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La Giornata Parlamentare. A settembre la manovra e il voto nelle Marche

Si apre un mese di fuoco per Meloni: Ucraina e manovra

Le trattative internazionali sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e quelle interne al centrodestra sulla manovra: sono i due tavoli su cui sono destinate a concentrarsi le attenzioni di Giorgia Meloni a settembre, mese che si annuncia decisamente caldo, considerando che si chiuderà con il voto nelle Marche. L’ultima giornata di agosto della presidente del Consiglio è cominciata con un post su Facebook: un messaggio semplice, “buona domenica”, accompagnato da un selfie, con occhiali da sole e cappellino con la scritta Italia original 1861, che molti sui social hanno interpretato come la risposta meloniana ai berretti di Donald Trump. I leader europei dei volenterosi che hanno incontrato a Washington il presidente Usa a metà agosto, secondo il Financial Times, s’incontreranno giovedì a Parigi, dopo il vertice della settimana scorsa fra i capi di stato maggiore della Difesa della coalizione in cui, ha spiegato Ursula von der Leyen, sono stati “elaborati piani piuttosto precisi”, comprese le discussioni sugli “elementi necessari per un’efficace convergenza di truppe”. 

Non è ancora chiaro se parteciperà Meloni, che giovedì ha in agenda il Consiglio dei ministri e un incontro con il nuovo presidente della Polonia Karol Nawrocki, il conservatore che a giugno ha battuto il filoeuropeista Rafał Trzaskowski. La premier la settimana scorsa ha chiarito ai partner i margini di manovra accettabili per l’Italia: monitoraggio con aerei radar e sistemi satellitari, addestramento delle truppe ucraine ed eventualmente sminamento dei fondali, ma tutto al di fuori dei confini terrestri e marittimi dell’Ucraina. E senza truppe italiane sul terreno, un concetto su cui da settimane insiste Matteo Salvini. La crisi ucraina, quella di Gaza e il dossier dazi sono le questioni di politica estera su cui le opposizioni chiedono di avere un confronto parlamentare in Aula con la premier, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello degli Affari europei Tommaso Foti, come hanno sollecitato i capigruppo di Pd, M5s, Iv e Avs in una lettera al presidente del Senato Ignazio La Russa, che li incontrerà martedì pomeriggio a Palazzo Madama. Il governo invece si riunirà giovedì per il Cdm e non è escluso che possa essere anche la giornata per un vertice dei leader di centrodestra sulle Regionali. Nei prossimi giorni ne è poi atteso uno fra Meloni, i vicepremier e Roberto Calderoli, da cui lo stesso Ministro per gli Affari regionali si attende la definizione delle pre-intese sull’Autonomia differenziata con Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria, da chiudere “prima del 21 settembre”, ovvero prima della tradizionale festa della Lega a Pontida

L’altra data cerchiata in rosso la prossima settimana è quella del 5 settembre, quando arriveranno i dati sulle entrate di luglio, utili a capire quale potrebbe essere l’andamento anche dei mesi successivi e ricavarne le proiezioni per l’anno prossimo. È un elemento fondamentale per iniziare a definire il perimetro di risorse della manovra, di cui inevitabilmente parlerà fra una settimana il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Tra FdI, Lega e FI è già iniziato il confronto e una delle direttive condivise dovrebbe essere il rafforzamento della previdenza complementare. Tra gli obiettivi a breve termine fissati da Meloni, come ha spiegato al Meeting di Rimini, c’è poi un intervento a sostegno delle imprese per “l’abbassamento strutturale del costo dell’energia che pesa come un macigno sulla competitività”. Lo strumento sarà un decreto-legge cui sta lavorando il ministero dell’Ambiente, che potrebbe arrivare nelle prossime settimane in Consiglio dei ministri. 

Parigi accusa Roma di dumping fiscale. Ira di Meloni

Il premier francese François Bayrou accusa l’Italia di “dumping fiscale” e Palazzo Chigi reagisce con “stupore”, sottolineando che invece è l’economia italiana a essere “da molti anni penalizzata dai cosiddetti paradisi fiscali europei”. Si apre così un nuovo fronte tra Parigi e Roma, capitali che in questi mesi si sono già spesso trovate su posizioni non allineate, senza contare le recenti tensioni diplomatiche dopo le parole di Matteo Salvini su Emmanuel Macron. Bayrou è alla guida di un Governo in piena crisi politica, atteso l’8 settembre da un voto di fiducia decisivo, in cui “è in gioco il destino della Francia”, come ha spiegato in un’intervista con franceinfo, Lci, Bfmtv e Cnews, la stessa in cui ha attaccato Roma, parlando del rischio che i francesi con più risorse vadano all’estero se il Governo vara provvedimenti mirati “ai più ricchi”. “Ormai c’è una specie di nomadismo fiscale e ognuno si trasferisce dove è più conveniente”, ha notato, aggiungendo poi, a titolo di esempio, l’Italia, “che sta facendo una politica di dumping fiscale”. 

Il riferimento è ai vantaggi previsti per chi si trasferisce in Italia o rimpatria dopo alcuni anni trascorsi all’estero. La risposta di Palazzo Chigi è arrivata poco più di un’ora dopo: quelle del primo Ministro francese sono affermazioni “totalmente infondate”, che “stupiscono”. “L’economia italiana è attrattiva e va meglio di altre grazie alla stabilità e credibilità della nostra Nazione”, la linea dettata da Giorgia Meloni, rimarcando che “l’Italia non applica politiche di immotivato favore fiscale per attrarre aziende europee e, con questo Governo, ha addirittura raddoppiato l’onere fiscale forfettario in vigore dal 2016 a carico delle persone fisiche che trasferiscono la residenza in Italia”. Anzi, Palazzo Chigi denuncia come sia l’economia italiana a essere “da molti anni penalizzata dai cosiddetti paradisi fiscali europei, che sottraggono alle nostre casse pubbliche ingenti risorse”. 

