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La Colombia punta alla costruzione di strade provinciali della ‘pace’, May e Trump smentiscono tensioni tra i due paesi, Crisi Catalana

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Colombia, entro il 2018 oltre duemila chilometri di strade provinciali “per la pace”

26 gen 10:53 – (Agenzia Nova) – Il governo colombiano punta a consegnare, entro il 2018, oltre duemila chilometri di strade nelle province piu’ colpite dal decennale conflitto con le Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia). Entro luglio, segnala il quotidiano “El Espectador”, verra’ attivato il Piano di azione per la trasformazione regionale, passo fondamentale per far partire alcuni dei progetti legati agli accordi di pace firmati con le Farc a fine 2016. In base alla “riforma integrale rurale”, uno dei punti del trattato, le autorita’ si sono infatti impegnate a sviluppare – entro 10, 15 anni – infrastrutture viaire nelle zone meno accessibili e da sempre soggette al controllo esercitato dall’ex guerriglia. Progetti, spiegava a luglio scorso il presidente Juan Manuel Santos, che saranno “fondamentali per portare lo stato in quelle zone che tanto hanno sofferto per la guerra e che sono stati abbandonati”. La redazione di questi piani, ha ricordato la direttrice dell’Agenzia per il rinnovamento del territorio (Art) Mariana Escobar, e’ stato frutto di un “processo molto interessante sviluppato nelle comunita’ locali, soddisfatte perche’ si sono sentite coinvolte”. Si tratta di terre “dominate da una profonda sfiducia nello stato”. Per disegnare i piani di sviluppo si sonno celebrate 400 riunione in 101 municipi, con la partecipazione di oltre 60 mila persone (tra contadini, comunita’ etniche e membri di organizzazione sociali). Entro la fine dell’anno il paese punta di 2.309 chilometri di strade.

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Usa, l’opposizione e alcuni Repubblicani rigettano la riforma sull’immigrazione della Casa Bianca

26 gen 10:53 – (Agenzia Nova) – Il Partito democratico statunitense, associazioni pro-immigrazione e alcuni parlamentari Repubblicani hanno rigettato la riforma dell’immigrazione presentata oggi dalla Casa Bianca al Congresso descrivendola come un “tentativo spietato” di disfarsi degli immigrati e di “sigillare i confini”. E’ quanto riporta il quotidiano “New York Times”. La proposta era stata formulata da due tra gli uomini vicini al presidente Donald Trump piu’ intransigenti sul fronte immigrazione, Stephen Miller, il suo consulente per la politica interna e John Kelly, il capo dello staff della Casa Bianca. In cambio di un percorso verso la cittadinanza per 1,8 milioni di “Dreamers”, la proposta prevedeva l’approvazione di un finanziamento di 25 miliardi di dollari per la sicurezza del confine con il Messico (inclusa la costruzione del muro) e una serie di restrizioni nei confronti di futuri migranti. In particolare, l’abolizione della lotteria dei visti e la limitazione ai ricongiungimenti familiari che i neo cittadini statunitensi avrebbero potuto chiedere esclusivamente per i propri sposi e figli. I senatori democratici e repubblicani lavorano intanto ad una proposta bipartisan da far passare al Senato e poi proporre come un “prendere o lasciare” al presidente Trump.

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Usa-Regno Unito, il presidente Trump e il premier britannico May smentiscono tensioni tra i due paesi a Davos

26 gen 10:53 – (Agenzia Nova) – Il presidente statunitense Donald Trump ha parlato di “solidita’” in riferimento alle relazioni tra gli Stati Uniti e il Regno Unito dopo aver incontrato il primo ministro britannico, Theresa May a Davos, in Svizzera, in occasione del Forum economico mondiale. Il quotidiano “Wall Street Journal” sottolinea come in realta’ i rapporti tra i due paesi siano tesi, tanto che Trump ha improvvisamente cancellato una visita a Londra ad inizio gennaio. Il capo della Casa Bianca, tuttavia, ha smentito quelle che ha definito “voci false”, aggiungendo “siamo sulla stessa lunghezza d’onda su ogni cosa”. La May, da parte sua, ha descritto come una “relazione molto speciale” quella che lega i due paesi, ma il premier britannico si trova in una difficile posizione. Ha bisogno del sostegno di Trump, tra i pochissimi leader ad approvare Brexit, in previsione dell’uscita del paese dalla Unione Europea e per poi procedere a nuovi negoziati bilaterali, ma deve anche tener conto di quanto l’uomo sia sgradito all’opinione pubblica britannica, cosi’ come al Partito conservatore. Sul fronte dei temi, dopo l’annuncio dell’amministrazione Usa dei nuovi dazi sulle importazioni, la May ha genericamente parlato del libero mercato e del sistema delle regole globali come di condizioni che hanno prodotto “enormi avanzamenti in termini di prosperita’”.

