Spazio

Internet sulla Luna? Non è fantascienza

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In aumento le prospettive di business dell'Internet spaziale, mentre cresce la necessità di standard di comunicazione comuni per lo sviluppo dell'esplorazione e della colonizzazione lunare. Il ruolo dell'Europa e dell'Italia all'evento organizzato oggi dal Namex "Internet beyond Earth: Are we ready for interplanetary networks?".

Internet sulla Luna? Non è fantascienza e nemmeno un episodio di ‘Spazio 1999’ né di ‘Startrek’ ma una realtà sempre più vicina e concreta. Così come realtà è il prossimo trasferimento di gran parte dell’economia pesante globale di Internet nello spazio, a partire dai data center passando per il Cloud alle antenne cellulari. L’esplosione dello Spazio è ben evidente, soprattutto nel post-Covid, con un record annuale di lanci che si sussegue negli ultimi cinque anni, periodo nel quale si sono registrati più lanci che negli ultimi 60 anni. In questo contesto, l’Italia può giocare un ruolo di primo piano nella lunga rincorsa che l’Europa dovrà fare per cercare di raggiungere i padroni attuali dello Spazio, che sono gli Usa e la Cina. Ma non manca la volontà di giocare un ruolo in questa partita.

E’ questo il sentiment che emerge dall’evento organizzato oggi dal Ceo del Namex Maurizio Goretti “Internet beyond Earth: Are we ready for interplanetary networks?” che si è tenuto nella suggestiva location di Palazzetto Mattei, sede della Società Geografica Italiana, all’interno di Villa Celimontana a Roma, che l’anno prossimo tra l’altro sarà la Capitale europea dello Spazio.

Il gap dell’Europa

“Nel 2024, gli Stati Uniti hanno guidato la classifica globale con 154 lanci spaziali, seguiti dalla Cina con 68, mentre l’Unione Europea (incluso ESA e lanci nazionali) ne ha effettuati soltanto”, ha detto Andrea Casu, deputato del Pd vicepresidente della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla CameraVa detto però che i lanci verso lo Spazio non partono soltanto da Cape Canaveral, ma anche da dalla Guayana francese e dalla Russia.

Insomma, c’è da rimboccarsi le maniche. Ma Italia e Ue stanno guardando con interesse allo Spazio e in particolare alla Luna che interessa ovviamente anche il NAMEX, primo Internet Exchange Point Italiano, i cui membri sono Isp pronti a investire in satelliti Tlc.

L’Italia guarda già alla Luna

“L’economia dello Spazio è una grande opportunità di nuovi scenari – ha detto il deputato di Fratelli d’Italia, Andrea Mascaretti, presidente dell’Intergruppo parlamentare per la Space Economy – l’Italia per prima ha approvato la legge sulla Space Economy ed è attiva in accordo con ASI per il primo modulo abitativo sulla Luna, un pianeta che ha una superficie di poco inferiore a quella dell’Africa, e che andrà colonizzata e munita delle infrastrutture critiche, a partire da energia e comunicazioni”.

Protocollo di comunicazione extra orbitale DTN

Ma per poter guardare alla Luna, è necessario prima creare le condizioni tecniche per portare Internet nello Spazio. Ed è su questo che lavora in prima linea l’IPNSIG, la comunità internazionale che guida lo sviluppo del networking interplanetario. “Da 25 anni mi occupo di espandere Internet nello Spazio”, ha detto Keith Scott, IPNSIG and DTN protocol che ha illustrato lo sviluppo del principale protocollo di comunicazione spaziale, il Delay/Disruption Tolerant Networking (DTN), protocollo chiave per la comunicazione oltre l’orbita terrestre al servizio dell’ESA, della NASA ma anche di tutti i soggetti (sempre più aziende private) che guardano allo Spazio profondo per nuove esplorazioni e non soltanto su Marte anche grazie a satelliti più piccoli e leggeri.

