanziamento di attività economiche e imprese.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali si confronterà sul ddl per l’elezione del Sindaco nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti e sul ddl per l’estensione dei benefici alle vittime del terrorismo. La Giustizia svolgerà delle audizioni e di batterà sul ddl relativo alle disposizioni sanzionatorie a tutela dei prodotti alimentari italiani, si confronterà sul ddl sulla comunicazione delle variazioni di reddito rilevanti ai fini dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, sul ddl per il contrasto dei delitti informatici e del trattamento illecito di dati, sul ddl sul processo telematico, sul ddl sull’Albo dei grafologi e sui ddl in materia di successioni.
La Affari Esteri proseguirà le audizioni sulla Relazione sullo stato di attuazione del Piano Mattei aggiornato al 30 giugno 2025. La Politiche dell’Ue alle 8.15 proseguirà l’audizione del Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione Tommaso Foti sull’adeguamento dell’ordinamento interno a quello europeo e sugli ultimi sviluppi della politica di coesione. La Bilancio si confronterà sullo schema di decreto legislativo in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale. La Finanze dibatterà sullo schema di decreto legislativo in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale.
La Cultura esaminerà il decreto-legge per l’organizzazione e lo svolgimento di grandi eventi sportivi, nonché ulteriori disposizioni urgenti in materia di sport. La Ambiente, con la Industria, esaminerà il ddl per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. La Affari Sociali esaminerà il ddl sulla retribuzione dei lavoratori, il ddl per il potenziamento della medicina di genere nel Servizio sanitario nazionale, il ddl sulle barriere architettoniche nelle case rifugio, il ddl per la prevenzione e cura dell’obesità, e il ddl per l’istituzione della giornata nazionale prevenzione melanoma.