Finestra sul mondo

La City di Londra preoccupata dalla Brexit, Il giudice americano Kavanaugh accusato di stupro, Macron

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

La City di Londra sempre piu’ preoccupata dalla Brexit

17 set 11:00 – (Agenzia Nova) – La piu’ grande banca tedesca, Deutsche Bank, si sta preparando a trasferire da Londra a Francoforte la gestione di capitali per centinaia di miliardi in seguito alle pressioni esercitae da parte delle autorita’ di regolamentazione europee, che l’hanno messa in guardia sull’enorme complessita’ dei problemi a cui dovra’ far fronte a causa della Brexit: lo scrive in apertura della sua prima pagina di oggi lunedi’ 17 settembre il quotidiano economico britannico “The Financial Times”, secondo cui l’istituto di credito tedesco alla fine potrebbe trasferire in patria fino a due terzi delle sue attivita’, che ammontano a circa 600 miliardi di euro; il giornale ricorda che le attivita’ di Deutsche Bank ammontano quasi alla meta’ del totale di tutte le banche europee messe insieme in Gran Bretagna e che quindi il loro trasferimento sarebbe un colpo micidiale per la City di Londra. Secondo il “Financial Times”, la Banca centrale europea sta facendo pressioni sul piu’ grande istituto di credito dell’Eurozona perche’ riporti in Germania gran parte della sua liquidita’ e dei suoi capitali gestiti, in vista del fatto che con la Brexit i suoi uffici di Londra diventeranno agenzie in un “paese terzo”, quello che appunto la Gran Bretagna diventera’ quando uscira’ dall’Unione Europea il 29 marzo prossimo. Un altro segno del crescente malessere degli investitori britannici in vista della Brexit secondo “The Financial Times” e’ poi la decisione della societa’ di assicurazioni Aviva di contestare il progettato trasferimento da Londra ad Amsterdam del quartier generale della multinazionale anglo-olandese Unilever, di cui e’ uno dei maggiori azionisti: il giornale ricorda che il mese prossimo Unilever, che e’ quotata sia alla Borsa di Londra che a quella di Amsterdam, sottoporra’ al voto separato dei suoi azionisti britannici ed olandesi un piano che porrebbe fine alla sua attuale struttura di comando duale, divisa appunto nelle due piazze finanziarie. Per passare, il piano dovra’ raccogliere l’adesione del 50 per cento degli azionisti in Olanda ed il 75 di quelli in Gran Bretagna: il braccio gestione capitali di Aviva, che per importanza e’ il nono azionista di Unilever alla Borsa di Londra, ora pero’ ha fatto sapere di non essere affatto convinta della bonta’ del piano per il futuro del gruppo e per i suoi investitori; aldila’ di cio’, e’ evidente secondo il “Financial Times” che Aviva subisce le pressioni dei suoi stessi azionisti britannici, timorosi del fatto che il trasferimento del centro di comando di Unilever dia la stura ad un’ondata di abbandoni da parte delle multinazionali internazionali, con grave danno per la City di Londra ed i suoi affari.

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Stati Uniti: donna accusa pubblicamente di tentato stupro giudice Kavanaugh nominato da Trump

