Finestra sul mondo

La Bayer cancella il nome della Monsanto, UniCredit cerca la fusione con Socie’te’ Ge’ne’rale, Macron

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Germania, Bayer cancella il nome della Monsanto

04 giu 11:13 – (Agenzia Nova) – Bayer sara’ l’unico proprietario della societa’ Monsanto dal prossimo 7 giugno. Lo ha annunciato oggi la stessa Bayer. Il prezzo dell’acquisizione e’ pari a 63 miliardi di dollari. Si tratta della piu’ grande acquisizione di un’azienda tedesca all’estero. Il via libera definitivo all’operazione e’ arrivato solo una settimana fa dagli Stati Uniti. La Monsanto e’ stato finora il maggior produttore di sementi al mondo ed e’ da anni nel mirino di chi si oppone all’agricoltura industriale. Per finanziare l’acquisizione, Bayer emettera’ titoli e obbligazioni che dovrebbero fruttare in totale 26 miliardi di euro. La reazione degli investitori sara’ un segnale di come i mercati finanziari hanno reagito all’acquisizione.

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Usa-Corea del Nord, Washington studia modo discreto di sostenere spese di alloggio di Pyongyang in vista del vertice

04 giu 11:13 – (Agenzia Nova) – Esperti di eventi statunitensi e nordcoreani lavorano giorno e notte ai dettagli organizzativi del vertice di Singapore del 12 giugno prossimo che dovrebbe agevolare un accordo per la denuclearizzazione di Pyongyang. Resta da affrontare, riporta il quotidiano “Washington Post”, una questione logistica delicata, ovvero le spese di alloggio del leader Kim Yong-un. Il paese nordcoreano, orgoglioso, ma in difficolta’ economiche, chiede che un paese straniero saldi il conto dell’hotel preferito di Kim: il Fullerton, uno splendido edificio neoclassico vicino alla foce del fiume Singapore dove una suite costa oltre 6 mila dollari a notte. I leader delle due delegazioni, Joe Hagin per gli Usa e Kim Chang-son per la Corea del Nord, devono sciogliere il nodo. Washington sarebbe disponibile a sostenere le spese, ma teme che Pyongyang lo trovi offensivo. Al momento si sta lavorando all’idea che il paese ospitante, Singapore, paghi per le spese della delegazione della Corea del Nord.

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Usa-Cina, ancora fumata nera dopo la visita del segretario del Commercio a Pechino

04 giu 11:13 – (Agenzia Nova) – Gli Stati Uniti e la Cina avanzano verso l’imposizione di reciproci dazi di importazione. I negoziatori dei due paesi, riferisce il quotidiano “Wall Street Journal”, hanno compiuto pochi progressi in occasione del terzo round di colloqui la scorsa settimana, e Pechino ha minacciato di non osservare la precedente intesa sull’aumento delle importazioni Usa se Washington proseguira’ con l’imposizione delle tariffe nei confronti delle merci cinesi. A condurre i negoziati nella capitale cinese durante lo scorso fine settimana sono stati il segretario al Commercio statunitense, Wilbur Ross, ed il suo omologo cinese, Liu He. Al centro dei colloqui l’impegno della Cina ad aumentare i suoi acquisti di prodotti agricoli ed energetici Usa. La scorsa settimana la Casa Bianca aveva annunciato dazi del 25 per cento su 50 miliardi di dollari di merci d’importazione cinesi. Un annuncio che ora pesa sui negoziati e che Pechino chiede venga smentito prima di firmare ogni altro impegno con Washington. Media cinesi hanno riferito che in assenza di garanzie dagli Stati Uniti, non solo salterebbe ogni accordo, ma Pechino stessa contrattaccherebbe con nuovi dazi contro gli Usa.

