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Intelligenza Artificiale priorità della Ue, Nicita (Agcom) ‘Necessaria una strategia italiana’

Domani il Commissario europeo al Digitale Mariya Gabriel pubblicherà il paper strategico sull’Intelligenza Artificiale (IA), per indirizzare i sotterranei timori nazionali in relazione ai potenziali problemi legali che potrebbe provocare l’introduzione massiccia dell’IA sul mercato. Fra questi, il principale riguarda il timore che i robot possano sostituire in maniera massiccia posti di lavoro di persone in carne ed ossa. A quanto risulta, Gabriel non presenterà delle norme vincolanti subito, ma non esclude che in futuro la nuova tecnologia sia regolamentata. Alla vigilia di questo importante annuncio, Antonio Nicita (commissario Agcom), intervenuto a Bruxelles all’IIC Telecommunications and Media Forum sull’impatto dell’IA, ha posto l’attenzione sulla strategia da mettere in atto in Italia.

“Una strategia complessiva italiana per la governance dell’intelligenza artificiale è necessaria per uno sviluppo concorrenziale del settore digitale, un uso trasparente e consapevole dei dati personali e un pluralismo 2.0 contro la manipolazione e la disinformazione on-line”, ha dichiarato Nicita, che ha aggiunto: “è fondamentale che i singoli Stati membri individuino priorità nazionali per il governo dell’intelligenza artificiale, a partire da settori strategici quali la salute, l’informazione, i trasporti e le politiche pubbliche in genere”. Il commissario Agcom ha poi sottolineato come occorra comprendere l’impatto socio-economico della raccolta, della selezione e dell’uso di big data, strutturati e non, nonché l’impatto su concorrenza e pluralismo delle diverse metriche con le quali lavorano gli algoritmi delle grandi piattaforme digitali.

L’Autorità, ha ricordato il Nicita, ha avviato diverse iniziative che possono essere ricomprese in una più generale strategia di governance dell’intelligenza artificiale, quali il tavolo tecnico sulle attività Machine to Machine e sull’Internet of Things, le indagini sul metering energetico, avviate congiuntamente con ARERA, l’indagine sui casi business e sui servizi legati al 5G, l’indagine conoscitiva congiunta sui Big Data.

“Agcom sta affrontando il tema dell’impatto della relazione tra Big Data, algoritmi e dominanza delle piattaforme digitali”, ha spiegato Nicita, evidenziando la necessità che i temi economici, concorrenziali e di pluralismo, oltre che quelli etici o legati alla privacy, generati dalle diverse metriche che caratterizzano i modelli di intelligenza artificiale e la profilazione dei dati non strutturati, “siano al centro del dibattito dell’evoluzione dei modelli e delle competenze della regolazione nel mondo digitale”. Il Commissario ha rilevato inoltre la necessità di studiare “l’impatto degli algoritmi e delle metriche di machine learning sulle modalità in cui le informazioni sono originate, comunicate e selezionate on-line sui motori di ricerca e sui social network”.

“L’Autorità sta registrando importanti forme di collaborazione con operatori quali Google e Facebook nella discussione delle sfide di regolazione e di autoregolazione generate dall’intelligenza artificiale, ma restano le assenze importanti dei giganti dei Big Data al tavolo tecnico Agcom, quali Twitter. In questo l’autoregolazione mostra i suoi limiti”, ha concluso Nicita.

L’accordo di 24 Stati sull’IA

La scorsa settimana è stato siglato l’accordo a Bruxelles da 24 stati membri pronti (per ora soltanto sulla carta) a mettere fondi freschi per lo sviluppo di progetti congiunti di ricerca e sviluppo in AI.

A favore dell’iniziativa, lanciata la scorsa settimana al Digital Day di Bruxelles per fare il punto sullo stato di avanzamento del Digital Single Market, sono stati 24 stati membri. Tutti, a parte Cipro, Romania, Croazia e Grecia che in linea di principio sono favorevoli, ma prima di impegnarsi devono fare un passaggio nei rispettivi parlamenti nazionali.

Come sempre, il blocco Ue soffre la solita difficoltà endemica a trovare posizioni comuni condivise, soprattutto in materia di regolazione.

Asse Francia-Germania

A livello nazionale, negli ultimi tempi i diversi paesi europei hanno fatto molteplici annunci in materia di Intelligenza Artificiale. Il presidente francese Emmanuel Macron ha da poco annunciato un piano nazionale da 1,5 miliardi di euro in fondi pubblici per finanziare la ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni per i prossimi 5 anni.

L’obiettivo di Macron è attrarre in Francia gli investimenti delle grandi tech company globali, come già fatto con Facebook che ha aperto un laboratorio di ricerca sull’AI a Parigi.

Anche la Germania ha già sposato lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, che fa parte del programma di governo della coalizione di governo di Angela Merkel, che peraltro ha già siglato un accordo di collaborazione bilaterale con Macron. Il commissario Gabriel ha fatto un appello all’unità dei diversi stati membri, per competere insieme contro concorrenti globali che già corrono veloce (Usa e paesi asiatici) e domani pubblicherà il paper strategico sull’Intelligenza Artificiale.

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