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Al Governo non piace il bilancio Ue e intanto lavora sui dazi
Da parte del governo italiano ci sono “forti riserve” sul nuovo bilancio europeo presentato ieri da Ursula von der Leyen. Su questo l’Italia non è la sola: sono molti gli Stati membri che nelle scorse settimane hanno mostrato più di una perplessità per il progetto della presidente della Commissione Ue. A destare particolare preoccupazione il Fondo unico in cui far confluire le risorse di Pac e Coesione (che per ironia della sorte dovrebbe essere attuato dall’ex ministro e ora vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto) con un nuovo metodo di gestione. Le critiche arrivano anche sul reperimento di risorse proprie da iniziative come la tassazione sul tabacco. “Von der Leyen ha voluto forzare sul fondo unico, nonostante la contrarietà di gran parte dei Governi e del Parlamento europeo. Ora andremo a verificare le cifre reali e inizieremo un negoziato che si preannuncia lunghissimo e durissimo”, ha detto Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI al Parlamento Ue.
Da parte dell’esecutivo, però, non ci sono reazioni ufficiali: nel momento in cui l’Ue sta trattando sui dazi, è la linea, è meglio evitare scontri frontali con Bruxelles in una partita che si preannuncia lunga. Antonio Tajani, appena rientrato da Washington, ha riferito dello stato della trattativa nel corso di un vertice a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Maurizio Lupi. Il ministro degli Esteri non crede alla possibilità di tariffe al 30% perché “la guerra commerciale non conviene a nessuno: noi abbiamo bisogno degli Stati Uniti e loro hanno bisogno di noi”. Ma certo gli annunci e i toni di Donald Trump impensieriscono la premier, impegnata anche ieri in contatti per cercare di facilitare una soluzione positiva: “Per me” aveva ribadito ieri “l’obiettivo è rafforzare l’Occidente nel suo complesso e le nostre economie, tutti gli altri scenari sarebbero insensati nell’attuale contesto”. Quello che è certo è che sul bilancio Ue il Governo sia intenzionato a farsi sentire, le prossime settimane ci diranno con quali modalità.
Fdi, Lega e M5S chiedono dimissioni del Sindaco di Milano Sala
FdI, Lega e il M5S dopo l’ennesimo terremoto provocato dalle inchieste sull’urbanistica con la richiesta di arresti domiciliari per l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi invocano le dimissioni del Sindaco di Milano Giuseppe Sala. Le accuse, a vario titolo, sono di corruzione e falso, ma il primo cittadino attacca: “L’Amministrazione non si riconosce nella lettura che viene riportata. Gli ultimi accadimenti dovranno essere compresi e valutati perché non venga vanificato il prezioso percorso intrapreso”, sottolinea Sala al termine di un faccia a faccia con Tancredi che, dice, “si sta confrontando con i suoi legali prima di assumere qualunque iniziativa”. FdI torna invece a chiedere le dimissioni di Sala, che aveva già chiesto mesi fa, perché serve “un cambio radicale alla guida della città” spiegano Sandro Sisler e Riccardo Truppo, senatore e capogruppo di FdI a Palazzo Marino. Oggi FdI ribadirà la richiesta di dimissioni anche nell’aula del Consiglio comunale in una seduta che si preannuncia incandescente.
“Io non sono mai lieto quando qualcuno viene arrestato ma è giusto che la strada della giustizia sia libera”, si è invece limitato a dire il presidente del Senato ed esponente di FdI Ignazio La Russa. Non si esprime nel merito il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, che osserva però come “prima della riforma voluta da me queste persone sarebbero in carcere e poi interrogate. Con la riforma fatta da noi abbiamo invertito i ruoli per enfatizzare la presunzione di innocenza. Oggi la riforma è applicata a persone che appartengono a partiti che non la volevano”. “Lasciamo che la magistratura faccia il suo corso, ma attendiamo che chi ha la responsabilità politica tragga le conseguenze”, spiega Giuseppe Conte. Matteo Salvini esprime “sconcerto e forte preoccupazione”: al di là degli aspetti giudiziari “su cui è fortemente auspicabile chiarezza in tempi rapidissimi”, il vicepremier e Ministro è “fortemente impensierito anche per la gestione della Giunta che sta frenando lo sviluppo della città da troppo tempo”.
Ancora nulla di fatto nel vertice di maggioranza sulle prossime regionali
Un’ora e mezza di confronto a Palazzo Chigi tra i leader di centrodestra per tentare di sbloccare il nodo regionali. Al primo tavolo in vista dell’elezioni d’autunno siedono la premier Giorgia Meloni, i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, e il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. Anche se in molti, a partire da Tajani, spiegano che non si è parlato dell’argomento, il piatto Regionali non è rimasto del tutto fuori dalle portate dell’incontro. Dove il focus, al rientro della missione del ministro degli Esteri negli Usa, è rimasto quello dei dazi e della politica internazionale. Diverse fonti di maggioranza raccontano uno scambio interlocutorio per porre le basi del dialogo tra alleati. Un nuovo vertice sul nodo delle candidature dovrebbe tenersi all’inizio della prossima settimana a testimonianza del fatto che questo primo summit non ha prodotto risultati tangibili. Non è rimasta fuori dalla discussione la questione della timeline, che dovrebbe confermare il voto in autunno per il Veneto.