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Spagna, Rajoy ignora il Consiglio di Stato e sfida la candidatura di Puigdemont

26 gen 10:53 – (Agenzia Nova) – Una crisi istituzionale dalla portata imprevedibile e’ iniziata ieri, quando il Consiglio di Stato ha respinto la decisione del governo spagnolo di contestare davanti alla Corte costituzionale la possibile investitura di Carles Puigdemont a presidente della Generalitat catalana. L’organo consultivo non ha trovato infatti basi giuridiche per giustificare l’appello del governo che, tuttavia, continua sulla linea di voler contestare e ostacolare la candidatura con ogni mezzo. Lo riferiscono oggi i principali quotidiani spagnoli che ricordano anche come il rapporto stilato ieri dall’organo consultivo spagnolo sia obbligatorio ma non vincolante. Il presidente del governo Mariano Rajoy ha dichiarato a tal proposito che “l’appello dinanzi alla Corte costituzionale deve essere presentato dopo l’atto amministrativo che lo motiva, non si puo’ fare appello contro un annuncio”. Infine, il governo dovra’ prendere atto della decisione del presidente del Parlamento catalano, Roger Torrent, di proporre Puigdemont come candidato per l’investitura con una risoluzione adottata il 22 gennaio scorso. Il Consiglio di Stato, in un’altra consultazione fatta dall’Esecutivo, ha aggiunto pero’ che non e’ possibile investire un candidato per via telematica o per delega. Su questo punto il parere coincide con quello degli avvocati del Parlamento. Gli esperti consultati dal quotidiano spagnolo “La Vanguardia” concordano nel ritenere che la sfida del governo, annunciata ieri dal Vice Presidente Soraya Sa’enz de Santamari’a, potrebbe lasciare l’investitura in uno strano limbo legale.

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Gb-Usa, confermata la visita di Trump che a Londra incontrera’ la Regina

26 gen 10:53 – (Agenzia Nova) – L’incontro tra la premier britannica Theresa May ed il presidente Usa Donald Trump, avvenuto ieri giovedi’ 25 gennaio a Davos a margine del Forum economico annuale, sembra aver fugato le nuvole che negli ultimi tempi avevano offuscato la “relazione speciale” tra Stati Uniti e Gran Bretagna: lo scrive il quotidiano “The Times”, citando come simbolo di questa ritrovata amicizia tra i due paesi la conferma che effettivamente Trump effettuera’ quella visita ufficiale a Londra e che aveva rischiato di essere cancellata a tempo indeterminato. Il viaggio in Gran Bretagna del presidente Usa avverra’ nella seconda parte di quest’anno, probabilmente in estate e potrebbe collegarsi al vertice della Nato che si terra’ a luglio a Bruxelles a cui Trump presenziera’: si trattera’ di una visita di Stato, anche se non sara’ accompagnata dalla usuale pompa prevista dal protocollo per questo tipo di eventi; ad ogni modo il presidente Usa a Londra incontrera’ nuovamente la May nella residenza uffixla di campagna ai Chequers e sara’ ricevuto per un the’ dalla regina Elisabettta II nel palazzo reale di Windsor. Anche se il faccia-a-faccia di ieri a Davos e’ stato assai piu’ formale del primo incontro tra la May e Trump un anno fa alla Casa Bianca di Washington, entrambe le parti hanno voluto sottolineare la ritrovata armonia. Sembra dunque esser stata voltata, commenta con soddisfazione i “Times”, la spiacevole pagina dei dissapori originati dal diverso tono con cui il governo britannico e l’amministrazione statunitense hanno recentemente affrontato alcune questioni controverse, provocando non poche incomprensioni tra le due sponde dell’Atlantico: dal diverso atteggiamento nei confronti dell’immigrazione e dell’accoglienza dei profughi, passando per le polemiche sulla rilocalizzazione dell’ambasciata Usa a Londra per arrivare allo scontro sugli slogan razzisti del movimento di estrema destra Britain First rilanciati da Trump nei suoi tweet.

