Finestra sul mondo

La Casa Bianca taglia i fondi per le ricerche sulle rinnovabili, Partnership tra Alibaba e aziende spagnole, Sempre piu’ tedeschi vogliono un’arma

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

La Casa Bianca chiedera’ tagli a ricerca su rinnovabili pari al 72 per cento, in rilancio i combustibili fossili

01 feb 11:08 – (Agenzia Nova) – L’amministrazione del presidente Donald Trump e’ prossima a chiedere al Congresso degli Stati Uniti significativi tagli al bilancio per il programma per le energie rinnovabili e per l’efficientemente energetico, riducendo i finanziamenti del 72 per cento nell’anno fiscale 2019. E’ quanto riferisce il quotidiano “Washington Post” che ha ottenuto la bozza del documento destinata al Congresso. Molti dei tagli non saranno approvati dai parlamentari, ma la legge di bilancio che deve essere discussa e varata a febbraio prossimo fara’ da base delle negoziazioni e offrira’ la piattaforma delle priorita’ della Casa Bianca. Il documento sottolinea l’attenzione che l’amministrazione riserva al rilancio delle fonti fossili di energia o, come anticipato ieri dal presidente nel discorso sullo Stato dell’Unione, il “bellissimo, pulito carbone”, rispetto alle tecnologie sulle rinnovabili riconosciute come la principale soluzione al problema dei cambiamenti climatici. Il dipartimento per l’Energia ha chiesto alla Casa Bianca di limare i tagli previsti senza successo, l’Ufficio per la gestione del budget ha infatti insistito per mantenere la forte, originaria entita’ della riduzione di bilancio.

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Medio Oriente, Usa difendono ruolo esercito libanese mentre Israele minaccia di attaccarlo

01 feb 11:08 – (Agenzia Nova) – Gli Stati Uniti hanno promesso oggi un sostegno continuo all’esercito libanese, definendolo un potenziale contrappeso al movimento filo-iraniano Hezbollah, anche se Israele sostiene che non c’e’ distinzione tra le due forze e saranno considerate allo stesso modo in qualsiasi futuro conflitto. Lo riferisce il quotidiano israeliano “Jerusalem Post”, citando le dichiarazioni emerse oggi in occasione della Conferenza sulla sicurezza nazionale presso l’Universita’ di Tel Aviv. “Una tale divergenza di opinione in pubblico tra due stretti alleati e’ stata abbastanza notevole, soprattutto perche’ e’ emersa dalle dichiarazioni di alti funzionari nel corso dello stesso evento”, evidenzia il quotidiano. Le Forze armate libanesi non hanno preso parte alla guerra del 2006 tra Hezbollah e Israele, che ha ucciso circa 1.200 persone in Libano e 158 israeliani. Da allora le Forze armate libanesi hanno ricevuto oltre 1,5 miliardi di dollari in assistenza militare statunitense e, negli ultimi sette anni, anche percorsi di addestramento e sostegno da parte delle forze speciali Usa. Dal momento che Hezbollah che ha sostenuto le forze del presidente siriano Bashar Assad, sia Israele che gli Stati Uniti temono entrambi che le milizie sostenute dall’Iran possano ora allargare la propria influenza nel cuore del Libano, evidenzia il quotidiano. I due storici alleati “non sono d’accordo sul fatto che l’esercito libanese possa aiutare o ostacolare l’espansione di Hezbollah”. “Sosterremo i nostri sforzi per sostenere le legittime istituzioni di sicurezza statale in Libano, come le Forze armate libanesi, l’unica forza legittima in Libano”, ha detto David Satterfield, assistente alla presidenza del segretario di stato degli Stati Uniti, alla conferenza organizzata dall’Universita’ di Tel Aviv. Satterfield, ex ambasciatore degli Stati Uniti in Libano, ha aggiunto che l’esercito libanese “potrebbe benissimo essere un contrappeso al desiderio di Hezbollah di espandere la propria influenza, cosi’ come verso la portata dell’Iran in Libano”. Nel corso della stessa conferenza, il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, ha ribadito che l’esercito libanese e’ subordinato alle milizie di Hezbollah meglio equipaggiate.

