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Intesa Macron-Merkel sull’immigrazione, Tre candidati per la presidenza del Pp in Spagna, Brexit

Ue, intesa tra il presidente Macron e il cancelliere tedesco sulla zona euro e sull’immigrazione

20 giu 10:55 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha incontrato ieri il cancelliere tedesco, Angela Merkel, al castello di Meseberg, in Germania. La stampa transalpina e’ unanime nel sottolineare l’intesa mostrata dai due leader. “Le Figaro” afferma che Angela Merkel fa un piccolo passo verso la rifondazione (della zona euro, ndr) voluta da Macron”. Il titolare dell’Eliseo ha ottenuto il sostegno di Berlino sulla creazione di un budget della zona euro entro il 2021. “Les Echos” sottolinea che il suo volume e la governance dovranno essere definiti entro la fine dell’anno. I due dirigenti hanno trovato un accordo su una dichiarazione congiunta trasmessa agli altri paesi partner. Tuttavia, il presidente francese si e’ allontanato dalle proposte iniziali formulate durante il celebre discorso pronunciato all’universita’ della Sorbona di Parigi. La spinta populista in Europa e la crisi migratoria hanno costretto il capo dello Stato francese a tornare sui suoi passi, lasciando “in sospeso” alcune questioni. “Le Monde” sottolinea che durante l’incontro si e’ cercato di “inquadrare” il colloquio sull’immigrazione. I due leader hanno dichiarato di voler proporre agli altri paesi europei la creazione di una “piattaforma di sbarco per i migranti”. Il cancelliere tedesco ha inoltre aggiunto che il budget dell’agenzia Frontex, incaricata di sorvegliare i confini europei, verra’ incrementato.

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Usa-Spagna, Trump riceve re Filippo VI: “Mi piacerebbe visitare Madrid”

20 giu 10:55 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e la moglie Melania hanno ricevuto martedi’ alla Casa Bianca i reali di Spagna, il re Filippo VI e la regina Letizia. Noto per i suoi eccessi di affetto e talvolta di ostilita’, il milionario non ha sfoggiato il suo istrionismo ma si e’ limitato ad elogiare la relazione bilaterale soprattutto nei settori piu’ problematici come il commercio e la difesa. “I nostri rapporti sono eccellenti da anni. Non potevamo desiderare di meglio”, ha detto Trump, aggiungendo di “essere stato in Spagna e di aver scoperto persone e posti speciali”. Re Filippo, da parte sua, ha sottolineato che i due paesi hanno “tanti interessi comuni” e “condividono una importante eredita’ storica”, un aspetto questo fondamentale per il viaggio che, insieme a sua moglie, ha intrapreso negli Stati Uniti. Il monarca ha infine enfatizzato il valore principale che lega i due stati: “il valore della democrazia” e il “lavoro congiunto” nel settore della difesa. Interrogato a margine dell’incontro dai giornalisti, il presidente Usa non ha risposto a chi gli chiedeva se sarebbe stato disposto ad abbassare i dazi imposti alla Spagna ma si e’ limitato ad annunciare la sua prossima visita nel Paese. Il sempre loquace Trump non ha voluto neanche parlare della Catalogna dopo aver definito “sciocchezze” le aspirazioni di secessione della Comunita’ autonoma.

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Usa, amministrazione Trump annuncia ritiro dal Consiglio dei Diritti umani dell’Onu

20 giu 10:55 – (Agenzia Nova) – Gli Stati Uniti hanno annunciato ieri il loro ritiro dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite in segno di protesta per i pregiudizi contro Israele e per la presenza di membri che perpetrano violazioni dei diritti umani. L’ambasciatore delle Nazioni Unite Nikki Haley, che ha cercato di promuovere cambiamenti all’interno del Consiglio sin dall’inizio del suo mandato, ha espresso una critica feroce citando l’ammissione del Congo come membro malgrado la scoperta di fosse comuni, e l’incapacita’ di affrontare violazioni dei diritti umani in Venezuela e in Iran. “Voglio chiarire che questo passo non e’ un ritiro dai nostri impegni in materia di diritti umani”, ha detto durante l’apparizione congiunta con il Segretario di Stato Mike Pompeo. “Anzi. Facciamo questo passo perche’ il nostro impegno non ci consente di rimanere parte di un’organizzazione ipocrita e egoista che si fa beffe dei diritti umani.”