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Francia, il presidente Macron rassicura gli agricoltori

26 gen 10:53 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese Emmanuel Macron cerca di calmare il malcontento della filiera agricola. Ne parla la stampa francese, riportando alcuni momenti della visita avvenuta ieri nel Puy-de-Dome, nel centro della Francia. La prossima settimana verra’ presentato un progetto di legge contenente alcuni punti stabiliti durante gli Stati generali dell’Agricoltura, mentre a fine febbraio Macron sara’ al salone dell’Agricoltura di Parigi. Tra i dossier piu’ importanti, “Le Figaro” indica quello sull’utilizzo del glifosato, che preoccupa il mondo agricolo. Dopo averne annunciato alcuni mesi fa la fine dell’utilizzo entro i prossimi tre anni, Macron e’ tornato sui suoi passi, affermando che potrebbe essere istituita una deroga per gli agricoltori che non hanno alternative. Altro tema fondamentale e’ quello riguardante i rapporti con i clienti e la grande distribuzione, che applica dei prezzi che nuocciono agli agricoltori. “Les Echos” scrive che il presidente “ha richiamato la grande distribuzione all’ordine”. Il ministro dell’Agricoltura, Ste’phane Travert, e quello dell’Economia, Bruno Le Maire, riuniranno le filiere la settimana prossima. “Se sapremo organizzarci, l’apertura al mondo non sara’ un pericolo” ha detto Macron parlando del ruolo del settore agricolo francese nei mercati internazionali.

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Francia-Argentina, il presidente argentino Macri oggi a Parigi dal suo omologo francese Macron

26 gen 10:53 – (Agenzia Nova) – Il presidente Argentino, Mauricio Macri, e’ oggi a Parigi dal suo omologo francese, Emmanuel Macron, per cercare di “disinnescare le tensioni con la Francia”. E’ quanto afferma “Les Echos”, spiegando che Macri sostiene la realizzazione di un accordo di libero scambio tra l’Unione europea e la Mercosur, per questo cerchera’ di convincere il settore agricolo francese. Per il capo di stato argentino l’incontro di oggi si annuncia particolarmente “delicato”, viste le tensioni di questi ultimi mesi. Oltre al trattato di libero scambio, tra i temi al centro del colloquio c’e’ quello riguardante “il debito storico” dell’Argentina nei confronti del gruppo francese Engie. Macri si era gia’ impegnato con l’allora presidente Hollande a rimborsare 380 milioni di dollari, senza pero’ rispettare gli accordi. A questo si aggiunge la mancata vendita di 4 pattugliatori francesi di Naval group per 360 milioni di dollari. “L’Argentina vorrebbe ottenere l’appoggio della Francia nella sua candidatura di adesione all’Ocse, insieme a delle promesse di investimento” afferma Francisco de Santibanes, specialista di relazioni internazionali al think thank Cari di Buenos Aires. Il paese sudamericano ha bisogno di investimenti per compensare il suo deficit pubblico, che nel 2017 si e’ attestato al 3,9 per cento del Pil. Dall’arrivo al potere di Macri nel dicembre de 2015, il paese ha contratto un debito di 121 miliardi di dollari.

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Il presidente della Confindustria tedesca chiede il riavvio dei negoziati per la grande coalizione

26 gen 10:53 – (Agenzia Nova) – La Confindustria tedesca, per bocca del suo presidente Dieter Kempf, ha invitato l’Unione di centrodestra e l’Spd non solo ad approfondire i dettagli dell’accordo esplorativo per i negoziati di coalizione, ma anche a ricominciare da capo: “Le parti non devono semplicemente ri-etichettare il pacchetto esplorativo nei negoziati di coalizione. Ora devono slegare il pacchetto e aggiungere nuovi contenuti e impulsi”. Questo e’ quanto ha dichiarato in un’intervista rilasciata da Kempf ai giornali del “Funke Media Group” nella giornata di ieri. “Il futuro governo deve puntare di piu’ sull’economia, sulla digitalizzazione, sulla competizione fiscale internazionale e sulla transizione energetica. Cio’ che e’ sul tavolo non e’ ancora una valida base negoziale per una legislatura di successo”, ha affermato Kempf. Il capo della Confindustria tedesca ha criticato in particolare le dichiarazioni sulla politica fiscale e finanziaria. La rinuncia agli aumenti delle tasse e’ in tempi di eccedenze elevate “una questione ovvia”, e non deve oscurare il fatto che “gli sgravi fiscali concordati sono minimi”, ha affermato. Nel documento presentato dai partiti dopo i primi colloqui esplorativi di governo manca, secondo il capo di Confindustria, anche il tema cruciale riguardante la sicurezza informatica per la digitalizzazione. “E’ importante che le parti sviluppino rapidamente una strategia digitale e propongano misure concrete per raggiungere i loro obiettivi” ha concluso.