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Usa, il Federal Bureau of Investigation disapprova la scelta dei Repubblicani di pubblicare rapporto segreto

01 feb 11:08 – (Agenzia Nova) – Christopher Wray, direttore del Federal Bureau of Investigation (Fbi) e’ arrivato oggi, anche se indirettamente, al primo scontro pubblico con il presidente Donald Trump riprovando le pressioni dei membri del Partito repubblicano (Gop) alla pubblicazione del rapporto segreto che accuserebbe l’Fbi e il dipartimento di Giustizia (Doj) di aver abusato della loro autorita’ nell’ottenere un mandato per spiare Carter Page, ex consulente per la campagna elettorale di Trump. Lo riferisce il quotidiano “New York Times”, precisando che la dichiarazione rilasciata dall’Fbi sostiene che la decisione di pubblicare il documento non ha concesso abbastanza tempo all’Agenzia per esaminarlo. Come gia’ anticipato, il timori dell’Fbi attengono a “preoccupazioni circa omissioni di fatti che metterebbero in dubbio l’accuratezza del rapporto”. Sebbene non siglate direttamente da Wray, le dichiarazioni dell’Agenzia sembrano provenire proprio dal suo direttore e potrebbero scatenare la reazione della Casa Bianca che ha gia’ licenziato senza grandi preamboli il suo predecessore, James Comey. Trump spinge per la pubblicazione del rapporto per svelare se effettivamente Autorita’ dell’Fbi e del Doj hanno esercitato un abuso di potere nel pretendere di intercettare Page nell’ottobre 2016. Nei giorni precedenti al via libera alla pubblicazione, il 29 gennaio scorso, il Doj aveva messo in guardia sia la Casa Bianca che i Repubblicani dell’imprudenza di pubblicare il documento prima di un esame accurato sulla sua veridicita’. La pubblicazione, aggiunge il “Nyt” creerebbe anche un pericoloso precedente: rendere pubblici segreti di stato anteponendo ragioni politiche su quelle della sicurezza nazionale. La decisione e’ ora nelle mani di presidente che deve scegliere se autorizzare la pubblicazione entro il 3 febbraio prossimo.

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Spagna, Alibaba incontra aziende spagnole per espansione nel mercato cinese

01 feb 11:08 – (Agenzia Nova) – Il colosso asiatico del commercio elettronico Alibaba ha iniziato ieri una serie di incontri con rappresentanti di aziende spagnole interessate all’esportazione nel mercato cinese con partner che potrebbero agire da facilitatori. Lo riferisce il quotidiano spagnolo “Abc”, che specifica come sarebbero piu’ di 40 le societa’ leader nel mercato spagnolo interessate a espandersi in quello cinese. Le 13 aziende cinesi che hanno partecipato all’incontro sono partner di Alibaba in grado di supportare i marchi spagnoli nella pianificazione e nell’esecuzione di operazioni commerciali elettroniche nel paese asiatico su vari fronti, come la progettazione di negozi online, la logistica, il servizio clienti, il marketing e l’analisi. L’evento fa parte di una serie di incontri organizzati grazie alla collaborazione di Alibaba con l’Aecoc-GS1 Spagna e le sue controparti internazionali in Germania, Francia e Italia. Il direttore generale dell’Aecoc, Jose’ Mari’a Bonmati’, ha sottolineato che questo tipo di iniziative “rappresenta una magnifica vetrina per le aziende spagnole per conoscere le chiavi del funzionamento di un mercato chiave come la Cina”.

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Francia, destituito il presidente di Radio France in seguito alla condanna per favoreggiamento

01 feb 11:08 – (Agenzia Nova) – L’authority di controllo del settore radiotelevisivo francese ha scelto di licenziare Mathieu Gallet dalla presidenza di Radio France, dopo la condanna a un anno di prigione e a una multa di 20mila euro per favoreggiamento. Ne parla la stampa francese, sottolineando che Gallet era stato nominato nel 2014 e il suo lavoro fino ad oggi e’ stato svolto in maniera impeccabile. L’interessato dovrebbe rilasciare delle dichiarazioni questa mattina. L’accusa e’ quella di aver aggiudicato degli appalti irregolari tra il 2010 e il 2014, quando era alla guida dell’Istituto nazionale dell’audiovisivo. “Libe’ration” sottolinea i timori per il futuro dell’azienda mentre “Le Figaro” parla degli ottimi risultati ottenuti da Gallet e dell’ammirazione di cui godeva all’interno dell’azienda. Dopo l’elezione di Emmanuel Macron avvenuta lo scorso anno, l’audiovisivo pubblico francese e’ andato nelle mani di una nuova generazione di dirigenti, che ha attuato una linea differente rispetto ai predecessori. Secondo “Libe’ration” il 2018 si preannuncia come un anno difficile per il settore pubblico, recentemente definito dal presidente Macron come “vergognoso”.

