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Internet delle cose in città, ricavi a 62 miliardi nel 2026

Il panorama delle tecnologie e dei servizi smart city cresce e si amplia. L’introduzione negli ultimi anni dell’Internet of Things (IoT) ha incrementato il livello generale di innovazione tecnologica e aperto la strada all’integrazione delle nuove soluzioni per la trasformazione digitale (DX).

L’anno scorso i ricavi del segmento IoT per il mercato smart city sono ammontati a 25 miliardi di dollari. In base alle nuove stime ABI Research, nel 2026 il comparto dell’Internet delle cose per l’ecosistema urbano varrà approssimativamente più di 62 miliardi di dollari.

Il dato è stato calcolato a partire dall’utilizzo di diverse applicazioni smart city e delle tecnologie WAN (Wide Area Network), tra cui l’automazione dei sistemi di sicurezza, riscaldamento, illuminazione, idrici, ventilazione e altro degli edifici (Commercial building automation), i device di comunicazione di prossimità (digital signage), i sistemi intelligenti di trasporto (ITS), i chioschi digitali pubblici per l’informazione in tempo reale su quanto accade in città (punti di interesse culturale, mezzi di trasporto pubblico, circuiti museali, mostre, spettacoli, amministrazione pubblica e altro), i punti di ricarica per veicoli elettrici, i cestini dei rifiuti digitalizzati, interattivi e connessi in rete (smart bins), sensori ambientali (environment sensors), smart grid, soluzioni per facilitare i parcheggi (smart parking), illuminazione di nuova generazione e hot spot multiservizi (smart street lighting), reti di videosorveglianza, smart meters per l’energia elettrica, l’acqua ed il gas.

La catena del valore dell’Internet of Things si rivolge sempre più direttamente al mercato dei prodotti e dei servizi per la smart city – ha commentato Dominique Bonte, vicepresidente di ABI Research – e tutti i fornitori di tecnologie stanno rapidamente riposizionandosi, ottimizzando il proprio portfolio IoT per sfruttare il nuovo trend”.

I settori con le maggiori opportunità di business, secondo lo studio, sono e saranno quelli della sicurezza (fisica e virtuale), dei trasporti e della mobilità, dei servizi, dei big data e dell’analytics e dell’intelligenza artificiale.

Tra le soluzioni IoT più innovative e che sfruttano le tecnologie WAN in ambito urbano ce ne sono due in particolare: l’NB-IoT e l’LTE-M. Entrambe, secondo un nuovo Report pubblicato da Dell’Oro Group, potranno dar vita ad un mercato mondiale che in termini di vendite genererà ricavi per 33 miliardi di dollari nel 2022, più del doppio rispetto al dato dell’anno scorso.

La prima, NB-IoT o Narrow-Band Internet of Things, consente di utilizzare e sviluppare ulteriormente le applicazioni IoT sulle reti 4G e in prospettiva 5G. Parliamo di soluzioni e servizi come ad esempio i contatori intelligenti (smart meters) e la logistica, l’industria 4.0 e l’M2M, le smart grid e le auto connesse (connected cars), con la caratteristica di offrire un gran numero di terminali mobili, ampia copertura radioelettrica, bassi costi e consumi energetici, facilità d’uso, batterie più efficienti.

La seconda, l’LTE-M o Long Term Evolution for Machines, è una tecnologia che viene implementata direttamente all’interno delle reti LTE, tramite un aggiornamento delle stazioni radio. È spesso descritta simile all’NB-IOT, ma con una minore estensione in termini di copertura di segnale, un consumo energetico maggiore e conseguentemente batterie con una durata minore.

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