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Italia, perche’ Roma flirta con l’uscita dall’euro

04 giu 11:13 – (Agenzia Nova) – L’Italia e la Spagna si sono date entrambe nuovi governi la scorsa settimana. Tuttavia, mentre il cambio della leadership in Italia ha determinato forti fluttuazioni nei mercati, quello della Spagna e’ stato accolto con uno sbadiglio. E’ quanto scrive il quotidiano “Wall Street Journal”, spiegando che la ragione risiede nelle diverse economie dei due paesi e nei diversi atteggiamenti nei confronti dell’euro. I populisti che formano oggi il nuovo governo in Italia hanno ventilato l’idea di uscire dalla moneta unica, mentre tutti i principali partiti spagnoli sono determinati di restarvi ancorati. Non lo si sarebbe detto sei anni fa, quando la Spagna aveva sofferto piu’ dell’Italia la crisi dell’euro. Tuttavia, scrive il quotidiano statunitense, Madrid ha riformato piu’ profondamente la sua economia, recuperando piu’ velocemente. Ora il Prodotto interno lordo spagnolo (Pil) e’ sopra il picco antecedente la crisi. In Italia, per contro, perdurano problemi di lungo corso e l’incapacita’ di porvi mano si riflette nel prodotto interno lordo, che e’ ancora inferiore di 5 punti percentuali al picco pre-crisi.

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Spagna, Pp minaccia il Psoe di ritirare le concessioni al Pnv

04 giu 11:13 – (Agenzia Nova) – Il Partito popolare (Pp), finito nel mirino del Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) in seguito alle condanne decide nell’ambito del caso Gurtel, potrebbe approfittare dell’attuale situazione di svantaggio per riarmarsi e tornare alla ribalta del palcoscenico politico spagnolo. La situazione che si e’ profilata dopo la mozione di censura, la sfiducia, votata venerdi’ scorso contro il primo ministro Mariano Rajoy potrebbe cambiare tutte le carte in tavola e il Pp e’ pronto a cambiare strategia e a giocare all’attacco. I senatori del Pp, riferiscono i principali quotidiani spagnoli, potrebbero infatti presentare emendamenti parziali ai bilanci, approvati al Congresso grazie ai voti di Pp, Ciudadanos e quelli del Partito nazionale basco (Pnv). I baschi avevano infatti vincolato il voto della mozione di censura al mantenimento di questi investimenti e Pedro Sanchez, leader del Psoe, aveva accettato promettendo di lasciare intatti i bilanci preparati dal Pp. Il sostegno che i baschi hanno deciso di accordare a Sa’nchez e’ considerato dagli esponenti del Pp come un “tradimento” che, avvertono, avra’ conseguenze “a breve, medio e lungo termine”.

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Gran Bretagna, la polemica sulla “islamofobia” oscura il lancio della nuova strategia anti-terrorismo

04 giu 11:13 – (Agenzia Nova) – E’ scontro aperto in Gran Bretagna tra il neo ministro dell’Interno, Sajid Javid, ed il Muslim Council of Britain (Consiglio musulmano di Gran Bretagna”, ndr) sulla presunta “islamofobia” che allignerebbe all’interno del Partito conservatore al governo del paese: Sajid Javid, che ha origini pachistane, ha respinto la richiesta di istituire un’indagine indipendente su tali accuse, a suo vota tacciando il Muslim Council di non essere affatto rappresentativo dell’intera comunita’ islamica britannica. Parlando ieri domenica 3 giugno ad un programma della rete televisiva statale “Bbc”, il ministro ha anche detto di essere in disaccordo sulla questione con la Baronessa Sayeeda Warsi, la prima donna musulmana a ricoprire incarichi di governo in Gran Bretagna che aveva invitato la premier Theresa May a riconoscere che esisterebbe un problema di islamofobia tra i ranghi conservatori. La polemica, commenta il quotidiano tradizionalista “The Times” nel darne conto, rischia di mettere in ombra la presentazione della nuova strategia anti-terrorismo del governo, che in particolare prevede che il servizio segreto interno MI5 debba mettere a disposizione delle scuole e dei servizi sociali le informazioni in suo possesso sui sospetti estremisti islamici: la nuova “Contest strategy” sara’ esposta dal ministro Sajid Javid in un discorso che terra’ oggi lunedi’ 4 giugno a Londra nel primo anniversario dell’attacco terroristico avvenuto lo scorso anno nella zona turistica del London Bridge, nel corso del quale otto persone furono uccise e circa 50 ferite. La nuova “Contest strategy”, in particolare, prevede che il servizio segreto interno di controspionaggio, l’MI5, mettera’ a disposizione delle scuole e dei servizi sociali le informazioni in suo possesso sui sospetti estremisti islamici e ogni dato che indichi la possibile radicalizzazione di individui di fede musulmana; secondo i servizi di sicurezza britannici, il paese dovra’ affrontare una seria minaccia da parte del terrorismo di matrice islamica per almeno altri due anni. Il “Times” riporta anche l’allarme lanciato dal giornale rivale “The Guardian”, di orientamento filo-laborista, sulla minaccia rappresentata dall’imminente rilascio di un gran numero di terroristi attualmente incarcerati: analizzando i dati raccolti dal Sentencing Council (l’ente statale che monitora le sentenze penali, ndr), il “Guardian” ne ha concluso che entro la fine di quest’anno arriveranno a espiazione il 40 per cento delle condanne per terrorismo inflitte negli ultimi dieci anni. Cio’ significa che fra pochi mesi decine di terroristi torneranno liberi nelle strade delle citta’ britanniche. In particolare il giornale scrive che circa 80 dei 193 estremisti, condannati al carcere tra il 2007 e il 2016, in base alla legge anti-terrorismo stanno per espiare la loro pena; ma i detenuti che potrebbero essere scarcerati in un immediato futuro potrebbero essere molti di piu’, perche’ diversi condannati hanno trascorso gia’ meta’ delle loro condanne e ora potrebbero chiedere a buon diritto di essere posti in semi-liberta’.

