I dati

La Caritas presenta il 6° Rapporto sulla povertà a Roma: 4 romani su 10 vivono sotto la soglia di povertà

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La forbice tra i pochi ricchi e l’esercito dei poveri si allarga di anno in anno. Il 2,4 per cento della popolazione detiene il 17,6 per cento del reddito totale dichiarato nella Capitale.

Questa mattina a Roma, nella sede del Vicariato a Piazza San Giovanni in Laterano, è stata presentata la sesta edizione del rapporto che la Caritas Diocesana dedica alla povertà nella Capitale: ancora una volta, i dati sono impressionanti, anzi inquietanti, essendo la situazione peggiorata rispetto a quella, già grave, fotografata l’anno scorso (vedi il nostro intervento su queste colonne, su “Key4biz” del 1° aprile 2022, “La Caritas presenta un allarmante rapporto sulla povertà a Roma e denuncia la cultura dell’azzardo. Anche la Rai correa?”).

La “forbice” tra i pochi ricchi e l’esercito dei poveri si allarga vertiginosamente di anno in anno.

È quanto emerge dal VI Rapporto “La povertà a Roma: un punto di vista”, che per il 2023 è incentrato su “Le città parallele”: curato dall’Area Studi e Comunicazione della Caritas Diocesana di Roma, basato su dati aggiornati all’8 novembre scorso, è stato presentato questa mattina nella Sala “Ugo Poletti” del Vicariato di Roma.

Nel Rapporto, che ha per tema “Le città parallele”, oltre allo scenario economico-sociale della Capitale, vi sono anche tre approfondimenti: l’emergenza alimentare a Roma; l’impatto del Reddito di Cittadinanza per le persone senza dimora; le persone ancora escluse dal Servizio Sanitario Nazionale…

Sono intervenuti il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la diocesi di Roma; Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma Capitale; Francesco Rocca, Presidente della Regione Lazio; il Vescovo Benoni Ambarus, Delegato diocesano dell’Ambito della Diaconia della Carità; Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma; Alberto Colaiacomo, Coordinatore della Redazione del Rapporto. L’incontro è stato presentato da Giulia Rocchi, dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Roma.

Il Cardinale Angelo De Donatis si è soffermato sulle sempre più diffuse “forme della solitudine”, che attanagliano parte crescente della popolazione romana.

Scrive Monsignor Benoni Ambarus, nella “Presentazione” del Rapporto: “Roma è una città in cui ancora in tanti, troppi, dormono e muoiono in strada; molti di più quelli che vivono con lavori in nero e contratti precari, alcuni al limite dello sfruttamento. Una città in cui “mettere su famiglia” per molti è ancora un sogno, così come lo è trovare un’abitazione per la famiglia”.

Il Direttore della Caritas romana Giustino Trincia ha ricordato i dati di sintesi sulle dinamiche della povertà in Italia, denunciando una sorta di “crescita inarrestabile”: se nel 2008, veniva classificata come “povero” il 3,6 % dell’intera popolazione italiana, siamo arrivati a quota 9,7 % nel 2022.

Delicata ma netta l’analisi di Giustino Trincia: ha sostenuto che “troppi esseri umani sono scartati dalla logica del profitto… è necessario mettere mano al complessivo modello economico…”. Si legge nel suo intervento nel Rapporto: “con due linguaggi così diversi, potremmo dire quello del cuore e quello dei numeri, occorre partire da qui: troppi poveri, troppi scartati da un modello di sviluppo economico che strutturalmente dimostra di anteporre la logica del profitto ad ogni costo, al primato che dovrebbe avere la dimensione umana”.

In 180 pagine (per i tipi delle edizioni Palumbi di Teramo), corredate da infografiche e tabelle, il Rapporto presenta le tante facce della città Capitale d’Italia, che può certamente vantarsi di essere “museo a cielo aperto”, ed attrazione per milioni di turisti ogni anno, nonché centro nevralgico della politica nazionale e (talvolta) internazionale.