17 set 11:00 – (Agenzia Nova) – Si chiama Christine Blasey Ford, ha 51 anni ed e’ una docente di psicologia clinica alla Palo Alto University la donna che ha scritto confidenzialmente una lettera ad un esponente democratico, membro della Commissione giudiziaria del Senato, nel quale afferma che il candidato alla Corte Suprema nominato dal presidente Donald Trump, Brett Kavanaugh, avrebbe tentato si molestarla sessualmente ben 35 anni fa, quando i due erano adolescenti. La donna ora ha deciso di raccontare, in esclusiva alla “Washington Post”, la sua versione della storia dopo che il contenuto della lettera e’ venuto alla luce senza il suo consenso. Secondo quanto riportato, negli anni Ottanta, il giovane Kavanaugh e un amico avrebbero chiuso la Ford in una camera da letto durante una festa e “cercato di aggredirla”. La giovane donna fu pero’ in grado di districarsi e lasciare la stanza prima che potesse accadere altro. In una dichiarazione condivisa dalla Casa Bianca, Kavanaugh aveva replicato definendole del tutto false. “Nego categoricamente e inequivocabilmente questa accusa”, aveva detto. “Non l’ho fatto ne’ a scuola ne’ in qualsiasi altra circostanza”. Ford ha detto di non aver raccontato a nessuno di quell’incidente fino al 2012, quando era in terapia di coppia con suo marito. Le note del terapeuta, alcune delle quali fornite da Ford ed esaminate dalla “Washington Post”, non menzionano il nome di Kavanaugh ma dicono che e’ stata attaccata da studenti “di una scuola di ragazzi d’elite” che sono diventati “altamente rispettati e membri di alto rango della societa’ a Washington. I senatori democratici, che da settimane tentano di ritardare la nomina di Kavanaugh, sono intenzionati a chiedere un rinvio del voto di conferma del giudice. Il comitato giudiziario dovrebbe votare giovedi’ la conferma di Kavanaugh, la cui nomina passerebbe poi dal Senato per il voto finale. Li’ e’ necessaria una maggioranza semplice e i Repubblicani detengono una maggioranza di 51-49.

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Usa-Cina: Pechino potrebbe rifiutare di tornare ai negoziati in risposta a nuovi dazi

17 set 11:00 – (Agenzia Nova) – La Cina potrebbe declinare l’offerta di un nuovo round di negoziati commerciali avanzata dall’amministrazione del presidente Usa Donald Trump a fine mese, in risposta all’imminente entrata annuncio di dazi su altri 200 miliardi di dollari di merci cinesi. Lo riferiscono funzionari cinesi ai negoziati tra i due paesi citati dalla stampa Usa. La Casa Bianca prevede di annunciare entro i prossimi giorni dazi fino a 200 miliardi di dollari in beni d’importazione cinesi, secondo il quotidiano “Wall Street Journal”. “La Cina non ha mai detto che non vuole negoziare con gli Stati Uniti”, ha dichiarato Yang Weimin, ex consigliere economico del presidente Xi Jinping. “Ma gli Stati Uniti devono mostrare sincerita’” verso la risoluzione della disputa commerciale. “La Cina non ha intenzione di negoziare con una pistola puntata in testa”, ha aggiunto un alto funzionario vicino alla leadership in materia di politica estera. In risposta alle pressioni di Washington, alcuni funzionari cinesi starebbero proponendo di intensificare il conflitto commerciale limitando le vendite di materiali, attrezzature e altre parti chiave alla catena di approvvigionamento dei produttori statunitensi. La Cina puo’ adottare “restrizioni all’esportazione” in risposta ai contro-dazi, ha avvertito domenica l’ex ministro delle Finanze, Lou Jiwei.

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Venezuela, per Zapatero il massiccio esodo della popolazione dipende dalle sanzioni Usa

17 set 11:00 – (Agenzia Nova) – L’ex presidente del governo spagnolo, Jose’ Luis Rodriguez Zapatero, ha dichiarato che l’aumento del flusso migratorio dei venezuelani verso altri paesi dell’America Latina e, in misura minore, verso l’Europa dipende dalle sanzioni economiche imposte a Caracas dagli Stati Uniti di Donald Trump. “Come sempre accade, le sanzioni economiche che causano un blocco finanziario non ricadono sui governi ma sui cittadini, sulle persone, e questo dovrebbe portare a trarre determinate conclusioni”, ha detto l’ex leader socialista che per mesi ha lavorato come mediatore per tentare di mettere un freno alla crisi che sta mettendo in ginocchio il Venezuela. L’Onu – ricorda “El Pais” – stima che, fino a giugno, almeno 2,3 milioni di venezuelani abbiano lasciato il paese a causa della feroce crisi politica, sociale ed economica che, scoppiata anni fa, e’ peggiorata negli ultimi mesi. Colombia, Ecuador, Peru’ e Brasile sono stati i principali destinatari del massiccio flusso migratorio. “Devo dire che le sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti e sostenute da alcuni governi hanno molto a che vedere con l’aumento dell’emigrazione”, ha detto l’ex premier in un’intervista a margine di un forum tenuto a San Paolo, Brasile.

