Il quadro

La Cina, pur sotto attacco, sta vincendo la guerra del 5G

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Il mondo ancora alle prese con la violenza del Covid-19 ha ancora bisogno di una fabbrica globale per la produzione del 5G e Pechino si sta muovendo velocemente per possederla.

La Cina, pur sotto attacco da parte degli Usa e di gran parte dei suoi alleati, sta vincendo la guerra del 5G.

La Cina sta costruendo decine di migliaia di nuove stazioni base 5G ogni settimana. Se il predominio del paese asiatico sarà confermato o meno, le filiere produttive nazionali saranno comunque completamente rianimate e consentiranno di mantenere e consolidare il suo ruolo di fabbrica mondiale, anche se il Covid-19 imporrà di ripensare alla radice i principi della globalizzazione.  

Stazioni radiobase

Entro fine anno, la Cina avrà più di mezzo milione di queste torri in linea con il suo obiettivo finale di mettere 5 milioni di torri nel paese, un bel balzo in avanti rispetto alle 200mila stazioni base già in uso nel paese, per consentire una comunicazione ultraveloce e ultrapotente a centinaia di milioni di utenti smartphone.

In confronto, la Corea del Sud ha una penetrazione di circa il 10% di utenti 5G, la più alta del mondo, a fronte di 115milia stazioni base operative ad aprile di quest’anno.

IoT nell’economia reale

Le torri sono soltanto una parte di una serie di progetti annunciati la scorsa settimana dal Governo di Pechino per migliorare l’innovazione industriale nel quadro della campagna battezzata “Nuova Infrastruttura” destinata a promuovere “la profonda integrazione dell’Internet of Things” e l’economia reale. Secondo stime di Bloomberg, l’obiettivo è spendere 1,4 trilioni di dollari (millequattrocento miliardi di dollari) entro il 2025, per dare alla Cina i mezzi per realizzare un’aggressiva trasformazione digitale e automatizzazione del panorama industriale, per consolidare ulteriormente il predominio del paese nel settore dove già domina, vale a dire il manifatturiero.

I danni del coronavirus

Il coronavirus ha provocato la chiusura delle fabbriche e di interi settori industriali, che ha innescato un processo di ripensamento delle catene e delle filiere produttive, via dalla Cina.

Ciò che gli analisti chiamano “picco” di globalizzazione e la crescente diffusione di fabbriche sempre più automatizzate, potrebbe spostare la produzione in paesi a maggior tasso di costi, in America del Nord e Sudest Asiatico. Ci potrebbe volere un po’ di tempo, ma la dipendenza globale dalla Cina potrebbe diminuire, è questo che si crede.

Detto questo, con il commercio devastato dal Covid-19, altri paesi e altri operatori telecom avranno seri problemi a mantenere il passo con la spesa della Cina.

Un’opportunità per la Cina

Per la Cina, si presenta così un’opportunità verso l’implementazione forzata della sua agenda industriale, senza interferenza alcuna dalle critiche su sovvenzioni statali e concorrenza sleale. La cosiddetta Commissione Centrale per le Riforme completamente profonde, guidata dal presidente Xi Jinping, ha approvato un piano triennale per concedere alle imprese di proprietà statale ancor più potere in campo economico.

Gli ambiziosi programmi di Pechino sono ancora in fase di progettazione.

5G, spesa sopra 30 miliardi di dollari nel 2020

Le macro stazioni radio base sono le viti e i bulloni alla base della realizzazione delle reti 5G, che surclasseranno di almeno una vota e mezzo la performance del predecessore 4G.

La spesa potrebbe superare 30 miliardi di dollari quest’anno, secondo stime di Goldman Sachs Group, a fronte di 5 miliardi dell’anno scorso. Pechino vuole il coinvolgimento di un numero crescente di governi locali e aziende. Ogni stazione radio costa circa 500mila yuan (71.360 dollari) e ha una lunga catena del valore che coinvolge componenti elettrici, semiconduttori, unità di antenna e circuiti.

L’ampio ventaglio di aziende coinvolte nel progetto sta contribuendo alla spinta della Cina.

Toccasana per il manifatturiero

Il 5G consentirà una maggiore connettività tra le macchine e un incremento esponenziale del trasferimento e della raccolta dei dati. Si prevede che la tecnologia di quinta generazione avrà un grande impatto tramite apparecchiature di fabbrica sempre più efficienti e automatizzate, il monitoraggio delle scorte e il progresso delle linee di produzione e delle risorse. Secondo gli analisti di Bernstein Research, il settore manifatturiero dovrebbe rappresentare quasi il 40% della produzione industriale abilitata al 5G.

Dai sensori al cloud, dai chip ai robot collaborativi e macchinari controllati da computer, sta emergendo un intero universo di società cinesi poco conosciute coinvolte nello sviluppo delle nuove filiere 5G.

Nuova galassia di aziende cinesi

Gigadevice Semiconductor, il produttore di chip di memoria con sede a Pechino, sta cavalcando l’onda, così come Yonyou Network Technology Co., la versione cinese di Salesforce.com.

Pe alcune di queste società le sovvenzioni del governo sono una parte significativa dei ricavi. Aziende quotate come Shennan Circuits Co., produttore di circuiti stampati, e Maxscend Microelectronics Co produttore di chip per radiofrequenza, hanno visto la loro capitalizzazione in borsa lievitare negli ultimi mesi di pari passo con il crescente impegno di Pechino per la nuova infrastruttura. 

Cina punteggiata di torri e stazioni radiobase

A dire il vero, non è difficile immaginare un entroterra punteggiato di torri e stazioni base nei prossimi anni in Cina anche in considerazione degli incentivi in cantiere. Questa è la tecnologia di un futuro non così lontano, e la costruzione dell’infrastruttura di base non è sbagliata.

Mentre il Covid-19 assorbe l’attenzione del mondo, la costante attenzione di Pechino all’attuazione di questa politica industriale potrebbe rendere la Cina il produttore di componenti di cui la maggior parte dei paesi avrà bisogno e anche abbastanza presto. In altre parole, la Cina potrebbe ragionevolmente diventare ancora una volta la fabbrica del mondo, fungendo da guida per la produzione di tutto ciò che riguarda il 5G.