Tutte qualità che potrebbero fare di Roma forse una “città ideale”, ma esiste un’altra faccia della luna.

Nella Capitale, il 42 % dei residenti vive con meno di 15mila euro l’anno

Basti osservare come a Roma un 42 % dei residenti dichiari un reddito inferiore ai 15mila euro.

A seguire, il 37 % è nella fascia 15mila-35mila euro; il 18 % dichiara più di 35mila euro, ma meno di 100mila…

Il 2,4 % dei contribuenti percepisce più di 100mila euro e detiene il 17,6 % del reddito dichiarato nella Capitale, pari a oltre 8 miliardi di euro.

La “forbice” tra i pochi ricchi e l’esercito dei poveri si allarga di anno in anno.

Si potrebbe quasi sostenere – provocatoriamente – che Roma stia regredendo ai livelli di 50 anni fa, per quanto riguarda indicatori sociali come le disparità in ambito territoriale, generazionale e di nazionalità… A quando, cioè, don Luigi Di Liegro, primo Direttore della Caritas di Roma, organizzò il convegno su “I mali di Roma”.

Analizzando nel dettaglio l’aspetto reddituale, Roma presenta notevoli disparità tra generazioni, generi, cittadinanza e aree di residenza.

Il rapporto – curato da Alberto Colaiacomo, Anna Moccia, Eleonora Schirmo – si basa sui dati dell’Ufficio Statistico di Roma Capitale relativi all’anno fiscale 2020, quando la popolazione era pari a 2,8 milioni (per la precisione: 2.822.981) cittadini, distribuiti sui 15 Municipi.

I residenti che all’epoca avevano presentato la dichiarazione dei redditi erano 1,8 milioni.

Di questi, il 51 % donne ed un 9 % cittadini di nazionalità straniera provenienti soprattutto da Romania, Bangladesh e Filippine (insieme costituiscono oltre il 40 % del totale dei redditi degli stranieri).

Il resoconto fiscale 2020 presenta i romani come sempre più poveri: il reddito medio per i contribuenti è pari a 25.703 euro contro i 26.148 euro dell’anno precedente.

Lo squilibrio territoriale dentro la città: i residenti del I e II Municipio dichiarano 38mila e 41mila euro di reddito l’anno, a fronte del VI Municipio, con soltanto 17mila euro

Sono i residenti nel Municipio II a dichiarare di più, oltre 41mila euro… Il Municipio II include quartieri come Parioli, Flaminio, Salario, Trieste, Pinciano, Nomentano e (in parte) Tiburtino. I cittadini del Municipio I, ovvero il Centro Storico, percepiscono un reddito di 37.788 euro.

Il Municipio VI è quello nel quale la media dei redditi risulta più bassa (17.058 euro) ampiamente al di sotto (-34 %) del reddito medio dei contribuenti romani. Si tratta di meno della metà del II e del I Municipio.

Il Municipio VI, nella periferia est della Città è formato dai quartieri Don Bosco (in parte); Zone Acqua Vergine (in parte), Lunghezza, San Vittorino, Torre Spaccata (in parte), Torre Angela, Borghesiana, Torre Maura (in parte), Torrenova (in parte), Torre Gaia (in parte), Tor Bellamonaca.

La classe di età tra i 60 e i 74 anni è quella che in media gode di un reddito più alto (31.962 euro) ed è la classe di età più ricca in tutti i 15 Municipi.

I percettori di reddito sotto i 30 anni sono invece quelli che hanno una media reddituale inferiore.

Il volume, presentato a pochi giorni dalla VII “Giornata Mondiale dei Poveri”, che si celebra domenica 19 novembre, si apre con uno sguardo sulla situazione italiana, dove nel 2022 sono risultate in condizione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie (8,3 % del totale, rispetto a 7,7 % nel 2021) e oltre 5,6 milioni di singoli individui (9,7 %, in crescita dal 9,1 % dell’anno precedente).

