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Internet delle cose: il nodo critico è l’Identity of things

Internet of things

IOT

La gestione dell’identità digitale di persone, device e oggetti connessi rappresenta in prospettiva il fattore più critico per lo sviluppo dell’Internet delle cose. Nella sua forma attuale il cosiddetto IAM (Identitiy and access management) non è in grado di garantire la scala necessaria per gestire la complessità sottesa all’Internet delle cose in particolare in ambito aziendale.  Questa in sintesi la visione di Gartner, secondo cui la modalità tradizionale di gestione dell’identità digitale e della cyber security va rivisita, in relazione alla sovrabbondanza di device e servizi in circolazione a tutti i livelli dell’ecosistema IT.

Nasce così il nuovo concetto di Identity of things (IDoT), un’estensione dell’identity management che comprende la gestione di tutte le relazioni fra i diversi oggetti che entrano in relazione fra loro nell’ambito dell’Internet delle cose. Relazioni fra persone, fra persone e oggetti fra dispositivi e fra dispositivi e applicazioni e servizi.

Ciò che serve per lo sviluppo del business legato allo IoT, aggiunge Gartner, è una modalità standard di gestione dell’identità digitale di diverse entità (persone, servizi e oggetti). L’Internet delle cose non si riduce  alla messa in rete su ampia scala di dispositivi digitali in diverse fasi del business; si tratta di un approccio che trasforma  l’approccio stesso all’implementazione di processi, analisi, storage e comunicazione.

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