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Francia, il partito del presidente Macron apre ai centristi dell’Udi

01 feb 11:08 – (Agenzia Nova) – I centristi francesi dell’Udi, storicamente alleati della destra, hanno deciso di sostenere La Re’publique en marche, il partito del presidente Emmanuel Macron, al ballottaggio di domenica delle legislative parziali previste nei dipartimenti di Belfort (est) e nella Val d’Oise (Ile-de-France). Lo riferisce “Le Figaro”, sottolineando che questa mossa “illustra la riconfigurazione delle alleanze attorno alla maggioranza”, una scelta che si inscrive nel quadro di una strategia proiettata verso le prossime elezioni europee. I due partiti sono fortemente filo-europeisti, ma il presidente Macron e’ in genere restio ad attuare manovre politiche di apparato. La Re’publique en marche non dovra’ poi dimenticare il MoDem, altro partito centrista suo “alleato storico” in confitto con l’Udi. Per un partito giovane come quello di En marche questo tipo di alleanza sono fondamentali per riuscire ad impiantarsi a livello locale attraverso dei partiti che godono di una buona presenza e di una rete di contatti costruita negli anni. “Gli tendo la mano per lavorare insieme” ha affermato Christophe Castaner, delegato generale del partito presidenziale.

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Sempre piu’ tedeschi vogliono un’arma

01 feb 11:08 – (Agenzia Nova) – Per Ingo Meinhard, direttore generale dell’Associazione degli armaioli tedeschi, il novembre 2015 rappresenta una svolta: in Germania e’ iniziato un cambiamento fondamentale. Le autorita’ hanno iniziato a ricevere un’ondata di richieste per la licenza di porto d’armi. Prima di allora, la vendita di armi da fuoco era un “puro business secondario”. “Con gli attacchi di Parigi al Bataclan un’ondata di insicurezza si e’ riversata in Germania”, spiega Meinhard. Tale sentimento d’insicurezza e’ stato ampliato dagli eventi di Capodanno a Colonia, sempre nel 2015, quando centinaia di donne sono state molestate da migranti. “Dopo quell’episodio abbiamo registrato un forte aumento delle vendite di armi da fuoco”, spiega Meinhard. Da allora gli acquisti di armi e dissuasori, come spray orticanti, sono proseguiti a livelli record. Nel 2017 sono state rilasciate 557.560 licenze per armi di piccolo calibro, contro le 300.949 del 2016: un aumento di un buon 85 per cento in poco meno di 2 anni. Tali cifre sono state diffuse dal governo federale a seguito di un’interrogazione parlamentare dei Verdi. Il ministro dell’Interno della Sassonia-Anhalt, il cristiano democratico Holger Stahlknecht (Cdu), ritiene tale sviluppo pericoloso. “Ovviamente, la gente crede che si possa comprare la sicurezza con una piccola pistola”, ha dichiarato all'”Handelsblatt”. “In realta’ questa presunta sicurezza e’ ingannevole, dal momento che queste armi possono contribuire a una escalation di violenza”. Di una sicurezza ingannevole parla anche il presidente della Agenzia dei detective tedeschi (Bdk), Andre’ Schulz. “I singoli episodi vengono intensificati dai media e, specialmente, dai populisti di destra sui social media, e in alcuni casi in modo deliberatamente falso”, ha accusato. I dati sulla sicurezza e i reati in Germania, pero’, suggerirebbero alle autorita’ un esame di coscienza. I criminologi guidati dallo scienziato Christian Pfeiffer hanno indagato sullo sviluppo del crimine violento, in particolare riguardo i rifugiati, usando l’esempio della Bassa Sassonia. Il risultato e’ chiaro: il crimine e’ in forte aumento dopo anni di significativo declino, e tale tendenza ha direttamente a che fare con il massiccio afflusso di migranti e rifugiati nel paese. Tale tendenza puo’ anche essere osservata a livello nazionale. Per l’anno 2016, le statistiche sul crimine della Polizia federale citano 174.000 immigrati sospetti di crimini, con un aumento del 52,7 per cento. Il numero di criminali tra i rifugiati e gli immigrati e’ significativamente superiore a quello della media della popolazione, ha dichiarato il ministro degli Interni federale, il cristiano democratico Thomas de Maizie’re (Cdu) nella presentazione delle cifre dello scorso anno. Il capo del sindacato di polizia, Oliver Malchow, ritiene che la massiccia riduzione di 16.000 stazioni di polizia negli ultimi anni sia una delle ragioni della crescente insicurezza dei cittadini, “perche’ ci sono sempre meno unita’ della polizia visibili”. Nei colloqui esplorativi per la prossima coalizione di governo, l’Unione e l’Spd hanno concordato di creare 15.000 nuovi posti per ufficiali di polizia federali e statali. Per Malchow e’ un “grande passo nella giusta direzione”. Stahlknecht ha tuttavia ribadito che la sicurezza e’ e rimarra’ sotto la responsabilita’ dello Stato e delle autorita’ ad essa preposte. Il sindacalista Schulz sostiene che un “approccio piu’ aggressivo ai problemi e ai fenomeni legati alla criminalita’” potrebbe essere il mezzo migliore per ridare un senso di sicurezza alla popolazione.

