Il mercato

Internet of Things in Giappone, mercato da 100 miliardi per le pmi europee

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L’economia giapponese è in affanno, ma grazie all’innovazione tecnologica il Meti punta ad attrarre investitori e rilanciare l’economia. L’Europa pronta a cogliere l’occasione. Berlino e Tokyo pensano a standard IoT condivisi

L’automazione e l’Internet delle cose stanno cambiamento radicalmente i modelli industriali dei Paesi più sviluppati e in prospettiva di quelli emergenti. Dal 2013 ad oggi, da quando il Paese è guidato dal Premier Shinzo Abe, il prodotto interno lordo del Giappone è cresciuto in media dello 0,7% annuo.

I dati del primo trimestre 2016 però sembrano più negativi del solito, con un calo dello 0,4% su base trimestrale e dell’1,4% su base annua. Dato quest’ultimo peggiore delle attese (-1,2%). Un’economia in piena crisi insomma.

Secondo analisti di mercato ed esperti, però, la possibilità di ripresa e rilancio dell’economia nazionale risiede nell’impiego delle nuove tecnologie digitali ed informatiche, tra cui l’Internet of Things e l’intelligenza artificiale.

Stando ai calcoli preliminari del Ministero dell’Economia, del commercio e dell’industria (Meti) nipponico, l’introduzione dell’Internet of Things nel settore manifatturiero avrebbe garantito uno stimolo pari a 13 trilioni di yen e nel settore automobilistico 2,6 trilioni di yen.

Una quarta rivoluzione industriale alle porte per il Giappone? Stando a quanto affermato dal ministro dell’Economia, Motoo Hayash, sembrerebbe di sì: l’Internet of Things ottimizza i processi, riduce i costi e aumenta l’indice di gradimento dei prodotti da parte dei consumatori.

Non tutta l’economia giapponese però ha intenzione di abbracciare l’innovazione IoT e l’automazione avanzata. Ed è per questo che, secondo il Centro di cooperazione eurogiapponese, EU Business in Japan, c’è molto spazio per le piccole e medie imprese del continente europeo.

Un mercato a noi accessibile e che potrebbe valere 10 trilioni di yen a partire dal 2020, più o meno 104 miliardi di euro.

Sempre sull’Internet delle cose, ad aprile scorso, Giappone e Germania hanno siglato un’intesa per la creazione di standard internazionali comuni. L’industria tedesca è d’altronde quella che investe di più in automazione, circa 200 milioni di euro l’anno per l’industry 4.0 (solo considerando i fondi statali), e nei piani di Abe è la migliore scelta per dare nuovi stimoli all’economia giapponese e innovare settori industriali strategici, ma altrimenti obsoleti.