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Italy meets USA: Emilia Romagna punto di riferimento per i big data in Europa

Si è chiusa la manifestazione “Italy meets United States of America” e delle regioni italiane solo l’Emilia Romagna è stata presente a tutti i tavoli di confronto tra innovatori, investitori, rappresentanti delle Istituzioni americane, europee e italiane.

Per quanto riguarda l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale degli enti pubblici sul territorio regionale e delle imprese, l’Emilia Romagna è stata riconosciuta “come il punto di riferimento per i big data in Europa: “un riconoscimento che è fondamentale non solo per il nostro sistema scientifico ma anche per il nostro sistema industriale,  che sta crescendo – ha spiegato l’assessore alla Formazione, al lavoro e l’università, Patrizio BianchiLa coesione sociale è uno degli elementi fondamentali per lo sviluppo, un territorio stabile riesce a cogliere tutte le occasione della nuova industria, che è un’industria dell’intelligenza, e quindi anche dei dati. Ma occorre la capacità di elaborarli e di trasformarli in nuova sanità, nuova cultura, nuova scienza, nuova mobilità”.

Oltre ai big data, la regione italiana ha attirato l’attenzione di grandi realtà industriali americane, tra cui Ibm, anche per i risultati nell’automotive, nell’agroalimentare, nel farmaceutico, tutte aree in cui l’innovazione tecnologica è presente ed è leva per la crescita ed il lavoro: “Il nostro territorio è cercato per fare investimenti, grazie ai nostri punti di forza: manifattura, innovazione e sviluppo tecnologico, cultura, turismo”, ha spiegato il presidente Stefano Bonaccini. “Una regione dinamica, come ha confermato anche questa nuova missione negli Stati Uniti. Una dinamicità che porta un gigante come Ibm a dialogare con noi sul fronte della ricerca e a noi come Regione di essere presenti nel cuore dell’innovazione americana, da una parte New York, dove in questi giorni siamo stati la Regione punta avanzata del sistema Italia, e dall’altra la Silicon Valley, dove abbiamo deciso di rafforzare la nostra presenza con un servizio di supporto per piccole e medie imprese, startup e incubatori che voglio internazionalizzare la loro attività, cercare finanziamenti e accrescere la propria capacità di gestione e sviluppo”.

L’Emilia-Romagna è la prima Regione in Italia a scegliere di essere presente nella Silicon Valley con un presidio permanente, che dall’inizio dell’anno si trova all’interno della sede dell’Eit Digital, il punto di rappresentanza dell’Unione europea, negli spazi di RocketSpace, a San Francisco (quasi tutti gli Stati europei sono infatti presenti in Silicon Valley, non l’Italia). E da oggi è online il nuovo sito sull’Emilia-Romagna in Silicon Valley.

Durante il tavolo sugli incubatori attivi a New York per la rigenerazione urbana, si è fatta l’ipotesi della presenza dell’Emilia Romagna alNew York smart cities 2017”, forum mondiale previsto nella prima settimana di maggio e dedicato alle soluzioni che possano rivitalizzare e orientare gli spazi urbani alla persona, anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Una manifestazione fortemente voluta dalla municipalità di New York, in cui l’Emilia Romagna potrebbe risultare fra le aree geografiche più innovative, per esempio con il progetto dei Laboratori urbani, incubatori finanziati dalla Regione e presto attivi nelle città capoluogo, ma anche con la capacità di condivisione delle politiche attuate per crescita e occupazione e dello sforzo di ricucitura del tessuto sociale operato attraverso il Patto per il Lavoro, rete che tiene insieme imprese, sindacati, università, associazioni, enti locali.

L’Emilia-Romagna conta 770 startup su un totale in Italia di 6.745 (l’11,42%), è sede di 116 spin-off universitari (il 10% del totale dei 1.190 attivi nel Paese), ospita 3 Incubatori certificati – Almacube di Bologna, Inacqua di Piacenza e REI di Reggio Emilia – e ha una rete di supporto alle startup composta da oltre 60 soggetti attivi su tutto il territorio.

Per aiutare queste realtà a consolidarsi, portandole poi a spendere in Emilia Romagna la maggiore capacità acquisita di gestione e sviluppo, la Regione ha quindi deciso di aprire un contatto diretto con la Silicon Valley, dove Aster è presente dal 2015 per progetti limitati alle sole startup.

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