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Spagna, tre candidati forti in lizza per la presidenza del Pp

20 giu 10:55 – (Agenzia Nova) – Dopo il passo indietro del favorito Alberto Nu’nez Feijo’o, si e’ accesa la corsa per la presidenza del Partito popolare (Pp), la cui poltrona e’ rimasta vacante a seguito delle dimissioni di Mariano Rajoy. Tre sono gli aspiranti leader forti della formazione di centrodestra: Mari’a Dolores de Cospedal, Soraya Sa’enz de Santamari’a e Pablo Casado. E’ questo, scrive oggi “El Mundo”, lo scenario meno desiderabile per i popolari in quanto si tratta di tre candidati di peso e di due donne in contrasto fra loro da tempo. Il tutto, quindi, rende indecifrabile l’elezione del nuovo presidente. “E’ impossibile prevedere cosa accadra’”, ha confermato una fonte del partito. La base del Pp sara’ convocata alle urne il prossimo 5 luglio quando trovera’ sulla scheda sei nomi: i tre favoriti, Jose’ Ramo’n Garci’a Herna’ndez, Jose’ Manuel Garci’a-Margallo e Jose’ Luis Bayo. Dopo il primo turno, resteranno in lizza solo due nomi che si sfideranno in occasione del Congresso straordinario del 20 luglio. Rispetto al passato, il primo turno sara’ caratterizzato da una importante novita’, ovvero il voto segreto. E’ questo il fattore che ha infuocato la campagna elettorale e visto i tre candidati principali, Cospedal, Santamari’a e Casado, dichiararsi guerra assoluta per cercare alleati e conseguire il maggior numeri di consensi. Fonti del partito, riprese oggi da “El Mundo”, hanno fatto sapere che in quasi tutte le province ci sono dirigenti delle tre liste che stanno gia’ raccogliendo firme a sostegno dei rispettivi candidati.

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Brexit, il capo dei servizi segreti britannici interviene nella polemica con l’Ue sulla sicurezza

20 giu 10:55 – (Agenzia Nova) – Il capo dei servizi segreti britannici ieri martedi’ 19 giugno ha fatto un intervento senza precedenti nella disputa in corso tra la Gran Bretagna e l’Unione Europea sulla sicurezza comune dopo la Brexit, rivendicando i molti contributi britannici che hanno aiutato a salvare le vite di cittadini europei: lo riporta tra gli altri il quotidiano inglese “The Times”, sempre attento a questi temi. Il giornale riferisce che Jeremy Fleming, il direttore del Government communication headquarters (Gchq, l’agenzia che coordina le attivita’ di tutti i servizi segreti britannici; ndr), ha rivelato come solo lo scorso anno la Gran Bretagna abbia fornito ad altri quattro paesi europei informazioni vitali che hanno contribuito a sventare altrettanti attentati terroristici. Parlando al termine di una sua visita al quartier generale della Nato a Bruxelles, il capo delle spie britanniche ha dichiarato che sia la Gran Bretagna come il resto dell’Europa finora abbiano tratto beneficio dal “lavorare insieme alla nostra sicurezza collettiva” e si e’ detto fiducioso nella possibilita’ di poter continuare a farlo anche dopo la Brexit: “Sto lavorando per assicurare il modo migliore per poter lavorare insieme ai nostri partner dell’Ue e della Nato”, ha detto Fleming. E’ assai raro, commenta il “Times”, che il capo di una delle agenzie dei servizi segreti britannici si esprima in pubblico, e soprattutto su una questione cosi’ carica di significati politici: il momento e l’occasione dell’intervento di Fleming, sottolinea il giornale, appaiono deliberatamente scelti per rafforzare la posizione della Gran Bretagna nella disputa con la Commissione europea sulla partecipazione al programma di navigazione satellitare Galileo, dopo la Brexit; il governo britannico infatti sta lottando contro il tentativo di Bruxelles di impedire l’accesso del Regno Unito agli aspetti militari del programma, dopo che il paese avra’ divorziato dall’Ue. Per sovrappiu’, il capo negoziatore Ue per la Brexit, Michel Barnier, proprio l’altro ieri ha fatto capire che la Gran Bretagna potrebbe non essere piu’ in grado di partecipare neppure al sistema europeo dei mandati di arresto: si tratta del sistema che permette di chiedere ad un altro paese europeo l’arresto di criminali senza dover avviare complicate procedure di estradizione. Questi sviluppi, ricorda il “Times”, arrivano nel momento in cui la premier britannica Theresa May oggi mercoledi’ 20 giugno affronta un decisivo test parlamentare alla Camera dei Comuni sulla legge per il divorzio dall’Ue: l’esito del voto, secondo tutti gli osservatori, e’ piu’ che incerto; tanto che i vertici del Partito conservatore hanno fatto un passo eccezionale, appellandosi anche ai sostenitori della Brexit presenti nei ranghi del Partito laborista e degli altri partiti di opposizione, per sventare la possibile approvazione di un cruciale emendamento presentato dai deputati Tory ribelli anti-Brexit.

