Finestra sul mondo

La Francia ‘comanda’ l’Europa, Jon Huntsman nominato nuovo ambasciatore USA in Russia, Indipendenza Catalogna, Brexit

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Il nuovo ordine europeo, il riflettore si sposta dalla Germania alla Francia

29 set 11:25 – (Agenzia Nova) – Il settimanale britannico “The Economist” dedica la copertina al “nuovo ordine europeo”. Fino a poco tempo fa, la risposta alla domanda “Chi guida l’Europa?” era ovvia: la cancelliera della Germania, Angela Merkel. Ora le cose appaiono diverse. La leader tedesca ha vinto le elezioni, ottenendo il suo quarto mandato, ma ne e’ uscita ridimensionata; ha davanti a se’ lunghe settimane di consultazioni per formare un governo di coalizione; sei milioni di elettori hanno sostenuto un partito xenofobo di estrema destra, Alternativa per la Germania, che ora e’ diventato la terza forza parlamentare. A ovest del Reno, invece, il presidente della Francia, Emmanuel Macron, il cui partito controlla il parlamento, brucia di ambizione, come ha confermato anche il suo discorso di questa settimana sull’Unione Europea. Riuscire a riportare il suo paese al centro della scena europea dopo un decennio dipendera’ non solo dai suoi piani per l’Ue, ma dal successo del suo programma di riforme in patria. Quello di Macron, secondo l’autorevole periodico, e’ stato un intervento “pieno di idee”, ad esempio quelle sul bilancio militare condiviso, sull’agenzia per l’innovazione e sul rafforzamento dell’area dell’euro. Per certi versi il ruolo di innovatore intellettuale su cui punta il leader dell’Eliseo si inserisce in una consolidata tradizione francese. Inoltre, alcune proposte, come l’imposta sull’anidride carbonica, quella sul fatturato delle multinazionali tecnologiche e quelle contro il dumping sociale e per l’armonizzazione fiscale, sono in continuita’ con una battaglia contro la competizione sleale all’interno dell’Ue che Parigi conduce da tempo. Tuttavia, Macron ha un obiettivo piu’ sottile e radicale rispetto al dirigismo vecchio stile. Il suo scopo e’ battere il populismo trovando un equilibrio tra la sicurezza del lavoro e l’innovazione. L’efficacia delle sue idee dipendera’ da come verranno usate: se serviranno a promuovere un’Europa piu’ aperta e intraprendente o a costruire una fortezza protezionistica. Comunque, non saranno neanche messe alla prova se Macron non riuscira’ a realizzare le sue politiche in casa. Se la Francia rimarra’ una minaccia alla stabilita’ economica dell’Ue invece di essere un punto di forza, il suo presidente non avra’ il ruolo di protagonista a cui aspira. L’inizio nella politica interna non e’ stato facile; del resto, i tentativi di riforma in Francia sembrano seguire sempre lo stesso schema: manifestazioni, crisi di governo, immobilismo. Macron, pero’, potrebbe rompere quello schema: nel corso dell’estate, senza troppo clamore, ha negoziato e concordato con i sindacati una liberalizzazione del mercato del lavoro. Per molti versi il giovane leader e’ ancora da comprendere: al tempo stesso sembra audace, disciplinato e riflessivo. Negli ultimi anni la Francia e’ stata una partner debole della Germania; se vuole cambiare questa dinamica, Macron deve muoversi rapidamente per far corrispondere alla riforma del lavoro una revisione del bilancio della formazione, con l’incremento dell’apprendistato e il miglioramento dei servizi per l’impiego. Deve anche spiegare che i suoi piani di riduzione delle tasse non sono concepiti solo per avvantaggiare le imprese e i piu’ abbienti. Deve rassicurare gli altri Stati europei che non vuole erigere muri. Il compito e’ arduo, ma i fatti hanno insegnato che e’ un errore scommettere contro Macron.

