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La frequenza 51 di San Marino? Una frequenza scomparsa nell’etere italiano

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È possibile che quella frequenza facesse parte del pacchetto delle frequenze messe all’asta dallo Stato italiano prima ancora che questi ne disponesse del tutto? Si apre un conflitto di diritto o tutto può essere chiarito e messo sul tavolo?

Parliamo della 51. Non si riferisce alla strada americana e neanche al distillato che serve per fare la Caipirinha. Al contrario è una frequenza televisiva, assegnata alla Repubblica di San Marino e dal futuro incerto.

Non è chiaro cosa stia succedendo intorno a questa frequenza, eppure di sicuro qualcosa sta accadendo. E senza ragioni convincenti. Ma procediamo con ordine.

San Marino è un piccolissimo Stato che, a dispetto delle ridotte dimensioni e al pari di altri Stati di piccole dimensioni, ha una assegnazione di frequenze del tutto simile a quelli di altri Stati di dimensioni ben maggiori. E la frequenza 51 appartiene a quella dote. Una frequenza che per lunghi anni ha consentito al servizio televisivo della piccola Repubblica, la San Marino RTV (partecipata al 50% con la RAI), di essere ricevuto anche su buona parte del territorio nazionale. Poi ad un certo punto, questo regime viene messo in forse. Gli organismi internazionali assegnano 14 frequenze al lato orientale dell’Adriatico e 14 frequenze al lato occidentale. La frequenza 51 è compresa tra queste ultime. Intanto la copertura della San Marino TV si restringe alle sole regioni Emilia Romagna e Marche. Ma non è finita. Ora, secondo alcuni, quella frequenza deve essere ceduta all’Italia. E l’Italia ne convertirebbe l’uso assoggettandola ai servizi telefonici previsti dalla nascita del 5G. Addirittura, sembra che tale cessione debba essere necessariamente perfezionata entro il 31 agosto 2021.

A quali condizioni?

L’Italia offre la ripetizione del segnale televisivo di San Marino RTV su tutto il territorio italiano e una contropartita a titolo di indennizzo nella misura di 2,5 milioni di euro annui. San Marino, da canto suo, accetta la ripetizione del segnale, ma reclama probabilmente un indennizzo maggiore.

Tuttavia, la vicenda si tinge di giallo se ci si chiede, coma qualcuno ha fatto, di chi sia ancora oggi la reale proprietà della frequenza 51, ovvero chi ne possa disporre o ne abbia già disposto un uso diverso (frequenza 5G) da quello per cui era stata originariamente assegnata (TV). E il giallo permane se ci si chiede se la frequenza 51 faccia già parte di accordi tra terze parti, che non comprendano la Repubblica di San Marino che risulta ancora essere la legittima proprietaria.

Insomma una vicenda sulla quale sarebbe opportuno fare chiarezza, ricomponendo il quadro, non solo degli interessi in gioco, ma anche con una ricostruzione di tutti i soggetti coinvolti in base al ruolo svolto in passato o eventualmente da svolgere in futuro.

Al contrario, a fronte di un quadro così incerto, se non sospetto, qualcuno vorrebbe bruciare i tempi, senza se e senza ma.

In situazioni così complesse, sarebbe forse opportuno adottare una maggior cautela, evitando scelte guidate dalla fretta compulsiva di presunte circostanze di favore che, se perse, non si riproporrebbero mai più. Chi ha una frequenza di tale valore può dettare le condizioni.

Ci sono tutti i tempi per chiarire la vicenda. Qual è lo stato attuale della frequenza 51 e quali le condizioni perché passi a nuove assegnazioni attraverso un sistema di reciproche e plausibili convenienze tra Stato Italiano e Repubblica di San Marino. O entrano, più o meno indebitamente altre figure private non meglio specificate?

Una ragione in più perché vinca la cautela e la prudenza, nell’interesse di ambo le parti.