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La direttiva Ue disattesa in Italia. I Tributaristi dell’associazione Lapet: “Penalizzati i non iscritti agli Albi o Ordini”

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I Tributaristi dell’associazione LAPET lamentano la mancata effettiva applicazione in Italia della Direttiva Ue 958/2018 “perché permangono le riserve ancora presenti nell’ordinamento nazionale che, per la loro incoerenza ed illogicità, penalizzano fortemente i non iscritti agli Albi o Ordini”. LAPET, anche con il Congresso del 9 maggio a Roma, mira alla effettiva rimozione delle riserve relative all’apposizione del visto di conformità ed al patrocinio avanti alle Commissioni Tributarie, in quanto trattasi di attività che dovrebbero poter essere esercitate anche dai Tributaristi Qualificati e Certificati.

In 5 anni non è stata pienamente applicata in Italia, creando forti discriminazioni tra i lavoratori con gravi esclusioni da tutele, previste solo per i professionisti ordinistici, come la mancata sospensione della decorrenza di termini relativi ad adempimenti tributari, in caso di inadempimento dovuto a malattia o infortuni o inabilità assoluta al lavoro. 

Stiamo parlando della direttiva europea 958 del 2018 relativa a “un test della proporzionalità prima dell’adozione di una nuova regolamentazione delle professioni”, che nel nostro Paese è stata recepita dal decreto legislativo 16 ottobre 2020, n. 142, partendo dal concetto che tale regolamentazione miri a un’apertura dei mercati nazionali dei servizi professionali mediante l’affermazione e l’applicazione del principio di non restrizione delle libertà riconosciute dal diritto comunitario. Ma c’è qualcosa di non equo.

Infatti, i Tributaristi dell’associazione nazionale LAPET, presieduta da Roberto Falcone, lamentano una mancata effettiva applicazione della direttiva, “perché”, sostengono, “permangono le riserve ancora presenti nell’ordinamento nazionale che, per la loro incoerenza ed illogicità, penalizzano fortemente i non iscritti agli albi o ordini. LAPET mira alla effettiva rimozione delle riserve relative all’apposizione del visto di conformità ed al patrocinio avanti alle Commissioni Tributarie, in quanto trattasi di attività che dovrebbero poter essere esercitate anche dai Tributaristi Qualificati e Certificati”.

Per esempio, anche la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, nel riconoscere il diritto di esercitare una professione liberamente scelta, “dichiara” come illegittimo il fatto che norme nazionali che disciplinano l’accesso alle professioni regolamentate pongono ostacoli ingiustificato o sproporzionato all’esercizio del suddetto diritto, fondamentale all’esercizio di una professione. 

Dunque, si tratta di una direttiva importante che mira a garantire che le regolamentazioni delle professioni siano proporzionate, efficaci e rispettose della libera circolazione dei servizi all’interno del mercato unico dell’Unione Europea. Pertanto, con l’intento di rendere il mercato dei servizi nazionali conforme ai principi comunitari di tutela della concorrenza e di libera prestazione dei servizi, vuole eliminare gli ostacoli alla libera circolazione dei servizi, creando vantaggi per cittadini, imprese e professionisti.

Cause di giustificazione alla restrizione delle attività professionali

 La restrizione delle attività professionali può essere giustificata, secondo la direttiva, solamente sulla base di finalità di interesse generale riconosciute dall’Unione e nel rispetto del principio di proporzionalità. 

Alla luce di ciò, non sembrano giustificate le restrizioni alle attività dei Tributaristi Qualificati e Certificati ai sensi della legge n. 4/2013.

Per quanto riguarda la professione dei Tributaristi nella loro attività di professionisti dell’assistenza e della consulenza contabile e fiscale, l’associazione LAPET non si ravvisa alcuna causa di interesse generale che possa continuare a giustificare la loro esclusione dall’esercizio delle attività ancora riservate ai professionisti iscritti in Ordini. 

Per cui, LAPET auspica un reale recepimento della Direttiva Ue 958/2018, in forza della quale il legislatore nazionale possa procedere al riesame delle esistenti regolamentazioni delle professioni rimuovendo le riserve in contrasto con i principi comunitari, e quindi che venga ristabilito il giusto equilibrio mediante l’attribuzione anche ai Tributaristi Qualificati e Certificati della facoltà di apporre, per esempio, il visto di conformità e di patrocinare avanti alle Commissioni Tributarie con il conseguente potere di autenticazione delle firme.

Il Congresso del 9 maggio a Roma per la libera professione

Il Congresso del 9 maggio vuole essere un’occasione per fare il punto sull’evoluzione della libera professione nel corso dei 40 anni di Lapet e 20 di Assoprofessioni, che nascono come associazioni di categoria con l’obiettivo di tutelare e rappresentare ai decisori pubblici le istanze dei professionisti non organizzati in ordini e collegi riconosciuti dalla legge n.4/2013.

L’Agenda

Si tratta di professioni che hanno affermato la loro valenza e posizione negli anni, non solo nel libero mercato, in ragione delle proprie competenze, ma che sono oggi riconosciute dai decisori pubblici e che per il tramite delle Associazioni che le rappresentano partecipano ai principali momenti di confronto sia a livello parlamentare che governativo, come è il caso di audizioni parlamentari ovvero Tavoli governativi.

Tuttavia, ci sono ancora importanti passi da fare in termini di rimozione di una serie di ostacoli e di preclusioni all’esercizio di tali professioni, che in alcuni caso sono in maniera iniqua esclusi da determinati adempimenti e processi che sarebbero assolutamente in linea con le competenze acquisite e l’attività svolta. In alcuni casi, ai professionisti non ordinistici vengono anche negate tutele e garanzie che invece sono riconosciute ai professionisti ordinistici.

In questo contesto generale, si inserisce il tema dell’attuazione della direttiva oggetto del Congresso, in ragione del suo parziale recepimento in Italia e della necessità che venga realmente applicato il criterio di proporzionalità e che la normativa adottata dalle istituzioni nazionali non determini ostacoli e limitazioni superiori a quelli che sarebbero strettamente necessari per il raggiungimento degli obiettivi.