Il Rapporto

Internet of Things, in Italia varrà il 5,4% del PIL nel 2020

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Secondo uno studio della Commissione europea, l’Internet of Things raggiungerà nell'Ue a 28 Paesi un valore di base di 1,1 trilioni di euro nel 2020 e in Italia la crescita dei ricavi delle imprese sarà del 205%

L’ecosistema digitale europeo cresce e con esso la presenza e di nuove imprese, servizi e prodotti. Secondo un recente Rapporto della  Commissione europea, “Definition of a Research and Innovation Policy Leveraging Cloud Computing and IoT Combination”, nel 2020 saranno più di 6 miliardi gli oggetti intelligenti interconnessi su piattaforme Internet of Things (IoT), per un mercato che varrà qualcosa come 1.181,6 miliardi di euro, il 7% tondo del PIL dell’Unione europea a 28 Stati.

Un dato legato ai programmi di innovazione tecnologica varati dalla Commissione negli ultimi anni e ai piani di investimento in infrastrutture per il mercato unico digitale, la banda ultralarga, l’utilizzo di tecnologie ICT, soluzioni cloud e smart technologies.

Per quanto riguarda l’Italia, Confartigianato ha commentato i dati valutando l’impatto dell’innovazione in chiave Internet of Things attorno ad un 5,4% del PIL nel 2020 (era calcolata al 2% nel 2014). Dal 2015 al 2020, secondo delle proiezioni del Fondo monetario internazionale, i ricavi per le imprese attive nel settore dell’Internet delle cose triplicheranno di valore, crescendo del 205%.

I segmenti che saranno coinvolti in questo trend positivo sono quelli del manifatturiero, dei trasporti, della logistica, dell’autoriparazione e dell’impiantistica (questi ultimi due fortemente stimolati dalla domotica). Il manifatturiero soprattutto sarà caratterizzato da un deciso cambiamento, sia nella produzione, sia nei prodotti (automazione, M2M, nuove competenze).

Secondo uno studio dell’Aspen Institute Italia, “Internet Of Things. Una tecnologia destinata a rivoluzionare il mondo in cui viviamo e lavoriamo” (2015), nei segmenti sopra elencati operano 800.305 imprese artigiane per più di 2 milioni di addetti, cioè il 73,6% degli occupati nell’artigianato, mentre nei settori IoT oriented operano 1.160.746 micro e piccole imprese, con meno di 20 addetti.

Sul lato dei “fattori abilitanti della domanda di beni e servizi connessi con tecnologia IoT”, spiegano gli esperti di Confartigianato, si osserva tra il 2010 e il 2015 una crescita delle famiglie dotate di una connessione in banda larga grazie alla diffusione della tecnologia mobile, passate dal 41,0% al 64,4%, per 16.295.000 famiglie connesse.

IoT Italia

(Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)