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La fibra nelle aree rurali? Ecco i numeri che svelano gli errori della gestione CDP di Open Fiber

Abbiamo fatto quello che nessuno di solito fa mai. Siamo andati a vedere i dati pubblici e disponibili sul sito del MiSE e li abbiamo analizzati. Cosa non facile da fare. Purtroppo viene fuori un quadro disarmante sui ritardi nella penetrazione dell’FTTH nelle aree rurali del Paese ed abbiamo fatto qualche riflessione.

All’inizio di dicembre 2021 Cassa Depositi e Prestiti (CDP) nomina il nuovo vertice di Open Fiber. Il primo atto formale è stato l’approvazione del Piano industriale preparato dal nuovo AD nei tre mesi precedenti, quando occupava il ruolo di Direttore Generale. Avevamo già riferito con dovizia di numeri di come la realizzazione della rete stava procedendo ad una velocità pari alla metà di quanto previsto dal nuovo vertice Open Fiber sotto gestione CDP, ma ci siamo resi conto che in realtà la situazione è molto peggiore se si guarda all’utilizzabilità della rete stessa.

Ci spieghiamo meglio. È inutile parlare di km di infrastruttura realizzati. È solo uno specchietto per le allodole. L’unico dato significativo per i cittadini (e per giustificare il denaro pubblico speso) è rappresentato dalle cosiddette unità immobiliari vendibili. Cioè le case raggiunte dalla fibra, nelle quali un cittadino può chiedere ad un operatore l’attivazione della connessione in fibra.

Ebbene, da quando CDP ha preso in mano la gestione di Open Fiber e nominato il nuovo AD, all’inizio di dicembre 2021, le unità immobiliari vendibili, pubblicate sul sito sopra riportato, erano circa 1.550.000.  

Alla fine di giugno 2022 e cioè dopo 7 mesi di gestione del nuovo AD (gestione nel pieno dei poteri operativi visto che era già Direttore Generale da settembre 2021) le unità immobiliari vendibili risultano circa 1.950.000. Cioè 400.000 in più.  

Il piano di Open Fiber prevede a dicembre 2022, 3.600.000 unità immobiliari vendibili.

Ora… se sono state realizzate solo 400.000 unità incrementali in 7 mesi, come è possibile che se ne facciano circa 1.600.000 in 6 mesi?

Per quanto tempo ancora i cittadini devono vedere il loro denaro gestito in questo modo? Quali altre evidenze servono a CDP per capire che l’attuale management di Open Fiber è inadeguato a gestire un’operazione così complessa di rilevanza strategica per il Paese e sta mettendo a repentaglio la possibilità di realizzare la rete unica?

Se i mercati hanno bocciato il piano della rete unica proposto d’intesa dal vertice di TIM e Open Fiber e forse perché gli analisti finanziari hanno capito prima e meglio di CDP che ci sono ostacoli insormontabili, in primis l’Antitrust europeo e, con esso, la capacità di esecuzione dei piani del management attuale.

Speriamo che presto qualcuno intervenga e proponga un piano alternativo e lo faccia realizzare a manager capaci e con conoscenza del settore così da togliere CDP dall’attuale imbarazzo.

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