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Italy WiFi Nation. Massimo Micucci: ‘Wi-Fi disponibile e aperto? Proposta di buon senso che farà crescere l’Italia’

Massimo Micucci

Massimo Micucci

Alcuni “specialisti della rete” sono insorti contro la proposta di legge, che non hanno partorito loro, sulla introduzione del Wi-Fi aperto e obbligatorio nei luoghi aperti al pubblico avanzata da cinque deputati del  PD (Boccadutri, Bruno Bossio, Carbone, Losacco e Migliore), e fatta propria da almeno 100 parlamentari.

Molti di più i favorevoli.

È una proposta semplice e di buon senso. Ha qualche difficoltà, ma superabile e può essere di grande impatto.

Il punto di partenza è che l’Italia è un paese molto arretrato non solo nella diffusione della banda larga, ma anche nella diffusione di internet Wi-Fi.

Il mercato trova conveniente rafforzare un po’ gli investimenti nel campo della rete mobile, ma la situazione proprietaria della rete e di chi la detiene, non offre un quadro di convenienze sufficiente per risalire la china della arretratezza ed investire in banda ultra-larga.

Il paradosso delle telecomunicazioni è che aumenta il traffico dati, ma non aumenta abbastanza la propensione al consumo e dunque non ci sono né mezzi, né utenti né servizi sufficienti.

Il paradosso della arretratezza, della scarsa cultura digitale di impresa è simile.

Vista così e con uno Stato che non ha molti soldi da investire non c’è scampo.

Il mercato aspetta lo Stato e lo Stato aspetta il mercato e magari un salvatore.

Tra i tanti record negativi dell’Italia digitale c’è anche la scarsa diffusione di Wi-Fi gratuito negli alberghi: siamo terzultimi, eppure siamo una destinazione turistica privilegiata.

I proponenti della proposta di legge hanno guardato soprattutto a questo fattore e con l’obbiettivo di superarlo e mettere a disposizione nuovi servizi anche nella fruizione del patrimonio artistico, monumentale, paesaggistico e in generale dell’attrattività turistica, oltre che per la crescita di opportunità digitali nella educazione.

Così hanno pensato di forzare la mano.

La prima reazione degli addetti ai lavori, soprattutto della generazione “internet-siamo-noi” è stata che la virtù non si impone e “nun se po’ fà”.

Il tema esiste, ma ci sono motivi per appoggiare la proposte adottando modalità che salvaguardino il driver fondamentale di tutta la crescita, cioè la possibilità di fare business e dunque di coprire i costi degli investimenti.

Se non ci fosse questa convenienza non si spiega come tanti paesi europei siano più avanti di noi, ad esempio nell’offerta di Wi-Fi gratuito negli alberghi.

Per quel che riguarda le entità pubbliche (musei ed altro) è bene ricordare che tanti Comuni applicano ai turisti, nazionali e non, rilevanti tasse di soggiorno di cui non immediatamente gli stessi percepiscono i benefici.

Vediamo perciò chi sono gli stakeholder coinvolti questa iniziativa di legge, chi se ne avvantaggia o svantaggia:

Per completare le ragioni di quello che comunque sarà un nuovo obbligo oneroso, c’è un argomento più forte ancora di tutti gli altri:

Ciò darebbe alla proposta di Wi-Fi obbligatorio stringenti caratteristiche di urgenza e aiutare a farla accogliere come necessaria oltre che utile, al più presto.

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