Un peggioramento imputabile in parte anche alla forte accelerazione dell’inflazione.

In particolare, la povertà assoluta è uno stato che interessa quasi un milione 269 mila minori (13,4 %, rispetto al 9,7 % degli individui a livello nazionale).

Non è certamente una sorpresa che i cittadini più “a rischio” risiedano nel Mezzogiorno.

Tornando a focalizzarci su Roma, per quel che riguarda il reddito familiare medio si attesta a 39.318 euro, ben al di sotto di quanto registrato nel Municipio II (60.836 euro), mentre nel Municipio VI la media del reddito familiare si attesta su un valore più basso del 31 %.

È stato calcolato il “reddito medio pro capite” suddividendo il “reddito familiare” per i “componenti” dei singoli nuclei.

Il valore medio ottenuto si attesta a 21.353 euro, che scende a 12.770 euro per le famiglie con minori, mentre raggiunge i 28.831 euro per le famiglie senza minori a carico.

Tra le varie concause della povertà, la crescita della spesa per gioco d’azzardo: 1.763 euro “pro capite giocati” a Roma

Deve stimolare una riflessione il dato secondo il quale nel 2022 nel solo Lazio la spesa per gioco d’azzardo sia stata di 10,2 miliardi di euro: in media, 1.793 euro l’anno a persona. Ha rimarcato Giustino Trincia: “chiamiamolo azzardo, non gioco”.

Nel solo Comune di Roma, il volume di gioco dello scorso anno è stato di 5 miliardi (di cui ben 3,5 miliardi in modalità telematica) con un importo “pro capite” di 1.763 euro giocati.

Sull’urgenza di dare segnali concreti di cambiamento, i Vescovi del Lazio hanno lanciato il 5 dicembre 2022 un “appello” ai Sindaci dei Comuni del Lazio e – scrive la Caritas, diplomaticamente – “sono ancora in attesa di ricevere risposte sostanziali”.

Il livello di “sovraindebitamento” cresce anno dopo anno, come emerge dall’incremento della percentuale di lavoratori che fanno ricorso alla “cqs”, acronimo che sta per “cessione del quinto dello stipendio”… Il 2022 è stato l’anno in cui le famiglie consumatrici hanno raggiunto livelli di accesso al credito tra i più elevati del nuovo millennio, con la specificità che si tratta in modo molto accentuato di credito al consumo senza scopo (ovvero di danaro necessario per la quotidianità, non per l’acquisto – esemplificativamente – di una autovettura): nel Lazio, spicca un aumento su base annuale di oltre il 9 % per le cessioni del quinto dello stipendio. Si tratta di una modalità di finanziamento a cui si accede, come una sorta di ultima spiaggia, quando, per affrontare esigenze familiari e personali più o meno improvvise ed impreviste, ci si ritrova privi di altre possibilità di finanziamento ordinario…

L’attivismo della Caritas: 25.000 persone hanno contattato i centri di assistenza nel 2022

Si conferma che la povertà a Roma è in continuo aumento anche dai “numeri” dei servizi di assistenza prestati dalla Caritas Diocesana: “nel 2022 abbiamo registrato il dato più alto di accesso ai nostri servizi. Siamo stati infatti contattati nei nostri centri da circa 25.000 persone in difficoltà. Per ben 11.800 di esse abbiamo poi avviati dei programmi organici di aiuto”. È il cibo l’esigenza che si conferma primaria: “a richiesta di sostegno alimentare continua a rappresentare il principale tipo di intervento che le famiglie chiedono ai centri di ascolto e alle comunità parrocchiali, riguarda infatti il 70 % del totale”. Tra le tante problematiche: la crisi abitativa, un mercato del lavoro con una quota significativa di precariato, le bollette delle utenze, l’aggravarsi della difficoltà di accesso al Servizio Sanitario e l’emergenza “salute mentale”…

Il Sindaco di Roma Gualtieri ed il Presidente della Regione Lazio non granché convincenti: deboli intendimenti rispetto alla gravità del problema

Gli interventi del Sindaco della Capitale e del Presidente della Regione Lazio ci sono sembrati entrambi deboli, veramente molto deboli, di fronte all’enormità del problema.