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Francia, rallenta la crescita nel 2018

20 giu 10:55 – (Agenzia Nova) – Nel 2018 la crescita del Pil francese sara’ dell’1,7 per cento. Lo riferisce “Les Echos”, riportando i dati diffusi dall’Istituto nazionale delle statistiche (Insee). Il quotidiano economico ricorda che le previsioni del governo puntavano a una crescita del 2 per cento entro la fine dell’anno. Frederic Tallet, economista dell’Insee, afferma che quello registrato non e’ che l’inizio di un “rallentamento” che portera’ a una “crescita piu’ moderata”, con un ritmo dello 0,4 per cento a trimestre contro lo 0,7 per cento dell’anno scorso. Tra i motivi alla base di questo calo ci sono alcuni fattori come un naturale “contraccolpo” dopo la dinamica positiva del 2017 e un calo nei consumi. A questi elementi se ne aggiungono altri congiunturali come l’aumento del prezzo del petrolio, la politica monetaria statunitense, le tensioni commerciali e le incertezze politiche in Europa. In merito alle spese delle famiglie, il quotidiano economico sottolinea che gli investimenti nelle abitazioni quest’anno dovrebbero aumentare solamente dell’1,6 per cento, mentre i consumi saliranno dell’1 per cento. Tuttavia, il potere d’acquisto salira’ dell’1,5 per cento nel quarto trimestre grazie a una serie di misure prese dal governo come la riduzione della tassa di abitazione. Un miglioramento, pero’, che resta modesto se visto su tutto il 2018, dato che l’aumento sara’ solamente dello 0,6 per cento.

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Germania, cala significativamente il numero di richiedenti asilo nel primo trimestre

