l'intervista

‘Italia-Cina, ecco come il nostro paese può diventare leader nel digitale’. Intervista a Luigi Gambardella (ChinaEu)

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Un’alleanza con Pechino è un’opportunità che l’Italia non può perdere ma che, anzi, il nostro paese deve sfruttare al meglio per diventare leader nel digitale.

Smart cities, 5G, Internet delle cose, big data, manifattura 4.0. La Cina guarda all’Europa come un partner importante per lo sviluppo delle nuove tecnologie digitali. Un’alleanza con Pechino è un’opportunità che l’Italia non può perdere ma che, anzi, il nostro paese deve sfruttare al meglio per diventare leader nel digitale. Ne abbiamo parlato con Luigi Gambardella, Presidente dell’Associazione ChinaEu.

 

 

 

Key4biz. L’Europa vuole imporsi come leader nelle nuove tecnologie digitali e anche per questo ha stretto una serie di alleanze con la Cina. Pensa che l’Italia possa trarne vantaggio?

 

Gambardella. A mio avviso, l’Italia non solo può trarre vantaggio dall’interesse che la Cina sta manifestando nei confronti dell’Europa, ma ha la possibilità di diventare leader nel digitale se riuscirà a stringere un rapporto privilegiato con Pechino, come hanno fatto finora la Germania, l’Inghilterra ed i paesi del Nord Europa.

Key4biz. Quali sono a suo avviso i settori del digitale in cui può concretizzarsi un proficuo asse Italia-Cina?

 

Gambardella. Rispondo fornendo innanzitutto qualche dato utile: la Cina è il maggiore mercato 4G al mondo e sarà leader nel 5G e nell’Internet delle cose. È per questo che sono convinto che l’Italia possa trarre un enorme vantaggio da un rapporto privilegiato con la Cina che preveda azioni congiunte sia nel campo della ricerca che delle sperimentazioni. Soprattutto nell’ambito specifico del 5G bisognerebbe anche promuovere iniziative concrete congiunte quali ad esempio la nascita delle prime ‘Città full 5G’ a livello mondiale che potrebbero proprio essere localizzate in Italia ed in Cina.

Key4biz.  Smart cities, 5G, Internet delle cose, big data e nuove tecnologie renderanno possibile un nuovo concetto di smart city del futuro. In che modo l’Italia può avvantaggiarsi di un’alleanza con la Cina?

Gambardella. Il governo cinese sta investendo centinaia di miliardi. Sarebbe importante creare un’alleanza Italia-Cina per le smart cities coinvolgendo l’industria cinese ed italiana ed i rispettivi governi e iniziando a progettare e realizzare insieme smart cities in Italia ed in Cina, ponendo tra le priorità gli aspetti della cultura e dei musei digitali.

Key4biz. La Cina, ha detto di recente il patron di Alibaba, Jack Ma, ha due miliardi di under 40 che comprano abitualmente su internet e che amano i prodotti italiani. Un’opportunità enorme per il made in Italy…

 

Gambardella. L’Italia deve assolutamente cogliere l’occasione per stringere ulteriormente i rapporti con le aziende cinesi dell’eCommerce. A partire da Alibaba ma anche oltre. E’ un mercato potenziale enorme che si apre alle piccole e medie aziende italiane. Basti pensare che nel settore del food e beverage i prodotti italiani rappresentano solo l’1% delle importazioni cinesi contro quasi il 30%  circa degli Stati Uniti. In generale, ritengo comunque che l’Italia possa e debba fare molto di più sistema per promuovere il ‘Mady in Italy’ sfruttando le piattaforme digitali e i nuovi modelli di business al servizio di imprese nazionali ed internazionali.

Key4biz. Si parla molto di manifattura 4.0. Anche in questo ambito il nostro Paese potrebbe trarre vantaggio  da un rapporto privilegiato con la Cina?

Gambardella. L’industria manifatturiera subirà una nuova rivoluzione digitale grazie al 5G ed all’introduzione di nuove tecnologie. Basti pensare alla robotica, all’intelligenza artificiale, alle stampanti 3D o ai droni. Sarà un cambiamento epocale. Come lo è stato Uber con il sistema di trasporto locale. Non dimentichiamo che il nostro è il secondo paese manifatturiero europeo e deve perciò prepararsi a questa sfida e lo deve fare alleandosi con la Cina che ha interesse ad investire in Europa ed in Italia.

Key4biz. La Cina ha manifestato interesse a investire in Europa nell’ambito del ‘Piano Juncker’, che dovrebbe mobilitare investimenti per 315 miliardi di euro. Cosa dovrebbe fare l’Italia per sfruttare questa opportunità?

 

Gambardella. Grazie al Piano Juncker, c’è la possibilità di creare un fondo congiunto con la Cina per il digitale a supporto delle PMI che operano nel settore tecnologico e di internet o che hanno interesse ad investire e trasformare business tradizionali in digitali.

Key4biz. In quale modo, a suo avviso, le startup italiane potranno farsi spazio in Cina?

L’Italia può cogliere l’opportunità di aderire a ‘Silk Camp’, il nuovo programma che ChinaEU sta per lanciare e che promuoverà la cooperazione tra startup europee e cinesi operanti nel settore hi-tech ed internet favorendo lo scale up e l’apertura dei rispettivi mercati. Per avere una idea delle potenzialità del settore basti pensare che in Cina ogni giorno nascono 12.000 nuove start up.