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Usa, il Senato conferma la nomina di Jon Huntsman a nuovo ambasciatore in Russia

29 set 11:25 – (Agenzia Nova) – Il Senato federale degli Stati Uniti ha confermato giovedi’ la nomina presidenziale di Jon Huntsman a nuovo ambasciatore statunitense in Russia. Huntsman, ex governatore dello Utah, e’ noto per aver chiesto pubblicamente, lo scorso anno, il ritiro di Donald Trump dalla campagna presidenziale. Proprio la sua scarsa simpatia per il presidente potrebbe contribuito quest’ultimo a conferirgli la nomina, date le incessanti accuse di “collusione” con il Cremlino mosse da oltre un anno all’indirizzo dell’inquilino della Casa Bianca. Huntsman ha gia’ servito in due occasioni come ambasciatore degli Stati Uniti: ha rappresentato il suo paese a Singapore, durante la presidenza di George H.W. Bush, e in Cina, durante il primo mandato di Barack Obama, per poi tornare negli Usa nel 2012 e candidarsi senza successo alla presidenza. Durante l’audizione per la conferma della nomina, di fronte alla commissione Relazioni estere del Senato, Huntsman ha riservato alla Russia toni molto duri: a suo dire, “non esiste alcun dubbio, lo ripeto, alcun dubbio” che Mosca abbia interferito con le elezioni presidenziali Usa dello scorso anno, e che “continui a intromettersi nel processo democratico dei nostri amici e alleati”.

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Usa, e’ gia’ partito l’assalto dei lobbisti all’appena abbozzata riforma del Codice fiscale

29 set 11:25 – (Agenzia Nova) – A meno di 24 ore dall’entusiastico annuncio dei Repubblicani del loro ambizioso programma di colossale abbassamento della pressione fiscale negli Stati Uniti, la riforma – che per la verita’ e’ stata sinora soltanto delineata nelle sue direttrici e finalita’ piu’ generiche – sconta gia’ un duplice attacco: da una parte quello mediatico della stampa piu’ ostile al presidente Donald Trump – a partire dalla “Washington Post” – secondo cui quello dei Repubblicani e del presidente non e’ un programma senza precedenti in grado di rilanciare la crescita economica e dei salari, ma un esercizio di “codardia e disonesta’” che si ridurra’, a conti fatti, “a uno dei soliti tagli della pressione fiscale repubblicani, compensati da esercizi teorici che eroderanno la salute fiscale Usa e graveranno sulle future generazioni”. Piu’ temperata la reazione di altri quotidiani, come il “Wall Street Journal”, che preferiscono attendere di conoscere piu’ nel dettaglio le intenzioni dell’amministrazione presidenziale. Il secondo attacco, invece – dagli esiti potenzialmente assai piu’ rilevanti – e’ quello dei tanti interessi particolari presenti a Washington – primi tra tutti, in questo caso, la finanza e il settore immobiliare – con lobbisti e gruppi di pressione che sono gia’ al lavoro per scongiurare il taglio di esenzioni e benefit fiscali che dovrebbero accompagnare la generica semplificazione del Codice fiscale. Per il momento, scrive il “New York Times”, non e’ ancora chiarissimo quali e quanti trattamenti fiscali di favore rischino di essere eliminati: su questo fronte, almeno, l’ambiguita’ del presidente Trump e dei suoi collaboratori pare deliberata. I lobbisti, comunque, non si perdono d’animo, e contano sui loro numerosi contatti al Congresso, con cui il segretario del Tesoro, Steven Mnuchin, dovra’ necessariamente collaborare, se vorra’ vedere approvata la riforma. La maggioranza repubblicana al Congresso e’ parsa ieri insolitamente compatta, ma le apparenze ingannano, scrive il “Wall Street Journal”: i legislatori che rappresentano gli Stati con una elevata imposizione fiscale sono gia’ pronti a puntare i piedi contro la revoca delle esenzioni individuali per le tasse locali e statali.