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Germania, le aziende ad alta intensita’ energetica ammoniscono la grande coalizione sui costi aggiuntivi

01 feb 11:08 – (Agenzia Nova) – Le industrie tedesche ad alta intensita’ energetica hanno ammonito i leader dei principali partiti politici impegnati nei negoziati per la formazione del prossimo governo a evitare un ulteriore aumento dei costi energetici. In una lettera inviata anche all'”Handelsblatt” dal gruppo di lavoro “Industrie ad alta intensita’ energetica in Germania” (Eid) ai leader di partito Angela Merkel (Cdu), Horst Seehofer (Csu) e Martin Schulz (Spd), si avverte che i finanziamenti futuri per l’espansione delle energie rinnovabili sono “effettivamente pochi”. Sarebbe necessario un adeguamento del sistema di finanziamento, e una rimodulazione dello sviluppo delle rinnovabili affinche’ queste ultime non pongano eccessivamente sotto stress la rete elettrica. Le industrie ad alta intensita’ energetica, in particolare, si sentono colpite da un passaggio del documento realizzato nei colloqui esplorativi dei tre partiti che stabilisce offerte speciali per l’energia eolica e solare. Di fatto, il governo anticipa la concessione di permessi per altri quattro gigawatt (GW) di parchi eolici a terra e quattro GW di parchi fotovoltaici in aggiunta al volume di offerta precedentemente concordato. Nel 2017, l’aumento netto di energia eolica a terra e’ stato di 4,8 GW, un livello record. Inoltre la nuova Grande coalizione sta pianificando un “contributo per l’energia eolica offshore”, il cui importo non e’ stato ancora precisato. Secondo le industrie ad alta intensita’ energetica i costi aggiuntivi derivanti da questi piani ammonteranno a 760 milioni di euro, di cui 680 milioni di costi di produzione pura, piu’ quello di controllo delle reti. Le aziende valutano criticamente anche l’intenzione dei partiti di approvare una legge sulla protezione del clima. Gli obiettivi rigidi di protezione del clima comprometterebbero la flessibilita’ imprenditoriale. “La politica climatica tedesca deve essere allineata allo sviluppo europeo e internazionale”, afferma l’Eid nella lettera. Il gruppo di lavoro comprende i settori dei materiali da costruzione, vetro, prodotti chimici, carta, metalli e acciaio. Le aziende di questi settori danno lavoro a oltre 800.000 persone e forniscono materie prime per la produzione industriale in Germania. Molti dei loro prodotti sono necessari anche per l’espansione delle energie rinnovabili o il miglioramento dell’efficienza energetica in molti settori della vita.