20 giu 10:55 – (Agenzia Nova) – Il numero di richiedenti asilo in Germania e’ diminuito significativamente nel primo trimestre del 2018. Tra gennaio e marzo 34.400 persone hanno presentato domanda di protezione internazionale nella Repubblica federale, secondo quanto riferito dall’agenzia di statistiche europea “Eurostat” lo scorso martedi’. La cifra e’ del 25 per cento piu’ bassa rispetto all’ultimo trimestre dell’anno precedente, ma resta la piu’ alta in Europa. A livello Ue il numero dei richiedenti asilo e’ diminuito del 15 per cento, passando da 154.000 a 131.000. La Francia e’ seconda alla Germania, con 25.300 richiedenti asilo; seguono poi l’Italia con 17.800 e la Grecia con 13.000. Cali in senso assoluto in Austria (-30 per cento), Svezia (-24) e Italia (-22). Il Belgio e la Spagna sono cresciuti del 9 per cento rispetto al trimestre precedente e nei Paesi Bassi l’aumento e’ stato del 7 per cento. Alla fine di marzo si registravano 892.000 domande di asilo inevase nell’Unione europea, il che vuol dire un 10 per cento in meno rispetto a un anno prima. Con 420.300 domande valutate, quasi la meta’ delle decisioni sono state assunte in Germania. Tra gennaio e maggio la polizia federale ha fermato 1.512 immigrati irregolari nell’area di confine tra Austria e Baviera. I controlli di frontiera stazionari in Baviera si svolgono lungo le autostrade federali di Freilassing, Passau e Rosenheim, come riferito dalla polizia federale di Potsdam. In media sono stati trovati 70 migranti illegali al mese a Freilassing, 122 a Passau e 111 a Rosenheim.

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Europa, il politologo Claus Leggewie pessimista sul futuro

20 giu 10:55 – (Agenzia Nova) – In un’intervista rilasciata alla “Frankfurter Allgemeine Zeitung” il politologo Claus Leggewie parla delle crescenti tensioni in Europa in materia di accoglienza dei rifugiati. Sarebbe bastato un approccio piu’ coordinato con la Francia e non abbandonare l’Italia e la Grecia, secondo il politologo, per evitare di giungere al punto di rottura attuale, simboleggiato dall’ascesa del nuovo governo populista italiano. Il cancelliere tedesco, la cristiano democratica Angela Merkel ha intrapreso da tempo una linea di compromesso e ha dovuto dire addio alla sua linea umanitaria, che nel 2015 ha causato l’afflusso di oltre un milione di immigrati in Europa. Il cancelliere tedesco e’ sotto enorme pressione, con i Cristiano-sociali decisi a indurire ulteriormente le politiche nazionali in materia di immigrazione e asilo. Il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, non solo intende limitare gli ingressi nel paese ma parla anche di rimpatriare mezzo milione di immigrati irregolari. Anche per questa ragione il professore si dice scettico su una soluzione di compromesso al prossimo vertice di fine giugno del Consiglio europeo. Gli Stati finora piu’ generosi si ritireranno poco a poco e quelli meno generosi non cambieranno posizione. La Francia e il Regno Unito dovrebbero essere piu’ aperti di quanto non lo siano stati finora e la Ue dovrebbe cercare di trovare un accordo con Polonia e Ungheria. Se la Merkel fallisse cio’ comporterebbe la scomparsa della Ue, con conseguenze imprevedibili, avverte Leggewie. Le frontiere esterne vanno tenute sotto controllo, ma con una responsabilita’ condivisa. La Ue deve garantire che i confini siano controllati meglio in modo che non vi sia un afflusso sfrenato. Allo stesso tempo non deve chiudere i confini, ma “tenerli aperti per i rifugiati”. Il professore si dice pessimista in merito al futuro dell’Ue, perche’ non c’e’ una volonta’ da parte degli Stati europei di raggiungere un compromesso e il modello “Salvini” appare oggi il piu’ efficace e popolare. A questo proposito, Leggewie propone di ridurre i margini di esposizione mediatica delle figure contrarie all’accoglienza.

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Macron e Merkel provano a salvare l’Europa e loro stessi

