Materie prime critiche, metano, idrogeno e trasizione energetica, al centro del quinto vertice intergovernativo Italia-Algeria, tenutosi a Roma. I riflettori del bilaterale si sono accesi in particolare sul Piano Mattei, nuovo pilastro della politica estera italiana in Africa. Protagonisti dell’incontro sul partenariato energetico, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e l’omologo algerino dell’Energia, Mohamed Arkab, in un summit che ha riaffermato la crescente centralità dell’Algeria nella strategia energetica nazionale.
“Sicurezza energetica e transizione sostenibile sono le nostre priorità – ha dichiarato Pichetto Fratin – e l’Algeria, così come altri Paesi del Mediterraneo allargato, gioca un ruolo cruciale in questo percorso, in linea con la visione del Piano Mattei”.
La cooperazione energetica tra Bel Paese e Africa, prosegue infatti nella direzione tracciata lo scorso anno da Governo e Parlamento. Un piano da oltre cinque miliardi di euro, fortemente voluto dal premier Giorgia Meloni, che punta a rafforzare la collaborazione tra i due Paesi anche in chiave industriale e formativa.
Italia hub energetico del Mediterraneo
Il Piano Mattei mira a trasformare l’Italia in un vero e proprio hub energetico del Mediterraneo. Un’ambizione che passa, in primo luogo, attraverso la diversificazione delle fonti di approvvigionamento del gas, in un contesto segnato dalla necessità di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. In questo senso, l’Algeria ha assunto un ruolo strategico: oggi è il primo fornitore di gas per l’Italia, e l’incremento dei flussi algerini è stato determinante nel riorientare gli equilibri energetici del Paese.
“Abbiamo vinto la sfida dell’indipendenza dal gas russo – ha sottolineato Pichetto – grazie anche all’impegno congiunto con Algeri e a una visione energetica di lungo termine”.
Secondo le stime del Gas Exporting Countries Forum (GECF), basato su dati forniti da Snam, l’Italia avrebbe, infatti, registrato un significativo incremento delle importazioni di gas dall’Algeria nei primi due mesi del 2025, con una crescita del 31% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nel medesimo periodo si è invece verificato un drastico calo delle importazioni di gas dalla Libia, diminuite del 75% rispetto ai primi due mesi del 2024. Complessivamente a inizio anno, le importazioni di gas dal Nord Africa (cioè Algeria e Libia) hanno raggiunto 3,5 miliardi di metri cubi (bcm), con un aumento complessivo del 21% su base annua.
Idrogeno e corridoi verdi
Il vertice ha inoltre rilanciato il progetto del Corridoio Meridionale dell’Idrogeno, infrastruttura strategica che collegherà Italia e Algeria per lo sviluppo delle tecnologie legate all’idrogeno verde, in linea con gli obiettivi climatici europei e con la Strategia Nazionale del’Idrogeno presentata lo scorso novembre. “Un’iniziativa che non guarda solo alla sicurezza energetica, ma anche a stabilità e crescita condivisa” ha spiegato il ministro.
Il progetto “SouthH2 Corridor“, riconosciuto dall’Unione Europea come Progetto di Interesse Comune (PCI), non collegherà soltanto le due coste del Mediterraneo, ma consentirà il trasporto dell’idrogeno rinnovabile dal Nord Africa all’Europa, passando per Algeria, Tunisia e Bel Paese, fino a raggiungere Germania e Austria.
A questo si affianca il progetto Medlink, un ulteriore corridoio in fase di studio, che potrebbe rafforzare ulteriormente le interconnessioni energetiche tra le due sponde del Mediterraneo.
Materie prime critiche e nuove filiere
Un altro tema cruciale affrontato dai due ministri è quello delle materie prime critiche, fondamentali per la transizione verde e per settori come le batterie, i pannelli fotovoltaici e l’elettronica. Pichetto ha lanciato l’idea di una collaborazione strutturata con l’Algeria, non solo per l’estrazione, ma anche per la trasformazione in loco e la formazione tecnica, al fine di creare una filiera africana integrata e sostenibile.
“È un tema che riguarda il futuro – ha dichiarato – e su cui l’Algeria può diventare un partner strategico per l’Italia e per l’Europa”.
Verso una cooperazione più ampia, il dossier metano
Infine, il vertice ha affrontato anche il delicato tema delle emissioni di metano, su cui i due Paesi intendono intensificare la cooperazione tecnologica e regolatoria. L’obiettivo è promuovere una riduzione significativa delle emissioni nel settore energetico, attraverso investimenti comuni, innovazione e trasferimento di competenze.
Oltre 40 accordi firmati
Con oltre 40 intese siglate, Italia e Algeria dimostrano la volontà concreta di consolidare una partnership a tutto campo, che abbraccia energia, industria, ambiente e sicurezza. Un rapporto strategico che affonda le sue radici nel Trattato di amicizia e buon vicinato del 2003, e che oggi si rafforza alla luce delle nuove sfide globali.
Come ha ribadito il ministro Tommaso Foti, il Piano Mattei rappresenta “un modello strategico, solido e operativo”, capace di coniugare interessi economici, geopolitici e sostenibilità ambientale. E l’Algeria, sempre più centrale nello scacchiere mediterraneo, si conferma partner privilegiato in questo disegno ambizioso.