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Francia, il presidente Macron continua i suoi progetti di riforma

04 giu 11:13 – (Agenzia Nova) – Dopo la riforma del lavoro, il presidente francese, Emmanuel Macron, si appresta a veder conclusa anche la riforma del sistema ferroviario, mentre il suo governo si prepara a cominciare altri due cantieri: quello delle pensioni e quello degli aiuti sociali. Lo scrive “Libe’ration”, ricordando che il capo dello stato francese ancora conserva “il sostegno dell’opinione”, con il 40 per cento circa delle opinioni positive. Gli scioperi organizzati dalle organizzazioni sindacali non hanno ottenuto gli effetti sperati, con i francesi che hanno appoggiato le manovre del governo. Tuttavia, l’opposizione non e’ d’accordo sul bilancio delle mobilitazioni. Mentre Laurent Berger, segretario del sindacato della Cfdt, sottolinea i progressi fatti nel dossier sulle ferrovie grazie alle sue “proposte”, il suo omologo della Cgt, Philippe Martinez, sottolinea la necessita’ di passare a “una nuova tappa”. Dal canto suo, Jean-Luc Me’lenchon, leader della France Insoumise, non e’ d’accordo con l’indebolimento della protesta. “Il lavoro non sara’ terminato fino a quando i francesi non avranno constatato progressi concreti nelle loro vite quotidiane” ha dichiarato il primo ministro, Edouard Philippe.

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Germania, Merkel: l’Europa “deve essere capace di agire”

04 giu 11:13 – (Agenzia Nova) – La cancelliera tedesca Angela Merkel ha risposto alle proposte di Emmanuel Macron per riformare l’Eurozona. “L’Esm – ha detto in un’intervista rilasciata al “Frankfurter Allgemeine Zeitung – deve diventare un fondo monetario europeo per aiutare i Paesi in difficolta’”. La Merkel, inoltre, ha parlato dell’introduzione di un budget di investimento per l’eurozona, da utilizzare per favorire una convergenza economica piu’ veloce tra gli stati membri. Il tema sara’ al centro del vertice dei capi di stato e di governo europei che si terra’ a fine giugno, in cui si discutera’, tra le altre cose, dell’eurozona. La Merkel ha parlato anche di immigrazione: “la sicurezza delle frontiere, la politica di asilo comune e la lotta alle ragioni dell’esodo dei migranti sono la vera questione esistenziale per l’Europa”. “Gli italiani, dopo l’inizio del caos politico in Libia, si sono sentiti lasciati soli nel compito di accogliere cosi’ tanti migranti” ha dichiarato il cancelliere tedesco. Riferendosi alla situazione italiana, la Merkel ha spiegato: “escludo l’idea che la Banca centrale europea possa concedere all’Italia una riduzione significativa del debito. Vorrei lavorare con il nuovo governo italiano senza che nessuno speculi sulle sue intenzioni. La solidarieta’ tra i partner dell’euro non dovrebbe mai portare a un’unione del debito, piuttosto deve aiutare gli altri ad aiutare se stessi”.