Che resta il principale nodo per tutto il centrodestra. Uno dei “tanti incontri di maggioranza, nel Governo c’è perfetta sintonia”, minimizza il leader di FI Tajani al termine del vertice. “È andato benissimo”, è il commento del vicepremier Matteo Salvini, che è chiamato a tenere il punto sul Veneto, stretto dal pressing del territorio e dall’ipotesi che l’uscente Luca Zaia possa presentare una sua lista: “Può valere il 45%”, aveva sottolineato il presidente di Regione. “La partita è molto complessa”, si ragiona dalle parti di Palazzo Balbi. Ed è proprio il ruolo di Zaia che potrebbe sbloccare il muro contro muro tra Lega e FdI sulla candidatura in Veneto. FdI rivendica il suo peso specifico in termini di consenso raggiunto nelle scorse tornate elettorali. E tra le opzioni considerate dai meloniani ci sarebbe sempre quella del senatore Luca De Carlo. Ma la Lega starebbe valutando seriamente l’ipotesi di una candidatura del deputato Alberto Stefani per puntare alla continuità leghista al vertice della Regione.
Fi ha proposto Flavio Tosi, ma per ora resta in attesa del braccio di ferro a due tra FdI e Lega. Intanto continuano a circolare voci su un ipotetico incarico di governo per Zaia, che potrebbe in qualche modo facilitare la risoluzione di un rebus ancora difficile. In questo senso, sarebbero di nuovo in salita le quotazioni per una candidatura del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in Campania, dove FdI ha già lanciato la corsa di Edmondo Cirielli, che non ha escluso una sua discesa in campo e aspetta le evoluzioni. L’obiettivo dei leader, però, resta quello di una risoluzione complessiva della partita Regionali, con una soluzione comune che comprenda anche Toscana e Puglia. Nella prima, la strada sembrerebbe in discesa per il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi di FdI che non trova particolari opposizioni nel centrodestra. La Puglia, invece, dovrebbe andare a Fi, che guarda alla candidatura di Mauro D’Attis.
Alla Camera
Dopo che ieri è stata approvata in prima lettura la delega fiscale, nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per esaminare le mozioni sulla denuncia formale del Memorandum d’intesa in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa con il Governo dello Stato di Israele e la proposta di legge per l’istituzione della Giornata nazionale in memoria dei giornalisti uccisi a causa dello svolgimento della loro professione.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali proseguirà le audizioni sul ddl costituzionale sul premierato e dibatterà sul DPR di modifica del regolamento sull’organizzazione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Alle 15.00 con Giustizia, Trasporti, Attività Produttive e Politiche dell’Ue e con le rispettive del Senato, ascolterà la Vicepresidente esecutiva della Commissione Ue per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia Henna Virkkunen sulle tematiche di sua competenza. La Finanze si confronterà sul decreto fiscale. La Politiche dell’Ue svolgerà delle audizioni sugli Atti Ue per l’istituzione di un elenco di Paesi di origine sicuri.
Al Senato
Dopo che ieri ha approvato in prima lettura il ddl costituzionale sull’ordinamento giurisdizionale e la Corte disciplinare e definitivamente, con voto di fiducia, il decreto infrastrutture, nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per esaminare il ddl sulla sicurezza delle attività subacquee e il ddl per l’introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali si confronterà sul ddl per l’elezione del Sindaco nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti e sul ddl sull’incompatibilità tra la carica di Assessore regionale e l’ufficio di Deputato regionale della Regione siciliana. La Giustizia si confronterà sul ddl per il contrasto alla violenza sulle donne, sul ddl sul reato di manipolazione mentale, sul ddl sul processo telematico, sul ddl sull’Albo dei grafologi e sul ddl sulle disposizioni sanzionatorie a tutela dei prodotti alimentari italiani, provvedimento, quest’ultimo, su cui svolgerà anche delle audizioni.
La Affari Esteri dibatterà sulla relazione sullo stato di attuazione del Piano Mattei aggiornata al 30 giugno 2025. La Politiche dell’Ue esaminerà l’Atto Ue sugli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell’Unione europea. La Bilancio dibatterà sul rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2024 e sul l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2025, si confronterà sul decreto-legge per il finanziamento delle attività economiche e delle imprese e sullo schema di decreto legislativo in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale.
La Cultura esaminerà la proposta di nomina a presidente del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) di Luciano Buonfiglio, il decreto-legge su Università e ricerca, istruzione e salute, il ddl sull’accesso alla docenza universitaria, il ddl sulle scuole dell’infanzia a indirizzo musicale, il ddl per la salvaguardia e la valorizzazione dell’architettura, il ddl per l’inclusione degli studenti universitari con DSA, il ddl relativo al Festival della filosofia e il ddl per la partecipazione popolare alla titolarità di azioni e quote delle società sportive.
La Ambiente, con la Industria, svolgerà delle audizioni e esaminerà il ddl per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. La Affari Sociali esaminerà l’Atto Ue sull’approvvigionamento dei medicinali critici, il ddl sulla retribuzione dei lavoratori, il ddl per la prevenzione e cura dell’obesità, il ddl per il potenziamento della medicina di genere, il ddl sulle barriere architettoniche nelle case rifugio e il ddl per l’istituzione della giornata nazionale per la prevenzione del melanoma.