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Il polmone verde non funziona più: la foresta amazzonica emette più CO2 di quanta ne assorbe

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Nuovo studio internazionale pubblicato su Nature Climate Change: la foresta amazzonica brasiliana ha invertito il suo ruolo, negli ultimi 10 anni ha emesso il 20% in più di CO2 rispetto a quanta assorbita. Nel 2019 la deforestazione è aumentata di quattro volte, degradando il polmone verde. Abbiamo raggiunto i 420 ppm di CO2 in atmosfera, come 15 milioni di anni fa.

Più diossido di carbonio (CO2) emettiamo in atmosfera, più la temperatura media del pianeta rischia di aumentare. Entro la fine del 2021 le emissioni di CO2 aumenteranno di 1,5 miliardi di tonnellate, se non si farà qualcosa per evitare il peggio, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea).

Fino ad oggi le grandi foreste pluviali e tropicali hanno mitigato questo aumento di gas serra nell’atmosfera, assorbendone la gran parte (assieme agli oceani), ma ora qualcosa sembra non funzionare più in questo meccanismo fondamentale per il clima terrestre e soprattutto per la nostra stessa esistenza.

Amazzonia ferita: così una foresta degradata inizia ad emettere CO2

Un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Climate Change ha dimostrato che negli ultimi dieci anni la foresta amazzonica ha rilasciato il 20% di CO2 in più rispetto a quanta ne ha assorbita. Dal 2010 al 2019, infatti, il bacino amazzonico in terra brasiliana ha emesso 16,6 miliardi di tonnellate di CO2 contro le 13,9 milioni assorbite.

Ce lo aspettavamo da tempo, ma è la prima volta che verifichiamo il capovolgimento del ruolo delal foresta amazzonica brasiliana, che di fatto sta diventando un emettitore netto di CO2”, ha dichiarato il coautore dello studio, Jean-Pierre Wigneron, ricercatore dell’INRA.

Il documento conferma anche l’enorme processo di deforestazione che ha colpito l’Amazzonia: nel 2019 la deforestazione frutto di incendi e taglio di alberi è aumentata di quattro volte in soli due anni, da circa 1 milione a 3,9 milioni di ettari tagliati via.

Alberi e oceani unici alleati contro inquinamento e global warming

Non bisogna mai dimenticare che gli unici veri alleati dell’uomo contro il surriscaldamento globale e nel contrasto ai cambiamenti climatici sono proprio gli alberi e la foresta amazzonica contiene il 60% quasi di tutte le foreste pluviali tropicali del mondo.

Negli ultimi 50 anni, piante, alberi e suolo hanno assorbito il 30% delle emissioni mondiali di CO2, un altro 20% è stato assorbito dagli oceani.

Alla base di questo studio c’è anche un’altra notizia di massimo rilievo scientifico: le foreste che si degradano (inquinate, soggette a pesanti tagli di piante o a incendi) diventano una fonte di emissione di CO2, cioè cambiano natura, invece di assorbire, producono gas serra.

CO2 di nuovo in aumento, come 15 milioni di anni fa

Di questo passo, si legge in uno studio dell’Università di Southampton, si stima che entro il 2025 raggiungeremo livelli di CO2 pari a 427 ppm. L’ultima volta che il pianeta ha vissuto numeri del genere è stato nel Miocene, 15 milioni di anni fa circa.

Il Primo Maggio 2021 si sono toccate le 420 ppm di CO2 nel mondo, ma ad aprile si è già raggiunto un picco di concentrazione di CO2 in atmosfera pari a 421 ppm.

Sempre secondo l’Iea, le emissioni di CO2 aumenteranno del +5% nel 2021 a 33 miliardi di tonnellate e questo nonostante le fonti energetiche rinnovabili soddisferanno il 30% della domanda globale di energia elettrica.