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IoT: le telco cominciano a vedere i frutti degli investimenti

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Telefonica, Deutsche Telekom e Vodafone gli operatori più attivi in Europa.

Gli operatori tlc di tutto il mondo hanno iniziato a raccogliere i frutti dei loro investimenti nell’Internet of Things, sia in termini di ricavi che di nuovi accordi.

Secondo la società di ricerca Gartner, il numero di oggetti connessi crescerà quest’anno del 30% a 6,4 miliardi.

Gartner stima che l’IoT supporterà una spesa complessiva in servizi per 235 miliardi, in crescita del 22% rispetto al 2015. I servizi sono dominati dalla categoria professionale (le imprese affidano cioè a fornitori esterni la progettazione, l’installazione e la gestione dei sistemi IoT), ma una forte crescita è prevista anche per i servizi di connettività (attraverso i fornitori di servizi di comunicazione) e i servizi consumer.

Un recente rapporto di Markets and Markets indica che le connessioni IOT con connettività satellitare cresceranno del 10% circa l’anno per i prossimi 4 anni.

Numeri significativi quindi, soprattutto se si pensa che dal 2020 dovrebbe arrivare anche il 5G, che accelererà ulteriormente lo sviluppo del mercato IoT.

In Europa sono molti gli operatori già attivi.

Telefonica Business Solutions, ad esempio, collabora col fornitore di energia elettrica e gas Ores a un progetto pilota sullo smart metering a Charleroi in Belgio.

L’operatore spagnolo fornirà la soluzione Smart M2M per gestire e controllare le comunicazioni IoT. La piattaforma Smart M2M che conta già 1.500 clienti.

Le attività machine-to-machine di Vodafone hanno registrato un incremento di oltre il 27% e sono disponibili in 29 paesi mentre Deutsche Telekom è stata inserita nel Magic Quadrant di Gartner per i Managed M2M Services

Oltreoceano, Verizon Wireless conta di avvicinarsi quest’anno a 1 miliardo di ricavi dall’IoT, considerando I risultati del primo trimestre.

AT&T, principale concorrente di Verizon, ha riferito di aver aggiunto 2,3 milioni di connessioni wireless nel primo trimestre e che per la maggior parte si tratta di dispositivi.

Entrambi gli operatori hanno registrato un calo dei ricavi generati dai servizi mobili nel quarto trimestre del 2015 e stanno quindi puntando sull’IoT come nuova fonte di guadagno.

Secondo un’analisi condotta da TBR su 21 aziende del settore – tra cui Accenture, Amazon Web Services, AT&T, Cisco, Dell, Ericsson, Google, Huawei, IBM, Intel, Microsoft, Symantec, Telefonica e Verizon – la vendita di soluzioni IoT commerciali (servizi, infrastrutture, software, cloud e connettività) ha generato in totale ricavi per 6,7 miliardi, in crescita di quasi il 15% nell’ultimo trimestre dello scorso anno.

Le aziende utilizzano i dati IoT in maniera sempre più massiccia per acquisire informazioni utili per la creazione e la commercializzazione dei loro servizi. Un cambiamento di paradigma rispetto a qualche tempo fa quando i dati IoT erano considerati funzionali solo al miglioramento dell’efficienza.

Tra gli altri fattori che potrebbero spingere la crescita dell’IoT, i progetti sulle smart city, l’agricoltura intelligente, i servizi per regolare il traffico e, ovviamente, tutto quello che è legato alla digitalizzazione dell’industria.