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Italia, Cinquestelle e Forza Italia imbarazzati dai legami con la malavita dei loro candidati

01 feb 11:08 – (Agenzia Nova) – Il Movimento 5 stelle (M5s), il partito populista che e’ in testa nei sondaggi in vista delle elezioni italiane di marzo, ieri mercoledi’ 31 gennaio si e’ trovato in grave imbarazzo quando e’ emerso che alcuni dei suoi candidati hanno legami con la malavita, sono rimasti coinvolti in risse o addirittura sono attivi in altri partiti. I problemi per il M5s sono iniziati all’indomani della presentazione, da parte del “capo politico” Luigi Di Maio, ha presentato i candidati orgogliosamente definiti “super-competenti” e scelti per le loro capacita’ e per la loro esperienza: in cima alla lista c’era il vice-ammiraglio Rinaldo Veri; successivamente si e’ scoperto che gia’ ricopre l’incarica di consigliere regionale, eletto nella coalizione guidata dal Partito democratico (Pd) di centro-sinistra, acerrimo rivale del M5s. Poi e’ emerso un video che ritrae il candidato al Senato Emanuele Dessi ballare con il capo del clan malavitoso di Ostia Domenico Spada, soprannominato “Vulcano”; a peggiorare ulteriormente le cose e’ saltato fuori una dichiarazione di Dessi, da lui stesso postata sul web, in cui afferma di aver pestato tre immigrati rumeni che lo avrebbero insultato. Secondo i sondaggi, il M5s raccoglierebbe quasi il 30 per cento delle preferenze e quindi il 4 marzo prossimo sarebbe il partito piu’ votato; ma potrebbe essere battuto dalla coalizione di partiti guidata da Silvio Berlusconi. Che pero’ ha anch’essa qualche scheletro nell’armadio: particolarmente contestata e’ la candidatura in Campania di Luigi Cesaro, che in passato e’ stato accusato di avere fatto accordi con la Camorra ma poi e’ stato assolto. Cesaro e’ stato inserito nelle liste elettorali del partito Forza Italia di Berlusconi nonostante il fatto che due suoi fratelli sono sotto processo per appartenenza ad organizzazione mafiosa; sempre ieri e’ emerso il ministero della Giustizia sta indagando sull’imparzialita’ del giudice Giuseppe Cioffi che ha presieduto il processo in cui Cesaro e’ stato assolto: e’ saltata fuori una foto infatti che ritrae il magistrato a una convention di Forza Italia in cui parlava Berlusconi.

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Mediterraneo, nuova operazione di Frontex a caccia di sospetti jihadisti dell’Isis

01 feb 11:08 – (Agenzia Nova) – A partire da oggi giovedi’ 1° febbraio l’Agenzia europea per le frontiere (Frontex) lancera’ una nuova operazione navale militare nel Mar Mediterraneo per far fronte al pericolo di infiltrazioni di terroristi jihadisti: c’e’ infatti il timore che, dopo la caduta del cosiddetto “Califfato” dello Stato islamico in Siria ed Iraq (Isis), i superstiti miliziani jihadisti vogliano vendicarsi cercando di raggiungere l’Europa mescolandosi ai migranti che arrivano in Italia provenienti dalle coste del Nordafrica. Ieri mercoledi’ 31 gennaio Frontex ha dunque annunciato la nuova “Operazione Themis”: oltre a continuare a contribuire al salvataggio dei migranti in mare, la missione avra’ “un accresciuto obbiettivo di applicazione della legge” europea e quindi includera’ “raccolta di intelligence ed altri mezzi finalizzati ad individuare i jihadisti e le minacce terroristiche. La nuova “Operazione Themis” allarghera’ il suo spazio di intervento per estendersi alle acque internazionali davanti alle coste della Libia, della Tunisia, dell’Algeria, dell’Egitto e pure dell’Albania. L’annuncio di Frontex arriva mentre infuria la polemica su una lista contenente i nomi di 50 terroristi che nello scorso anno sarebbero gia’ arrivati sulle coste italiane a bordo di barconi partiti dalla Tunisia: la lista sarebbe stata compilata dall’Interpol e distribuita ai paesi aderenti. Ma ieri il ministro dell’Interno italiano, Marco Minniti, ha smentito la notizia rendendo noto invece che nel corso del 2017 l’Italia ha espulso verso la Tunisia 35 sospetti jihadisti dell’Isis; il ministro ha anche dettagliato l’elenco degli stranieri identificati ed espulsi dal territorio italiano; sia perche’ sospettati di avere legami con il terrorismo di matrice islamica, che perche’ mancanti dei requisiti necessari a richiedere lo status di rifugiati e quindi poter rimanere in Italia. Da parte sua l’Interpol non ha voluto rilasciare alcun commento ufficiale sulla polemica, facendo tuttavia capire che la lista dei sospetti terroristi esisterebbe effettivamente.

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