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iVoting, ecco come è andata la prima sperimentazione in Italia

iVoting Italia

672 sono stati i votanti della prima sperimentazione del voto digitale in Italia. Il voto, senza valore legale, è stato espresso su https://iovoto.esteri.it dal 24 novembre scorso fino al 3 dicembre in occasione, e in modo parallelo, alle elezioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani all’estero (Comites). I Comites sono organi elettivi che rappresentano le esigenze dei cittadini italiani residenti all’estero nei rapporti con gli Uffici consolari. 

iVoting, i numeri della prima sperimentazione in Italia

L’unico voto valido è stato quello espresso sul plico cartaceo dagli aventi diritto al voto. L’iVoting è stato “un importante progetto per verificare in concreto le modalità più sicure per il voto a distanza”, fa sapere la Farnesina a Key4biz fornendoci i numeri della sperimentazione:

iVoting, come si è votato?

Con un’altra modalità, il governo Berlusconi sperimentò il voto elettronico alle regionali del 2005, in alcuni comuni liguri, senza validità e in parallelo al voto per le elezioni regionali.

Questa volta, la votazione elettronica, in via sperimentale adottata dalla Farnesina, ha coinvolto gli elettori di nove circoscrizioni consolari (che coprono le circoscrizioni di 11 Comitati): Berlino, Monaco di Baviera (per i comitati di Monaco di Baviera e Norimberga), Marsiglia, Londra (per i comitati di Londra e Manchester), L’Aja, Houston, San Paolo, Tel Aviv e Johannesburg.

Sono stati ammessi alla sperimentazione tutti gli elettori residenti nelle 9 circoscrizioni che avessero effettuato l’iscrizione negli elenchi elettorali attraverso il portale per i servizi consolari Fast It. L’iscrizione negli elenchi elettorali dei consolati di riferimento è condizione necessaria, si ricorda, ai sensi del DL 109/14 per poter ricevere il plico elettorale e votare per corrispondenza. 

Per votare digitalmente, l’elettore ha dovuto collegarsi al portale IOvoto, https://iovoto.esteri.it, autenticarsi con lo SPID di II livello ed esprimere la preferenza seguendo una procedura guidata interamente online.

La sperimentazione non ha prodotto effetti giuridici per questa tornata elettorale, rimanendo valido ai fini dello scrutinio soltanto il consueto voto espresso per corrispondenza.

Cybersecurity. Sono stati registrati attacchi informatici? E come sono stati garantiti la sicurezza, segretezza e anonimato del voto? 

“Per quanto riguarda la parte relativa alla sicurezza informatica”, ci ha risposto la Farnesina,“sono in corso le necessarie verifiche tecniche, che si concluderanno con la predisposizione di una apposita relazione (che sarà pronta nel corso del 2022). La segretezza e l’anonimato sono stati garantiti compatibilmente con le tecnologie disponibili (ciò verrà approfondito nella suddetta relazione)”. 

Luigi Vignali, Direttore Generale per gli italiani all’estero: “Nel medio periodo l’obiettivo è testare la percorribilità del voto elettronico all’estero anche per altri importanti appuntamenti”

“Nel medio periodo l’obiettivo è testare la percorribilità del voto elettronico all’estero anche per altri importanti appuntamenti. La Farnesina conferma così una forte vocazione all’innovazione digitale, in vista della massima celerità, regolarità, sicurezza e trasparenza delle procedure elettorali”, ha dichiarato il Direttore Generale per gli italiani all’estero, Luigi Vignali.

Per il Direttore Generale per l’Informatica della Farnesina, Nicandro Cascardi: “è un ulteriore passo verso la digitalizzazione dei servizi al cittadino. Accanto al voto elettronico, abbiamo inoltre consentito di presentare completamente online, sul portale Fast IT, le richieste di iscrizione all’elenco elettorale per le elezioni Comites”.

Sperimentazione voto elettronico, le linee guida del governo

La sperimentazione del voto online per i Comites ha ricevuto, prima del via, l’ok dal Garante Privacy e si inserisce nel progetto del governo di avviare la sperimentazione del voto elettronico (iVoting) per circa 5 milioni di elettori, secondo le linee guida approvate (senza consultazione pubblica) dal decreto adottato dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, di concerto con il ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao.

La sperimentazione del voto elettronico avverrà, secondo il decreto, solo dopo l’esito positivo della “simulazione”, priva di valore legale, che coinvolgerà un campione significativo di elettori. 

l voto via Internet non coinvolgerà tutto il corpo elettorale, infatti è prevista la limitazione “a modelli che garantiscano il concreto esercizio del diritto di voto degli italiani all’estero e degli elettori che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovino in un comune di una regione diversa da quella del comune nelle cui liste elettorali risultano iscritti”.

In sostanza il voto elettronico, secondo il decreto, verrebbe sperimentato, in un evento elettorale, avente valore legale, con 5 milioni di elettori italiani, in caso di esito positivo della simulazione.

Il parere contrario del gruppo di Ingegneria Informatica e gruppo di Informatica: “A repentaglio le basi fondanti della nostra democrazia”

Le associazioni nazionali dei docenti e ricercatori di informatica e ingegneria informatica (gruppo di Ingegneria Informatica e gruppo di Informatica) hanno approvato e pubblicato la mozione contro l’uso del voto elettronico nelle elezioni politiche.
Tutti i sistemi e le tecnologie per la votazione su Internet sono al momento attuale inerentemente insicuri”, è uno dei motivi per i quali sconsigliano l’utilizzo del voto elettronico.
Riteniamo”, così si conclude la mozione, “che introdurre l’uso di sistemi di voto elettronico nelle elezioni politiche rischi di mettere a repentaglio le basi fondanti della nostra democrazia”.

“Sì alla sperimentazione, che può giungere a conclusioni negative”

Ivan Visconti, professore Ordinario – Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione ed Elettrica e Matematica applicata/DIEM – Università degli Studi di Salerno è uno dei professori che non ha votato la mozione (ci sono state decine di astensioni), contro la quale ha esposto varie criticità e debolezze in particolare legate alla fragilità del già esistente voto via posta.
“Io non sono favorevole al voto elettronico a scatola chiusa, sin da subito”, ci dice Visconti, “ma l’avvio di una sperimentazione è, invece, importante per coinvolgere i migliori esperti del settore e incentivarli ad individuare le potenziali vulnerabilità con l’obiettivo di provare a realizzare un sistema da utilizzare nei prossimi anni, quando a valle della sperimentazione ci sarà sufficiente consapevolezza dei pro e contro. Se mai si inizia la sperimentazione, mai si potrà implementare in futuro l’iVoting. La sperimentazione può anche giungere a conclusioni negative e questo è naturale quando si prova ad innovare. Già da molti anni ci sono vari studi ed esperti che mettono in guardia da un eccesso di rischi, ma le argomentazioni che offrono sono spesso deboli e contraddittorie, ed in alcuni casi obsolete”.

“Il voto è personale ed eguale, libero e segreto” recita l’articolo 48 della Costituzione italiana. È davvero impossibile in futuro anche per il voto telematico garantire le stesse condizioni?

Key4biz invita gli esperti del settore ad animare il costruttivo dibattito.

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