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iVoting, il Senato non osa. La lettera a Casellati di 50 senatori per la partecipazione da remoto solo in Commissione

Senato

Mentre alla Camera c’è la proposta di modificare il regolamento per introdurre il voto telematico per i deputati in quarantena o isolamento fiduciario, al Senato è stato chiesto alla presidente Maria Elisabetta Alberta Casellati di consentire la partecipazione a distanza solo in Commissione.

“Riteniamo la partecipazione tramite sistemi di videoconferenza possa essere rinnovata ed adottata per la partecipazione dei senatori a tutte le procedure informative tenute presso le Commissioni permanenti e bicamerali, convocate sia come Uffici di Presidenza sia in sede plenaria. Tali sedute saranno idoneamente programmate in modo da assicurare il necessario supporto tecnico per permette la partecipazione da remoto”. Questa richiesta è contenuta nella lettera inviata alla presidente del Senato firmata dai senatori Maria Laura Mantovani e Gianluca Perilli e sostenuta da altri 50 senatori.

Inoltre, nella lettera si chiede, esplicitamente, la possibilità per i senatori in quarantena di collegarsi da remoto alle riunioni delle Commissioni: 

“Questa modalità di partecipazione è da intendersi come una possibilità in quanto sarebbe sempre consentita la presenza in sede. Per i Senatori invece che per motivi di salute o indipendenti dalla loro volontà non potessero essere presenti, sarebbe consentita la partecipazione a distanza”. 

Su tutto questo abbiamo chiesto un commento alla senatrice Maria Laura Mantovani, M5S, prima firmataria della lettera alla presidente del Senato:

Mantovani (M5S): “Chiesto a Casellati collegamento da remoto per le riunioni senza voto in Commissione”

“Abbiamo chiesto alla Presidente del Senato di permettere il collegamento da remoto per tutte le procedure informative (senza voto) che vengono svolte dalle commissioni, sia permanenti che bicamerali. In questo modo si potrebbero organizzare meglio i lavori senza i contatti fisici che ci limitano nelle presenze. E di conseguenza organizzare meglio anche le sedute dove si vota”, ci ha spiegato Mantovani.

La differenza tra voto in Commissione e voto in Aula


“Per quanto riguarda il voto vero e proprio bisogna distinguere tra voto in commissione e voto in Aula“, ha evidenziato la senatrice.


Per il voto in commissione, dove in presenza si vota per alzata di mano, non ritengo complesso trovare una soluzione anche per il voto da remoto.
Per il voto in Aula è richiesto invece una modifica sostanziale del regolamento del senato, perché il nostro voto è elettronico a scrutinio simultaneo, mentre gli altri paesi europei, compreso il parlamento europeo prevedono il voto per corrispondenza, che il nostro regolamento non ha. Il voto per corrispondenza comporta lo scrutinio differito r le votazioni elettroniche vengono assimilate a questa tipologia di voto. Infatti in tutti quei casi i voti elettronici remoti vengono computati a parte. Questo può andare bene per il voto finale del provvedimento. Invece non lo vedo molto fattibile per votare in aula gli emendamenti quando questi sono diverse centinaia
“, ha detto Mantovani.

Mantovani: “L’iVoting in Aula non possibile per emendamenti, ma solo per voto finale e va modificato il regolamento”

Infatti”, ha continuato la senatrice M5S, “da quando è scoppiata la pandemia Covid non abbiamo più potuto votare in Aula gli emendamenti, ma li abbiamo sempre votati solo in commissione, perché votare in aula con il sistema misto delle vecchie pulsantiere più i tablet per chi sta in tribuna comporta un tempo di processamento del voto troppo lungo, impossibile da conciliare con il voto di centinaia di emendamenti”.

Se quindi ci fosse anche il voto da remoto”, ha concluso Mantovani, “sicuramente non si potrebbe adottare per il voto degli emendamenti, ma solo per il voto finale. Insomma una serie di procedure tutte da rivedere che richiedono un lavoro sul regolamento”.

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