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ITU a caccia di 100 miliardi di dollari per chiudere il digital divide nei paesi poveri

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Secondo l'ITU, nel 2022 c'erano ancora 2,7 miliardi di persone nel mondo senza accesso a Internet. Il 27% di queste persone – circa 720 milioni – vive nei paesi meno sviluppati.

L’ITU, l’agenzia Onu che si occupa delle polithce globali delle Tlc e dello spettro radio, ha appena lanciato una raccolta fondi da 100 miliardi di dollari per superare il digital divide globale nei paesi meno sviluppati del pianeta. Un target ben più ambizioso dei 30 miliardi fissati in precedenza, da raggiungere sempre entro il 2026.

Raccolta va accelerata

La raccolta è gestita da Partner2Connect, un programma multi agenzia dell’Onu per connettere tutti i luoghi non connessi del globo. Ad oggi, sui 30 miliardi di target fissato in precedenza sono stati raccolti appena 12 miliardi di dollari.

La tecnologia è in coma all’agenda globale ma i benefici della tecnologia digitale sono ancora fuori portata per troppa gente, lamenta il segretario generale dell’ITU Doreen Bogdan-Martin: “Se vogliamo seriamente digitalizzare il mondo in modo significativo e sostenibile, dobbiamo agire per accelerare la trasformazione digitale per tutti”.

Se 100 miliardi sembrano una montagna di soldi, è perché lo sono. A titolo di confronto, il meccanismo per collegare al Ue (EuropaConnecting Europe Facility) per la realizzazione di reti e infrastrutture transeuropee nei settori dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell’energia, ammonta a 2,07 miliardi di euro.

Il programma Digital Europe, che finanzia cose come l’intelligenza artificiale, il supercalcolo, la trasformazione digitale, la sicurezza informatica e le competenze digitali e così via, ha un budget di 7,6 miliardi di euro.

Si tratta di spiccioli rispetto ai 100 miliardi di dollari, ma il confronto serve soltanto a evidenziare il divario digitale enorme tra Europa e paesi meno sviluppati.

Secondo l’ITU, nel 2022 c’erano ancora 2,7 miliardi di persone nel mondo senza accesso a Internet. Il 27% di queste persone – circa 720 milioni – vive nei paesi meno sviluppati, con bassi livelli di reddito e che affrontano quelli che l’ITU chiama “gravi ostacoli strutturali allo sviluppo sostenibile”.

Inoltre, dei 46 paesi meno sviluppati del mondo, Internet è considerato accessibile solo in due di essi.

Il divario tra i paesi meno sviluppati e i mercati sviluppati sta aumentando, poiché questi ultimi continuano a migliorare la copertura e a implementare fibra e 5G. Secondo l’ITU, per quanto riguarda la quota di persone che utilizzano Internet, la differenza tra la popolazione dei paesi meno sviluppati e il resto del mondo è aumentata da 27 punti percentuali nel 2011 a 30 punti percentuali nel 2022.

C’è anche un notevole divario di genere. A livello globale, il 63% delle donne ha utilizzato Internet nel 2022, rispetto al 69% degli uomini. Tuttavia, il divario è più ampio nelle nazioni a basso reddito, dove il 21% delle donne è online rispetto al 32% degli uomini e, per di più, questa statistica non è migliorata dal 2019.

“La rivoluzione digitale è una forza determinante della nostra era”, ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. “Poiché Internet diventa sempre più centrale per la creazione di valore e l’innovazione, i paesi meno sviluppati rischiano di rimanere ancora più indietro. Dobbiamo migliorare drasticamente l’accessibilità e l’inclusività ed eliminare il divario digitale”.