Key4biz

Italy WiFi Nation. Paolo Cardini (Digiconsum): ‘Wi-Fi disponibile e gratuito, una scossa all’Italia’

Paolo Cardini

L’Associazione Digiconsum è nata per promuovere la cittadinanza digitale nel nostro Paese, per contribuire a dare una scossa in termini di innovazione e consapevolezza del potenziale derivante dalla cosiddetta “economia digitale”.

Per questo abbiamo deciso di sostenere con convinzione la Proposta di legge Disposizioni per la diffusione dell’acceso alla rete internet mediante connessione senza fili che vede come primo firmatario Sergio Boccadutri e che, in sostanza, prevede l’obbligo per molti esercizi commerciali (tutti ad esclusione di quelli con superficie inferiore ai 100 mq o con meno di due dipendenti) e per molti mezzi di trasporto pubblico e privato (taxi, bus, treni, etc.) di mettere a disposizione una connessione internet in modalità Wi-Fi libero e senza password.

Diventare “il Paese più connesso al mondo” non è un record da inserire sul libro dei Guinness, ma un passo importante per far ripartire l’economia reale, migliorare la vivibilità delle nostre città e mettere “in connessione” le diverse aree del Paese. Basta pensare ai disservizi e all’arretratezza dell’offerta turistica italiana rispetto a quella di altri Paesi decisamente meno ricchi di bellezze naturali, culturali e storico-artistiche. Eppure questi ultimi, grazie a una migliore capacità di utilizzare la Rete, riescono ad attrarre un maggior numero di presenze.

Non possiamo più permettercelo.

Non possiamo lasciare ad operatori di altri Paesi l’organizzazione dell’offerta online. Né possiamo aspettare l’arrivo di fondi pubblici, che non arriveranno, e che quando sono arrivati sono stati spesi male.

I critici sostengono che con questa legge sarebbe il cittadino a pagare.

La connessione a Internet è un investimento

Noi rispondiamo che la connessione a Internet non è una spesa, ma un investimento.

Invece di impaurire i commercianti identificando questa proposta come una tassa,

bisognerebbe spiegare quali possono essere i benefici – economici e concreti – che ne deriverebbero, anche mostrando casi di successo internazionale basati ad esempio sulla realtà aumentata e sul social engagement all’interno degli esercizi commerciali.

Abbiamo molti commercianti tra i nostri associati e non notiamo resistenza: qualsiasi buon commerciante è disposto a spendere dei soldi, se sa che ne avrà di più in cambio.

Il commercio al dettaglio vive già enormi difficoltà: pensare che sarà l’abbonamento al Wi-Fi a farlo crollare è semplicemente ridicolo. Riteniamo che sia il momento di dare una svolta radicale.

La mentalità deve essere quella che ha portato ai successi del secondo dopoguerra: ciascuno di noi deve dare il proprio contributo e rimboccarsi le maniche per ripartire.

C’è poi chi contesta l’obbligatorietà della connessione, che con questa legge non sarebbe una scelta, ma una imposizione.

Certo, l’insofferenza per le imposizioni è naturale, ma sappiamo che tante cose che ci sono state imposte hanno contribuito ad alzare il livello di civiltà della popolazione, dalla RCA alle cinture di sicurezza, tanto per fare due esempi.

Anche quello della sicurezza a nostro avviso è un falso problema: moltissimi locali già offrono il Wi-Fi libero e anche dove l’accesso avviene digitando una password, quasi sempre la si trova scritta sul bancone o sui menù.

Pragmatismo

È vero che in una situazione ideale dovrebbe essere lo Stato a sostenere i costi della digitalizzazione, ma i soldi ora non ci sono, per cui o si affronta la cosa concretamente o si affonda. L’hanno definita scorciatoia, ma a volte, quando si è rimasti troppo indietro occorre anche prendere delle scorciatoie per recuperare il distacco accumulato.

Detto questo, si tratta senz’altro di una proposta perfettibile.

Manca, ad esempio, l’indicazione espressa che anche tutti gli hotspot pubblici, come quelli di comuni e province, debbano essere liberati da password e procedure di iscrizione. Ma nella sostanza ci sentiamo di dare il nostro appoggio a una iniziativa concreta e condivisibile.

Il nostro sostegno al disegno di legge promosso dall’onorevole Boccadutri non ha nulla a che vedere con gli schieramenti politici: Digiconsum è una associazione apartitica e indipendente.

Anzi, dico di più, ci sono questioni in cui riteniamo utile anche un po’ di sano protezionismo: basti pensare, per tornare all’esempio del turismo, a tutti i soldi che ogni anno i nostri hotel regalano alle agenzie online straniere come Expedia, Lastminute o Booking.com. Si potrebbe utilizzare un sito nazionale, emanazione del governo o delle associazioni di categoria, su cui inserire in esclusiva l’offerta ricettiva italiana. Stiamo parlando di un valore di 500 milioni di euro che ogni anno mandiamo all’estero e che potrebbe restare nelle tasche dei nostri albergatori e dei nostri operatori della ricettività.

A patto però che l’Italia smetta di essere la patria dei Guelfi e dei Ghibellini.

Exit mobile version