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Spagna-Ue, il governo reclama un capitolo su Gibilterra nei negoziati sulla Brexit

17 set 11:00 – (Agenzia Nova) – La Spagna rivendica un maggior protagonismo del contenzioso su Gibilterra nei negoziati europei sulla Brexit. Lo scrive oggi il quotidiano “El Pais”, spiegando che il governo di Pedro Sanchez sta facendo pressioni affinche’ l’accordo sull’uscita del Regno Unito dall’Ue includa un capitolo specifico relativo alla colonia britannica. In molto infatti vorrebbero approfittare di questo momento eccezionale per ottenere accordi fiscali, ambientali e anti-contrabbando – tra le altre questioni – che Londra ha sempre negato. Il capo negoziatore dell’Ue per la Brexit, Michel Barnier, molto sensibile al tema, si riunira’ oggi a Madrid con il premier Sanchez per discutere della questione. Gibilterra ha il terzo reddito pro capite piu’ alto del mondo nonostante faccia parte di una regione, quella della punta sud della penisola, in cui si registrano i tassi di disoccupazione piu’ alti dell’Unione europea. La Spagna vuole approfittare della Brexit per correggere, almeno in parte, questa anomalia e, per farlo, e’ disposta a mettere da parte lo spinoso capitolo della sovranita’ della Rocca di Gibilterra. Secondo fonti del “Pais”, l’esecutivo sarebbe interessata inoltre a migliorare le condizioni dei circa 12.000 lavoratori transfrontalieri; a mettere fine al contrabbando di tabacco; a ridurre i reati fiscali, dal momento che a Gibilterra ci sono 30.000 residenti e 55.000 aziende che operano in gran parte nel paese iberico; e a limitare gli sversamenti della colonia, con particolare riferimento agli scarichi inquinanti.

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Brexit, l’Ue si prepara ad approvare il piano della premier May sulla frontiera in Irlanda

