La proposta

Italy WiFi Nation. Crisitiano Radaelli (Enit): ‘Wi-Fi libero, una spinta per il turismo’

a cura di Raffaele Barberio |

Il Commissario Straordinario dell'Agenzia Italiana per il Turismo dell’Enit, sulla proposta di legge sul Wi-Fi obbligatorio per i pubblici esercizi: ‘Mi sembra una buona proposta orientata a dare una spinta di accelerazione allo sviluppo del digitale che in Italia’.

Continuano le prese di posizione a favore della proposta di legge sul Wi-Fi disponibile in tutti i pubblici esercizi italiani, ospedali, uffici comunali, servizi di trasporto di linea e non promossa dall’onorevole Sergio Boccadutri, cofirmata da Ernesto Carbone, Enza Bruno Bossio, Alberto Losacco, Gennaro Migliore e sottoscritta da 108 parlamentari.

Ad esprimere la propria opinione a riguardo è oggi Cristiano Radaelli, Commissario Straordinario dell’Agenzia Italiana per il Turismo dell’Enit, manager di lungo corso con una grande esperienza nell’Information and Communication Technologies. E l’ulteriore novità è l’approvazione di un emendamento all’art. 16 della Legge di Stabilità che prevede l’obbligo di almeno 1 Megabit/s per le strutture ricettive che faranno ricorso al credito d’imposta per l’installazione di impianti Wi-Fi.

Key4biz. Come valuta la proposta di legge sul Wi-Fi obbligatorio per i pubblici esercizi?

 

Cristiano Radaelli. In generale mi sembra una buona proposta orientata a dare una spinta di accelerazione allo sviluppo del digitale che in Italia, per varie ragioni, langue.

Key4biz.   Cosa può rappresentare per il turismo italiano e la sua industria?

Cristiano Radaelli. Le possibilità per i turisti che arrivano in Italia dall’estero di poter accedere in modo libero, semplice ed efficace alla rete sono da salutare con grande favore. Ciascun turista desidera rimanere in costante contatto con amici e conoscenti e poter condividere con loro immediatamente, tramite i social, le proprie esperienze di viaggio e di conoscenza con messaggi, foto, video.

Key4biz. Una maggiore opportunità di accesso alla rete potrebbe rappresentare un volano di sviluppo per l’indotto?

Cristiano Radaelli. Ne sono convinto ed è per questo che considero il Wi-Fi e la sua diffusione nelle modalità indicate, disponibilità piena presso gli esercizi pubblici con accesso aperto tramite un sistema di identificazione unico nazionale, come una delle misure infrastrutturali più rilevanti e innovative per sviluppare il turismo e il suo indotto.

Key4biz.   In che senso?

Cristiano Radaelli. L’accesso veloce alla rete permesso dal Wi-Fi è un fattore di competitività e credo che su questo sia difficile sostenere il contrario. Ormai si usano computer portatili, tablet e smartphone per scegliere e prenotare alberghi, ristoranti o per acquistare biglietti di trasporti o l’ingresso a musei o agli eventi. L’accesso deve poter essere semplice e non deve richiedere la irritante e demotivante continua ripetizione dei dati d’accesso.

Key4biz.   Quali misure sarebbe necessario allestire, a suo parere?

  

Cristiano Radaelli. Partiamo dalle piccole cose, dalle cose più semplici e innanzitutto dalle cose di cui disponiamo. Lo sviluppo del sistema d’identificazione nazionale “Spid” (previsto nei piani di sviluppo dell’Agenzia per l’Italia Digitale – AGID) è il necessario urgente complemento per questa iniziativa. L’utilizzo delle misure di credito fiscale previste nel Decreto Artbonus, poi convertito in legge 106/2014, possono servire come importante strumento economico per gli investimenti in tecnologia degli esercizi commerciali e delle imprese turistiche. Va concretamente in questa direzione l’approvazione nella scorsa settimana in Commissione Bilancio dell’emendamento 16.33 all’articolo 16 della Legge di Stabilità. Prevede, come è noto, che “le strutture ricettive che utilizzeranno il credito di imposta (previsto dal DL Cultura e Turismo approvato quest’anno) per la costruzione di impianti Wi-Fi dovranno garantire gratuitamente ai loro clienti una connessione ad una velocità di almeno 1 Megabit/s”. E’ una misura che interviene in un segmento d’offerta ormai molto sensibile ed è già un primo passo concreto in direzione dell’Italia digitale di cui abbiamo bisogno.