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Assange arrestato (Rischia fino a 5 anni in Usa). Appelli per liberarlo in nome della trasparenza della Rete

Il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, è stato arrestato dalla Polizia Metropolitana di Londra nell’ambasciata ecuadoriana, e trasferito in commissariato in attesa di essere portato davanti a un giudice. La polizia britannica ha arrestato il fondatore di Wikileaks dopo che l’Ecuador gli ha revocato l’asilo e l’ambasciata di Quito a Londra lo ha espulso dall’edificio.

Quasi immediata è giunta la richiesta di estradizione negli Usa da parte del Dipartimento di Giustizia USA: “Assange è accusato di cospirazione per aver commesso un’intrusione informatica. Se condannato, rischia una pena massima di cinque anni di carcere”. “Le condanne effettive per reati federali sono in genere inferiori alle sanzioni massime”, si legge nella richiesta di immediato rilascio.


Secondo quanto ha denunciato in un tweet da Wikileaks, Assange non è uscito dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra, è stato l’ambasciatore a far entrare la polizia britannica all’interno della sede diplomatica, dopo che il presidente dell’Ecuador, Lenin Moreno, gli ha revocato l’asilo.

L’arresto anche su richiesta di estradizione Usa

Julian Assange è stato arrestato anche a seguito di una richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti. Infatti ad Assange è stato notificato “un ulteriore mandato d’arresto a nome della autorità Usa alle 10.53 dopo il suo arrivo alla sede centrale della polizia di Londra”. Si conferma poi che si tratta di “una richiesta di estradizione sulla base della sezione 73 dell’Extradition Act”. Questa motivazione si aggiunge all’altra, evocata precedentemente dalla polizia di Londra, che è il mandato d’arresto di giugno del 2012 emesso dal tribunale londinese di Westminster Magistrates con l’accusa per Assange di violazione delle condizioni di libertà sorvegliata. Già la legale di Assange, Jen Robinson, aveva annunciato su Twitter che l’arresto era avvenuto “non solo per violazione delle condizioni del rilascio su cauzione ma anche in relazione a una richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti”

Ora gli Stati Uniti sono pronti a processarlo e a valutare quale sia stato il ruolo del portale specializzato nella pubblicazione di documenti governativi riservati nel Russiagate.

Ma l’arresto fa discutere. Tofalo: “Insofferenza verso chi promuove trasparenza e libertà come WikiLeaks”

Ma l’arresto fa discutere. Per Wikileaks è stato violato un diritto internazionale. Dall’Italia arriva l’appello alla libertà di Assange dal M5S. Angelo Tofalo, sottosegretario alla Difesa su Twitter ha condiviso: “L’arresto di Assange, dopo 7 anni di ingiusta privazione di libertà, è una inquietante manifestazione di insofferenza verso chi promuove trasparenza e libertà come WikiLeaks. Amici britannici, il mondo vi guarda, l’Italia vi guarda. Libertà per Assange”.

In generale in Rete sta crescendo la polemica contro l’arresto e si moltiplicano i post di migliaia di utenti che chiedono la scarcerazione di Assange in nome della liberà di espressione.


Samuele Dominioni (ISPI): ‘Con estradizione negli Usa interesse rilevante per la cybersecurity americana’

E dal punto di vista delle relazioni internazionali in ambito Cybersecurity, come viene analizzata la vicenda? L’abbiamo chiesto a Samuele Dominioni, ricercatore dell’Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale): “nel momento in cui gli Stati Uniti otterranno l’estradizione di Assange dalla Gran Bretagna, la vicenda in ambito di cybersecurity avrà sicuramente un interesse rilevante perché, a quel punto, saranno anche resi pubblici i capi d’accusa per i quali è stato imputato negli Usa”.

“Qualora tutto ciò dovesse concretizzarsi”, ha continuato Dominioni, “sarebbe una dimostrazione empirica di quella che è attualmente la nuova posizione degli Stati Uniti sulla sicurezza nel dominio cibernetico. Infatti, dall’ascesa del Presidente Trump, c’è stata sicuramente una netta presa di posizione, molto più reattiva, basti leggere i documenti della nuova strategia di Cybersecurity americana per quanto concerne la protezione degli interessi statunitensi nello spazio cibernetico”.

“Difatti”, ha aggiunto, “l’allora capo della CIA Pompeo disse che WikiLeaks era da considerarsi un’agenzia di spionaggio ostile perché imputata di essere stata la piattaforma attraverso la quale sono state diffuse in Rete le email dei democratici. Questo avvenimento è dunque emblematico di quello che potrà essere la nuova posizione americana nel cyberspazio”, ha concluso il ricercatore dell’Ispi.

Ecco una cronologia della vicenda Assange

Agosto 2010: una donna accusa Assange di aver approfittato del sonno per stuprarla, senza preservativo. I due erano a Stoccolma per una conferenza di Wikileaks. Lei afferma di avergli sempre rifiutato un rapporto sessuale non protetto.

Dicembre 2010: l’australiano è arrestato in Gran Bretagna, e poi rilasciato su cauzione.

Febbraio 2011: Londra approva la richiesta di estradizione inoltrata dalla Svezia e invita il blogger a presentarsi davanti a un tribunale per il 29 giugno 2012.
19 giugno 2012: Julian Assange non si presenterà. Chiede, invece, asilo all’Ecuador, che lo accoglie nella sua ambasciata a Londra. – 19 maggio 2017: la Svezia archivia le accuse. Riaprirà il caso se Assange rientrerà nel Paese entro agosto 2020, altrimenti scatterà la prescrizione. Resta, per Londra, l’accusa di aver violato gli obblighi legati alla cauzione.

11 gennaio 2018: l’Ecuador afferma di aver concesso la cittadinanza ad Assange, chiedendo inoltre a Londra di riconoscerlo come diplomatico in modo da evitargli l’arresto e la probabile estradizione negli Stati Uniti dove deve rispondere della pubblicazione di documenti segreti militari e diplomatici nel 2010. Londra respinge la richiesta. Il presidente dell’Ecuador, Lenin Moreno, chiede “una soluzione positiva a breve termine”.

13 novembre 2017: Donald Trump Jr. pubblica lo scambio di messaggi con WikiLeaks durante le presidenziali negli Stati Uniti. Secondo l’intelligence americana, l’organizzazione guidata da Julian Assange ha collaborato con il Cremlino per condizionare le elezioni Usa. Due mesi prima era filtrata la notizia che il deputato repubblicano Dana Rohrabacher avrebbe proposto a Donald Trump di offrire l’immunità ad Assange in cambio della sua disponibilita’ a escludere che sia stata la Russia a fornire a Wikileaks le mail hackerate ai democratici durante la campagna per le presidenziali. Assange, finora, non è mai stato incriminato negli Stati Uniti.

6 febbraio 2018: il giudice britannico conferma il mandato di cattura.

11 aprile 2019: l’Ecuador ha revocato l’asilo concesso ad Assange e questa mattina l’ambasciata ecuadoregna a Londra lo ha espulso. Ad attenderlo c’erano le autorità britanniche che lo hanno arrestato.

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