Di fronte all’escalation militare in Medio Oriente anche l’Italia potrebbe pagare un prezzo salatissimo. L’intervento diretto degli Stati Uniti accanto a Israele, infatti, non solo potrebbe trasformare una crisi regionale in un terremoto globale, colpendo diplomazia ed economia mondiale, ma potrebbe avere dei costi altissimi in termini energetici nel nostro Paese.
Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, con riferimento alla possibile chiusura dello stretto di Hormuz ha lanciato l’allarme:
“Rischiamo un taglio del 20% nel gas e del 30% nel petrolio. L’Italia ha le risorse per resistere, ma inevitabilmente ne pagheremmo le conseguenze. I prezzi schizzerebbero alle stelle, aggravati da una speculazione feroce.”
Il piano d’emergenza italiano
Se la situazione dovesse degenerare, il governo è pronto a scendere in campo con misure straordinarie.
Due, secondo Pichetto, le strade percorribili: “Soluzioni tecniche per contenere l’impatto e un intervento diretto del bilancio statale”.
Tra le ipotesi, il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’elettricità, soluzione proposta a più riprese nel corso dell’anno per proteggere famiglie e imprese dai violenti scossoni del mercato, e contratti a termine per offrire sconti temporanei alle aziende, con una restituzione dilazionata nel tempo.
Di fronte all’ipotesi di un coordinamento europeo il Titolare dell’Ambiente si è invece detto molto scettico, in quanto ogni Paese ha esigenze e dipendenze diverse.
E se tutto dovesse fallire? Torneremo al carbone.
“Energeticamente parlando – spiega Pichetto alla Verità – è la nostra riserva aurea. Non conviene usarlo, ma non possiamo permetterci di buttarlo via. È il nostro fondo di sopravvivenza. Chi si azzarderebbe a farne a meno, con la geopolitica che cambia ogni settimana?”
Il ritorno del nucleare
Eppure l’emergenza non frena le ambizioni nucleari del Governo. Nonostante le tensioni internazionali riguardanti proprio quest’ambito, il ministro rilancia l’energia dell’atomo senza troppi indugi:
“Il nucleare è già in cammino. La legge delega è al vaglio delle Regioni, poi passerà in Parlamento. L’obiettivo? Affiancare la terza generazione avanzata del nucleare alle rinnovabili già esistenti. Il prossimo decennio sarà decisivo.”
Uno scenario inquieto, tra guerra e clima, dove ogni scelta energetica diventa una mossa geopolitica. E l’Italia, tra le incognite del presente e le sfide del futuro, è chiamata a decidere da che parte stare.