L'internet delle Cose

‘IoT, tecnologia dirompente per crescita e occupazione’. Intervista a Claudio Contini (TI Digital Solutions)

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Abbiamo discusso delle opportunità e delle sfide legate alla diffusione ed al successo dell'IoT con Claudio Contini, Amministratore Delegato di TI Digital Solutions.

L’Internet delle Cose rappresenta senza dubbio una tecnologia travolgente: secondo le previsioni di Cisco, il valore economico delle opportunità di business legate agli oggetti connessi in rete si aggira intorno a 14,4 trilioni entro i prossimi 10 anni. Su quella che IDC chiama la ‘terza piattaforma’ – composta da Cloud, Mobile, Big Data e tecnologie Social – si svolgeranno entro il 2020 un terzo delle attività aziendali, mentre le applicazioni per le Smart City potrebbero crescere fino a 3,3 trilioni entro il 2025.

Abbiamo discusso delle opportunità e delle sfide legate alla diffusione ed al successo di queste tecnologie con Claudio Contini, Amministratore Delegato di TI Digital Solutions.

Key4biz. L’IoT rappresenta una grande leva di sviluppo per il business, ma offre anche nuove opportunità per rendere migliore la vita quotidiana e far crescere l’economia. Cosa serve per massimizzare queste opportunità dal punto di vista di un’azienda come TIDS?

Contini. L’IoT faciliterà innanzitutto un modo di vivere più smart e ci aiuterà ad affrontare importanti sfide globali e sociali, rendendo l’economia europea più sostenibile e inclusiva. Serve però imboccare fin da subito la giusta direzione per stimolarne lo sviluppo in maniera tale che questo nascente mercato supporti al meglio gli obiettivi dell’Europa in termini di crescita e occupazione. Il tutto con la massima attenzione alla sicurezza e al rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini.

Key4biz. Quali saranno a suo avviso le ricadute sociali e occupazionali dell’Internet delle Cose?

Contini. Le opportunità offerte dall’IoT sono in effetti molto importanti, non solo per la creazione di nuovi posti di lavoro, ma anche per sfruttare tutta una serie di nuove competenze in settori quali il network design, la data analysis, la data security e l’engineering. Secondo recenti stime di Mckinsey, solo negli Usa serviranno 1,5 milioni di manager e analisti “con conoscenze specifiche legate alla possibile applicazione dei Big Data”. A livello globale, secondo Gartner, sempre i Big Data genereranno la richiesta di 4,4 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2015, ma solo un terzo di questi sarà effettivamente occupato. Sul piano sociale, basti pensare a come le tecnologie per le smart city stiano aiutando le città a riconvertire, rendendole più intelligenti, le loro infrastrutture con l’obiettivo di gestire meglio i consumi energetici, il ciclo dei rifiuti, il traffico.

Key4biz. Ricadute importanti, dunque. Ma veniamo alle regole: innanzitutto, chi dovrebbe occuparsi di regolamentare il settore?

Contini. Partiamo dall’assunto che le aziende investono in infrastrutture solo se c’è un ritorno economico chiaro e prevedibile. Non bisogna però dimenticare che ogni Paese, ogni regione geografica è contraddistinta dalle proprie politiche economiche, industriali e regolamentari. Negli Usa, ad esempio, ci sono solo 4 operatori tlc, nella Ue sono più di 100. In Europa, ogni Paese ha un diverso approccio verso la tutela della privacy e dell’identità…. tutte queste asimmetrie contribuiranno a modellare in maniera differente l’offerta di tecnologie IoT. Per questo, sul versante normativo, data la natura del business, dovrebbe essere un’entità sovranazionale – almeno regionale – a creare le regole per il settore.

Key4biz. In Europa, quindi, servirebbe completare con urgenza il mercato unico digitale?

Contini. Certo. Come ha affermato di recente il nuovo presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker, il mercato unico è la chiave per sbloccare un futuro di crescita occupazione, innovazione e competitività. Sarebbe importante per i consumatori, per le aziende, per gli investitori. Ricordiamo che attualmente in Europa ci sono 28 mercati digitali, regolamentati a livello nazionale. Continuiamo ad avere 28 regolatori tlc, 28 autorità per la privacy, 28 leggi per la protezione dei consumatori. Il risultato è che l’Europa non riesce più a essere terreno fertile per l’innovazione nel settore digitale come è stato nei decenni passati. E che i campioni digitali – Apple, Google, Facebook – sono tutti americani.

Key4biz. Quali sarebbero i vantaggi economici del mercato unico digitale?

 

Contini. Un mercato unico veramente integrato potrebbe generare crescita aggiuntiva per almeno 500 miliardi di euro e soltanto adeguando le policy, senza spendere soldi che tra l’altro non abbiamo. Ma per ottenere questo risultato serve più Europa nella regolamentazione delle telecomunicazioni, nell’applicazione delle norme antitrust e nelle questioni legate alla privacy. Solo in questo modo si potrebbero correggere le asimmetrie che attualmente favoriscono i giganti di internet e relegano le altre aziende ai margini.

 

Key4biz. Dal punto di vista di un’azienda che investe in tecnologie IoT, quindi, quali regole potrebbero essere funzionali a sostenere l’innovazione nel settore?

 

Contini. Le norme attualmente in vigore sono state pensate per le comunicazioni umane e così le infrastrutture, che solo di recente si sono evolute dalla gestione del traffico voce a quello video. L’IoT è invece una convergenza di Cloud, sensori, piattaforme, reti e data storage in grado di abilitare comunicazioni M2M. C’è quindi bisogno di un quadro regolatorio stabile e pro-competitivo, atto a supportare questa importante trasformazione che coinvolge infrastrutture, licenze, regole, procedure.