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Spagna, la Bbva nelle elezioni messicane punta su un presidente “non populista”

29 set 11:25 – (Agenzia Nova) – A meno di un anno dalle elezioni generali del 2018, “la prima entita’ finanziaria del Messico” entra nel vivo della campagna elettorale. Il presidente della banca spagnola Bbva (Banco Bilbao Vizcaya Argentaria) Francisco Gonzalez, racconta “El Pais”, ha sottolineato “l’importanza” dell’appuntamento elettorale nel paese nordamericano: “Se il Messico sceglie, come mi auguro, un presidente con conoscenza e una visione realistica di cio’ che e’ il Messico e il mondo, questo paese compira’ un progresso enorme nei prossimi sei anni”, tanto quanto dura il mandato del capo di Stato. “Se al contrario, il presidente dovesse essere una persona che ha una visione piu’ legata al passato, populista, che pensa di poter promettere molte cose che poi non si possono realizzare… sarebbe un passo indietro”. E’ il caso di “un paese molto vicino, nel quale negli ultimi 15 anni abbiamo visto un autentico disastro”, ha detto Gonzalez facendo riferimento al Venezuela, scrive la testata. Analisti e media internazionali fanno spesso riferimento alla accreditata candidatura presidenziale di Andres Lopez Manuel Obrador, il leader della formazione di sinistra Morena, come espressione di una visione politica non lontana da quelle neosocialiste che hanno orientato molti governi della regione negli ultimi anni. La Bbva, che ha annunciato lo stanziamento di 10 milioni di dollari per la ricostruzione delle scuole colpite dai recenti terremoti, ha negli ultimi anni “raddoppiato la sua scommessa sul Messico, paese che gia’ fornisce il 46 per cento dei suoi utili totali, dinanzi all’America del Sud (18 per cento), Turchia (14 per cento), Usa (11 per cento) e Spagna (7 per cento)”.

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Catalogna, la grande incognita del “giorno dell’indipendenza”

29 set 11:25 – (Agenzia Nova) – “Incertezza. Non sappiamo cosa aspettarci esattamente, ma siamo pronti a verificarlo”. Lo dice al quotidiano “La Vanguardia” l’olandese Daan Everts, capo della missione internazionale accolta in Catalogna per vigilare sul referendum indipendentista proclamato per il 1° ottobre. Parole che traducono l’unica notizia che i media spagnoli, a 48 ore dalla fatidica data, riescono a dare: nessuno sa se e come si svolgera’ un referendum che le autorita’ di Barcellona sostengono fino all’ultimo, nonostante il parere ostile del governo centrale e i pronunciamenti della giustizia costituzionale. Una partita senza intervalli che ha una audience crescente anche all’estero. Oggi la delegazione del governo spagnolo in Catalogna riunisce i consoli stranieri a Barcellona per un giro di informazioni su cosa ci si dovrebbe attendere per la giornata. I diplomatici sono stati convocati tutti, ma la riunione sarebbe nata soprattutto dall’impulso di Germania e Stati Uniti, scrive il quotidiano locale “Ara” rilanciato da “El Mundo”. All’incontro, rispondendo alla strategia della Moncloa di tenere un basso profilo in queste ore calde, non partecipa nessun esponente di prima fila del governo e neanche il delegato in Catalogna Enric Millo, ma il suo vice Emilio Ablanedo. Tutt’altra risonanza si aspetta il “govern” catalano, convocando per le 12 di oggi presso l’I International Press and Broadcasting Center – nella centrale Avenida Diagonal di Barcellona – una conferenza stampa che dovrebbe illustrare ogni dettaglio delle operazioni di voto. E l’occhio dei paesi terzi, come detto, sara’ garantito dalla missione internazionali finanziata esclusivamente da think tank olandese “The Hague Centre for Strategic Studies”. Nonostante l’invito giunto da Barcellona, non potevano esserci delegazioni dell’Unione europea, delle Nazioni Unite o dell’Osce, organismi che rispondono solo a chiamate dei governi centrali. Everts guidera’ una squadra di cinque osservatori “di esperienza” appoggiati per l’occasione da altri 14 elementi. In passato il diplomatico olandese aveva guidato la missione Osce in Kosovo, ma quello che sta succedendo a Barcellona e dintorni “e’ inusuale”. Nell’intervista dribbla accuratamente ogni giudizio e commento di merito, rimandando a un rapporto express che verra’ prodotto lunedi’ prima di licenziare il documento piu’ ampio di raccomandazioni e conclusioni, nei giorni a seguire.