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Migrazioni, Berlino rinvia la disputa sulle quote di rifugiati nella Ue

26 gen 10:53 – (Agenzia Nova) – Il governo tedesco ha cambiato strategia nell’ambito della disputa sulla distribuzione obbligatoria di rifugiati negli Stati membri della Ue. Nel corso della riunione dei ministri dell’Interno dell’Unione il ministro tedesco, Thomas de Maizie’re (Cdu), ha dichiarato: “La questione della distribuzione e’ la piu’ difficile. Forse ha senso che ci concentriamo sugli altri problemi nel corso del tempo, senza perdere di vista il contesto”. Circoli governativi a Berlino hanno affermato che la Germania si attiene all’obiettivo di distribuire i rifugiati all’interno della Ue, anche se diversi paesi restano categoricamente contrari. De Maizie’re ha cosi’ confermato il corso che il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e il presidente del Bundestag Wolfgang Schaeuble, avevano illustrato nei giorni precedenti. Da un lato, Merkel ha avvertito durante la visita del cancelliere austriaco Sebastian Kurz, la scorsa settimana a Berlino, che tutti i paesi devono partecipare alla solidarieta’ europea nella politica dei rifugiati. D’altra parte, ha detto: “Questo non significa che la distribuzione nell’Unione europea sia il passo iniziale, il primo passo e’ evitare che ci sia l’immigrazione clandestina”. Schaeuble in un’intervista alla “Frankfurter Allgemeine” aveva dichiarato: “La questione della distribuzione dei rifugiati in Europa e’ anche una questione di solidarieta’, ma non una priorita’”. Durante il World Economic Forum di Davos, il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha detto: “La Polonia vuole giocare un ruolo positivo nella disputa sui rifugiati e le migrazioni”.

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Le tariffe doganali di Trump fanno emergere in Italia le divergenze nella coalizione di centro-destra

26 gen 10:53 – (Agenzia Nova) – Lo scontro sulle tariffe doganali introdotte dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta facendo emergere le prime profonde divisioni in Italia all’interno della coalizione di centro-destra in vista delle elezioni del 4 marzo prossimo: lo sottolinea il quotidiano economico britannico “The Financial Times”, il quale riferisce che l’81enne leader dell’alleanza Silvio Berlusconi si e’ schierato senza esitazioni con gli altri leader Ue che al Forum di Davos in Svizzera hanno criticato la politica commerciale Usa. Secondo Berlusconi, “il protezionismo di Trump non e’ una cosa buona neppure per gli Stati Uniti”. Di parere esattamente contrario invece si e’ espresso Matteo Salvini, il leader dell’euroscettica Lega nord e problematico partner nella coalizione di Berlusconi: “Sono con Trump”, ha detto parlando in televisione; “sta difendendo l’industria americana, vuole salvare i posti di lavoro. Tutti lo attaccano, ma io faro’ lo stesso in Italia”, ha dichiarato Salvini. Il duello a distanza sul commercio internazionale ha seguito di pochi giorni il pubblico disaccordo sulla regola di bilancio dell’Unione europea che impone ai paesi dell’eurozona di mantenere il proprio deficit al di sotto della barra del 3 per cento del Prodotto interno lordo: in missione a Bruxelles con l’obbiettivo di accreditarsi come un affidabile e sperimentato statista, Berlusconi all’inizio della settimana aveva rassicurato i leader Ue che l’Italia sotto la sua guida rispettera’ quella regola; il giorno dopo pero’ Salvini lo ha pubblicamente smentito. Il “Financial Times” sottolinea come le aumentate tensioni tra i due leader del centro-destra, anche se non dovessero danneggiare il messaggio della coalizione nelle cinque settimane che mancano al voto, sollevino comunque interrogativi sulla stabilita’ di un eventuale futuro governo delle destre: questi interrogativi, sostiene il quotidiano britannico, stanno facendo aumentare le preoccupazioni dei partner dell’Italia, e soprattutto degli investitori internazionali, sulla composizione del prossimo esecutivo italiano dopo elezioni che sono considerate il prossimo grande test politico per l’Unione Europea. La questione cruciale, in caso di vittoria elettorale del centro-destra, sara’ la scelta del prossimo presidente del Consiglio: se la Lega nord raccogliesse piu’ voti e seggi del partito Forza Italia di Berlusconi, Salvini rivendichera’ per se’ la guida del governo. In caso inverso a scegliere il capo del governo sara’ Berlusconi, che non puo’ ricoprire di persona alcun incarico pubblico a causa di una condanna: ieri l’anziano leader ha avanzato la candidatura del moderato presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani; che pero’ non piace alla Lega nord e neppure a Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia, il terzo partito della coalizione. E c’e’ anche un possibile scenario post-elettorale peggiore ad agitare i sonni di Bruxelles: che cioe’ Salvini decida di abbandonare l’alleanza di centro-destra ed unirsi invece ad un governo con l’anti-establishment Movimento 5 stelle.

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