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Internet delle cose, boom manifattura e trasporti: nel 2016 spesi nel mondo 737 miliardi di dollari

L’Internet of Things (IoT) cresce in maniera piuttosto uniforme in tutto il mondo. Il suo utilizzo è vario, cross-industry ormai, e concentrato soprattutto nel settore industriale, delle medie imprese e delle utilities. Secondo gli ultimi aggiornamenti di IDC contenuti nel Report “Worldwide semiannual Internet of Things spending guide”, la spesa globale per l’Internet delle cose ha raggiunto i 737 miliardi di dollari durante lo scorso anno.

Un trend molto positivo, iniziato nel 2015 e che fino al 2020 potrebbe registrare un tasso composto di crescita annua del 15,6%, per un valore di mercato complessivo di 1.290 miliardi di dollari.

Scendendo in verticale per i singoli settori, l’Internet of Things ha visto i maggiori investimenti nel settore della manifattura digitale, con 178 miliardi di dollari durante il 2016, nel settore dei trasporti, con 78 miliardi di dollari, e dell’energia (infrastrutture e servizi, tra cui l’installazione di smart grid e contatori intelligenti), con 69 miliardi di dollari.

Nel 2020 solo le applicazioni IoT di tipo domestico (smart home) potrebbero raggiungere un valore pari a 63 miliardi di dollari.

Altri comparti emergenti, individuati da IDC, saranno nei prossimi anni: sanità, sicurezza e retail. Ulteriori aree di interesse per gli investitori sono anche l’automotive (veicoli connessi in rete) e l’edilizia di nuova generazione (smart buildings).

Guardando ai mercati, l’Asia vedrà i maggiori investimenti, seguita dagli Stati Uniti, l’Europa occidentale e il Giappone. Il settore manifatturiero è quello che registrerà la spesa IoT maggiore (il 15% del totale negli USA), seguito dai trasporti e da quello energetico.

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