17 set 11:00 – (Agenzia Nova) – L’Unione Europea si sta segretamente preparando ad accettare le proposte della premier britannica Theresa May sulla futura gestione doganale dopo la Brexit del traffico commerciale attraverso la frontiera tra l’Irlanda del Nord (l’Ulster, che fa parte della Gran Bretagna; ndr) e la Repubblica d’Irlanda (paese che e’ membro dell’Ue, ndr): lo afferma il quotidiano tradizionalista britannico “The Times”, che “spara” la notizia in apertura della sua prima pagina di oggi lunedi’ 17 settembre; se cio’ venisse confermato, commenta il giornale, sarebbe il segnale che le trattative Gb-Ue sulla Brexit potrebbero andare a buon fine entro la fine di quest’anno. Uno dei punti cruciali delle trattative, ricorda il “Times”, sono le preoccupazioni che la Brexit provochi il risorgere di una nuova frontiera terrestre tra le due Irlande: la temuta “hard border” infatti rischierebbe di riattizzare le ceneri del conflitto in Ulster tra i protestanti filo-britannici ed i repubblicani cattolici che guardano a Dublino. Ora pero’ secondo il quotidiano londinese i negoziatori Ue sarebbero pronti ad accogliere i suggerimenti di Londra sull’utilizzo di “soluzioni tecnologiche” per minimizzare i disagi alla futura dogana post-Brexit tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda: questo eviterebbe di dover ricostruire le infrastrutture doganali alla frontiera smantellate nel lontano 1974 con l’ingresso della Gran Bretagna nell’Unione Europea che ora il refrendum sulla Brexit del giugno 2016 ha rbaltato. Con questo escamotage “tecnico”, spiega infatti il “Times”, da un lato i controlli di frontiera sarebbero ad un livello cosi’ minimo da garantire l’attuale status di “quasi unita’” dell’Isola d’Irlanda desiderato dai repubblicani cattolici nordirlandesi. E dall’altro lato garantirebbe almeno formalmente la piena appartenenza dell’Irlanda del Nord ad una Gran Bretagna fuori dall’Unione Europea, come appunto rivendicato dai piu’ accesi sostenitori della Brexit (i cosiddetti “Brexiters”): e, quel che piu’ conta dal punto di vista politico, come richiesto dai lealisti protestanti rappresentati dal Partito democratico dell’Ulster, i cui voti sono la “stampella” che regge l’esecutivo della May al Parlamento britannico di Westminster. Se questa “souzione tecnica” riuscisse ad andare a buon fine, scrive il “Times”, si tratterebbe di un grande aiuto offerto dall’Europa alla premier britannica Theresa May, che ha grande difficolta’ a “vendere” all’ala piu’ intransigente del suo Partito conservatore il piano di compromesso sulla Brexit noto come “Checquers’ plan”, dal nome della residenza di campagna del governo in cui e’ stato messo a punto alla fine di agosto scorso. Il giornale londinese dunque afferma che il capo negoziatore Ue sulla Brexit, Michel Barnier, starebbe proprio lavorando ad un nuovo “protocollo”, che prevede appunto una soluzione “tecnica” all’intrattable questione della frontiera inter-irlandese e che sarebbe sottoposto all’approvazione dei governi Ue dopo la chiusura della conferenza annuale del Partito conservatore britannico il 3 ottobre prossimo a Birmingham; per essere infine approvato nella riunione informale di fine ottobre a Salisburgo dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea o al massimo nel vertice ordinario che i leader Ue terranno a meta’ novembre.

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Francia: il presidente Macron fatica a convincere l’elettorato di destra e del centro

17 set 11:00 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, fatica a convincere gli elettori del centro e dei Repubblicani in vista delle prossime elezioni europee. E’ quanto afferma “Libe’ration”, spiegando che le recenti difficolta’ hanno indebolito l’immagine del capo dello Stato francese. Secondo un sondaggio condotto dall’istituto Odoxa per “Le Figaro”, La Re’publique en marche e il Rassemblement National (ex Front National) di Marine Le Pen sono “gomito a gomito”, rispettivamente al 21,5 e al 21 per cento. Dati che confermano quanto dichiarato da Macron, secondo il quale le europee si giocheranno “tra nazionalisti contro progressisti”. Per il delegato generale di En Marche, Christophe Castaner, il capo dei progressisti in Francia dovra’ includere un ampio raggio che andra’ dalla sinistra liberale e pro-europea fino al centrodestra. Tuttavia, i leader della destra e del centro si mostrano reticenti a voler stringere un’alleanza con il loro presidente. Questa resistenza Macron la riscontra anche con la destra del Partito popolare europeo (Ppe). La maggioranza dei deputati appartenenti al gruppo ha votato contro i premier ungherese Viktor Orban, anche lui membro del Ppe. Un voto compatto che ha rovinato i piani di Macron. “I duri del Ppe non hanno voluto fare a Macron il regalo di una divisione ideologica”, ha affermato l’europarlamentare francese Jerome Lavrilleux.