Internet nel sistema solare, la visione dell’ESA al 2040

La visione dell’ESA al 2040 di Internet nel sistema solare è già ben definita, a partire dal progetto Moonlight a progetti come Hydron per la connettività con satelliti ottici a sostegno di tutti gli Stati membri. “Servono standard interoperabili per i progetti lunari e oltre”, ha detto Felix Flentge dell’ESA. “Soltanto con tecnologie interoperabili si potrà creare un ecosistema condiviso , per questo è importante il DTN”.

“Il contributo dell’Italia all’Internet globale (terrestre e satellitare) si può toccare con mano al Centro spaziale del Fucino di Telespazio, dove 175 antenne sono puntate in diverse parti del cielo. E’ qui che si può cogliere e toccare con mano il senso del Cloud globale”. Lo ha detto Marco Brancati, SVP Technology, Innovation & Systems Architecture Leonardo Space Division di Leonardo, che ricorda come il Fucino sia stata una delle prime stazioni europee collegate all’ARPANET americana, antesignana di Internet.

Ruolo delle Tlc nello Spazio crescerà con l’avvento del 6G

Ne è passata di acqua sotto i ponti e ora “i satelliti di osservazione possono dialogare fra loro nello Spazio, il che comporta che cresce la necessità di conservare in orbita i dati che vengono raccolti – dice Brancati – l’idea è di creare dei veri data center in orbita bassa”. In questo contesto, tenendo conto del crescente avvicinamento del mondo delle Tlc all’osservazione spaziale e alla navigazione, e tenendo conto altresì del nesso sempre crescente fra Spazio e Difesa, si capisce che il ruolo dell’Italia nello Spazio è destinato a crescere.  “Il ruolo delle Tlc sarà ancor più rinvigorito dall’avventi del 6G, che prevede l’uso dei satelliti come nodi nativi”, aggiunge.

Pizzolorusso (Tlelespazio): “Con Moonlight banda larga e postioning sulla Luna”

Delle potenzialità di business legate all’Internet lunare si è espresso Nicola Pizzolorusso, Vice President of Product Marketing & Business Transformation di Telespazio (Leonardo-Thales Group): “Il progetto Moonlight in partnership con l’ESA è destinato alla realizzazione di un sistema satellitare intorno alla Luna. In vista delle 300 missioni lunari che ci saranno nei prossimi 10-15 anni”, ha aggiunto Pizzolorusso, ricordando che le missioni per restare sulla Luna avranno bisogno di infrastrutture critiche e connettività. “Moonlight offrirà anche servizi a banda larga e positioning per la geolocalizzazione delle missioni lunari, sarà una sorta di Galileo lunare”.

Quali rischi senza interoperabilità?

Il mancato sviluppo di standard comuni nello Spazio porta con sé una serie di rischi davvero pesanti. “Il mercato nascente della comunicazione satellitare deve puntare sull’interoperabilità, un approccio collaborativo per evitare il pericolo di collisioni in assenza di scambi costanti di dati”, dice ancora Pizzolorusso. Altri rischi in mancanza di interoperabilità sono maggiori warning, maggiori costi di propellente, prezzi più alti per l’assicurazione. “In caso d collisone, si creerebbero dei detriti che renderebbero più difficile raggiungere al superficie lunare. C’è infine un rischio di saturazione dello spettro”.

Brancati (Leonardo): “Per l’Italia un ruolo di cerniera con gli Usa sullo Spazio”

L’Italia in ambito spaziale, osserva Brancati, già presente nei progetti per la Stazione Spaziale Internazionale, “può giocare un ruolo di cerniera con gli Usa, vista la strettissima collaborazione con il mondo statunitense”, ha detto, anche perché nel nostro paese le competenze industriali lungo tutta la filiera ci sono. Dal Cloud ai link inter satellitari a banda ottica alla sicurezza, grazie ad una folta galassia di piccole aziende attive, ad esempio, su frequenze ottiche e device di comunicazione satellitare.  

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