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Internet delle cose per far parlare i boschi italiani, saranno i dati a dirci come stanno

Un team di ricercatori italiani ha installato una trentina di “Tree Talker” nelle foreste del Trentino in Val Cembra. I device impiegato consentono di misurare diversi parametri vitali degli alberi e dell’ambiente in cui vegetano, restituendo un quadro generale piuttosto dettagliato sullo stato di salute delle piante stesse.

Si tratta del progetto “Tree Talker Network”, ideato a portato avanti dal Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach, nell’ambito del bando PRIN (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale), finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca.

Oltre al Trentino, i dispositivi per far “parlare” gli alberi sono dislocati in altri 25 siti strategici “green” del nostro Paese.

Tecnologia avanzata per salvare il patrimonio verde nazionale

La possibilità di acquisire dati di questo tipo con cadenza oraria e con continuità nel tempo – ha spiegato in una nota Damiano Gianelle, responsabile del Dipartimento Agroecosistemi sostenibili e biorisorse del Centro Ricerca e Innovazione- rappresenta un grande valore aggiunto per lo studio dell’impatto dei cambiamenti climatici sugli alberi forestali, perché questi sono sempre più esposti a stress idrico, termico, all’azione distruttiva di eventi climatici estremi (es. tempesta Vaia, 2018), che possono innescare dinamiche di deperimento del bosco”.

Una rete di monitoraggio di “Tree Talker” che si avvale di diverse tecnologie, tra cui sensori per l’Internet of Things, antenne, torri di rilevamento, internet e satelliti.

Grazie a questa rete di sentinelle digitali connesse tra loro e a internet, è possibile per i ricercatori raccogliere ed esaminare un gran bagaglio di dati, in tempo reale e tutti relativi ad una serie di importanti parametri vitali degli alberi e dell’ambiente in cui vegetano.

Alberi che parlano attraverso i dati

Tra i dati che il network raccoglie in continuità oraria, troviamo tra gli altri: accrescimento del fusto e flusso di linfa al suo interno, umidità del legno, temperatura ed umidità relativa dell’aria, inclinazione ed oscillazioni del fusto, spettro della radiazione solare trasmessa attraverso le chiome.

Sostanzialmente è come se le piante e gli alberi ci parlassero, ci raccontassero come stanno, di cosa soffrono e con quali problemi ambientali hanno a che fare (dai cambiamenti climatici alle nuove specie di animali e batteri infestanti, fino all’inquinamento e lo sfruttamento economico da parte dell’uomo).

Solo in Trentino, oltre la Val Cembra, più di 170 dispositivi tecnologici di questo tipo sono stati installati tra Lavarone, Val Canali, Bleggio, Val Lomasona e Molveno, con l’obiettivo di monitorare in continuo lo status biologico e fisiologico degli alberi.

Il fine è di poter comprendere come queste piante rispondano ai fattori climatici e a disturbi biologici, tra cui gli incendi, in forte aumento negli ultimi anni (per via del clima estremo e l’azione dell’uomo), gli attacchi parassitari e quelli di natura antropica (ad esempio i tagli dei boschi).

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