i prossimi passi

Intercettazioni, oltre 150 milioni per i nuovi server dislocati in 4 sedi. Nordio: “Costosi, ma dati più al sicuro”

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Si disciplina un progressivo percorso per consentire di localizzare presso le nuove infrastrutture digitali l’archivio digitale e poi di effettuare le intercettazioni. Il nuovo database sarà realizzato dal Ministero della Giustizia, che non può avere accesso ai dati in chiaro, perché restano coperti dal segreto investigativo.

Creare delle infrastrutture digitali centralizzate per effettuare le intercettazioni eseguite da ciascun ufficio del pubblico ministero con più elevati ed uniformi livelli di sicurezza e di integrità dei dati. Prevede anche questo il decreto ‘Omnibus’ entrato in vigore oggi 11 agosto. La misura era stata annunciata in conferenza stampa dal ministro della Giustizia Carlo Nordio“È stata richiesta dalle Procure della Repubblica e in modo pressante dalla Direzione Nazionale Antimafia”, ha spiegato il Guardasigilli.

Il ministro Nordio: “Infrastruttura su 4 sedi, richiesta dalle Procure e dalla Direzione Nazionale Antimafia. È molto costosa”

“Oggi le intercettazioni sono eseguite da 134 Procure della Repubblica, che restano sovrane sull’accesso ai dati. La gestione dell’infrastruttura è in capo al ministero della Giustizia e sarà dislocata in 4 sedi”, ha aggiunto Nordio. Il ministro ha anche definito “costosa” la nuova infrastruttura “per rendere più razionale e soprattutto più garantita la conservazione di questi dati”.

Ecco i costi

Per l’attuazione delle nuove infrastrutture digitali è autorizzata la spesa di:

  • 43 milioni di euro per l’anno 2023 
  • e di 50 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2024 e 2025, per la realizzazione delle infrastrutture informatiche 
  • e di 3 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023 per la gestione, la manutenzione evolutiva e l’assistenza informatica dedicata.

I prossimi decreti

Con decreto del Ministro della giustizia, da adottare entro 60 giorni da oggi, data di entrata in vigore del decreto-legge, sono individuate le infrastrutture e sono definiti i requisiti tecnici essenziali al fine di assicurare la migliore capacità tecnologica, il più elevato livello di sicurezza e l’interoperabilità dei sistemi. 

Con ulteriore decreto del Ministro della giustizia sono definiti i requisiti tecnici specifici per la gestione dei dati, che assicurano l’autenticità, l’integrità e la riservatezza dei dati medesimi anche in relazione al conferimento e ai sistemi di ripristino, ed è disciplinato il collegamento telematico tra le nuove infrastrutture e i luoghi di ascolto presso le procure della Repubblica, garantendo il massimo livello di sicurezza e riservatezza. 

I requisiti tecnici delle infrastrutture garantiscono l’autonomia delle funzioni del procuratore della Repubblica di direzione, organizzazione e sorveglianza sulle attività di intercettazione e sui relativi dati, nonché sugli accessi e sulle operazioni compiute sui dati stessi. Fermi il segreto investigativo e le garanzie di riservatezza e sicurezza dei dati, il Ministero della giustizia assicura l’allestimento e la manutenzione delle infrastrutture nel rispetto delle predette funzioni e, in ogni caso, con esclusione dell’accesso ai dati in chiaro, perché restano coperti dal segreto investigativo.

 Con successivo decreto del Ministro della giustizia, da adottare entro il 1° marzo 2024, è disposta l’attivazione presso le nuove infrastrutture, previo accertamento della loro piena funzionalità, dell’archivio digitale del codice di procedura penale.
Quindi solo quest’ultimo decreto del ministero, sarà autorizzata la migrazione dei dati dalle singole procure della Repubblica e il conferimento dei nuovi dati. I tempi, le modalità e i requisiti di sicurezza della migrazione e del conferimento sono definiti con decreto del Ministro della giustizia. 

Inoltre, le intercettazioni relative ai procedimenti penali iscritti successivamente alla data del 28 febbraio 2025 saranno effettuate mediante le nuove infrastrutture digitali.

I decreti saranno adottati sentiti il Consiglio superiore della magistratura, il Garante per la protezione dei dati personali e il Comitato interministeriale per la cybersicurezza. Ciascuno dei pareri è espresso entro 20 giorni dalla trasmissione della richiesta, decorsi i quali il provvedimento può essere comunque adottato. 

Clicca qui o sul video in apertura dell’articolo per ascoltare l’annuncio dal ministro Nordio.