il manifesto

#InternetEVERYDay. Lettera aperta al premier Renzi: un’altra via al digitale è possibile

di Redazione |

Pubblichiamo di seguito lettera aperta che Anorc, Stati Generali dell’Innovazione, Iwa Italia e Cittadinanza Attiva hanno scritto al premier Matteo Renzi in occasione dei 30 anni di internet.

Internet Day – Lettera aperta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi

Un impegno per le cinque priorità che rendano possibile l’Internet EveryDay

La celebrazione dei 30 anni dal primo collegamento italiano alla rete globale deve essere da sprone per rilanciare l’orgoglio nazionale delle eccellenze e della (ancora) possibile via italiana al digitale. Ma la celebrazione di un giorno rischia di essere percepita come effimero evento mediatico, perché non è un caso che l’Italia sia ultima in Europa in base agli indicatori sull’uso di Internet.

Dobbiamo costruire un percorso in cui l’Italia diventi terra di produzione del futuro e non di mero consumo digitale. Possiamo farlo. Ma per farlo dobbiamo essere consapevoli del ritardo che abbiamo oggi in molti settori del digitale, a cui ancora non si associa, purtroppo, una decisa e forte azione governativa.

Per questa ragione, come associazioni le chiediamo, in questa importante giornata, un impegno ad avviare iniziative con obiettivi chiari e misurabili e risorse adeguate, prima di tutto sulle aree che vengono ritenute prioritarie:

  1. Cultura e competenze digitali. Per lo sviluppo della cultura e delle competenze digitali dei cittadini, dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni e dei professionisti operanti nei contesti privati è necessario predisporre un piano organico, una regia governativa unica, identificare chiaramente le risorse in modo coordinato, investire nella formazione e nell’aggiornamento continui, prevedere nuove assunzioni di personale pubblico. Oggi la digitalizzazione della PA sta producendo soprattutto un aumento dell’intermediazione e più della metà degli italiani è escluso. Per favorire l’inclusione sociale e l’efficienza dei processi è necessario fare fronte all’attuale carenza di conoscenze di base nell’utilizzo degli strumenti informatici e di competenze specialistiche del personale preposto all’implementazione di procedure innovative. Gestire la transizione al digitale implica la definizione di profili professionali nuovi, richiede l’affidamento di ruoli e responsabilità strategiche a professionisti in grado di comprendere le potenzialità delle soluzioni a disposizione, di promuovere il cambiamento e operare in modo autonomo e consapevole;
  1. Innovazione delle PMI. Per far sì che il nostro tessuto di PMI partecipi attivamente alla trasformazione digitale del Paese è necessario un quadro di interventi volto a creare ecosistemi di settore e territoriali. Il cambiamento non avviene per caso e bisogna tenere presente l’obiettivo finale: favorire il dialogo tra le PMI e l’interazione tra pubblica amministrazione e utente, produrre servizi di qualità per il cittadino e scongiurare negligenze e malfunzionamenti. A tal fine è necessaria una strategia di governance dei processi chiave interni, che definisca le modalità di coordinamento delle risorse umane e strumentali a disposizione, incentivi la gestione completamente informatizzata delle procedure, studi nuovi piani di intervento per l’automazione e la riprogettazione del flusso di lavoro, incentivi la formazione di archivi nativi digitali e consenta un’adeguata tutela nel tempo del patrimonio informativo e documentale;
  1. Innovazione del territorio. Affinché il governo del territorio sia trainante nello sviluppo sociale ed economico, è necessario lo sviluppo coordinato delle iniziative sulle smart city, dove al momento sembra non esserci alcuna politica chiara e coordinata;
  1. Crescita digitale. Senza un piano industriale per la crescita digitale, che includa realmente il settore ICT tra gli ambiti strategici, favorisca gli investimenti privati e orienti il mercato, e un piano della ricerca correlato, l’Italia rischia una digitalizzazione inefficace ed non autonoma.
  1. Trasformazione della PA. A fronte di un’ambiziosa riforma della PA i decreti legislativi di attuazione sembrano il trionfo della burocrazia che resiste: in essi si ostacolano i principi di trasparenza, partecipazione, responsabilità, accountability, e non esiste ancora alcun piano di accompagnamento alla trasformazione profonda delle PA. Gli adempimenti in materia di trasparenza amministrativa e diritto d’accesso sono troppo spesso disattesi per mancanza di un monitoraggio costante dall’alto, che agevoli l’interpretazione e l’attuazione delle norme, guidando la mappatura e la gestione delle diverse fasi dell’iter procedimentale.

In ogni caso, la trasparenza amministrativa non può tradursi in un diritto effettivo per il cittadino se non viene sviluppata attraverso reali strategie di digitalizzazione pensate su modelli “nativi digitali”, garantiti sia da adeguate misure di sicurezza informatica, sia da archivi informatici sviluppati secondo le regole tecniche attualmente in vigore. Inoltre, a fronte di una positiva, crescente diffusione dei formati di dati aperti nelle pubbliche amministrazioni, rimane ancora largamente irrisolto il problema della loro interpretazione secondo schemi comuni, che costituisce un ostacolo sia all’interoperabilità delle applicazioni che alla trasparenza dei contenuti. Per questo è necessaria una strategia di standardizzazione della terminologia della P.A. che faciliti l’integrazione dei dati e servizi a livello nazionale

Le chiediamo quindi un impegno forte e chiaro, perché questi sono mesi decisivi per evitare che questa sia l’ennesima occasione perduta e per intraprendere, invece, un vero percorso di trasformazione. Affinché la celebrazione dell’Internet Day acquisti un senso positivo, rivolto al futuro e sia finalmente possibile festeggiare l’InternetEveryDay.

Associazione Stati Generali dell’Innovazione – ANORC – IWA- Italy