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IPCC, la sintesi in italiano del sesto Rapporto sul clima che cambia

IPCC

Sul sito web del focal point per l’Italia dell’IPCC sono state pubblicate le principali evidenze della prima parte del Sesto Rapporto di valutazione redatto dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico.

Il focal point è il punto di incontro tra l’IPCC, la comunità scientifica e l’opinione pubblica nazionale, al fine di favorire il mutuo scambio di informazioni sulle attività in corso.

La rilevanza del documento è assoluta, in termini di comprensione fisica più aggiornata del sistema climatico e del cambiamento climatico, mettendo insieme gli ultimi progressi della scienza del clima e le molteplici linee di prova.

Inequivocabile la responsabilità dell’uomo nel determinare i nuovi assetti climatici e meteorologici del pianeta, come anche la sua influenza nella degradazione degli ecosistemi e nel surriscaldamento globale, processo legato all’aumento della concentrazione dei gas serra in atmosfera.

I cambiamenti climatici stanno già interessando tutte le regioni del pianeta, anche se con impatti e modalità diverse. La probabilità di eventi estremi (ondate di calore, precipitazioni intense e fenomeni siccitosi) aumenta con il riscaldamento globale. Il Rapporto chiarisce che questi eventi estremi sono destinati a intensificarsi con l’ulteriore incremento della temperatura del pianeta”, si legge in un articolo-intervista dl focal point italiano agli autori italiani del Rapporto, tra cui Annalisa Cherchi (CNR – ISAC), Susanna Corti (CNR – ISAC), Sandro Fuzzi (CNR – ISAC), Dorotea Iovino (CMCC), Enrico Scoccimarro (CMCC).

Alcuni dei cambiamenti a cui stiamo assistendo sono irreversibili. Tuttavia, altri possono essere rallentati e altri ancora potrebbero essere arrestati o addirittura invertiti limitando il riscaldamento globale. Per contenere l’innalzamento della temperatura media del pianeta entro (1,5°C rispetto al periodo pre-industriale) è necessario ridurre drasticamente e rapidamente le emissioni di CO2, metano e altri gas serra”, hanno precisato gli scienziati.

Fino all’amara conclusione: “Senza riduzioni immediate, rapide e su larga scala, delle emissioni di gas serra, limitare il riscaldamento a 1,5°C rispetto al periodo per-industriale sarà impossibile”.

A questo punto c’è da chiedersi: riusciremo ad agire per tempo onde evitare gli effetti peggiori? Abbiamo le risorse culturali oltre che tecnologiche per affrontare queste sfide epocali? Cosa fanno i Governi e come imprese ed industrie si stanno preparando?

Sono tante le domande a cui si cerca di dare risposta, ma di tempo non ne abbiamo molto, secondo la stragrande maggioranza degli scienziati mondiali del clima.

Non rimane che agire.

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