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Italia-Cina, caso di spionaggio per gli Yacht Ferretti

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Milano centro, inizio Aprile 2024, via Manzoni. Dall’androne di un palazzo elegante un uomo guadagna veloce l’uscita. Si chiama Xu Xinyu ed è uno dei top manager della Ferretti, società quotata a Milano e Hong Kong, che proprio qui ha i suoi uffici meneghini.

Xu è spaventato. Dall’altro lato della strada c’è ancora lo stesso SUV nero con dentro gli stessi uomini che da alcuni giorni sostano davanti al civico della Ferretti. Xu è convinto che qualcuno lo stia controllando. I sospetti diventano realtà quando, pochi giorni dopo, arruolerà un’azienda di contro-sorveglianza per bonificare il suo ufficio, così come le stanze del segretario del consiglio di amministrazione della Ferretti e del traduttore del gruppo. Tutti manager di nazionalità cinese.

Nascoste nella sua scrivania e nelle prese della corrente dei loro uffici verranno trovate cimici per l’intercettazione ambientale, insieme con un router wi-fi e molto altro materiale per “spiare”. Chi c’era dall’altro capo del “filo”? Chi voleva ascoltare i tre manager cinesi della Ferretti?

La conferma di Ferretti a Bloomberg sul caso di spionaggio, con una nuova denuncia alla Procura nel gennaio 2025. “Noi parte lesa,” dice un portavoce. Sullo sfondo le presunte tensioni tra i consiglieri cinesi di Ferretti e l’amministratore delegato Alberto Galassi. Che replica, insieme al nuovo presidente cinese: “Nessuna tensione, rapporti sempre sereni”.

Una storia scritta da Daniele Lepido con l’editing di Peter Guest, che ha visto la collaborazione in Italia di Chiara Albanese e Tommaso Ebhard, di Edward Evans da Londra e Zachary Mider da New York.

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