Ed esorta il Governo francese a “unirsi finalmente” agli sforzi italiani in sede Ue “contro quegli Stati membri che applicano da sempre un sistematico dumping fiscale, con la compiacenza di alcuni Stati europei”. Dura anche la reazione della Lega di Matteo Salvini, i cui commenti su Macron una decina di giorni fa avevano spinto la Francia a convocare l’ambasciatrice italiana a Parigi Emanuela D’Alessandro. “Grave e inaccettabile attacco all’Italia, ai suoi imprenditori e ai suoi lavoratori, da parte di un Governo francese ormai in piena crisi” afferma la Lega, “lasciamo a loro nervosismo e polemiche, noi preferiamo lavorare”. 

Non c’è ancora l’intesa sulle regionali, la palla passa ai leader

Per sciogliere i nodi delle regionali, in entrambi gli schieramenti, è arrivata l’ora dei leader: il centrodestra deve riempire ancora tre caselle (quella cruciale del Veneto e, a ruota, Puglia e Campania), nel centrosinistra l’ultimo vero grattacapo è la candidatura di Antonio Decaro. Nessun tavolo è stato convocato formalmente ma Giorgia MeloniAntonio Tajani e Matteo Salvini potrebbero iniziare a parlarne giovedì, prima o dopo il Consiglio dei ministri, mentre Elly SchleinGiuseppe ConteAngelo Bonelli e Nicola Fratoianni hanno un appuntamento già fissato, mercoledì sera sul palco del Monk per la festa di Avs, ma c’è chi ipotizza una riunione, più o meno formale, anche prima. Ieri sera Elly Schlein ha aperto la campagna elettorale di Eugenio Giani all’Isola d’Elba, convinta che “sarà di nuovo il presidente della Regione Toscana perché vinceremo insieme grazie al lavoro di questi anni e grazie all’allargamento della coalizione, che è importante”. 

Ma per la segretaria dem il rebus da dirimere attiene al doppio veto imposto da Decaro alle candidature in consiglio regionale dei suoi ex Michele Emiliano e Nichi Vendola. Ma se il primo “no” potrebbe essere gestito in casa dal Pd, il secondo ha aperto un tema politico con Avs che non ha alcuna intenzione di sopportare diktat sulle proprie liste. La battaglia di posizionamento va avanti da giorni se non da settimane. Il Pd sembra aspettare che sia Decaro a risolvere personalmente la questione con Vendola, togliendo il veto almeno su di lui; l’europarlamentare, invece, potrebbe essere in attesa che sia prima il partito a muoversi con Emiliano. “Sembrava tutto in discesa e invece è diventato tutto complesso e complicato” sintetizza il sindaco di Bari Vito Leccese in un’intervista. “Non ho dubbi che Antonio sia l’unico, oggi, nelle condizioni di poter governare una Regione importante”. Il rischio se non si raggiungesse un accordo è che Decaro si sfili dalla competizione o addirittura decida di candidarsi da indipendente: un colpo durissimo per la coalizione che a quel punto dovrebbe ripiegare su un altro nome (sono già circolati quello dello stesso Vendola e del capogruppo dem al Senato Francesco Boccia). 

A destra confidando che un passo falso possa rendere la Regione realmente contendibile. FdI-Lega e FI per ora non hanno ancora deciso un nome (c’è l’ipotesi dominante dell’azzurro Mauro D’Attis, anche se si è fatto avanti Marcello Gemmato, Fdi) e probabilmente non lo faranno fino a quando il quadro del centrosinistra non sarà definito. Ancor più delicata la partita del Veneto, dove i meloniani potrebbero fare un atto di “generosità” nei confronti della Lega a fronte di compensazioni future. In questo caso si fa il nome di Alberto Stefani ma è circolato anche quello di Lorenzo Fontana. In Campania, invece, sembrerebbe arretrare l’opzione Giosy Romano: in lizza il meloniano Edmondo CirielliMara Carfagna, proposta dai Moderati di Maurizio Lupi. 

Alla Camera

Nella giornata di oggi e per tutto l’arco di questa settimana l’Assemblea della Camera non si riunirà. I lavori dell’Aula di Palazzo Montecitorio riprenderanno martedì 9 settembre con la ratifica di diversi trattati internazionali

Per quanto riguarda le Commissioni, questa settimana, si riunirà solamente la Cultura che proseguirà il ciclo di audizioni sul ddl in materia di consenso informato in ambito scolastico.

Al Senato

Nella giornata di oggi e per tutto il resto della settimana l’Assemblea del Senato non si riunirà. L’aula di Palazzo Madama tornerà a riunirsi mercoledì 10 settembre per esaminare il decreto-legge per il commissariamento dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e per il finanziamento dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, il ddl per il riconoscimento e la promozione delle zone montane, diverse ratifiche di trattati internazionali, il ddl per la partecipazione italiana a Banche e a Fondi multilaterali di sviluppo e il ddl di modifica dell’intesa tra il Governo della Repubblica italiana e la Tavola valdese.

Per quanto riguarda le Commissioni, nell’arco di questa settimana, si riunirà solamente la Giustizia per confrontarsi sul decreto-legge per il contrasto alle attività illecite in materia di rifiuti, bonifica Terra dei fuochi e assistenza alla popolazione colpita da eventi calamitosi.

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