Entrambi hanno lamentato la riduzione dei rispettivi budget per scelte del Governo nazionale, ma forse la questione vera – ed essenziale – è la allocazione delle risorse.

Il Sindaco Roberto Gualtieri ha sostenuto che Roma – come denuncia Caritas – si pone ormai come un coacervo di “città parallele”, che tendono a non incontrarsi, chiusa ognuna nella sua nicchia di privilegio o di esclusione. Ha citato il mitico Aldo Moro delle “convergenze parallele”, sostenendo che si dovrebbe semplicemente stimolare la convergenza di questi mondi metropolitani che tendono ad escludersi, a non conoscersi, a non interagire, presa ognuno dai propri pregiudizi. Ha citato il “piano sociale partecipato” come strumento che può contribuire al superamento delle difficoltà in essere. Ha osservato come, “nonostante la città di Roma faccia registrare una crescita economica positiva, non si è fermato il trend di crescita della povertàDobbiamo mettere al centro delle politiche la sostenibilità sociale, da affiancare alle politiche di crescita e sviluppo, perché si tratta di un’emergenza sociale e non possiamo chiamarla diversamente di fronte a questi numeriAbbiamo incrementato di 36 milioni i fondi per il sociale e assicurato l’aumento della platea di assistiti realizzato nel 2022. Ci confrontiamo con una diminuzione delle risorse ma abbiamo messo in sicurezza nel triennio questo aumento”. In verità, secondo alcuni, come la Rete dei Numeri Pari, la situazione richiederebbe ben altri interventi, anche a livello di budget complessivamente assegnato alla dimensione del “sociale”.

Il Presidente della Regione Francesco Rocca ha sostenuto che si deve evitare che alcuni luoghi producano una sorta di “eredità generazionale”: il nascere a Tor Bellamonaca o Corviale – per esempio – non deve significare necessariamente una “esclusione”. Ha sostenuto la necessità di utilizzare “la bellezza” come elemento di riscatto e di inclusione sociale. Rocca si è anche molto soffermato sui problemi del disagio mentale: “abbiamo la legge più bella del mondo ma senza risorse”, riferendosi alla normativa che reca il nome di Franco Basaglia. Ha rivendicato di aver stimolato la presenza di uno psicologo in ogni scuola, elevando la dotazione regionale in materia da 2 milioni a 10 milioni di euro l’anno…

Conclusivamente, un utile rapporto di ricerca che fornisce stimoli preziosi, con la Chiesa Cattolica ancora una volta nella veste di… “supplente”, in materia di studi ed indagini su temi delicati della società italiana, rispetto al deficit di conoscenze dello Stato italiano (e, in proposito, rimandiamo anche quel che scrivevamo pochi giorni fa su queste colonne: vedi “Key4biz” del 9 novembre 2023, “Rapporto Migrantes. Gli italiani all’estero sono 6 milioni, il 10 % della popolazione residente”).

Come scrivevamo oltre un anno fa, su queste stesse colonne: ancora una volta, è Caritas (sia a livello nazionale sia a livello romano) a denunciare una situazione che dovrebbe essere oggetto di una attenta riflessione autocritica da parte del Governo.

E l’impressione, dall’incontro di questa mattina, è di istituzioni apparentemente “in ascolto”, ma sostanzialmente sorde ed inerti, rispetto alla drammaticità delle dinamiche in essere.

Clicca qui, per la sesta edizione del Rapporto “Povertà a Roma: un punto di vista”, realizzato dalla Caritas Diocesana di Roma, presentato il 13 novembre 2023, Sede de Vicariato, Roma

[ Nota: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.