20 giu 10:55 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, si sono incontrati ieri, in un’occasione che doveva segnare una risposta inequivoca di Berlino alle proposte di Parigi per l’accelerazione dell’integrazione politica ed economica europea. Cio’ e’ in parte avvenuto, scrive il “New York Times”, ma l’incontro e’ stato oscurato dal tema che sta dominando il dibattito politico nell’Ue e minando la tenuta del governo tedesco: l’immigrazione. La risposta di entrambi i leader a questa crisi, scrive il quotidiano usa, e’ stata quella di promuovere l’espulsione dei richiedenti asilo verso i paesi comunitari che per primi hanno registrato la loro domanda. Macron ha detto di essere pronto a farlo per i migranti respinti dalla Germania che abbiano presentato domanda di asilo in Francia. Tale piano, pero’, si preannuncia ovviamente assai oneroso per i paesi di primo approdo, Italia e Grecia; e il nuovo governo populista di Roma difficilmente riterra’ praticabile o soddisfacente tale risposta. Il progetto, inoltre, si tradurrebbe in respingimenti alla frontiera, come richiesti dagli alleati bavaresi di Merkel della Csu, e dunque nella creazione di fatto di confini all’interno dell’area di Schengen. Merkel, dal canto proprio, ha invece dato l’assenso a un bilancio comune per le economie dell’euro, che sarebbe separato dal bilancio dell’Unione europea e adottato entro il 2021. Il cancelliere tedesco ha fatto anche riferimento all’espansione dei meccanismi europei di assistenza alla disoccupazione. L’intento di Berlino e’ chiaro: spingere i paesi europei, e in particolare l’Italia, a continuare a farsi carico del peso dell’immigrazione verso l’Europa, in cambio di concessioni sul fronte dei conti e dello stato sociale. Macron, sottolinea il “New York Times”, ha ottenuto da Merkel aperture sino a poco tempo fa impensabili, ma non ha certo ottenuto quanto sperava, ad esempio per quanto riguarda la creazione di un ministero delle Finanze europeo, che Berlino interpreta come un inaccettabile passo verso una unione dei trasferimenti.

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Chi comanda davvero a Roma? Il combattivo Salvini ha preso il controllo dell’agenda politica dell’Italia

20 giu 10:55 – (Agenzia Nova) – Il nuovo presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte contava molto sulla sua visita a Berlino compiuta all’inizio di questa settimana per guadagnare visibilita’ e credibilita’, considerando che lui stesso e’ un oscuro professore di Diritto balzato improvvisamente agli onori della cronaca dopo che e’ stato indicato dal partito anti-sistema Movimento 5 stelle (M5s) per guidare l’esecutivo di Roma: immaginarsi la sua delusione quando al suo ritorno in patria ha scoperto che gli articoli sul suo incontro con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, sono rimasti confinati alle pagine interne dei quotidiani italiani, abbondantemente oscurati dalle polemiche sull’immigrazione e sui Rom provocate dal sulfureo ministro dell’Interno Matteo Salvini, il leader della Lega le cui sparate occupano le prime pagine sin da quando e’ entrato in carica. Salvini guida il partner minore nella coalizione di governo populista che si e’ insediata in Italia il 1° giugno scorso; eppure il leader della Lega di estrema destra ha preso il controllo dell’agenda politica eclissando il M5s guidato da Luigi Di Maio, che alle elezioni di marzo ha ottenuto quasi il doppio dei voti ma fatica a far sentire la sua voce al governo. Il quotidiano economico britannico “The Financial Times” oggi mercoledi’ 20 giugno pubblica n reportage sulla situazione politica in Italia in cui il suo corrispondente da Roma, James Politi riassume quanto avvenuto nelle prime tre settimane circa di governo M5s-Lega, sottolineando come finora solo i temi cari alla propaganda di Salvini abbiano raggiunto la prima pagina dei giornali italiani: la combattivita’ di Salvini sta preoccupando i vertici del M5s, timorosi che la Lega gli sottragga consensi e voti; come peraltro gia’ mostrano i sondaggi d’opinione. Ed ha gia’ provocato divisioni al suo interno, con l’ala sinistra del M5s guidata dal presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, che contesta la svolta a destra del governo. Si tratta di primi segnali di frizione tra i due partiti al potere, scrive il “Financial Times”, che potrebbero arrivare ad un punto di rottura nei due appuntamenti-chiave a cui il governo italiano e’ chiamato prossimamente: il cruciale vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea, in programma il 28-29 giugno prossimi a Bruxelles; e la formulazione della legge Finanziaria all’inizio del prossimo autunno.

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