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Ue, le difficolta’ del presidente Macron in Europa

04 giu 11:13 – (Agenzia Nova) – Il bilancio europeo del presidente francese, Emmanuel Macron, al momento resta mediocre. E’ quanto afferma “Le Figaro”, spiegando che la riforma della zona euro proposta del capo dello Stato francese e’ stata accolta “freddamente” dagli altri partner dell’Unione. Tra le proposte figurano quelle riguardanti un Parlamento della zona euro, la tassazione dei giganti de web e un budget comune. Secondo il quotidiano, la crisi migratoria e il contesto internazionale non aiutano Macron. La formazione di un governo Lega-Movimento 5 Stelle e’ l’ultima “brutta notizia” per il presidente. In questo contesto, le elezioni europee rappresentano un test fondamentale e molto difficile da superare per la maggioranza presidenziale di En Marche. Il movimento ancora non ha trovato degli alleati europei e la sua strategia resta vaga. Il Consiglio europeo previsto per il 28 e 29 giugno rischia di rivelarsi particolarmente complicato. Macron e il cancelliere tedesco Angela Merkel dovrebbero disegnare un road map comune, ma i rapporti tra i due restano freddi. “Proprio perche’ e’ difficile dobbiamo rimboccarci le maniche” ha detto Christophe Castaner, il delegato della Republique en marche, il partito del presidente francese.

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UniCredit cerca la fusione con Socie’te’ Ge’ne’rale

04 giu 11:13 – (Agenzia Nova) – La banca italiana UniCredit sta progettando di fondersi con i rivali francesi di Socie’te’ Ge’ne’rale (SocGen): la notizia viene “sparata” oggi lunedi’ 4 giugno in apertura della prima pagina dal quotidiano “The Financial Times”, secondo cui si tratta di un’audace mossa che vedrebbe unire le forze due delle piu’ grandi banche europee e che aprirebbe la strada a un’ondata di fusioni in tutto il continente. L’amministratore delegato di Unicredit, il francese Jean-Pierre Mustier, avrebbe covato l’idea per molti mesi, secondo il giornale economico britannico che cita non meglio precisate fonti “vicine alla situazione”: queste fonti rivelano che un approccio formale non c’e’ ancora stato, ma che anche i vertici di SocGen avrebbero studiato la possibilita’ di una tale fusione. Il “Financial Times” scrive che importanti dirigenti di entrambe le parti hanno sottolineato come i contatti siano solo agli inizi e che l’instabile situazione politica in Italia ha ritardato il piano originale, che inizialmente prevedeva un accordo entro 18 mesi. Secondo le fonti citate, il piano di fusione ora non dovrebbe partire prima di almeno un altro anno. Il giornale della City di Londra ricorda come una fusione tra le due banche italiana e francese sia stata piu’ volte proposta da SocGen negli ultimi 15 anni, ma che le rispettive debolezze finora hanno sempre consigliato di accantonare l’idea. La banca francese ieri, domenica 3 giugno, ha formalmente smentito “qualsiasi discussione all’interno del consiglio di amministrazione a proposito di una potenziale fusione con UniCredit”, mentre la banca italiana ha rifiutato di commentare la notizia. Mustier considera SocGen, di cui in passato ha diretto la branca investimenti, un partner ideale per l’istituto di credito italiano, i cui punti forti sono gli investimenti e le operazioni nell’Europa dell’Est; per SocGen, viceversa, il principale vantaggio di una fusione sarebbe conquistare una posizione di prima linea in Italia e in Germania nell’attivita’ di sportello e nei servizi alle imprese. Un eventuale accordo tuttavia, sottolinea il “Financial Times”, incontrerebbe comunque notevoli difficolta’: innanzitutto susciterebbe obiezioni da parte delle autorita’ anti-concorrenza di Francia, Italia e dell’Unione Europea, a causa dello status di “banche di sistema” rivestito da entrambi gli istituti nei rispettivi paesi, e non ultimo l’ostilita’ in Italia da parte del mondo politico e dell’ambiente degli affari nei confronti della possibilita’ che importanti settori dell’economia del paese cadano sotto il controllo di mani straniere.

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