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Brexit, Barnier apprezza la “nuova dinamica” introdotta dal discorso di Firenze ma avverte che potrebbero volerci mesi prima di passare alla prossima fase

29 set 11:25 – (Agenzia Nova) – Il capo negoziatore della Commissione europea per la Brexit, Michel Barnier, riferisce il “Financial Times”, ha espresso apprezzamento per “la nuova dinamica” impressa alle trattative dalla premier del Regno Unito, Theresa May, col conciliante discorso di Firenze della settimana scorsa, ma ha avvertito che molti ostacoli restano ancora da superare prima che Bruxelles avvii una discussione sul periodo di transizione. Al di la’ della Manica, soprattutto nella comunita’ d’impresa, c’e’ la crescente speranza che il Consiglio europeo di ottobre possa segnare l’inizio dei colloqui per un accordo su una fase transitoria biennale prima di quelli, piu’ ampi, sulla successiva relazione commerciale; di fatto gli effetti della Brexit sarebbero rinviati al 2021. Un nuovo round negoziale e’ in programma a partire dal 9 ottobre, meno di due settimane prima del Consiglio in cui i leader dovranno valutare se siano stati compiuti “sufficienti progressi” per andare oltre. Mentre il segretario britannico per l’Uscita dall’Ue, David Davis, si e’ detto ottimista e ha parlato di passi avanti “decisivi”, Barnier stato e’ piu’ cauto: “Il discorso di Theresa May ha reso possibile sbloccare la situazione, in qualche modo, dare una nuova dinamica alla situazione. Tuttavia, ci vorranno settimane, o forse perfino mesi prima di essere in grado di dire che ci sono stati progressi sufficienti”. Le tre questioni prioritarie sono i diritti dei cittadini comunitari residenti nel paese uscente e di quelli britannici che risiedono in altri Stati membri; gli obblighi finanziari e la questione del confine nordirlandese. Riguardo alla tutela dei cittadini un punto critico e’ la giurisdizione della Corte europea di giustizia, che Londra rifiuta.

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Francia, Les Patriotes di Philippot diventa una formazione politica

29 set 11:25 – (Agenzia Nova) – L’ex numero due del Front National (Fn), Florian Philippot, ha reso noto che la sua formazione Les Patriotes e’ diventata una formazione politica. “Adesso Les Patriotes e’ una formazione politica, ma non un partito, perche’ non vogliamo fare come i partiti tradizionali, molto gerarchici, dove tutto parte dall’alto”, ha dichiarato Philippot, intervenendo al programma “La Matinale”. “Mettiamo la Francia prima di tutto. Non siamo settari, per cui potremmo anche aderire a un partito politico o a un sindacato”. L’annuncio arriva a una settimana dall’uscita di Florian Philippot dal Fn, dopo essere entrato in conflitto con la stessa Marine Le Pen, per avere rifiutato di lasciare la presidenza di Les Patriotes. La sconfitta alle elezioni presidenziali, unita al lancio di Patriotes in piena campagna per le elezioni legislative, aveva riacceso le critiche verso il vicepresidente dell’Fn, sospettato di preparare una scissione dal partito di estrema destra.