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Francia: Marine Le Pen a Frejus attacca il presidente Macron

17 set 11:00 – (Agenzia Nova) – Ieri il presidente del Rassemblement National (Front National), Marine Le Pen, ha tenuto un discorso a Frejus durante il “Grand meeting” del suo partito. Ne parla la stampa francese, mettendo l’accento sugli “attacchi” nei confronti del presidente Emmanuel Macron. “Le Figaro” nota come la leader dell’estrema destra francese non abbia evocato una eventuale uscita dall’Europa durante il suo intervento. Il suo e’ stato piu’ un atteggiamento “alter-europeo” che ha scosso alcuni vecchi elettori. “L’Unione europea non e’ l’Europa. E’ un’istituzione diretta da una potenza burocratica anonima che nuoce gravemente all’Europa”, ha affermato Le Pen. Dinnanzi a un pubblico composto da circa 800 militanti, l’ex candidata alle presidenziali francesi dello scorso anno ha espresso il desiderio di cambiare l’Ue dall’interno. “Les Echos”, invece, pone l’accento sulle critiche rivolte ai “cattivi” risultati economici del governo. Le Pen ha puntato il dito contro le “leggi di liberalizzazioni sociali” e le politiche a favore delle classi “molto ricche” adottate da Macron. Tuttavia, l’immigrazione e’ stata il tema principale del discorso. “Non abbiamo mai visto un popolo che organizza coscientemente l’invasione del suo territorio”, ha affermato la leader del Rassemblement National, che ha parlato di “sommersione migratoria”. Contrariamente alle aspettative, nel corso dell’evento non e’ stata annunciata nessuna alleanza con altri partiti politici o eventuali candidature.

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Germania-Turchia: ministro Esteri Maas difende visita presidente Erdogan a Berlino

17 set 11:00 – (Agenzia Nova) – Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha difeso la visita che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan effettuera’ in Germania dal 28 al 29 settembre prossimo dalle dure critiche che la precedono. “Il fatto che una visita del presidente Erdogan sia pubblicamente criticata e che porti anche a proteste fa parte delle realta’ democratiche nel nostro paese”, ha affermato Maas durante un’intervista con l’agenzia di stampa tedesca “Dpa”. A ogni modo, ha aggiunto il capo della diplomazia tedesca, dalle critiche “non puo’ derivare che Erdogan non possa piu’ venire in Germania. Al contrario, dobbiamo discutere molto con lui”. A Berlino, Erdogan incontrera’ il presidente federale e il cancelliere della Germania, rispettivamente Frank-Walter Steinmeier e Angela Merkel. Dopo Berlino Erdogan vorrebbe recarsi a Colonia, ma non e’ chiaro se terra’ un discorso in pubblico nella citta’ sul Reno. “Stiamo preparando la visita in stretto coordinamento con la Turchia. La controparte turca conosce le nostra aspettative che non vi siano segnali contrari al processo di normalizzazione” tra Germania e Turchia, ha dichiarato Maas durante l’intervista con “Dpa”. La visita di Erdogan e’ stata fortemente criticata dai partiti di opposizione Sinistra, Verdi e da Alternativa per la Germnaia. Tuttavia Maas ha sottolineato che il governo tedesco punta a una normalizzazione delle relazioni turco-tedesche anche a causa degli oltre tre milioni di persone di origine turca presenti in Germania: “Non vogliamo che le differenze politiche appesantiscano le numerose connessioni umane e sociali fra i nostri paesi”, ha concluso il ministro degli Esteri tedesco.

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Mattarella: “Liberta’ di stampa fondamentale per democrazia”

17 set 11:00 – (Agenzia Nova) – Il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e’ intervenuto a difendere la liberta’ di stampa, all’indomani delle recenti affermazioni del Consiglio, Luigi Di Maio. Questi infatti aveva dichiarato che “i giornali sono propaganda per difendere gli interessi di un’e’lite ristretta”, minacciando di tagliare i finanziamenti pubblici alla stampa. Mattarella, senza fare nomi, dalle colonne del quotidiano “La Repubblica” ha sottolineato che “La liberta’ di stampa e’ fondamentale per la democrazia”. L’emittente radiofonica tedesca “Deutsche Welle” sottolinea come, secondo gli studi piu’ recenti, i populisti facciano piu’ affidamento su quanto leggono sui social media, nonostante la difficolta’ di risalire alla veridicita’ di una fonte, piuttosto che sulla stampa ufficiale.

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