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Francia, votata estensione controlli fuori da aeroporti e stazioni nell’ambito della legge sull’antiterrorismo

29 set 11:25 – (Agenzia Nova) – I deputati francesi hanno votato ieri uno degli articoli piu’ controversi del progetto di legge sull’antiterrorismo, che prevede di allargare i controlli a stazioni, porti e aeroporti. Il testo prevede di estendere i controlli “entro un raggio massimo di venti chilometri da porti e aeroporti” piu’ sensibili e non solo all’interno delle strutture. Il testo prevede anche di fare passare da sei a 12 ore la serata massima del controllo. L’esecutivo ha giustificato il provvedimento adducendo la scadenza della deroga alla Convenzione di Schengen accordata alla Francia per ristabilire i controlli alle frontiere interne dopo gli attentati del 13 novembre 2015. La disposizione e’ stata criticata dai Repubblicani, che hanno chiesto il “mantenimento incondizionato dei controlli alle frontiere”. Polemiche sono arrivate anche dai partiti di sinistra, che temono tali disposizioni possano applicarsi alla lotta contro l’immigrazione.

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Germania: rivoluzione energetica, parchi eolici offshore fermi al palo

29 set 11:25 – (Agenzia Nova) – Il parco eolico offshore di Kaikas, nel Mare del Nord, era stato approvato dall’Agenzia Federale Marittima e Idrografica (Bsh) e doveva essere pronto per la fine del 2019. Ad tutt’oggi non se n’e’ fatto nulla, e il parco sara’ costruito 120 chilometri a Nord dell’isola di Borkum, dove l’acqua e’ profonda 40 metri. Dietro al progetto del parco di Kaikas c’e’ la Wpd di Brema. Dopo varie modifiche al quadro giuridico, le possibilita’ della sua realizzazione tendono ad essere zero. Vi e’ rabbia nell’industria, perche’ ci sono diversi altri progetti offshore che non possono essere portati a termine nonostante l’approvazione, proprio a causa del mutamento del quadro normativo. “Abbiamo iniziato lo sviluppo del progetto Kaikas nel 2005, e da allora abbiamo avuto costi di sviluppo di dodici milioni di euro”, ha dichiarato Klaus Meier, presidente del Consiglio di sorveglianza della Wpd AG, al quotidiano “Handelsblatt”. “Abbiamo bisogno di un quadro normativo affidabile, altrimenti l’investimento non e’ possibile. L’intervento che abbiamo dovuto accettare in vista del progetto “Kaikas, pero’, equivale all’esproprio”, critica il manager. Oggi i contratti sono assegnati a chi accetta la remunerazione piu’ bassa. Gli operatori dei parchi eolici offshore ricevono 19 centesimi per kilowattora per i primi otto anni: una frazione dei “vecchi” contributi. In certi casi, il contributo pubblico e’ addirittura nullo. Per il cambiamento di sistema, il legislatore ha previsto un periodo di transizione pluriennale. Alcuni sviluppatori di progetti che hanno avuto un permesso in tasca per anni dovevano ancora partecipare al processo di offerta e non gli e’ riuscito. Kaikas rientra in questa categoria.

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Generali intende dire addio alle vecchie polizze vita in Germania

29 set 11:25 – (Agenzia Nova) – Il numero uno del settore assicurativo del ramo vita, il gruppo italiano Generali, ha recentemente dichiarato l’intenzione di cambiare le propria attivita’ in questo ramo in Germania. Attualmente nel settore i tassi d’interesse a lungo termine sono molto elevati, pertanto vendendo un numero considerevole di polizze vita dovrebbe migliorare di 26 punti percentuali la solvibilita’ del gruppo. I 2.800 dipendenti di Generali in Germania continueranno a lavorare per il piu’ grande gruppo finanziario tedesco, Dvag, di cui la societa’ italiana detiene il 40 per cento. Delle vendite dei prodotti italiani si preoccupera’ il marchio AachenMuenchener, che fa parte ddi Dvag. Oltre a Gererali operano nel settore Ergo e Axa Germania, che tramite il suo direttore Alexander Vollert ha annunciato la digitalizzazione di molti servizi.

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